Patto territoriale fortore

 

Comuni: Apricena, Carlantino, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Chieuti, Lesina, Poggio Imperiale, S. Paolo di Civitate, San Severo, Serracapriola, Torremaggiore, Volturara Appula

  

 

  

 

Relazione Finale di
Istruttoria Tecnica

 

 

 

Data 7 Ottobre 1999

 

 

INDICE

 

 

1. Informazioni generali *

1.1. Il Patto Territoriale del Fortore: premessa e contesto di riferimento *

1.2. Soggetti Promotori e Soggetto Responsabile *

1.3. Elenco delle iniziative imprenditoriali ed infrastrutturali ordinate secondo graduatoria di priorità *

2. Corretto inquadramento programmatico *

2.1. Descrizione sintetica della situazione di riferimento *

2.1.1 L'area del Patto nel contesto provinciale *

2.1.2 Caratterizzazione dell'area del Patto Territoriale Fortore *

2.2. Individuazione delle finalità generali del Patto e relazione con la programmazione regionale *

3. Validità ed efficacia delle singole iniziative in relazione agli obiettivi di sviluppo locale *

3.1. Individuazione dei fabbisogni e degli obiettivi di intervento *

3.2. Descrizione delle linee di intervento previste e presumibili impatti sul conseguimento degli obiettivi *

3.3. Individuazione e selezione delle iniziative *

4. Coerenza e integrazione tra le diverse iniziative e validità complessiva del Patto *

5. Fattibilità giuridica e amministrativa del Patto *

6. Completezza, concretezza e coerenza dell'insieme degli impegni dei soggetti coinvolti *

APPENDICE: GRADUATORIA DELLE INIZIATIVE IMPRENDITORIALI DEL PATTO TERRITORIALE DEL FORTORE *

ALLEGATO: Bando per la presentazione delle richieste di agevolazione *

 

1. Informazioni generali

1.1. Il Patto Territoriale del Fortore: premessa e contesto di riferimento

 

Il Patto Territoriale del Fortore è nato dalla volontà di tutte le forze sociali economiche e produttive del territorio di dare impulso e sostegno allo sviluppo integrato e coordinato dei settori economici più trainanti per l'economia locale migliorando, al tempo stesso, le condizioni sociali della popolazione e la vivibilità del territorio.

 

La concertazione tra le parti sociali ha esaltato il ruolo propulsivo delle amministrazioni e si è sviluppata in una logica di confronto e di collaborazione, tesa a creare le premesse per il successo dell'iniziativa.

 

Il primo documento strategico, strutturato in termini di analisi dei principali comparti economici e produttivi, delle potenzialità endogene del territorio e dei punti di forza e di debolezza caratteristici dell'area, dopo un lungo periodo di concertazione è stato realizzato e sottoscritto dai promotori del Patto Territoriale in data 13 Luglio 1999.

 

In occasione del della delibera CIPE del 9-7-98, per il bando in scadenza il 30-11-98, i promotori del patto territoriale hanno invitato le forze imprenditoriali, con apposito bando pubblicato il 13 Settembre 1999, ad aderire al patto territoriale avanzando proposte di progetti di investimento coerenti con gli obiettivi di sviluppo locale stabiliti nella fase di concertazione. Nello stesso tempo venivano sollecitati gli enti pubblici aderenti al patto a proporre progetti infrastrutturali funzionali allo sviluppo delle imprese locali.

 

I risultati di questa fase sono confluiti in questa sintetica relazione finale di istruttoria tecnico-amministrativa che delinea il quadro progettuale raccolto da parte delle imprese e delle amministrazioni per far fronte agli obiettivi di sviluppo posti dai promotori e che viene successivamente inviato per competenza alla istruttoria bancaria che sarà condotta dal Banco di Napoli, selezionato dal comitato dei promotori tra le società convenzionate con il Ministero del Tesoro.

 

A questo programma di sviluppo articolato nei diversi progetti imprenditoriali ed infrastrutturali, i sottoscrittori aderiscono sottoscrivendolo così come hanno già sottoscritto gli impegni e gli obblighi riportati nel protocollo di intesa, con lo scopo di garantire le migliori condizioni operative per lo sviluppo dei singoli progetti nel rispetto degli obiettivi complessivi del Patto Territoriale del Fortore.

 

Con il bando per l'assegnazione di risorse a nuovi patti territoriali di cui alla delibera CIPE del 9-6-99, i promotori hanno inteso cogliere l'opportunità di vedere finanziato questo piano di sviluppo da tempo analizzato, strutturato sugli assi prioritari dello sviluppo e atteso dagli imprenditori locali per avviare un processo di sviluppo che mostra avere tutti i requisiti per potersi autoalimentare nel tempo.

 

A tale scopo il Comitato Promotore costituito tra la Provincia di Foggia, la Camera di Commercio, CGIL, CISL UIL, ASSINDUSTRIA, ASI, i Comuni di Apricena, Carlantino, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Chieuti, Lesina, Poggio Imperiale, San Paolo di Civitate, San Severo, Serracapriola, Torremaggiore, Volturara Appula, CONFAPI e CONSIAT, hanno individuato nel territorio dell’Alto Tavoliere e del Sub Appennino settentrionale, l’area idonea in cui far calare una programmazione dal basso, già da tempo oggetto di concertazione, così come prevista dallo strumento del Patto Territoriale.

 

Tra gli Enti succitati, le parti sociali e le associazioni datoriali sono già in atto documenti ufficiali di concertazione, protocolli d’intesa ed Accordi di Programma, che sono parte integrante del presente documento, tesi alla individuazione di programmi, di aree e strategie che si concretizzino nello sviluppo del territorio in questione.

 

Il Patto Territoriale, pertanto, interessa i comparti agroindustriale, manifatturiero e del turismo del territorio dell’Alto Tavoliere e del Sub Appennino Dauno settentrionale, delimitato dai confini amministrativi dei Comuni costitutenti il succitato Comitato Promotore.

 

I comparti produttivi suindicati, sempre più coinvolti dal processo di globalizzazione dei mercati, dalla competizione, hanno la necessità di eliminare i fattori di debolezza, che li costringono a non potersi ancora definire distretti industriali, attraverso l’attuazione di un insieme di azioni capaci di avviare un processo che, attraverso la concertazione e con essa la precisa ripartizione di compiti e di responsabilità, possa dare origine all’ammodernamento, alla innovazione, ad un adeguato e produttivo rapporto con il mercato e alla costruzione di una rete in grado di far crescere le economie deboli presenti sul territorio in questione, con la convinzione che non può esservi sviluppo locale se le aree deboli restano tali.

 

La fase di concertazione tra le forze imprenditoriali e sociali si è sviluppata in più anni, durante i quali sono stati condotti studi ed analisi relativi al contesto socio-economico locale, tesi a definire un quadro dei punti di forza e di debolezza del sistema economico locale per individuare gli assi prioritari da porre alla base del patto. E' stato anche condotta una indagine tesa a raccogliere le "manifestazioni di interesse" da parte della imprenditoria locale, che si è conclusa di recente proprio il 20 agosto 99, con l'obiettivo di meglio focalizzare i bisogni delle imprese in termini di orientamento e caratterizzazione produttiva.

 

La risposta degli imprenditori per la presentazione dei progetti di investimento è stata positiva nonostante i tempi ristretti imposti dal bando della citata delibera del CIPE del 9-6-99. Sicuramente ci sono progetti che avrebbero potuto essere perfezionati e altri che non hanno potuto cogliere questa opportunità. Ciononostante i promotori ritengono che si sia raggiunto un obiettivo importante per la comunità produttiva locale che da tempo attendeva di vedere finalizzati gli sforzi profusi durante la fase di concertazione da tutti gli attori coinvolti.

 

Il Patto Territoriale, pur tra incertezze e contraddizioni, ha alimentato culture locali e humus sociale favorevoli allo sviluppo. Ha contribuito alla crescita, tra gli attori territoriali, della consapevolezza che lo sviluppo economico e occupazionale dipende largamente anche dai comportamenti delle istituzioni e delle parti sociali locali. Il Patto ha "costretto" alla cooperazione contro una radicata tradizione di separatezza e di autoreferenzialità.

 

La concertazione tra i soggetti ha contribuito a dare visibilità e riconoscibilità reciproca alle parti coinvolte, ha stimolato la complementarietà funzionale, ha contribuito a ricomporre poteri assai frantumati e dispersi, ha avviato e rafforzato relazioni di conoscenza e di fiducia, facendo lievitare il "capitale sociale" locale.

 

I limiti di finanziamento fissati per i patti ha accresciuto la responsabilità e l'attitudine alla selezione e alla graduazione dei progetti di investimento, nonché alla mediazione di interessi contrapposti.

 

 

Il contesto territoriale di riferimento

 

 

Il territorio del Patto Territoriale del Fortore è costituito dall'area dei Comuni di Apricena, Carlantino, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Chieuti, Lesina, Poggio Imperiale, S. Paolo di Civitate, San Severo, Serracapriola, Torremaggiore, Volturara Appula, che corrisponde all'area dell'Alto Tavoliere e del Sub Appennino Dauno Settentrionale.

