ORIENTAMENTI
PER LA PROGRAMMAZIONE DEGLI INVESTIMENTI
NEL PERIODO 2000-2006 PER LO SVILUPPO DEL MEZZOGIORNO
IL COMITATO INTERMINISTERIALE
PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA
VISTA la propria delibera
n. 140 del 22 dicembre 1998 con la quale sono state approvate le linee
programmatiche per l'avvio della programmazione dei Fondi Strutturali
comunitari 2000 - 2006;
VISTO il Documento "Orientamenti
per il Programma di Sviluppo del Mezzogiorno 2000-2006", redatto
ai sensi della citata delibera del 22 dicembre 1998, come proposto dal
"Comitato Nazionale per i Fondi Strutturali 2000 - 2006" per
quanto attiene agli indirizzi programmatici, agli Assi prioritari di
sviluppo, alle ipotesi di allocazione delle risorse, all'elaborazione
del Programma di Sviluppo per le regioni obiettivo 1, (PSM) e alle scelte
metodologiche per la redazione dei Programmi operativi;
VISTO il parere della Conferenza
unificata Stato-Regioni e Stato-Città ed Autonomie locali del 6 maggio
1999;
VISTO l'orientamento espresso
dalla V Commissione permanente della Camera dei Deputati, in merito
alla necessità che la politica di sviluppo sia ancorata a obiettivi
concreti e misurabili;
VISTI gli impegni assunti
dal Governo in sede di Patto sociale per lo sviluppo e l'occupazione,
in merito alla necessità che le parti economiche e sociali siano coinvolte
in modo responsabile ed operativo nella programmazione degli investimenti,
attraverso forme di "confronto preventivo";
VISTI gli orientamenti emersi
in sede di Commissioni CIPE, nella riunione congiunta del 10 maggio
1999;
CONSIDERATO che il Consiglio
Europeo di Berlino del 24 e 25 marzo 1999 ha approvato la proposta di
modifica dei regolamenti dei Fondi strutturali comunitari la cui adozione
definitiva attende specifici provvedimenti di competenza del Consiglio
Europeo;
CONSTATATO che la nuova fase
di programmazione dei Fondi strutturali comunitari deve inserirsi, specie
per il Mezzogiorno, nell'ambito di un disegno unitario di programmazione
per il periodo 2000-2006, coerente con le linee di politica economica
nazionale, finalizzata ad assecondare i segnali del mercato, attraverso
la valorizzazione delle risorse immobili (terra, tradizioni, patrimonio
culturale e naturale, risorse legate alla posizione geografica, capitale
umano fortemente localizzato), che crei le opportunità per attirare
e trattenere nell'area, aumentandone le condizioni di convenienza, le
risorse mobili (capitale, lavoro specializzato e imprenditoriale);
RILEVATO altresì che per
la realizzazione del disegno di cui al punto precedente si rende necessaria
una concentrazione di risorse per investimenti nel Mezzogiorno e che
ciò consentirà anche un più alto livello di crescita per l'intero Paese,
in termini sia di prodotto che di occupazione;
CONSIDERATO che per raggiungere tale finalità la programmazione 2000-2006 deve porsi come elemento di rafforzamento delle tendenze in atto con prioritario riferimento:
CONSIDERATA, in particolare,
l'opportunità di assicurare l'integrazione tra la programmazione 2000-2006
e le seguenti politiche che rivestono carattere trasversale a tutti
i programmi operativi e le linee d'intervento: politiche attive del
lavoro, di sostenibilità ambientale, di pari opportunità tra uomini
e donne, per le categorie svantaggiate e a rischio di marginalizzazione,
garantendo altresì l'integrazione tra la predetta programmazione e le
politiche dell'agricoltura e dello sviluppo rurale e per l'internazionalizzazione
economica e culturale;
CONSIDERATA l'esigenza che
i parametri della sostenibilità ambientale - intesi come sistema non
di vincoli ma di opportunità verso le quali orientare scelte di sviluppo
- vengano assunti nella programmazione, in anticipo rispetto alla fase
di attuazione e che, a tal fine, è opportuno avvalersi della Rete nazionale
formata dai responsabili delle strutture regionali della Programmazione
e dai rappresentanti delle Regioni che hanno il ruolo di Autorità ambientali
secondo le indicazioni della Commissione europea;
CONSIDERATO che il quarto
pilastro della strategia europea per l'occupazione, dedicato alle Pari
Opportunità, richiede di assegnare un ruolo centrale all'integrazione
sociale ed al miglioramento della partecipazione femminile;
TENUTO CONTO che per realizzare
un "balzo" dello sviluppo occorre definire - nel quadro di
un sistema organico di azioni, che attuino specifiche strategie articolate
in alcuni grandi Assi prioritari di intervento - una programmazione
