Il territorio del Patto per il turismo corrisponde in parte al sistema urbano identificato come territorio dell'area metropolitana di Bari, che sta assumendo nel tempo una propria ben definita identità sia in merito al partenariato che sostiene le politiche di sviluppo, sia in merito al sistema imprenditoriale che partecipa attivamente e con una consistente capacità progettuale e di investimento.
L’area di riferimento per gli interventi previsti nel patto territoriale per il turismo si sviluppa dal mare ai territori a Sud di Bari comprendendo i territori delle amministrazioni comunali sotto elencati.
Comune |
Superficie totale kmq |
Popolazione residente ‘91 |
Densità demografica Ab/kmq |
% sul totale popolazione |
ADELFIA |
29,73 |
14.779 |
497 |
3% |
BARI |
116,20 |
342.309 |
2.946 |
70% |
BITETTO |
33,57 |
9.730 |
279 |
2% |
BITRITTO |
17,65 |
8.689 |
492 |
2% |
CAPURSO |
14,88 |
14.377 |
966 |
3% |
CASAMASSIMA |
77,41 |
14.054 |
182 |
3% |
CELLAMARE |
||||
MODUGNO |
31,90 |
37.056 |
1.162 |
8% |
NOICATTARO |
||||
SANNICANDRO |
56,00 |
8.722 |
156 |
2% |
TRIGGIANO |
20,00 |
24.698 |
1.235 |
5% |
VALENZANO |
15,79 |
15.628 |
990 |
3% |
TOTALE |
413,13 |
490.042 |
890 |
100% |
Su una superficie di oltre 400 kmq insiste una popolazione complessiva di 490.042 abitanti, corrispondenti ad una media di abitanti per kmq pari a 890, di cui il 70% concentrata nel comune di Bari. I territori di questi Comuni sono legati da forti omogeneità sia sul piano economico che sociale.
Nonostante il ricco patrimonio naturale e paesaggistico, lo sviluppo del turismo in Puglia ha raggiunto andamenti di rilievo solo a partire dalla seconda metà del decennio, sia dal punto di vista della capacità ricettiva (aumentata a circa 180.000 posti letto), sia in relazione alle presenze turistiche, cresciute nell'ultimo triennio di circa l'8% l'anno.
Anche in questo caso i risultati più favorevoli sono stati raggiunti nei casi in cui è stato possibile accentuare il rapporto esistente tra il turismo ed il resto dell'economia regionale nel suo complesso, a partire ad esempio dalla valorizzazione dei beni culturali e dallo stesso sistema commerciale, il cui contributo allo sviluppo delle attività turistiche appare tradizionalmente elevato. In relazione sia al turismo che al commercio, occorre intervenire per sostenere i processi di riorganizzazione, innovazione ed ammodernamento, che si rendono quanto mai necessari alla luce delle profonde trasformazioni verificatesi negli ultimi anni. In entrambi i casi occorre favorire il miglioramento strutturale dell'offerta congiuntamente alla riorganizzazione del sistema produttivo soprattutto in direzione di una più elevata quantificazione e specializzazione dei servizi.
In particolare sul versante del turismo occorre promuovere una più stretta integrazione con la valorizzazione delle risorse naturali, ambientali e culturali da un lato, e con i collegamenti infrastrutturali dall'altro, concentrando gli interventi su quelle aree regionali a maggiore vocazione turistica (nelle diverse componenti, marina, congressuale, rurale, religiosa, culturale, termale, etc.).
La Regione Puglia presenta una eccezionale dotazione di risorse ambientali e culturali, ma solo una minima parte di esse è valorizzata a livello turistico nazionale e internazionale. La Puglia è dotata di rilevanti beni artistici, storico-culturali e siti archeologici di rilevante interesse non solo regionale, ma in molti casi di interesse nazionale ed internazionale. Nella regione si contano circa 5.000 beni immobili e siti archeologici e storico-culturali. Di questi pochi sono quelli pienamente recuperati e fruibili dal pubblico.
L'attività turistica in Puglia, ancora poco sviluppata in rapporto ad altre regioni italiane e mediterranee, sconta da un lato un grave ritardo nella qualità e nella diversificazione dell'offerta ricettiva (rispetto ad una articolazione della domanda per fascia di età, reddito e condizioni sociali), dall'altro una scarsa attività promozionale tesa a far conoscere all'esterno della regione le ricchezze di natura turistica di cui è dotata e ad incentivare il flusso turistico nazionale ed internazionale verso la regione.