 

I parametri dimensionali, con una estensione di 120 mila ettari e una popolazione di circa 120.400 abitanti collocano l’area interessata tra le più favorite, al livello di comunicazioni ferroviarie e stradali con il resto del Paese, infatti il territorio è attraversato dalla SS.16, dall’autostrada A14 – Bari/Bologna e dalle Ferrovie dello Stato con lo scalo più importante dell’area nella città di San Severo.

 

All’ultimo Censimento, su una popolazione attiva di 43.772 unità, risultano occupati 30.242 unità, con tasso di disoccupazione pertanto pari al 30%.

 

 

L’area di riferimento per gli interventi previsti nel Patto Territoriale del Fortore con i Comuni che la compongono è riportata nella seguente tabella.

 

Comune

Superficie totale kmq

Popolazione residente ‘91

Densità demografica Ab/kmq

% sul totale popolazione

APRICENA

171

13.664

79,9

12%

CARLANTINO

34

1.449

42,6

1%

CASALNUOVO MONTEROTARO

48

2.370

49,4

2%

CASALVECCHIO DI PUGLIA

32

2.410

75,3

2%

CHIEUTI

61

1.886

30,9

2%

LESINA

158

6.418

40,6

6%

POGGIO IMPERIALE

52

3.232

62,2

3%

S. PAOLO DI CIVITATE

91

6.204

68,2

5%

SAN SEVERO

333

55.085

165,4

47%

SERRACAPRIOLA

143

5.237

36,6

5%

TORREMAGGIORE

209

17.405

83,3

15%

VOLTURARA APPULA

52

744

14,3

1%

TOTALE

1.384

116.104

62,4

100%

 

Su una superficie di circa 1.400 kmq insiste una popolazione complessiva di circa 116 mila abitanti, corrispondenti ad una media di circa 62 abitanti per kmq, di cui più del 60% concentrata nei comuni di San Severo e Torremaggiore. I territori di questi Comuni sono legati da forti omogeneità sia sul piano economico sia su quello sociale.

 

1.2. Soggetti Promotori e Soggetto Responsabile

 

I sottoscrittori del Patto Territoriale del Fortore hanno attivamente partecipato alla fase di concertazione portando il proprio contributo di idee e di progetti, e assumendo, per parte propria, gli impegni e gli obblighi riportati nel protocollo d'intesa in data 13-7-99.

 

La compagine dei promotori e dei sottoscrittori del Patto è oggi composta da:

 

La Provincia di Foggia

 

Le Amministrazioni dei Comuni di:

Apricena,

Carlantino,

Casalnuovo Monterotaro,

Casalvecchio di Puglia,

Chieuti,

Lesina,

Poggio Imperiale,

S. Paolo di Civitate,

San Severo,

Serracapriola,

Torremaggiore,

Volturara Appula

 

Enti Pubblici:

Consorzio ASI

Camera di Commercio di Foggia

CONSIAT

 

Le Organizzazioni Sindacali confederali e provinciali:

CGIL

CISL

UIL

 

Le Associazioni di categoria:

Associazione degli Industriali della Provincia di Foggia

CONFAPI

 

Ai fini del coordinamento e della attuazione del Patto, come previsto dalla Delibera CIPE del 21 marzo ‘97, i sottoscrittori provvederanno ad individuare, tra quelli pubblici, il Soggetto responsabile ovvero a costituire a tal fine società miste nelle forme di cui all'art.22, comma 3, lettera e) della legge 8 giugno 1990, n. 142, e successive modifiche ed integrazioni, o a partecipare alle stesse.

 

1.3. Elenco delle iniziative imprenditoriali ed infrastrutturali ordinate secondo graduatoria di priorità

 

Le domande di agevolazione per il Patto Territoriale del Fortore sono state presentate utilizzando lo schema fornito dal Ministero del Tesoro e già impiegato per il patto territoriale finanziato.

 

Nel bando d'invito agli imprenditori a presentare proposte d'investimento (riportato in allegato) è stato richiesto che le domande di agevolazione fossero corredate dalla seguente documentazione:

 

  1. Scheda Tecnica
  2. Business plan contenente gli elementi e i dati per la valutazione dell’iniziativa (con particolare cura all’analisi degli obiettivi che si intendono raggiungere, dei tempi di realizzazione delle opere e formulazione del giudizio di convenienza economica); composto di due parti:
  1. Planimetria generale
  2. Planimetria del fabbricato
  3. Computo metrico analitico relativo alle opere da realizzare
  4. Concessione edilizia
  5. Bilanci relativi ai due esercizi precedenti la data di sottoscrizione del modulo di domanda, corredata degli allegati esplicativi, e per le imprese che non sono tenute alla redazione del bilancio Dichiarazione dei redditi relativi agli stessi due esercizi; qualora l’ultimo bilancio non fosse ancora stato approvato può esserne trasmessa bozza sottoscritta dai legali rappresentanti dell’impresa e corredata degli allegati esplicativi delle varie poste; le imprese che non dispongono ancora di tali due bilanci devono allegare quello/i disponibile/i e la situazione patrimoniale dei soci riferita agli ultimi due anni (per le società di capitali, i bilanci).
  6. Certificato di vigenza, ovvero per le imprese individuali, di iscrizione, rilasciato dalla competente CCIIA, corredato della dicitura antimafia ai sensi del DPR 252/98 (in alternativa compilare gli allegati) e certificato di iscrizione presso il Registro delle imprese
  7. Atto costitutivo e statuto della società
  8. Certificato di iscrizione all'INPS
  9. Titolo di proprietà o di locazione, dell'area o dei fabbricati aziendali
  10. Comunicazione di disponibilità della concessione del finanziamento da parte della Banca a m/l termine previsto a copertura dei fabbisogni finanziari connessi con la realizzazione dell’iniziativa in progetto
  11. Dichiarazione attestante che la società non si trova nelle situazioni previste dall'art.2359
  12. Delibera della società di leasing relativa agli investimenti da acquisire in locazione finanziaria
  13. Documentazione che attesti la proroga della validità della società (ove necessario)
  14. Documentazione che attesti il riequilibrio finanziario della società (ove necessario)
  15. Documentazione attestante l'apporto dei mezzi propri
  16. Certificazioni varie (ove necessario)
  17. Fotocopia dei preventivi di spesa per l'acquisto dei macchinari e delle attrezzature.

 

La fase di istruttoria è stata svolta con l'assistenza della società Tecnopolis Scrl che, in ATI con Finpuglia, è inserita nell'elenco delle società convenzionate con il Ministero del Tesoro per l'istruttoria tecnico-amministrativa dei patti territoriali.

 

L'istruttoria, svolta secondo le disposizioni del punto 1.2 del Comunicato del Ministero del Tesoro del 29-7-98, è stata condotta valutando i seguenti fondamentali aspetti:

 

  1. Il corretto inquadramento programmatico del Patto Territoriale, e in particolare la coerenza complessiva del Patto stesso e delle singole iniziative in esso contenute con le linee ed i metodi della programmazione regionale;
  2.  

  3. La validità e l'efficacia delle singole iniziative proposte nel Patto Territoriale in relazione agli obiettivi di sviluppo locale stabiliti dai promotori;
  4.  

  5. La coerenza e l'integrazione, sia sul piano funzionale che su quello temporale, tra le diverse iniziative contenute nel pacchetto del Patto Territoriale;
  6.  

  7. La fattibilità giuridica ed amministrativa delle iniziative contenute nel Patto Territoriale, valutando gli atti e le procedure occorrenti ai fini dell’avvio, della realizzazione e dell'entrata a regime delle singole iniziative;
  8.  

  9. La completezza, la concretezza e la coerenza dell’insieme degli impegni ed obblighi di ciascuno dei soggetti promotori che si impegnano a sottoscrivere il Patto Territoriale;
  10.  

  11. La compatibilità del Patto Territoriale con lo sviluppo ecosostenibile, in termini sia di salvaguardia che di valorizzazione delle risorse ambientali, soprattutto in campo turistico.

 

Oltre che a valutare gli elementi innanzi detti, l'istruttoria tecnico-amministrativa ha condotto anche all'elaborazione della graduatoria per la determinazione, ai sensi del punto 1.10 del Comunicato del Ministero del Tesoro del 29-7-98, dell'ordine di preferenza, per la successiva fase di istruttoria bancaria.

 

All'istruttoria bancaria, inoltre, ai sensi del punto 1.10 del citato Comunicato del Ministero del Tesoro del 29-7-98, vengono trasmessi progetti imprenditoriali ed infrastrutturali per un importo totale non superiore al 20% delle risorse disponibili (per gli investimenti delle imprese) e non superiore al 50% (per le infrastrutture).

 

I progetti imprenditoriali pervenuti e proposti entro la data di scadenza del bando, fissata al 1 Ottobre 1999, sono stati in totale 71.

 

Le iniziative imprenditoriali che hanno superato la fase di istruttoria tecnico-amministrativa sono state in numero di 46. Esse richiedono in totale agevolazioni per 108,378 MLD.