integrata e verificabile in itinere da parte di tutti i soggetti responsabili
dell'attuazione e sui cui risultati sia possibile riferire periodicamente
al Parlamento;
CONSIDERATO che il conseguimento
degli obiettivi del PSM richiede che il processo di programmazione sia
fondato su di un sistema efficiente e su metodologie condivise di valutazione
ex ante - tra più proposte alternative -, in itinere ed ex post; che
ad esso debba corrispondere l'individuazione di un sistema di indicatori
attraverso cui misurare il conseguimento degli obiettivi da parte delle
competenti Amministrazioni e sulla cui base attivare un adeguato metodo
premiale e di riprogrammazione;
TENUTO CONTO che la definizione,
nella programmazione 2000-2006, del sistema di obiettivi prima considerati,
deve consentire di finalizzare il processo di monitoraggio e di misurare
l'efficacia degli interventi realizzati, quale presupposto indispensabile
per la verificabilità dell'operato delle singole Amministrazioni e
quindi per la valutazione degli interventi;
RITENUTO che il conseguimento
degli obiettivi del PSM debba essere strettamente correlato al miglioramento
dell'efficienza ed al rafforzamento tecnico delle strutture dell'Amministrazione
pubblica, da promuovere e sostenere anche attraverso azioni specifiche
di Assistenza tecnica, sia nei confronti delle Amministrazioni centrali,
con riferimento alle funzioni di indirizzo, supporto tecnico e monitoraggio,
sia nel caso delle Amministrazione regionali e locali, con riferimento
alla gestione dei programmi e degli interventi;
RITENUTO necessario, coerentemente
con gli orientamenti fissati nei Regolamenti comunitari, ricondurre
al territorio l'intero processo di programmazione, con conseguente riduzione
del numero dei Programmi operativi e la concentrazione ed integrazione
degli interventi;
CONSIDERATO che in tale prospettiva,
al fine di conseguire il pieno coinvolgimento dei diversi soggetti pubblici
e privati nel processo di programmazione e di attuazione degli interventi,
sia opportuno adottare uno schema di rapporti partenariali sia di tipo
"verticale", tra le Amministrazioni centrali e le Regioni
e tra queste e le autonomie locali, sia di natura "orizzontale",
tra le Regioni, ed i soggetti economico-sociali operanti sul territorio;
CONSIDERATA l'urgenza di
predisporre il Programma di Sviluppo del Mezzogiorno per le regioni
dell'obiettivo 1, previo esame del CIPE, e i relativi Programmi operativi,
da presentare alla Commissione europea entro il 31 luglio 1999, al fine
di garantire l'avvio della nuova fase di programmazione dal 1 gennaio
2000;
SU INIZIATIVA del Ministero
del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica;
PRENDE ATTO
del Documento predisposto
dal "Comitato Nazionale per i Fondi strutturali comunitari 2000
- 2006" in ordine agli indirizzi programmatici, alle scelte metodologiche
per la predisposizione dei programmi operativi, agli Assi prioritari
di sviluppo, alle ipotesi di allocazione delle risorse, alle modalità
del partenariato per l'elaborazione del Programma di Sviluppo del Mezzogiorno
e dei relativi programmi operativi e, nel recepirne l'impostazione complessiva,
L'impostazione della programmazione 2000-2006 dovrà conformarsi ai seguenti principi, applicabili più in generale al complesso delle politiche di sviluppo:
2. Il sistema degli obiettivi e degli Assi prioritari
Il PSM si articola, a partire
dall'obiettivo generale di riduzione del degrado sociale e del divario
di sviluppo, in un sistema di obiettivi globali e specifici.
2.1 L'obiettivo generale
L'obiettivo generale della nuova politica nazionale per il Mezzogiorno, ai fini della programmazione 2000-2006, con particolare riferimento all'esigenza di creare nuova e qualificata occupazione, è costituito dalla creazione nell'area di condizioni di vita e di contesto economico-sociale e ambientale, tali da favorire e promuovere la permanenza, l'afflusso e l'investimento di risorse mobili. Tale obiettivo si sostanzia in una riduzione delle condizioni di degrado sociale, anche attraverso interventi nel settore dell'educazione, della salute e del sociale, e in un forte aumento del tasso di crescita, in assoluto e in relazione a quello medio europeo: la quantificazione di tale aumento dovrà essere effettuata in via definitiva con la presentazione del PSM, tenendo conto degli obiettivi intermedi identificati nello stesso Programma e degli impegni congiuntamente assunti, in particolare in materia di politiche della concorrenza, del mercato del lavoro e dell'Amministrazione pubblica.