Secondo dati del 97 forniti dalle A.P.T., il numero degli esercizi alberghieri in tutta la Puglia era di 631 unità, di cui quasi la metà collocati nella fascia da 3 stelle, con 48.814 posti letto, 12.28 ogni 1.000 abitanti (vedi tabella seguente).
In un recente studio del Touring Club Italiano, la provincia di Bari è all’ottantesimo posto in Italia per "turisticità" effettiva, con un numero di presenze per abitante dello 0,91% ed una percentuale di addetti per abitanti del 0,62% (il dato si riferisce agli addetti ristoranti e alberghi). Con un rapporto del 3,7% del numero di alberghi e ristoranti sul totale delle imprese operanti nel sistema produttivo locale; e di 6,2% ogni mille abitanti per quanto riguarda il numero di addetti negli alberghi e ristoranti.
Il ruolo funzionale delle infrastrutture di collegamento gioca un ruolo non indifferente per lo sviluppo dell'economia turistica pugliese, già svantaggiata dalla distanza geografica rispetto ai poli di maggiore generazione di domanda turistica, ovvero le aree a alto reddito dell'Europa Centrale e Settentrionale.
Alla fragilità strutturale dell'offerta corrisponde una debole presenza di turismo straniero che rappresenta la componente di domanda più ricca e che quindi genera i più elevati effetti moltiplicativi su reddito e occupazione.
La creazione di un posto di lavoro nel turismo comporta, da parte del settore pubblico, un investimento di 150- 200 milioni di lire, vale a dire quattro o cinque volte meno che nei tradizionali comparti industriali. Tuttavia, poiché le attività produttrici di beni e servizi direttamente acquistati dai turisti sono nella loro maggioranza caratterizzate da un impiego intensivo di manodopera, accade che per ogni posto di lavoro creato nel turismo se ne genera un altro in un differente settore economico, contribuendo l’industria turistica a ridurre il tasso di disoccupazione e attenuando lo squilibrio fra offerta e domanda di lavoro.
Le presenze degli italiani e degli stranieri nelle strutture ricettive insediate nelle località marine hanno una incidenza ancora bassa rispetto al totale nazionale. Nel 1997 le presenze degli stranieri hanno rappresentato il 12% sul totale e gli arrivi il poco più del 10%. L'attrazione della domanda internazionale è rappresentativa della capacita’ competitiva del settore turistico pugliese, misurata in termini di ospitalità ed indica la potenzialità di rafforzamento o anche solo di tenuta nel medio e lungo termine.
Su fronte del turismo culturale dal 1991 al 1994 le presenze alberghiere nelle città d'arte sono incrementate del 17% contro l'11% di quelle balneari. Dall'indagine dell'ENIT del 1995, dei 45.000 Mld che l'Italia ha ricavato dal turismo straniero il 40% proviene da quello culturale.
Il Piano regionale di sviluppo per il turismo prevedeva negli anni scorsi il rilancio e la rivalorizzazione del settore secondo i seguenti obiettivi:
Obiettivo principale del Piano Operativo Regionale in preparazione è quello di valorizzare il settore turistico regionale nel suo complesso, incoraggiando i processi di integrazione e di concentrazione dell'offerta turistica pugliese, consolidando e potenziando azioni già in atto nelle aree protette e nelle aree già oggetto di politiche di intervento pubblico e quindi facendo leva sull’omogeneità culturale dei bacini di riferimento.
Questo obiettivo verrà perseguito con la localizzazione di distretti turistici attuali e potenziali della Regione e nell'ambito dei distretti con la costruzione di matrici territorio/prodotto turistico.
Gli assi prioritari dello sviluppo regionale sono, quindi individuati in:
Costituiscono, pertanto, elementi di base ai fini dello sviluppo locale: l’elevato turismo di transito verso il Mediterraneo, le risorse paesaggistiche e climatiche, il notevole patrimonio culturale esistente nell’area del Patto.
Le debolezze del settore del turismo riguardano soprattutto lo scarso utilizzo delle strutture ricettive rispetto agli standard nazionali, la scarsa valorizzazione del patrimonio culturale (artistico, folcloristico, storico, archeologico), il deterioramento ambientale e un insufficiente sistema dei trasporti.