 

La seguente Tavola 1.1 riporta l'ordine in graduatoria, gli investimenti totali, gli investimenti agevolabili e i relativi oneri per lo Stato per i primi 46 progetti selezionati per la successiva istruttoria bancaria.

 

 

 

Tavola 1.1

INIZIATIVE PRODUTTIVE

 

Ordine di

Preferenza

Settore

Investimento totale

(Milioni di lire)

Investimento agevolabile

(Milioni di lire)

Onere per lo Stato

 

(Milioni di lire)

1

TUR

24

24

19

2

MAN

400

1.170

646

3

MAN

1.363

1.363

540

4

MAN

150

150

70

5

MAN

300

300

132

6

TUR

265

246

114

7

AGR

162

162

110

8

TUR

1.387

1.387

579

9

MAN

1.220

1.220

573

10

AGR

1.660

1.659

697

11

MAN

1.011

1.011

406

12

MAN

1.059

1.059

498

13

MAN

1.318

1.318

619

14

SER

310

310

155

15

MAN

841

150

320

16

MAN

939

939

469

17

TUR

1.750

1.750

736

18

MAN

1.975

1.975

952

19

TUR

5.650

5.650

2.990

20

MAN

40.830

40.830

20.211

21

MAN

2.656

2.341

1.400

22

MAN

968

968

479

23

MAN

568

568

256

24

AGR

234

234

140

25

MAN

2.780

2.781

1.376

26

MAN

1.393

1.393

836

27

SER

1.483

1.433

742

28

MAN

1.985

1.985

1.188

29

MAN

3.841

3.841

2.112

30

MAN

2.808

2.808

1.544

31

TUR

1.599

1.599

900

32

MAN

1.024

1.024

600

33

AGR

4.944

4.944

3.000

34

AGR

2.874

2.474

1.800

35

MAN

10.652

10.652

5.859

36

MAN

4.994

4.754

2.747

37

MAN

13.905

13.905

9.898

38

MAN

36.872

36.872

20.280

39

MAN

1.930

1.930

1.300

40

SER

959

959

629

41

AGR

561

561

336

42

MAN

2.371

2.371

1.659

43

TUR

7.922

7.922

5.540

44

SER

1.321

1.321

925

45

MAN

13.335

13.335

9.517

46

AGR

2.996

2.295

2.480

TOTALE

189.589

187.943

108.378

 

 

In appendice è riportato l'elenco delle iniziative che hanno superato l'istruttoria tecnica e sono state ammesse all'istruttoria bancaria con un più ricco corredo informativo.

 

Le proposte di progetti infrastrutturali, avanzate dagli enti pubblici, sono state in totale 4, localizzate nei comuni di Casalnuovo Monterotaro, San Severo, Apricena e Serracapriola. In quest'ultimo Comune, tuttavia, non vi sono state iniziative imprenditoriali. Per gli altri tre Comuni le richieste di finanziamento per le infrastrutture ammontano a 20 MLD.

 

Due delle tre proposte si riferiscono alla realizzazione di infrastrutture di urbanizzazione degli insediamenti produttivi delle aree ASI entro le quali vanno a collocarsi gran parte delle iniziative imprenditoriali proposte.

 

La successiva Tavola 1.2 riporta l'elenco degli interventi infrastrutturali proposti.

 

 

Tavola 1.2

INTERVENTI INFRASTRUTTURALI

 

 

Prog.

Infrastrutture

 

Descrizione

Investimento totale

(Milioni di lire)

Investimento agevolabile

(Milioni di lire)

Onere per lo Stato

 

(Milioni di lire)

COMUNE DI CASALNUOVO MONTEROTARO

PARCO ATTREZZATO CON MUSEO DI SCIENZE NATURALI

3.000

3.000

3.000

ASI FOGGIA

URBANIZZAZIONE AGGLOMERATO INDUSTRIALE SAN SEVERO

9.000

9.000

9.000

ASI FOGGIA

URBANIZZAZIONE AGGLOMERATO INDUSTRIALE APRICENA

8.000

8.000

8.000

TOTALE

20.000

20.000

20.000

 

 

 

 

 

 

 

2. Corretto inquadramento programmatico

 

2.1. Descrizione sintetica della situazione di riferimento

 

2.1.1 L'area del Patto nel contesto provinciale

 

La politica di intervento può essere disposta soltanto nell’ambito del sistema locale, anche se dopo un approfondito confronto tra le forze sociali e le istituzioni locali, solo in questo caso gli obiettivi e gli strumenti da utilizzare potranno essere individuati coerentemente alle esigenze del sistema socio-economico locale. E’ evidente che il ruolo prioritario è svolto dalle autorità pubbliche locali indirizzato prevalentemente allo studio e alla promozione degli interventi economici seguendo alcuni criteri generali della progettazione dello sviluppo locale:

 

  1. un puntuale censimento e monitoraggio delle risorse locali
  2. un’analisi dei punti di forza debolezza, opportunità e minacce del sistema locale
  3. l'individuazione di obiettivi di sviluppo del sistema locale ed una loro articolazione
  4. la definizione di una strategia e di un piano di azione articolato in interventi connessi agli obiettivi e capaci di, attivare e mettere a valore risorse già esistenti o di attrarne di nuove
  5. la predisposizione di un sistema di valutazione ex ante, in itinere ed ex post delle iniziative in grado di verificare il contributo (ipotizzato ed effettivo) al raggiungimento degli obiettivi e la possibilità di adeguamento in progress dell'assegnazione delle risorse
  1. la costituzione di un sistema complesso di imprese locali e l'aumento della produttività provoca I) una crescente apertura ai mercati extra-regionali ed internazionali; II) la costituzione di un comparto che produce macchine per la lavorazione dei prodotti dell'area; III) l'introduzione di specifiche innovazioni di prodotto, organizzative e di processo.
  2. formazione a livello locale di funzioni di controllo e servizi pregiati alla produzione (marketing, R&S, progettazione finanza, ecc.); l'economia locale sta pienamente valorizzando le risorse locali ed è capace di controllare il suo futuro dall'interno del sistema.
  3. costante sviluppo delle funzioni strategiche a livello locale per garantire una capacità di risposta alle sfide esterne; messa a punto di strumenti di intervento a livello sovraziendale (consorzi, centri servizi, ecc.); formazione di specifiche istituzioni locali per il governo dei cambiamenti di scenario e della collocazione nella divisione internazionale del lavoro (Agenzie, Centri di formazione, Osservatori); piena valorizzazione dei rapporti tra economia-società-istituzioni locali.

 

Il territorio della provincia di Foggia, occupa la parte settentrionale della Puglia. Con una superficie di ha 718.410, articolata in 64 comuni, si pone per la sua posizione strategica come una sorta di area "cerniera" (in senso geografico) tra il versante adriatico, da un lato, e il Mezzogiorno continentale, dall’altro. L’analisi strutturale dell’economia di Capitanata condotta attraverso i dati dell’ultimo censimento, evidenzia una struttura produttiva centrata in gran parte sul settore agricolo e con livelli di industrializzazione ben lontani dai valori medi regionali e ancor più nazionali. In parte influenzata da un imponente apparato agricolo, ma soprattutto da motivi storici, culturali e politici, l’industria provinciale appare gravata da vincoli strutturali che ne mostrano la relativa fragilità e soprattutto non raggiunge un sufficiente grado di diffusione.

 

 

Tab. 2.1 – Composizione percentuale per settore dell’occupazione

 

Agricoltura – Ind. Manufatt. – Ind. Totale - Terziario totale

 

FOGGIA 21,0 10,3 20,5 58,5 100

 

PUGLIA 15,4 14,9 25,6 59,0 100

 

MEZZOG. 13,6 12,3 24,2 62,2 100

 

ITALIA 7,8 23,3 32,7 59,4 100

 

Fonte: Elaborazione centro studi Confindustria su dati Istat

 

Ad una prima analisi condotta attraverso la composizione percentuale per settori occupazionali, si può osservare il peso che il settore agricolo (+ 5,6 rispetto alla Puglia, + 7,4 nei confronti del Mezzogiorno, +13,2 rispetto l’intera Italia ) e terziario esercitano sulla struttura produttiva, nonché il vuoto espresso dall’apparato industriale, ancor più evidente se focalizzato sul settore manifatturiero.

L’economia di Capitanata rispecchia il quadro strutturale delle economie meridionali. Caratteristica comune delle aree poco industrializzate è l’elevata quota degli occupati nel settore edilizio, nel commercio al minuto e nel pubblico impiego.

 

 

 

 

Tab. 2.2 – Struttura economica extragricola. Distribuzione percentuale degli addetti alle unità locali per settori di attività economica.

 

 

ATTIVITA’ ECONOMICHE

FOGGIA

PUGLIA

MEZZOG

ITALIA

Agricoltura e pesca

1,8

0,7

0,7

0,6

Industria estrattiva

0,9

0,3

0,3

0,3

Industria manifatturiera

15,8

23,6

18,6

29,1

Energia gas e acqua

0,8

1,0

1,2

1,0

Costruzioni

8,5

7,6

8,5

7,4

Commercio e riparazioni

20,6

20,7

20,3

18,4

Alberghi e pubblici esercizi

3,7

2,8

3,6

4,1

Trasporti e comunicazioni

6,4

5,4

6,4

6,2

Credito e assicurazioni

2,3

2,4

2,5

3,2

Altri servizi(di cui 75% addetti alla P.A.)