L'insieme degli interventi sarà strumentale ad un miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro e ad un aumento del tasso dell'occupazione regolare.
L'obiettivo generale ai fini
della programmazione 2000-2006 andrà perseguito articolando in maniera
coerente un insieme organico di obiettivi globali, specifici ed operativi
e individuando modalità per misurarne il contributo al conseguimento
dell'obiettivo generale.
2.2 Gli Assi prioritari e gli obiettivi globali
L'obiettivo generale di cui al punto precedente si consegue attraverso una strategia di sviluppo ambientalmente sostenibile, articolata in Assi prioritari di intervento, i cui obiettivi globali sono qualificati come segue:
In considerazione della forte
logica di integrazione alla base del Programma di Sviluppo del Mezzogiorno
le relative azioni potranno concorrere al conseguimento di obiettivi
in più Assi d'intervento, in relazione alle caratteristiche specifiche
dei progetti integrati. Analogamente i
vari Assi potranno essere integrati da politiche verticali quali cultura,
ricerca tecnologica, sostenibilità ambientale.
2.3 Gli obiettivi specifici
Per ogni Asse prioritario
d'intervento dovranno essere definiti obiettivi specifici, quantificati
a partire da quelli contenuti nella tavola sinottica "Prima individuazione
degli obiettivi specifici del Programma di Sviluppo del Mezzogiorno",
allegata al citato Documento.
3. I criteri e gli strumenti per la programmazione operativa
3.1 I criteri
Il passaggio dalla strategia
di asse alla programmazione operativa avviene attraverso i seguenti
criteri:
3.2 I Programmi operativi
Il Programma di Sviluppo del Mezzogiorno si articola in Programmi Operativi, che costituiscono strumenti di attuazione delle linee di intervento cofinanziate dai Fondi strutturali comunitari, in coerenza con la programmazione degli investimenti finanziati con le risorse nazionali per le aree depresse, nonchè con le risorse ordinarie delle Amministrazioni nazionali di settore, delle Regioni e degli Enti locali, attraverso la definizione e l'attuazione delle Intese istituzionali di programma. A tal fine vengono identificate le seguenti tipologie di Programmi:
Nel corso della definizione
del PSM e dei Programmi operativi e della concertazione tra Amministrazioni
centrali e regionali, potranno essere individuate soluzioni diverse
per alcune materie -in particolare per gli incentivi alle imprese per
lo sviluppo locale - per le quali in base ai decreto legislativi n.
112/1998 e n. 173/1998 (ad esclusione dei patti territoriali) sono previsti
interventi a valenza nazionale o tali comunque da richiedere un corrispondente
livello di programmazione. Queste soluzioni dovranno essere portate
all'attenzione della Conferenza Stato-Regioni, in sede di esame del
Programma di Sviluppo del Mezzogiorno.
3.3 L'organizzazione della programmazione
L'attività di programmazione sul territorio è imperniata sulle strutture regionali di programmazione. Esse saranno chiamate a realizzare un effettivo coordinamento intersettoriale, in primo luogo con gli altri Assessorati regionali e quindi con le Amministrazioni nazionali di settore e gli altri soggetti del partenariato istituzionale ed economico-sociale, sulla base delle indicazioni di cui al punto 4.
Per il conseguimento di questo obiettivo le Regioni, secondo le indicazioni contenute nel parere della Conferenza Stato-Regioni del 6 maggio 1999, sono impegnate nell'adozione delle innovazioni, anche di natura legislativa, necessarie per un congruo assetto organizzativo interno - anche in termini di semplificazione delle procedure, di irrobustimento delle strutture amministrative e riqualificazione delle risorse umane - con i compiti e le modalità della nuova programmazione, adeguando al contempo le proprie procedure di bilancio.