Le strutture ricettive della provincia di Bari totalizzano circa 17.000 posti-letto; ricevono ogni anno circa 450.000 clienti, per un totale di circa 1.400.000 pernottamenti, come si deduce dalle tabelle seguenti.
La media dei posti letto per 1000 abitanti è in Provincia di bari peri a 10.87, estremamente bassa rispetto alla media regionale (42.14) e a quella nazionale (58,97).
Il valore medio dei pernottamenti per posto letto in provincia di Bari è pari a 84,77 ed è, invece, allineato al dato nazionale (85.57) e superiore a quello regionale (44.44). Questo è dovuto sicuramente al turismo d'affari che assume nel capoluogo una rilevanza particolare rispetto ai valori regionali.
Il numero dei pernottamenti rapportati agli arrivi, infine, è pari a 3.32 in provincia di Bari, leggermente inferiore al dato regionale (4.91) e a quello nazionale (4.26). Questo valore evidenza in genere un minore periodo di soggiorno per ciascun arrivo.
Il dato medio di pernottamenti per posto-letto (85) è allineato al dato nazionale.
Il Prodotto Interno Lordo a prezzi costanti relativo a tale attività in Puglia è pari a circa 1300 miliardi di lire e nella Provincia è stimabile in un valore superiore a 250 miliardi di lire per anno. L'1,89% del PIL regionale è formato dal settore della ricettività turistica che, a livello nazionale, costituisce circa il 5% del PIL del settore
HOTEL |
ALTRI |
HOTEL |
ALTRI |
TOTALE |
LETTI IN HOTEL |
LETTI IN ALTRI |
TOTALE LETTI |
HOTEL PER |
ALTRI PER |
TOTALE IMPRESE PER |
|
Province/ Regione/ Italia |
LETTI |
LETTI |
LETTI |
PER 1000 AB. |
PER 1000 AB. |
PER 1000 AB. |
100.000 AB. |
100.00 AB. |
100.000 AB. |
||
Bari |
149 |
74 |
12420 |
4206 |
16626 |
8,12 |
2,75 |
10,87 |
9,74 |
4,84 |
14,58 |
Brindisi |
56 |
46 |
5271 |
10453 |
15724 |
13,34 |
26,46 |
39,81 |
14,18 |
11,65 |
25,82 |
Foggia |
219 |
155 |
14362 |
75846 |
90208 |
20,52 |
108,35 |
128,87 |
31,29 |
22,14 |
53,43 |
Lecce |
146 |
653 |
12380 |
24500 |
36880 |
16,18 |
32,03 |
48,21 |
19,08 |
85,36 |
104,44 |
Taranto |
61 |
103 |
4238 |
3396 |
7634 |
7,37 |
5,91 |
13,28 |
10,61 |
17,91 |
28,52 |
Puglia |
631 |
1031 |
48671 |
118401 |
167072 |
12,28 |
29,86 |
42,14 |
15,91 |
26,00 |
41,92 |
Italia |
34296 |
26450 |
1738031 |
1609990 |
3348021 |
30,61 |
28,36 |
58,97 |
60,40 |
46,58 |
106,99 |
HOTEL + ALTRI |
italiani |
stranieri |
totale |
pernottamenti / |
pernottamenti/arrivi |
|||||
Area |
arrivi |
pernotti |
arrivi |
pernotti |
arrivi |
pernotti |
letti |
italiani |
stranieri |
totale |
Prov. Bari |
378755 |
1305961 |
45373 |
103545 |
424128 |
1409506 |
84,77722 |
3,448036 |
2,282084 |
3,323303 |
Prov. Brindisi |
116643 |
695613 |
20467 |
73807 |
137110 |
769420 |
48,93284 |
5,963607 |
3,606146 |
5,611699 |
Prov. Foggia |
451664 |
2336426 |
71883 |
540500 |
523547 |
2876926 |
31,89214 |
5,172929 |
7,519163 |
5,495067 |
Prov. Lecce |
270478 |
1697751 |
32238 |
186928 |
302716 |
1884679 |
51,10301 |
6,276854 |
5,798375 |
6,225898 |
Prov. Taranto |
112502 |
442858 |
11916 |
41624 |
124418 |
484482 |
63,46371 |
3,936446 |
3,493118 |
3,893986 |
reg. Puglia |
1330042 |
6478609 |
181877 |
946404 |
1511919 |
7425013 |
44,442 |
4,870981 |
5,203539 |
4,910986 |
Italia |
39587608 |
173494221 |
27581077 |
113000571 |
67168685 |
286494792 |
85,57138 |
4,382539 |
4,097033 |
4,265303 |
%Puglia/Italia |
3,36% |
3,73% |
0,66% |
0,84% |
2,25% |
2,59% |
PIL a prezzi costanti |
PUGLIA |
ITALIA |
PUGLIA/ITALIA |
|
A |
TOTALE (MECU '94) |
34.654 |
698.690 |
4,96% |
B |
HOTEL & ALTRI (MECU '94) |
656 |
23.153 |
2,84% |
B/A |
(HOTEL & ALTRI)/TOTALE |
1,89 % |
3,31 % |
Deve purtroppo evidenziarsi la scarsità di imprese turistiche in generale con 107 imprese turistiche per 100.000 abitanti in Italia, che scende a 42 in Puglia (con l'eccezione della Provincia di Lecce per la numerosità dei campeggi e della disponibilità di affittacamere e agriturismo). I posti letto in hotel ammontano a 31 per 1000 abitanti in Italia che scendono a 12 per 1000 abitanti in Puglia.