39,2

35,3

37,7

29,8

 

 

 

 

 

TOTALE

100,0

100,0

100,0

100,0

 

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

 

Utilizzando l’indice occupazionale per settori di attività economica si evince la situazione sopra delineata: per il comparto "Agricoltura e pesca" la Capitanata presenta valori superiori rispetto agli altri aggregati di riferimento, evidenziando ancora una volta il peso economico che l’agricoltura esercita sull’intera economia territoriale; valori superiori anche per quanto riguarda l’industria estrattiva; i valori notevolmente inferiori nell’industria manifatturiera, lo scarto percentuale è di 7,8 con la media regionale e di ben 13,3 punti con la media nazionale, denotano lo scarso livello di industrializzazione del territorio; il settore edilizio sebbene presenti una differenza dell’1,1 % rispetto alla media italiana, assume un peso relativo maggiore se si tiene in considerazione la limitata rilevanza dell’industria manifatturiera; la quota degli occupati nel "commercio e riparazioni" è in linea con i valori regionali, ma superiore alla media italiana; il comparto "altri servizi" comprende gli addetti alla Pubblica Amministrazione che assorbono più del 75 % del comparto in esame.

Ne risulta evidente la scarsa diffusione del settore industriale manifatturiero nei confronti del territorio pugliese, del Mezzogiorno e dell’Italia anche se la tendenza si inverte, ma con scarsa rilevanza economica in termini di valori assoluti, per il settore industriale estrattivo.

Ai fini di una migliore e più completa disamina del fenomeno dell’industrializzazione si ritiene opportuno riportare la seguente tabella, nella quale sono messi in evidenza i dati relativi agli addetti alle unità locali ed i tassi di industrializzazione.

 

 

Tab. 2.3 – Addetti alle unità locali ogni 100 abitanti, tassi di industrializzazione

 

Addetti alle unità locali

Ogni 100 abitanti residenti

Tassi di

Industrializzazione

Foggia

19,2

5,0

Bari

24,6

7,9

Taranto

22,1

8,7

Brindisi

19,3

6,2

Lecce

20,8

7,0

 

 

 

Puglia

22,0

7,1

Mezzogiorno

21,8

6,2

Italia

31,7

12,0

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

 

I dati confermano l’assunto poiché il tasso di industrializzazione registrato per la provincia di Foggia è inferiore di 2,1 punti nei confronti della Puglia, di 1,2 punti nei confronti del Mezzogiorno d’Italia ed addirittura di 7 punti nei confronti dell’Italia.

 

Continuando nell’approfondimento dell’analisi degli addetti al settore industriale manifatturiero appare rilevante mettere in evidenza, ai fini della valutazione delle dimensioni aziendali, la distribuzione percentuale degli addetti per classi.

 

TAB. 5 – Distribuzione percentuale degli addetti per classi di addetti, industria manifatturiera

 

0-9 10-19 20-99 100-199 200 e più

1981-1991 1981-1991 1981-1991 1981-1991 1981-1991

FOGGIA 35,4 38,8 11,2 10,0 15,1 18,2 7,6 5,4 31,0 27,6

 

PUGLIA 29,4 31,8 13,1 13,2 17,1 21,2 5,7 6,1 34,7 27,7

 

ITALIA 22,8 26,2 12,4 15,0 23,9 26,5 10,1 9,2 30,8 23,


Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

 

La struttura dimensionale dell’industria manifatturiera provinciale appare fortemente frammentata, con un peso eccessivo delle microimprese:

1) nella fascia di addetti 0-9 (microimprese) la percentuale più alta appartiene alla provincia di Foggia nella quale evidentemente si verifica una frastagliata presenza di piccolissime imprese con uniformità di tendenza, nel decennio, all’incremento percentuale in misura uguale alla Puglia ed all’Italia;

2) le percentuali più basse vengono registrate nella fascia 20-99 (piccola e piccola-media impresa) evidenziando una scarsa diffusione di aziende piccole e medie;

3) una percentuale pressoché uguale alla Puglia e superiore all’Italia viene registrata per i settori industriali di più grandi dimensioni ed evidenzia una tendenza al decremento percentuale in linea sia con la Puglia che con l’Italia.

 

L’esame dei dati censuari ci permette di definire il tessuto industriale provinciale come dualistico: da un lato vi sono poche grandi imprese a capitale esogeno, prevalentemente controllate da grandi società del Centro-nord, dall’altro vi è un numero elevato (relativamente) di imprese di dimensioni piccolissime e piccole (la media impresa è scarsamente presente nell’area).

 

Di particolare interesse appare l’analisi comparata dell’industria manifatturiera, capace di cogliere i settori che assumono un peso maggiore (in termini di occupati) sulla struttura industriale e quelli marginali.

 

TAB.6 – Distribuzione percentuale delle unità locali e addetti all’industria manifatturiera . comparazione Foggia, Puglia, Italia.


Foggia Puglia Italia

 

UL

ADD

UL

ADD

UL

ADD

Alimentari e bevande

23.6

22.3

18.1

12.6

11.5

8.8

Tessile

3.6

4.2

6.0

4.6

7.7

7.7

Abbigliamento e calz.re

10.7

8.3

17.4

22.2

12.9

11.2

Pelli e cuoio

0.5

0.2

0.4

0.2

1.8

1.5

Lav.Mat. non Metall.

7.5

8.9

6.0

5.8

5.0

5.4

Chimica

1.4

4.8

0.9

2.6

1.2

4.6

Metalmeccanico

26.4

31.5

25.3

36.3

32.6

41.6

di cui prod. in metallo

(19.0)

(26.3)

(17.3)

(31.5)

(23.5)

(32.2)

di cui prod. elettrici

(7.4)

(5.2)

(8.0)

(4.8)

(9.1)

(9.4)

Legno mobili

18.6

7.3

18.4

7.6

16.3

7.7

Gomma e plastica

1.7

2.6

1.3

1.8

2.2

3.4

Carta stampa editoria

4.2

8.7

4.0

3.4

5.4

5.4

Altre manifatturiere

1.5

0.4

1.7

0.6

3.2

1.8

 

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

 

I settori economici che mostrano valori superiori alla media regionale e nazionale sono l’alimentare, l’industria chimica, la fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi e l’industria della carta.

 

L’industria agroalimentare (assorbe il 22,3% dell’occupazione contro una media nazionale dell’8,8%) rappresenta un settore fondamentale della struttura industriale, non certo per il modesto sviluppo raggiunto, ma perché è l’unico settore che può sfruttare razionalmente ed efficientemente la imponente produzione agricola.

 

Accanto all’agroalimentare vi è una ridimensionata industria di trasformazione dei minerali non metalliferi, che nonostante sia interessata da un processo di ristrutturazione/riorganizzazione (a fronte di un aumento delle unità locali vi è una diminuzione degli addetti), continua ad esprimere valori superiori rispetto agli altri aggregati.

 

Per quanto riguarda l’industria chimica e della carta i differenziali, più evidenti rispetto alla media regionale che a quella nazionale, sono frutto della presenza di imprese a partecipazione statale, quindi di grandi dimensioni e riflettenti il modello di industrializzazione esogeno.

 

Se si passa ad analizzare il territorio della Provincia ci si rende conto che all’interno dello stesso possono essere enucleati gli agglomerati urbani più consistenti che presentano caratteristiche economiche, occupazionali e reddituali tra loro similari. La differenza nei confronti dei piccoli centri, non solo del Sub-Appennino e del Gargano, ma anche del Tavoliere, ancora fortemente legati ad una economia del settore terziario tradizionale e del settore agricolo, è fortemente sentita.

 

I grossi centri estrapolabili sono, oltre al capoluogo, San Severo, Cerignola, Manfredonia e Lucera per i quali la distribuzione percentuale per addetti alle unità locali per settore di attività economica è la seguente:

 

TAB. 7 – Distribuzione percentuale degli addetti alle unita’ locali per settore di attivita’ economica

 

FOGGIA

S.SEVERO

CERIGNOLA

MANFREDONIA

LUCERA

 

ADD

ADD

ADD

ADD

ADD

AGRICOLTURA

 

 

 

 

 

Agr.caccia.silvic.

0,6

0’2

3,1

0,1

0,6

Pesc.pisc.e ser.con

-

-

-

-

-

IND.ESTRATTIV

 

 

 

 

 

Estr.min.ener.

 

 

 

 

 

Estr.min.non.ener.

0’1

0,1

1,1

0.4

0,2

IND.MANIFATT.

(19,5)

(13,0)

(11,7)

(9,9)

(15,9)

Ind.alim e abbigl.

2,8

2,8

6,3

2,8

2,4

Ind.tess.e abbigl.

1,1

1,4

1,7

0,6

0,9

Ind.con.cuoio pell

O,1

0,1

0,3

0,2

0,1

Ind.legn.prod.leg.

0,4

1.0

0,6

0,8

1,0

Cartastamp.editor.