Al fine di migliorare la qualità e la coerenza del percorso programmatorio,
e di assicurare il pieno svolgimento della funzione di assistenza tecnica
e di monitoraggio, è necessario l'aumento dell'efficienza ed il rafforzamento
tecnico delle strutture dell'Amministrazione pubblica centrale, accelerando
l'adozione di misure amministrative e normative volte all'ammodernamento,
alla semplificazione e all'innovazione organizzativa della Pubblica
Amministrazione, con particolare riferimento alla riqualificazione tecnica
e professionale, così come previsto nel Patto sociale per lo sviluppo
e l'occupazione, anche attraverso adeguati sistemi di incentivazione
del personale. A questo scopo verranno attivate anche le risorse dell'assistenza
tecnica di cui al punto 5.1.
4. Il partenariato
L'incisiva definizione degli
obiettivi di sviluppo richiede la coerente continuazione dell'attività
del partenariato istituzionale e di quello economico-sociale rispetto
alle indicazioni già contenute nella delibera del CIPE del 22 dicembre
1998.
4.1 Il partenariato istituzionale
A tutte le Amministrazioni centrali, oltre che la programmazione di politiche di responsabilità nazionale, compete una funzione di indirizzo, assistenza tecnica, valutazione di attuazione e d'impatto. In particolare ai Ministeri del Lavoro e della Previdenza sociale, della Sanità, dell'Ambiente, per le Politiche agricole, degli Affari esteri, al Ministro per le Pari Opportunità e ai Dipartimenti per gli Affari sociali e per le Aree Urbane della Presidenza del Consiglio, in ragione del carattere trasversale delle relative competenze, sono affidate funzioni di indirizzo attinenti agli standard, ai requisiti dei programmi, alla coerenza tra essi ed agli indicatori di verifica. Alla programmazione e realizzazione di politiche e programmi di internazionalizzazione funzionali agli obiettivi di sviluppo coopererà il Ministro per il Commercio Estero. Il Ministro per il Coordinamento delle Politiche dell'Unione europea vigilerà sulla coerenza complessiva delle politiche poste in essere.
Alle Regioni compete, in generale, salvo nel caso di politiche nazionali, la selezione degli obiettivi in un quadro programmatico, integrato e coerente, con gli indirizzi nazionali, e la gestione dei programmi;
Alle Autonomie locali compete l'identificazione delle opportunità locali, la formulazione di proposte progettuali collocate all'interno degli obiettivi definiti dalla regione, di norma la realizzazione e la gestione degli interventi. Alla loro azione potranno concorrere le autonomie funzionali (Camere di commercio e Università).
La realizzazione di queste
forme di partenariato terrà conto di quanto previsto nei protocolli
del 25 marzo 1999 tra la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e
Province autonome, l'ANCI e l'UPI.
4.2 Il partenariato economico-sociale
L'attività di programmazione
dovrà valorizzare gli aspetti del partenariato economico-sociale, sia
a livello centrale che a livello decentrato, dando attuazione alla logica
di "confronto preventivo" prevista dal Patto sociale per lo
sviluppo e l'occupazione. A tal fine il partenariato concorre ad individuare
i fabbisogni e le opportunità del territorio, gli obiettivi territoriali
e la strategia di intervento, crea le condizioni favorevoli per la loro
attuazione, si assume gli impegni e le responsabilità per il raggiungimento
degli obiettivi programmati e per la verifica dei risultati.
4.3 Le modalità operative del partenariato
Al fine di dare concreta
applicazione ai principi partenariali nella fase di predisposizione
dei Programmi Operativi verranno organizzate, con il coordinamento del
Ministero del Tesoro, Bilancio e P.E. - Dipartimento per le politiche
di sviluppo e di coesione (DPS) - e d'intesa con le Amministrazioni
di settore, specifiche occasioni di indirizzo ed impostazione metodologica,
anche attraverso gli opportuni collegamenti con il Dipartimento per
il coordinamento delle politiche dell'Unione europea.
Per quanto riguarda i Programmi
operativi nazionali e le azioni che coinvolgono profili trasversali
di intervento nella responsabilità delle Amministrazioni di cui al punto
4.1, tali occasioni comportano, a livello nazionale, l'organizzazione
di tavoli cui parteciperanno le Amministrazioni nazionali capofila,
le Amministrazioni trasversali e quelle regionali, con la presenza congiunta,
per le Regioni, del rappresentante della struttura di Programmazione
e di quello dell'Assessorato competente e dell'Autorità ambientale,
nonché delle Associazioni nazionali delle autonomie locali e delle parti
economiche e sociali.
Per quanto riguarda i Programmi
operativi regionali verranno organizzate, per ciascuna Regione, occasioni
congiunte di raccordo, di indirizzo ed impostazione metodologica, sia
con le Amministrazioni di settore, titolari o meno di Programmi operativi
nazionali o di specifiche azioni nei Programmi operativi regionali,
sia con le Amministrazioni trasversali. A questi tavoli, al fine di
assicurare l'integrazione progettuale, parteciperanno, per la Regione,
i rappresentanti delle strutture della programmazione, le Autorità ambientali
e gli Assessorati coinvolti nella realizzazione dei Programmi operativi.
Parteciperanno, inoltre, le articolazioni regionali delle associazioni
che coordinano le Autonomie locali e delle parti economiche e sociali.
Sarà responsabilità dell'Amministrazione regionale competente per la
redazione dei Programmi operativi, dare conto dei contributi del partenariato
e dei suoi riflessi sui Programmi.
4.4 La verifica del rispetto del principio del partenariato
Le Autorità nazionali responsabili
per la programmazione, sia generale che settoriale, vigileranno sull'effettiva
applicazione dei principi partenariali. Il soddisfacimento delle regole
minime del partenariato indicate nel Documento verrà inoltre monitorato
a livello nazionale nelle sedi previste dal Patto sociale per lo sviluppo
e l'occupazione.
5. Il quadro finanziario
5.1 Il riparto delle risorse tra gli Assi
La ripartizione delle risorse tra gli Assi, in sede di definizione del Programma di Sviluppo del Mezzogiorno, dovrà tener conto dei seguenti orientamenti rispetto alla programmazione 1994-1999 dei Fondi strutturali comunitari:
- l'intervento dell'Asse risorse umane (Asse III) ricomprende le azioni per la ricerca e l'innovazione, da una parte; azioni equitative, di formazione e di predisposizione di servizi, dall'altra. Tali azioni, in coerenza con la logica del PSM e al fine di esaltare le caratteristiche di trasversalità e integrazione delle linee di intervento relative agli obiettivi formativi, sociali e di ricerca/innovazione, saranno ricomprese all'interno dei sei Assi prioritari; di conseguenza le predette linee di intervento saranno riqualificate e ampliate, sotto il profilo finanziario, nel quadro dei programmi da attuarsi negli altri Assi, mentre sarà conseguentemente ridotta la dotazione finanziaria del presente Asse;
- la quota delle risorse finanziare dell'Asse IV, volta ad ampliare e ad accrescere, nel complesso del periodo 2000-2006, l'efficienza del sistema produttivo, attraverso incentivi diretti alle imprese (di natura automatica, discrezionale o negoziale) si ridurrà rispetto ai livelli assai elevati del precedente ciclo di programmazione; la riduzione dovrà avere luogo in modo graduale, muovendo da un impegno finanziario cospicuo nel primo biennio di programmazione (2000-2001), per poi decrescere successivamente. La riduzione della intensità di aiuto agli investimenti, in correlazione con la riduzione delle diseconomie di sistema, potrà comunque consentire l'attivazione di livelli di investimento privati più consistenti rispetto a quelli realizzati nel passato, pur a fronte di minori risorse finanziarie pubbliche. La modulazione della riduzione di risorse prevista per l'Asse dovrà, infine, tenere conto anche delle altre risorse finanziarie disponibili per tali scopi: ordinarie ed addizionali nazionali (aree depresse). Poiché larga parte degli interventi incentrati sulle risorse naturali (Asse I) e culturali (Asse II) comprenderanno azioni volte a favorire lo sviluppo di imprese in contesti locali, il complesso delle risorse effettivamente destinato allo sviluppo locale sarà superiore a quello espressamente ricompreso nel presente Asse. In particolare, gli interventi in agricoltura e per lo sviluppo rurale, che assumono particolare rilievo, ricadono in parte all'interno di altri Assi: essi godranno quindi di assegnazioni di risorse, oltre che nel presente Asse, anche nel quadro dell'Asse I e II, e in quello dell'Asse III, per quanto riguarda le azioni di formazione. In considerazione della riforma della PAC e del processo di liberalizzazione dei prodotti agricoli, la percentuale delle risorse finanziarie destinate direttamente ad ampliare e ad accrescere l'efficienza del sistema produttivo agricolo, agroalimentare, della pesca e dello sviluppo delle aree rurali, rimarrà al livello del periodo di programmazione 1994-99;
Per tenere conto dell'efficienza
e dell'efficacia dei programmi è istituita una riserva di performance
del 10%, da assegnare sulla base di criteri di valutazione che dovranno
essere definiti a priori attraverso forme partenariali.
Roma, addì 14 maggio 1999
IL PRESIDENTE
Massimo D'Alema