Una analisi interessante può essere condotta osservando i flussi in termini di arrivi e pernotti da parte degli stranieri. Si può constatare come la provincia di Bari abbia un elevato numero di arrivi e pernotti (seconda solo alla provincia di Foggia, per il Gargano) ma possiede un numero di pernotti/arrivi di stranieri molto più modesto di quanto non accada nelle altre provincie. Ciò è anche dovuto la carenza di ricettività in periodi di punta in occasione di particolari eventi e/o manifestazioni (come quelle fieristiche).
Si tratterebbe di dati sostanzialmente positivi, se non apparisse in tutta la sua gravità il sostanziale sotto-utilizzo del potenziale turistico, rappresentato da una struttura di offerta di ricettività turistica di un ordine di grandezza inferiore al dato medio nazionale.
In merito alle previsioni dei Fondi Strutturali '94-'99 per il settore del turismo si deve osservare un ritardo (ultimamente in riduzione) nella capacità spesa regionale sul turismo. Il 90% della domanda turistica in Puglia è regionale e nazionale. Vanno pertanto rafforzate le attività di promozione tese ad aumentare la quota di presenze straniere ed è necessario ridurre al minimo l'"effetto stagione", innovando l'offerta del prodotto turistico.
Appare necessario operare con interventi selettivi piuttosto che con investimenti fissi.
E' evidente, quindi, che il recupero di una base economica forte per l'intera provincia passa sicuramente attraverso il potenziamento della offerta, unito alla attrazione della domanda di turismo (legato tanto agli affari, quanto alla dimensione congressuale, quanto al transito da e per l'area del Mediterraneo, quanto al tempo libero) con prodotti nuovi, che siano anche in grado di diminuire l'effetto - stagione.
Il settore del turismo nell'area è caratterizzato da una tipologia di turismo ‘fuori porta’ legato agli stranieri che arrivano ma restano per un brevissimo periodo prima di transitare verso la penisola salentina o verso la Grecia. Occorre porre in essere azioni di promozione del territorio orientate a valorizzare percorsi, che inducano i visitatori a una permanenza più lunga di una giornata, e in relazione a ciò va quantitativamente e qualitativamente migliorata la capacità ricettiva dell’area, soprattutto va differenziata.
La valorizzazione dei beni culturali assume, un'importanza strategica per la riqualificazione del turismo e l’individuazione di nuove attività economiche che puntano esclusivamente sulla valorizzazione delle risorse artistiche ed ambientali locali per produrre reddito e nuove occasioni di lavoro, in particolare per i giovani.
Negli ultimi anni si è assistito in Italia ad una profonda trasformazione del turismo, che sarà sempre più evidente nel prossimo futuro: non si può più parlare soltanto di ‘turismo di massa’, caratterizzato da un’offerta molto omogenea e fatto di grandi numeri. Cominciano a farsi spazio nuove forme di domanda turistica nelle diverse componenti: marina, congressuale, rurale, religiosa, culturale, termale, etc., che secondo gli esperti rappresentano una reazione da un lato alla decontestualizzazione delle opere d’arte, dall’altro ai ritmi della vita quotidiana e alla sempre minore vivibilità delle aree urbane e metropolitane.
Perché l'attrazione di visitatori si accompagni ad una autentica valorizzazione delle risorse locali, siano esse ambientali o artistico-culturali, è necessario avere le capacità per individuare l’immagine più autentica da promuovere dei luoghi e del patrimonio di riferimento.