3,5

0,3

0,4

0.5

0,3

Raff.petr.,coke

0,2

0,1

-

-

-

Prod.chim.fibre sin

0,2

0,1

-

-

0,1

Gomma mat plast.

0,2

1,0

0,2

0,7

1,0

Miner.non metallif

0,6

1,2

0,2

0,7

4,8

Prod. Prod.met

0,8

1,5

0,2

1,9

4,0

Macc.appar.mecc.

0,3

0,4

0,3

0,3

0,4

Macc.app.elet.ott.

1,6

0,4

O,5

0,4

0,5

Fabb.mezz.trasp.

7,3

-

-

0,6

0,1

Altreind.manufat.

0.4

2,7

0,5

0.4

0,1

Ener.elett.gas acq.

1,0

1,8

0,6

0,6

1,0

Costruzioni

5,6

8,4

6,5

9,8

13,0

Comm.ing.e det.

15,8

26,0

24,0

20,3

23,1

Alberghi e rist.

2,2

2,2

2.2

4,3

2,3

Tras.e comunic.

9,5

7,5

4.8

6,0

4,0

Interm.mon. e fana

3,0

2,7

2.5

1,7

2,1

ALTRI SERVIZI

(42,9)

(38,1)

(43,5)

(39,4)

(37,8)

Attiv.immob.

0,2

0,1

0,4

0,4

0,2

Infor.e att.conn.

0,3

0,2

0,3

O.2

0,5

Ricerca e svilup.

0,3

-

-

0,3

-

Altr:att.prof.e imp.

4,7

4,7

4,1

4,3

4,6

P.A Istr.Sanità

33,1

29,2

33,0

28,7

28,4

Altri serv.pubb.

4,1

3,9

5,7

5,5

4,1

TOTALE

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

 

I comuni di Foggia, San Severo, Cerignola, Manfredonia e Lucera assorbono il 52% della popolazione provinciale e il 57% degli occupati nell’industria. L’analisi dei cinque comuni più rappresentativi ci permette di individuare la distribuzione delle attività economiche, nonché l’omogeneità o l’eterogeneità della struttura economica, e cogliere eventuali casi di specializzazione produttiva (in relazione ai valori espressi dagli altri aggregati di riferimento). L’analisi della distribuzione occupazionale tra le varie attività economiche evidenzia la sostanziale eterogeneità della struttura economica. In tutti e cinque i casi gli addetti all’industria, con lievi differenze, sono circa la metà degli addetti agli "altri servizi", e se si elimina il comparto costruzioni, il divario si amplia notevolmente. A parte la spiccata vocazione agricola e agroalimentare di Cerignola e la presenza di addetti alla "pesca, piscicoltura e servizi connessi" nel comune di Manfredonia, i differenziali percentuali dell’industria manifatturiera tra Foggia e gli altri comuni sono dovuti alla presenza di grandi impianti provenienti dall’esterno cioè non nascenti da capitali locali. Infatti, nell’esaminare la struttura dell’industria manifatturiera si nota il maggiore peso economico del settore metalmeccanico foggiano (52,6%), dovuto alla presenza di grandi impianti provenienti dall’esterno.

 

Un polo di rilievo nell’industria del mobilio è rappresentata da San Severo, che a differenza degli altri comuni vede circa il 20% della forza lavoro manifatturiera concentrata nel comparto "mobili", contro una media provinciale del 2,7%.

 

La struttura produttiva della provincia di Foggia non può essere identificata esclusivamente con il settore manifatturiero, anzi la specificità dell’area consiste nella presenza di settori produttivi, che nella media nazionale assumono un peso inferiore, e che consentono di definire il modello di "sviluppo" (se di sviluppo può parlarsi) come policentrico.

 

Accanto all’industria manifatturiera vi è la rilevante industria estrattiva di minerali non metalliferi, con la significante attività di estrazione e lavorazione del marmo di Apricena, e soprattutto l’industria delle costruzioni. Di rilievo è anche il terziario, sebbene di tipo tradizionale legato al commercio al minuto, alberghi, pubblici esercizi e trasporti. In ultimo e non meno importante il settore della Pubblica Amministrazione, vero e proprio "rifugio" dell’occupazione provinciale.

 

Come altrove osservato, l’industria alimentare provinciale esprime valori superiori (sia in termini di addetti che di unità locali) alla media regionale e nazionale, ma se si fa riferimento al valore aggiunto, il suo peso ne esce notevolmente ridotto. Infatti, la Puglia detiene poco più del 5% (quota regionale del valore aggiunto nazionale alimentare), mentre l’intero Nord detiene il 70% (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, da sole detengono il 60%).

Esaminando la distribuzione degli addetti si può notare quali siano le attività prevalenti nell’ambito dell’industria alimentare provinciale: il 40% circa degli addetti è concentrato nel comparto "fabbricazione di altri prodotti alimentari" che comprende l’industria della panificazione-pastificazione, industria dello zucchero, industria dei surgelati, la lavorazione del tè e del caffè; di rilievo è l’attività di lavorazione-conservazione di frutta e ortaggi che detiene una quota di occupati pari a circa il 20% (Puglia 13,1%); l’industria delle bevande che comprende sia le bevande analcoliche sia i vini (gli impianti dediti alla produzione di vino risultano ben più numerosi rispetto agli altri sub-settori dell’industria delle bevande) interessa il 12% degli occupati; infine le industrie lattiero-casearee e della lavorazione delle granaglie e dei prodotti amidacei (molitura dei cereali, lavorazione di semi e granaglie) con una quota pari al 6,9% (il valore è uguale per ambedue i comparti).

Comparando i dati provinciali con la media regionale, si possono individuare le attività in cui la Capitanata detiene una "specializzazione produttiva" (in termini di occupati, più in generale in termini quantitativi): riguarda il comparto "lavorazione frutta e ortaggi" (lo scarto di 5,4 punti) e della lavorazione delle granaglie (la differenza è più lieve, ossia 3,7 punti).

 

TAB. 8 – distribuzione percentuale degli addetti all’industria alimentare

 

Foggia Puglia

ATTIVITA’

UL

ADD

UL

ADD

Prod. Lavorazione e conservazione carni

4,3

3,0

2,3

3,6

Produz. Lavorazione e conservazione pesce

0,8

1,6

0,5

1,8

Lavoraz. E conservazione di frutta e ortaggi

6,0

18,5

3,0

13,1

Fabbricazioni oli e grassi vegetali e animali

19,6

11,4

20,3

15,4

Industria lattiero casearea

5,4

6,9

7.7

10,2

Lavorazione granaglie e prodotti amidacei

2,5

6,9

2,9

3,2

Fabbricazioni prod. Per alim animale

0,2

0,1

0,4

0,6

Fabbricaz. Altri prodotti alimentari

54,1

39,5

55,1

39,4

Industria delle bevande

7,1

12,0

7,8

12,6

TOTALE INDUSTRIA ALIMENTARE

100,0

100,0

100,0

100,0

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

 

Per poter cogliere le specializzazioni produttive dell’agroindustria nelle diverse sub-aree della provincia di Foggia, ci si avvale dei dati comunali, che forniscono informazioni più dettagliate.

In primo luogo, si può notare che più del 50% delle attività agroalimentari è concentrato nei cinque comuni della provincia di maggiore dimensione.

 

TAB. 9 Distribuzione percentuale degli addetti all’industria alimentare dati comunali

 

Foggia

S. Severo

Cerignola

Manfredonia

Lucera

Lav. Carne

5,4

1,4

1,3

 

3,1

Lav. Pesce

1,5

 

 

2,4

 

Lav. Frutta e ortag.

9,7

5,1

44,7

1,0

12,3

Lav. Oli e grassi

0,5

9,2

11,8

5,5

7,4

Ind. Lattiero cas.

4,6

3,4

1,9

43,6

10,5

Grano e prod. Amid

12,5

0,7

23,2

 

11,7

Altri prodotti alim

63,1

37,2

14,8

44,7

50,0

Industria bevande

2,7

43,0

2,3

2,8

3,7

TOTALE

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

 

Alcune considerazioni sembrano pertinenti:

 

 

 

2.1.2 Caratterizzazione dell'area del Patto Territoriale Fortore

 

 

Come detto già accennato, l’attività economica prevalente del territorio è quella agricola.

 

Le colture prevalenti risultano essere: l’olivo, la vite, il grano duro e gli ortaggi in pieno campo.

 

I parametri dimensionali, con una estensione di 120 mila ettari e una popolazione di circa 120.400 abitanti collocano l’area interessata tra le più favorite, al livello di comunicazioni ferroviarie e stradali con il resto del Paese. Infatti, il territorio è attraversato dalla SS.16, dall’autostrada A14 – Bari/Bologna e dalle Ferrovie dello Stato con lo scalo più importante dell’area nella città di San Severo.

 

All’ultimo Censimento, su una popolazione attiva di 43.772 unità, risultano occupati 30.242 unità, con tasso di disoccupazione pertanto pari al 30%.

