Martedì 9 Novembre 1999 Economia italiana
                       Avviato ieri a Bruxelles il negoziato per
                       appianare le divergenze Fondi Ue, Amato cerca
                       l’intesa sul Centro-Nord

 

                       BRUXELLES — È entrato nel vivo il negoziato tra il Governo italiano e la
                       Commissione europea sulla definizione della mappa delle zone del
                       Centro­Nord che potranno beneficiare dei finanziamenti comunitari
                       dell’Obiettivo 2. Un faccia a faccia è stato organizzato ieri sera tra il
                       ministro del Tesoro italiano, Giuliano Amato e il commissario agli Affari
                       regionali, Michel Barnier, per cercare di appiare le divergenze che hanno
                       portato Bruxelles a considerare irricevibile la prima proposta avanzata da
                       Roma. Un incontro ancora interlocutorio, affrontato con «spirito positivo»
                       da Amato e «costruttivo» da Barnier, e che dovrebbe quantomeno aver
                       chiarito quali sono i margini di flessilità per il nostro Paese
                       nell’interpretazione dei criteri comunitari fissati dall’Agenda 2000.

                       Il sottosegretario al Tesoro, Giorgio Macciotta, ha spiegato che «l’Italia
                       ha una concezione delle zone eleggibili che prescinde dal concetto di
                       unità territoriale avanzata dalla Commissione», secondo la quale
                       potrebbero beneficiare dei fondi solo territori «unitari» come Province e
                       Regioni. Il Governo italiano preferirebbe utilizzare, invece, «parametri di
                       aggregazione» più flessibili e che quindi possano interessare sistemi
                       «locali di lavoro» ed estendersi oltre i confini regionali e provinciali.
                       «Discuteremo con la Commissione per trovare un punto di equilibrio» ha
                       affermato Macciotta, parlando a margine di un incontro a Bruxelles sui
                       patti territoriali. Nessun commento è stato rilasciato da Amato e Barnier
                       dopo l’incontro.

                       Il commissario europeo aveva però dichiarato precedentemente che con
                       il Governo italiano vi erano «divergenze di valutazione» da appianare.
                       «Una discussione non facile che abbiamo in corso anche con altri
                       quattro Paesi» ha dichiarato Barnier, ricordando che al Consiglio di
                       Berlino l’Italia, come gli altri quattordici Governi, si è impegnata a
                       rispettare il quadro dell’Agenda 2000. «Ciascun Paese — ha detto
                       Barnier — deve fare una proposta che sia rivolta ad almeno il 50% della
                       popolazione del territorio originariamente eleggibile. La proposta
                       dell’Italia non rispetta questo criterio, ma anche con la Germania è in
                       corso una discussione analoga». Secondo fonti comunitarie, il piano
                       originario trasmesso a Bruxelles all’inizio di ottobre dall’Italia avrebbe
                       invece toccato solo il 29% della popolazione eleggibile. La trattativa in
                       ogni caso dovrà essere conclusa entro il mese prossimo per permettere
                       la corretta partenza della nuova tranche 2000­2006 di fondi strutturali
                       dell’obiettivo 2.

                       Al problema dell’obiettivo 2 si sovrappone con la stessa urgenza anche
                       la presentazione della mappa regionale degli aiuti. Il commissario alla
                       Concorrenza, Mario Monti, ha infatti ricordato ieri che solo Finlandia,
                       Danimarca, Irlanda e Grecia sono in regola. Nei confronti di Germania,
                       Francia, Belgio e Olanda è già sta aperta una procedura per
                       «incompatibilità» e «probabilmente altre saranno aperte». E l’Italia non
                       ha ancora notificato una proposta, nonostante il termine fosse del marzo
                       ’99. Senza l’approvazione della mappa, nessun aiuto regionale potrà più
                       essere autorizzato a partire dal 1° gennaio 2000.

                       Intanto, a Bruxelles si sono confrontate ieri le esperienze degli 89 patti
                       territoriali finanziati dalla Commissione europea, con l’obiettivo di creare
                       55mila posti di lavoro in tre anni. Presenti anche i rappresentanti dei 10
                       patti italiani, che sono finanziati dalla Commmissione europea con 140
                       milioni di euro e destinati a creare circa 10mila posti di lavoro. Nel caso
                       italiano i patti sono stati affidati a un unico programma operativo
                       multiregionale finanziato con risorse comunitarie e nazionali di 1000
                       miliardi, ai quali vanno aggiunti 700 miliardi di investimenti privati.
                       Attualmente le zone interessate sono Agro nocerino­sarnese, Alto belice
                       corleonese, Appennino centrale, Area nord­est di Napoli, Calatino sud
                       simeto, Catania zona sud, Matese, Nord Barese­Ofantino, Oristano e
                       Sangro­Aventino. Ma «altri 10­12 patti sono in corso di preparazione», ha
                       specificato Macciotta.

                       E.Br.