Questo anche in considerazione del fatto che la tendenza a riscoprire i piccoli centri - che sta riguardando sempre più anche le regioni dell’Italia meridionale - è legata alla domanda di esperienza urbana che proviene da gruppi sempre più numerosi di turisti, i quali ricercano la soddisfazione di quei bisogni che la propria città nell’esperienza quotidiana non può soddisfare.
Sotto questo aspetto, occorre sicuramente ripensare il rapporto fra città e mare, fra città ed hinterland, i rapporti con il Centro-Nord, con l'Europa e con il Mediterraneo, nella molteplice dimensione dei trasporti, della qualità e della sicurezza dell'ambiente e della vita, della cultura e dello sport.
Non si può dimenticare, infine, che il turismo è un tipico settore trainante per una serie di altre attività, dalle costruzioni, al commercio, ai servizi, tanto da fare stimare recentemente, in uno studio promosso dal Dipartimento del Turismo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che almeno un quinto del PIL nazionale è imputabile ad attività direttamente ed indirettamente connesse con il turismo ed il tempo libero.
Il fatto che tuttora il territorio della provincia di Bari, fatichi ad attrarre visitatori è comprensibile per i seguenti fattori di criticità:
In sintesi, i punti di forza del settore turismo possono ricondursi ai seguenti:
Peraltro, i punti di maggiore debolezza sono:
Se è vero che il sistema dell'offerta turistica di un territorio è costituito dall'insieme delle strutture ricettive, delle infrastrutture e dei servizi utilizzabili dal turista, anche se ad esso non specificatamente destinati, e dal modo in cui queste componenti si integrano funzionalmente fra loro secondo una logica di rete, il Patto Territoriale dell'Area metropolitana di Bari si inserisce come opportunità reale e concreta in grado di suscitare progettualità ed iniziative che aiutino il settore turistico ad uscire da una "posizione residuale" per ancorarsi ad uno stadio propulsivo di irradiamento di ricchezza e di occupazione.
L'Area metropolitana di Bari con i Comuni interessati al Patto supera di poco la soglia dei 4000 posti letto su un totale complessivo provinciale di circa 12.000 (solo in hotel). Se si considera che tale percentuale si attesta intorno al 9-10% del totale regionale, mentre la popolazione de barese rappresenta a fine 93 il 38,1% di quella pugliese si comprende come tale polo turistico sconti un'intensità turistica largamente inferiore al peso demografico ed economico espresso, prevalentemente incentrato sulle attività del commercio, dell'agricoltura, dell'industria e dei servizi.
Si tratta di agganciare le possibilità di sviluppo del comparto turistico al quadro dell'evoluzione economica e sociale del territorio per evitare fughe in avanti cercando di dare risposte efficaci e moderne alle spinte di crescita presenti nell'area.
Se la vocazione di Bari è essenzialmente legata ai traffici, al commercio, ad un importante tessuto di piccole e medie imprese mentre negli altri comuni che partecipano al patto ha una connotazione prevalentemente agricola, occorre far interagire il fenomeno turistico con queste potenzialità favorendo l'affermarsi di circuiti virtuosi fra la richiesta di servizi turistici ed un'offerta moderna e competitiva.
A Bari si rende necessario un potenziamento ed un ammodernamento del turismo congressuale e di affari suscitando le sinergie necessarie con il polo fieristico, le attività rivenienti dall'intensità e dalla qualità dei traffici che si produrranno anche grazie allo sviluppo delle reti infrastrutturali da quello aeroportuale, a quello ferroviario, al rilancio del porto, riannodando rapporti proficui con l'Università, il Politecnico e i Centri di ricerca.
Fattori legati essenzialmente alla crescita del settore enogastronomico possono promuovere l'immagine turistica e quindi l'offerta ricettiva dei Comuni interessati al Patto che vi possono cogliere opportunità finora inespresse e non sufficientemente valorizzate.
L'una e l'altro, cioè il turismo congressuale e d'affari e quello gastronomico (che tra l'altro valorizza anche le produzioni agricole tipiche dell'area), possono a loro volta integrarsi producendo effetti di complementarietà e determinando flussi turistici aggiuntivi in grado di remunerare adeguatamente gli investimenti privati e quelli previsti dagli strumenti normativi e finanziari utilizzati.