 

Così come a livello provinciale, anche questo territorio è notevolmente differenziato con tre sub-aree tra loro distinguibili per caratteristiche geografiche ed economiche:

 

  1. l’Area pianeggiata, che comprende terreni fertili dediti prevalentemente alla olivicoltura e vitivinicoltura, laddove insiste, peraltro, il secondo polo estrattivo a livello nazionale di pietra marmifera la cui attività è diffusa nei territori comunali di Apricena e Poggio Imperiale.

 

Il punto di forza più evidente di questo comparto consiste nell’ottima qualità della pietra estratta, mentre i punti di debolezza sono dovuti principalmente alla scarsa lavorazione in loco della pietra grezza e alla difficoltà atavica di trovare canali commerciali idonei alla valorizzazione del prodotto finito.

 

All’attualità il 70% della pietra grezza viene esportata, lavorata e commercializzata in territori esterni alla provincia di Foggia, che pertanto ne perde tutto il valore aggiunto.

 

Molti sforzi a livello locale sono stati profusi allo scopo9 di far emergere questo modello distrettuale il quale è ben inserito a livello territoriale, tra le direttrici di sviluppo previsti sia dalla programmazione provinciale che regionale.

 

L’altro polo produttivo del settore manifatturiero, attualmente in crescita, è quello del legno, prevalentemente ubicato nel Comuni di San Severo, ma comunque, abbastanza diffuso sull’intero territorio su cui ricade il Patto.

 

L’esempio "San Severo", ormai da considerarsi distretto del mobile d’arredo, potrebbe affermarsi anche nelle aree circostanti, elevando a livello di mercato quelle realtà imprenditoriali che sono ancora da considerarsi a livello artigianale o di supporto al distretto di San Severo.

 

L’area in discussione p caratterizzata, inoltre, da un diffuso investimento delle superfici agricole e coltivazioni legnose di ulivo e di uva da vino a denominazione di origine protetta e controllata, infatti essa costituisce una delle sottozone dell’olio extravergine di oliva a D.O.P. "Dauno" ed è interessata da una doc vitivinicola con il "San Severo" e il "Cacc e mitt" che pur essendo dei vini di buona qualità, soffrono la solita problematica della ricerca dei mezzi più idonei per potersi affermare sul mercato nazionale ed estero.

 

L’area che si affaccia sull’Adriatico, confinante con il Gargano a Sud e con il territorio di Termoli a Nord, è situata, come si vede, tra due aree ad alta presenza turistica i cui benefici, comunque, non riescono ad essere colti dalla imprenditoria locale.

 

Questa area inoltre è interessata anche dai due laghi di Lesina e di Varano, inglobati nel Parco nazionale del Gargano, ad alta potenzialità turistica non solo durante il periodo estivo, ma per l’intero arco dell’anno in quanto meta di uccelli migratori ed in grado di attrarre un turismo scolastico e naturalistico.

 

L’area del Sub Appennino è caratterizzata da una prevalente attività agricola incentrata nella coltivazione del grano duro, laddove, comunque, continuano a essere presenti ancora alcune attività tipicamente artigianali legate al legno ed all’agroalimentare in grado, se elevate a rango di mercato, di costituire tipici prodotti di nicchia in grado di avere uno spazio mercantile.

 

Sul territorio insiste anche l’invaso di Occhito, uno dei più grandi d’Europa, che attira già da tempo un turismo anche extra-regionale e con grandi potenzialità per il turismo sportivo incentrato sulla pesca sportiva ed amatoriale.

 

Il Sub-Appennino, inoltre, è ancora uno dei territori della provincia di Foggia molto ricco di vecchie masserie e centri rurali di interesse storico ed architettonico, rispondenti ai parametri dell’agriturismo e del turismo rurale.

 

Infrastrutturazioni:

 

Nei Comuni di Apricena, Poggio Imperiale e San Severo, esistono delle aree industriali già individuate e con progettazione esecutiva a cura dell’ASI di Foggia, imperniata rispettivamente sullo sviluppo del marmo e del legno e dei loro indotti produttivi.

 

Sempre nell’Alto Tavoliere la zona PIP di Torremaggiore è già urbanizzata, mentre quella di San Paolo Civitate è in fase di urbanizzazione.

 

Per tutti gli altri Comuni la zona PIP è o da urbanizzare, o solo progettata o solo in fase di progettazione.

 

Tra i documenti precedenti di concertazione, comunque tra gli Enti promotori del Patto Fortore, si evincono già degli indirizzi programmatici riguardo alle infrastrutture da realizzare e che si riferiscono alle aree industriali di Apricena e di San Severo, mentre per il Sub Appennino sarebbe da migliorare la viabilità provinciale in modo da rendere maggiormente fruibile il territorio, con possibilità pertanto di maggiori e più facili scambi commerciali con il resto del territorio del Patto e con le Provincie confinanti.

 

 

2.2. Individuazione delle finalità generali del Patto e relazione con la programmazione regionale

 

Pure in presenza di un’area territoriale così diversificata nelle sue vocazioni e nelle variabili produttive interessate, i soggetti sottoscritti propongono con convinzione la realizzazione visione di un Patto Territoriale teso alla integrazione dei vari comparti produttivi ed a una più forte interrelazione tra aree forti e aree deboli, in modo che queste ultime non agiscano da freno all’intero processo di sviluppo locale che costituisce l’obiettivo primario del presente Patto.

 

E’ questo certamente un obiettivo difficile e impegnativo che, tuttavia, riveste i contorni di una scelta obbligata, derivante da una serie di esigenze unitarie:

 

Il Patto Territoriale del Fortore ha già indicato, nel quadro socio-economico di riferimento, gli obiettivi posti alla base del Protocollo d'Intesa.

In particolare, essi sono:

 

  1. Sostenere il partenariato come garanzia di efficace sussidiarietà alla assunzione di responsabilità a livello locale sui progetti economicamente validi;
  2. definire una strategia globale a livello territoriale fissata sulla approfondita analisi quale strumento per una corretta diagnosi delle potenzialità e su strutture in grado di mantenere in contatto, in accezione generale, l’offerta e la domanda mediante la fornitura di pacchetti organici e integrati;
  3. promuovere sistemi relazionali che consentano di rompere l’isolamento ed aprirsi a realtà e mercati extraregionali e alla cooperazione e trasferimento tecnologico;
  4. governare le interrelazioni che esistono tra aree montane e di pianura;
  5. contestualizzare la programmazione locale negli orientamenti dei vari programmi regionali e nazionali;
  6. organizzare le aree forti del territorio nei settori dell’industria, dell’agroindustria, dei servizi alle imprese e del turismo, favorendo la logica e l’organizzazione di filiera;
  7. trattenere e valorizzare le importanti forze giovanili presenti sul territorio;
  8. sostenere gli interventi e la diversificazione produttiva nel settore del Turismo e dell’Agriturismo;
  9. promuovere il riequilibrio idrogeologico e tutelare il patrimonio storico e culturale;
  10. favorire l’emersione del lavoro illegale ed irregolare

 

A fronte di tali prospettive si rende necessario muoversi nell’ottiva della creazione di un efficace e competitivo prodotto-territorio in modo da passare da una sorta di non sistema locale, di non sistemi di comparto, ad una configurazione reticolare e di sistema di vari ciomparti produttivi, condizione essenziale per le possibilità di sviluppo.

 

E’ nell’ambito di questa dimensione di integrazione dei vari sistemi locali che vengono individuati gli obiettivi portanti dal Patto Fortore.

 

  1. Organizzare le "aree forti"
  2.  

    Prioritariamente questo obiettivo è rivolto ad intervenire per migliorare le capacità di aggiungere valore ai consumi intermedi, in particolare a trasmettere nelle aziende e nel sistema i valori aggiunti creati.

     

    Ciò può avvenire assumendo in primo la logica e l’organizzazione di filiera, l’unica in grado di permettere all’azienda l’appropriazione del valore aggiunto.

     

    Questo obiettivo rappresenta una chiave concreta per intervenire positivamente in direzione della stabilizzazione dell’occupazione, per trattenere e valorizzare le importanti forze giovanili presenti sul territorio, per aiutare e sostenere i processi di emersione delle non marginali attività sommerse.

     

    Si tratta di un obiettivo fondamentale nella logica complessiva del Patto, che dovrà vedere un'allocazione funzionale di una parte significativa delle risorse disponibili.

     

  3. Integrare le aree deboli:
  4.  

    Prioritariamente questo obiettivo dovrà prevedere un insieme organico di interventi diretti e orientati alla diversificazione produttiva, al sostegno alla tipicità, allo sviluppo del turismo, dell’agriturismo e del turismo rurale, al freno alla spopolamento e all’invecchiamento delle aree più sfavorite, al riequilibrio idrogeologico, all'approvigionamento idrico, alla tutela del patrimonio storico-culturale ed ambientale.

     

  5. Curare ed organizzare la qualità:

 

Il ruolo di questo fattore appare sostanziale e rappresenta l’unica condizione per sostenere la competizione.

 

La qualità, come risultato finale, deve essere raggiunta tramite processi di innovazione di prodotto e di processo, soprattutto nei comparti portanti del legno, del marmo e del turismo.

 

 

 

3. Validità ed efficacia delle singole iniziative in relazione agli obiettivi di sviluppo locale

 

3.1. Individuazione dei fabbisogni e degli obiettivi di intervento

 

Vengono riconfermati, nel Patto Territoriale del Fortore i fabbisogni specifici di miglioramento nei settori dell'industria, agroindustria, servizi e tursimo che scaturiscono dall'analisi del contesto socio-economico sviluppata nel protocollo di intesa e riassunta nella presente Relazione Finale di Istruttoria tecnico-amministrativa.

 

Alcuni spunti significativi sui fabbisogni e sugli obiettivi di intervento sono emersi nel corso degli incontri dei promotori. In particolare, sono state sottolineate le seguenti necessità.

 

Gli interventi presenti dovranno interessare, con diverse gradazioni, l’insieme dei comparti e delle aree che compongono il sistema produttivo del territorio del Patto.

 

1. Sul versante della "area forte", gli interventi riguarderanno prioritariamente il settore manifatturiero e agroindustriale attraverso:

 

 

2. Sul versante delle aree deboli gli interventi riguarderanno prioritariamente i settori del Turismo, dell’Agroindustria nonché attività di turismo rurale prioritariamente nei territori di collina e di montagna, a maggiore vocazione, anche tramite l’attrezzamento di Camper-Service;

 

3. Per quanto riguarda la qualità e il mercato gli investimenti avranno caratteristiche legate a:

 

 

Gli interventi infrastrutturali che appaiono necessari riguardano:

 

 

Questa condizione si realizza, innanzitutto, attraverso l’eliminazione di lungaggini burocratiche e amministrative relative alle assegnazioni delle aree e delle relative autorizzazioni; il miglioramento della situazione logistica attuale (energia, acqua, smaltimento rifiuti) e di consulenza ed assistenza;

 

 

A tal fine si indicano le opere ritenute necessarie:

 

  1. Completamento zone ASI
  2. Completamento zone PIP ed aree Industriali Comunali;
  3. Completamento zone irrigue e riutilizzo acque reflue
  4. Infrastrutture generali per aree industriali comunali;
  5. Miglioramento di strade Provinciali con priorità alle aree del Sub-.Appennino

 

Il funzionamento delle suddette opere dovrà avvenire assegnando priorità a quelle per le quali vi è una concreta e significativa presenza imprenditoriale.

 

 

3.2. Descrizione delle linee di intervento previste e presumibili impatti sul conseguimento degli obiettivi

 

Gli obiettivi prioritari del Patto Territoriale del Fortore sono stati dichiarati nella fase di concertazione tra tutte le forze sociali interessate e sono:

 

1. valorizzare le iniziative che presentano caratteri autopropulsivi di ulteriore sviluppo. Sia nella fase di concertazione che in quella di istruttoria dei progetti imprenditoriali, grande attenzione è stata posta sulle iniziative caratterizzate da elevata innovatività e autopropulsione. Questo allo scopo di sostenere con il Patto Territoriale un processo di completamento e di integrazione in modo che il programma di sviluppo che si pone in essere possa amplificarsi, creando a posteriori ulteriori condizioni ottimali di sviluppo. Nel settore del manifatturiero, in particolare, è importante migliorare la competitività dei prodotti e ridurre l'esternalizzazione nei processi di produzione,

2. realizzare le maggiori ricadute possibili sul piano occupazionale, non tanto in termini assoluti rispetto alle singole iniziative imprenditoriali proposte, quanto in termini di capacità di queste di promuovere ulteriore nuova occupazione anche successivamente alla fase di avvio a regime dei progetti di investimento;

3. favorire la nascita di nuove attività economiche e l’ampliamento di quelle esistenti;

4. promuovere la ristrutturazione, la riorganizzazione e la riqualificazione delle imprese che devono cogliere in questo programma l'occasione per rivisitare la propria struttura organizzativa e produttiva, adeguando i sistemi e i cicli ai nuovi metodi e tecniche di produzione per aumentare la propria capacità produttiva.

 

3.3. Individuazione e selezione delle iniziative

 

Per la selezione dei progetti di investimento delle imprese da includere nel Patto Territoriale è stato pubblicato un bando (riportato in allegato) con l'invito agli imprenditori ad aderire con proprie iniziative di investimento al Patto Territoriale.

 

Nel medesimo bando sono stati riportati i criteri adottati dai Promotori per la selezione delle iniziative imprenditoriali e la formulazione della graduatoria di merito che costituisce l'ordine di priorità degli interventi secondo quanto stabilito dalla comunicazione del Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica del 29.7.98.

 

I criteri adottati dai Promotori sono ispirati a valutare l'efficacia ed efficienza della singola iniziativa imprenditoriale sotto il profilo produttivo ed occupazionale.

 

Gli indicatori previsti per l'elaborazione della graduatoria di merito dei progetti imprenditoriali sono:

 

  1. Rapporto tra il capitale proprio immesso nell'iniziativa e l'investimento complessivo;
  2. Rapporto tra il numero di occupati attivati dall'iniziativa e l'investimento complessivo;
  3. Rapporto tra la misura massima dell'agevolazione concedibile, per dimensione dell'impresa ed ubicazione dell'unità produttiva, e la misura richiesta;

 

Il punteggio è ottenuto calcolando i valori degli indicatori normalizzati relativi agli indicatori 1, 2, e 3 suddetti mediante la seguente formula:

 

Ini = (Ii - M) / D

Dove:

Ini= valore normalizzato per l'iniziativa n dell'indicatore i (i=1,2,3)

Ii = valore da normalizzare del singolo indicatore

M = media degli n valori da normalizzare (pari a quelli delle iniziative)

D = deviazione standard.

 

La somma algebrica degli indicatori normalizzati fornisce il punteggio finale ottenuto dall'iniziativa e determina la posizione della stessa nella graduatoria dei progetti di investimento da proporre alla successiva istruttoria bancaria.

 

Rimandando per ulteriori dettagli all'allegato, è utile considerare che i primi tre indicatori sono ispirati ai corrispondenti indicatori utilizzati per le graduatorie della legge 488/92 che danno priorità alle iniziative imprenditoriali più efficienti in relazione ai mezzi propri investiti nell'iniziativa, alla nuova occupazione prodotta a regime e alla misura dell'agevolazione richiesta.

 

Dall'esame delle proposte imprenditoriali avanzate emergono i seguenti dati di sintesi.

 

Le iniziative imprenditoriali presentate a seguito del bando pubblico sono state in totale 71 delle quali 46 sono risultate ammissibili alla successiva istruttoria bancaria in quanto coerenti con gli obiettivi del Patto Territoriale e compiutamente documentate sia sotto il profilo progettuale sia in termini di corredo di documentazione necessaria all'istruttoria.

 

Le 71 iniziative imprenditoriali pervenute in adesione al Patto Territoriale del Fortore propongono un totale di investimenti di 213 MLD, di cui 124 MLD a carico dello Stato, con un contributo di capitali privati pari a 88 MLD e con la creazione di nuova occupazione per circa 728 nuove unità nel periodo 1999-2003.

 

La seguente tabella riporta la suddivisione delle iniziative per settore di intervento, indicando anche in termini assoluti e percentuali: i mezzi propri, l'agevolazione richiesta, l'investimento totale e la nuova occupazione a regime.

 

SETTORI

N. INIZIATIVE

MEZZI PRPRI

AGEV. RICHIESTA

NUOVI OCC

INV. TOTALE

AGROINDUSTRIA

7

15%

4.408

6%

8.563

8%

74

14%

13.431

7%

MANIFATTURIERO

28

61%

59.158

83%

86.486

80%

373

69%

153.487

81%

SERVIZI

4

9%

1.266

2%

2.451

2%

15

3%

4.073

2%

TURISMO

7

15%

6.770

9%

10.878

10%

79

15%

18.597

10%

TOTALE

46

100%

71.602

100%

108.378

100%

541

100%

189.589

100%

 

Le 46 iniziative imprenditoriali che hanno superato l'istruttoria tecnica propongono un totale di investimenti di 189,589 MLD, di cui 5108,378 MLD a carico dello Stato, con un contributo di capitali privati pari a 71,602 MLD e con la creazione di nuova occupazione per circa 541 nuove unità nel periodo 1999-2003.

 

QuestI risultati mostrano la particolare vivacità del sistema imprenditoriale locale soprattutto nel settore del manifatturiero per la prevalenza rispetto agli altri settori, e dimostra, inoltre, la determinazione all'investimento che caratterizza le aziende locali.

 

Come si può notare il manifatturiero è presente con oltre il 60% cui corrisponde una richiesta di contributo pari a circa l'80% del totale. Questo dato è strettamente legato alla forte presenza dei settori della lavorazione della pietra ad Apricena e del legno a San Severo. Queste realtà che stanno sempre più assumendo le dimensioni di veri e propri distretti industriali hanno, in questo Patto Territoriale, mostrato largamente la loro presenza e la volontà degli imprenditori ad investire per ampliare e migliorare i processi produttivi.

 

Risulta altrettanto evidente che questi risultati sono perfettamente in sintonia con il quadro socio-economico tracciato in precedenza per il territorio del patto, e con gli obiettivi di sviluppo che i promotori hanno definito.

 

La distribuzione delle iniziative per Comune è riportata nella seguente tabella.

 

 

COMUNI

N. INIZIATIVE

MEZZI PROPRI

AGEV. RICHIESTA

NUOVI OCC

INV. TOTALE

APRICENA

17

37%

44.750

62%

58.550

54%

182

34%

111.944

59%

CASALNUOVO

2

4%

1.000

1%

1.315

1%

16

3%

3.137

2%

CASALVECCHIO

1

2%

60

0%

110

0%

4

1%

162

0%

CHIEUTI

2

4%

1.191

2%

1.288

1%

5

1%

2.536

1%

LESINA

3

7%

4.778

7%

10.531

10%

38

7%

15.180

8%

POGGIO IMPERIALE

3

7%

6.958

10%

13.218

12%

129

24%

20.174

11%

S.PAOLO DI CIVITATE

3

7%

3.185

4%

6.080

6%

39

7%

8.263

4%

SAN SEVERO

8

17%

4.260

6%

6.912

6%

57

11%

10.989

6%

TORREMAGGIORE

7

15%

5.420

8%

10.374

10%

71

13%

16.012

8%

TOTALE

46

100%

71.602

100%

108.378

100%

541

100%

188.398

100%

 

 

Dalla tabella emerge che il 70% delle iniziative per il Patto Territoriale del Forot Fortore sono concentrate nei Comuni di Apricena (37%), San Severo (17%) e Torremaggiore (15%).

 

Nel Comune di Apricena le 17 iniziative imprenditoriali propongono un impegno di capitali propri pari a circa 48 MLD che rappresenta oltre il 60% dei mezzi propri resi disponibili nell'intero patto, richiedendo ovviamente più della metà del totale delle agevolazioni totali, ma producendo solo il 34% di nuova occupazione. Il 60% degli investimenti complessivi del patto si localizzano nel comune di Apricena.

 

 

 

 

La distribuzione territoriale degli investimenti totali proposti dalle imprese con i progetti imprenditoriali è sintetizzata nel seguente grafico.

 

 

La distribuzione della nuova occupazione prevista per comune è riportata nel grafico seguente.

 

 

 

 

Le agevolazioni richieste per comune sono sintetizzate nel seguente diagramma.

 

 

 

 

Dalle analisi che l'apposito nucleo di valutazione ha condotto sulle singole iniziative imprenditoriali proposte si può affermare che quelle ammesse alla successiva istruttoria bancaria delineano prospettive di sviluppo coerenti con le finalità dichiarate dai Promotori e con gli obiettivi posti alla base del Patto Territoriale del Fortore.

 

Tutte le iniziative imprenditoriali prevedono lo sviluppo in un arco temporale compreso tra il 1999 e il 2003 con tempi variabili anche e soprattutto a seconda della dimensione dell'investimento proposto.

 

 

4. Coerenza e integrazione tra le diverse iniziative e validità complessiva del Patto

 

I progetti imprenditoriali presentati al Patto Territoriale del Fortore risultano in linea con il quadro socio-economico-produttivo e con le finalità di sviluppo del territorio che i promotori hanno delineato durante la fase di concertazione e definite nel protocollo di intesa.

 

Le vocazioni specifiche nell'ambito dei distretti produttivi dei diversi Comuni trovano conferma e si rafforzano nelle iniziative proposte dagli imprenditori.

 

L'analisi del tessuto produttivo delle diverse aree geografiche del territorio del Patto si ritrova confermata in termini sia di ampliamento che di nuove iniziative nei settori dominanti le diverse economie locali presenti nel Patto.

 

Non a caso il settore del Manifatturiero, soprattutto ad Apricena, a San Severo e Torremaggiore, ha riconfermato la volontà degli imprenditori ad investire e ha prospettato un mercato vivace ed in espansione soprattutto per alcune categorie di prodotti.

 

La coerenza di ciascuna iniziativa proposta con gli obiettivi di questo Patto Territoriale è stata valutata caso per caso verificandone l'efficacia rispetto al sistema produttivo delle imprese e dei servizi.

 

Gli investimenti appaiono orientati a rafforzare i settori produttivi in forte crescita di mercato o nuove iniziative in grado di ridurre drasticamente la dipendenza dall'esterno del valore aggiunto sui prodotti. Queste considerazioni dimostrano, tra l'altro, una capacità imprenditoriale ed un livello di maturità nella cultura d'impresa che costituiscono carattere essenziale della proposta di questo Patto Territoriale del Fortore.

 

La crescita occupazione prevista di circa 541 nuove unità in questo Patto Territoriale costituisce un dato estremamente significativo per un'area, come quella del comprensorio dell'area dell'Alto Tavoliere e dell'Appennino Dauno Settentrionale, afflitta da livelli cronici di disoccupazione eccessivamente elevati.

 

Il rapporto tra nuovi occupati ed investimenti previsti è in media di 0,29 per 100 milioni di lire di investimento. Questo valore non risulta eccessivamente basso ma si deve tenere conto che gli investimenti sono molto elevati soprattutto nei settori del manifatturiero piuttosto che negli altri settori.

 

 

5. Fattibilità giuridica e amministrativa del Patto

 

Massima attenzione è stata rivolta alla rapida cantierabilità di tutte le iniziative proposte all'interno del Patto Territoriale durante la fase di istruttoria tecnico-amministrativa.

 

Il richiamo costante alla verifica puntuale, progetto per progetto, di tutti gli adempimenti necessari per l'avvio e la realizzazione dei progetti di investimento, ha consentito in questa fase finale di poter contare su iniziative per le quali gli atti amministrativi necessari siano limitati a quelli per i quali gli stessi Uffici Tecnici dei Comuni garantiscono la coerenza dei tempi di rilascio con i tempi di avvio e realizzazione delle iniziative.

 

L'insieme dei progetti proposti all'istruttoria bancaria presenta garanzie di fattibilità giuridica ed amministrativa ed è coerente con i tempi di sviluppo previsti per il Patto Territoriale entro i limitati di 48 mesi.

 

La sottoscrizione del protocollo d'intesa garantisce gli impegni delle amministrazioni ad avviare iniziative comuni volte a minimizzare i tempi necessari al rilascio delle autorizzazioni occorrenti allo sviluppo delle iniziative proposte.

 

Gli imprenditori hanno preferito, nella grande maggioranza dei casi, localizzare le proprie iniziative in aree già destinate ad attività produttive (come zone ASI o PIP). Le amministrazioni, nel proporre progetti di infrastrutturazione, hanno puntato sul miglioramento e sul completamento di opere infrastrutturali in ambiti territoriali già destinati ad insediamenti produttivi secondo le vigenti procedure amministrative.

 

 

 

 

 

6. Completezza, concretezza e coerenza dell'insieme degli impegni dei soggetti coinvolti

 

Il quadro delle Amministrazioni e degli Enti che hanno sottoscritto il Patto Territoriale raccoglie tutti gli enti con poteri di controllo e autorizzazione che potranno essere chiamati, a diverso titolo, a predisporre gli atti amministrativi e le autorizzazioni necessarie per l'avvio e la realizzazione delle iniziative previste.

 

Questa condizione dà sicurezza di rapida cantierabilità di ciascuna iniziativa ammessa al Patto Territoriale e garantisce rispetto al raggiungimento complessivo degli obiettivi che i Sottoscrittori si sono dati per lo sviluppo locale dell'area.

 

La completezza delle singole schede di iniziative imprenditoriali e infrastrutturali, sia sotto il profilo tecnico sia sotto quello amministrativo, consente di avviare gli ulteriori accertamenti di carattere economico-finanziario che saranno a breve compiuti dalla banca concessionaria, al fine di determinare il pacchetto progettuale definitivo per il Patto Territoriale.

 

La concretezza delle iniziative imprenditoriali, tutte mirate allo sviluppo delle specializzazioni produttive del contesto locale, assicura il raggiungimento di migliori condizioni produttive sia in termini di potenziamento degli insediamenti attuali sia in termini di diversificazione, mirante a ridurre la dipendenza dai fattori di produzione esterna.

 

Le iniziative infrastrutturali, nella loro concretezza, puntualizzano un'azione diretta a sostenere, soprattutto con le necessarie opere di urbanizzazione, le nuove iniziative imprenditoriali, concentrandosi sui distretti produttivi previsti nell'ambito delle diverse amministrazioni comunali.

Le infrastrutture previste, inoltre, supportano in modo coerente le iniziative imprenditoriali, andando a promuovere completamenti e/o ampliamenti di opere di sicuro e diretto impatto positivo con lo sviluppo delle attività produttive.

 

Particolare attenzione è stata rivolta alla coerenza di ciascuna delle iniziative imprenditoriali proposte nel Patto Territoriale con gli obiettivi di sviluppo fissati dalle forze sociali coinvolte e la coerenza complessiva di ciascuna di queste iniziative produttive tra esse nel territorio di riferimento.

 

Dalle schede tecniche analizzate non si rilevano ulteriori necessità negoziali con altre strutture territoriali competenti, per concessioni ed autorizzazioni, rispetto agli insediamenti produttivi e alle opere infrastrutturali previste nel Patto Territoriale del Fortore.