Le associazioni imprenditoriali del settore ritengono utile, pertanto, che vengano indirizzati gli investimenti alla costruzione di un Centro Congressi che si collochi in posizione baricentrica rispetto al polo fieristico e ai principali assi di trasporto, ovvero si indirizzino gli interventi infrastrutturali verso la caratterizzazione di alcune strade o piazze dei centri storici dei Comuni aderenti al Patto, di particolare rilevanza storico-architettonica e lungo percorsi in cui vi siano "siti di pregio" o testimonianze particolarmente interessanti.
In quest'ultimo caso si tratta di curare l'arredo urbano, la manutenzione e l'aspetto con alcuni caratteri ben definiti e di facile individuazione, lasciando tuttavia inalterate le caratteristiche distintive dei diversi ambienti urbani.
E' possibili coniugare in maniera efficace risorse private, incentivi finanziari e strategie imprenditoriali ed occupazionali nell'ottica di un turismo moderno legato alle risorse e alle peculiarità territoriali.
Il Patto Territoriale deve costituire uno strumento significativo per il rilancio dell’occupazione e per lo sviluppo locale migliorando la qualità della vita delle popolazioni soprattutto nelle periferie emarginate e degradate in cui si annidano sacche di attività illegali e irregolari che incidono negativamente sull’intero progresso sociale ed economico dell’area del Patto.
L’adeguamento degli strumenti urbanistici alle nuove esigenze infrastrutturali e produttive legate alle iniziative del Patto produrrà sicuramente una maggiore vivibilità territoriale dell’area del patto e contribuirà a mitigare l’attuale divario di sviluppo economico ed infrastrutturale esistente tra le aree costiere e le aree interne. Questa dicotomia che incide profondamente nel tessuto sociale come in quello economico deve trovare la giusta soluzione in un equilibrio e valorizzazione nell’utilizzo integrato del territorio dell’area del patto.
Il Patto Territoriale dell'Area Metropolitana di Bari per il Turismo intende determinare, nel quadro appena delineato, un complesso organico di interventi misurati sulle peculiarità del sistema turistico del territorio, perseguendo un disegno unitario di sviluppo del settore e contribuendo ad aumentare l'occupazione in un ambito, come quello del turismo, che appare particolarmente promettente.
Gli obiettivi già fissati in seno al partenariato nella concertazione per il Patto Territoriale dell'Area Metropolitana di Bari sono di seguito riportati:
1. valorizzare le iniziative che presentano caratteri autopropulsivi di ulteriore sviluppo;
2. realizzare le maggiori ricadute possibili sul piano occupazionale;
3. favorire la nascita di nuove attività economiche e l’ampliamento di quelle esistenti;
4. promuovere la ristrutturazione, la riorganizzazione e la riqualificazione delle imprese;
5. migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione;
6. potenziare e razionalizzare l’offerta di servizi alle piccole e medie imprese;
7. migliorare le condizioni di accesso al credito delle imprese a breve e medio termine nella realizzazione delle iniziative del Patto, anche attraverso soluzioni innovative e di organizzazione della domanda;
8. qualificare e migliorare le relazioni industriali tra le parti interessate secondo le regole concertative del Patto e con l’utilizzo di forme di flessibilità sui vari temi contrattuali, per nuove iniziative ed ampliamenti di quella esistente e per tempi definiti;
9. qualificare le risorse umane con progetti mirati di formazione;
10. promuovere azioni per ridurre l’area del sommerso e del lavoro irregolare;
11. attrezzare il sistema territoriale in modo che possa cogliere le opportunità di agevolazioni e finanziamenti regionali, nazionali ed europei destinati a interventi pubblici e privati di sostegno all’economia;
12. favorire la diffusione di imprese e altre iniziative no-profit nel sociale.
Un obiettivo trasversale è quello di orientare le Amministrazioni e le imprese a percorrere con rapidità ed efficacia i nuovi scenari aperti dall'evoluzione della normativa, in termini di:
·
sviluppo eco-compatibile,·
nuovi criteri di gestione del territorio,·
compatibilità ambientali ed economiche, ivi incluse le scelte tecnologiche dello smaltimento, le innovazioni e le opportunità impiantistiche.Unitamente a questi obiettivi di carattere generale che investono trasversalmente le attività economiche del territorio del Patto, sono stati individuati i seguenti obiettivi prioritari di sviluppo da porre specificatamente alla base del Patto per il Turismo: