Patto territoriale POLIS specializzato per l'agricoltura e la pesca

Comuni:

Alberobello, Castellana Grotte, Conversano, Locorotondo, Mola di Bari, Monopoli, Noci, Polignano a Mare, Putignano, Rutigliano, Sammichele di Bari, Turi

 

 

 

 

 

Relazione Finale di
Istruttoria Tecnica

 

 

 

 

 

Monopoli 4 Aprile 2000

 

 

 

 

 

INDICE

1. Informazioni generali *

1.1. Il Patto Territoriale Polis Specializzato per l'Agricoltura: area di intervento e contesto regionale *

1.2. Soggetti Promotori e Soggetto Responsabile *

1.3. Elenco delle iniziative imprenditoriali ed infrastrutturali ordinate secondo graduatoria di priorità *

2. CORRETTO INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO *

2.1. Descrizione sintetica della situazione di riferimento: l'agricoltura del territorio del Patto POLIS *

2.2. Individuazione delle finalità generali del Patto e relazione con la programmazione regionale *

2.3. compatibilità complessiva del Patto con lo sviluppo ecosostenibile *

3. Validità ed efficacia delle singole iniziative in relazione agli obiettivi di sviluppo locale *

3.1. Individuazione dei fabbisogni e degli obiettivi di intervento *

3.2. Quantificazione degli obiettivi di sviluppo locale *

3.3. Descrizione delle linee di intervento previste e presumibili impatti sul conseguimento degli obiettivi *

3.4. Individuazione e selezione delle iniziative *

4. Coerenza e integrazione tra le diverse iniziative e validità complessiva del Patto *

6. Completezza, concretezza e coerenza dell'insieme degli impegni dei soggetti coinvolti *

ALLEGATI *

 

 

 

1. Informazioni generali

1.1. Il Patto Territoriale Polis Specializzato per l'Agricoltura: area di intervento e contesto regionale

L'area d'intervento del Patto Territoriale POLIS Specializzato per l'Agricoltura è delimitata dai confini amministrativi dei Comuni aderenti al Patto Territoriale e corrisponde al sistema urbano identificato come territorio del Sud-Est barese. Il territorio interessato, integrato con l’appendice dell’arco salentino ha ormai assunto la configurazione di un vero e proprio sistema città, destinato ad avere rilevanze centrali nei processi di assetto territoriale e di trasformazione produttiva delle relazioni tra Puglia e resto delle regioni italiane.

Il sistema urbano è un areale policentrico caratterizzato da un'elevata concentrazione demografica, da un tessuto di servizi primari e secondari connessi, da un’imprenditoria articolata e da ben definiti caratteri fisico-ambientali. In tale accezione lo sviluppo socio-economico e l’equilibrio fisico di un ‘sistema urbano’ devono armonizzarsi.

Con uno sviluppo territoriale pari a circa 1000 kmq, il territorio del Patto POLIS è localizzato sul bordo adriatico della Murgia centrale, in una zona caratterizzata da condizioni fisico-territoriali fragili.

La popolazione complessivamente interessata è pari a 240.000 abitanti circa (dati ISTAT 1996) che risiedono in 12 comuni, legati da forti omogeneità sul piano economico e sociale. L’integrazione tra i comuni del patto trova conferma nella stretta relazione che lega quasi tutti i comuni al capoluogo di provincia.

L’area di riferimento per gli interventi previsti nel patto territoriale per l'agricoltura del Patto POLIS si sviluppa dal mare ai territori interni comprendendo le amministrazioni comunali sotto elencate.

 

 

Denominazione

Superficie Territoriale kmq

Popolazione residente

Densità demografica

ALBEROBELLO

40,34

10.842

269

CASTELLANA GROTTE

67,96

18.354

271

CONVERSANO

126,92

23.764

188

LOCOROTONDO

46,87

14.122

301

MOLA DI BARI

50,72

26.461

522

MONOPOLI

156,82

48.461

310

NOCI

148,82

19.461

131

POLIGNANO A MARE

62,50

16.630

267

PUTIGNANO

99,13

27.933

282

RUTIGLIANO

53,25

17.030

320

SAMMICHELE DI BARI

33,87

7.191

212

TURI

70,75

11.096

157

Area Patto

957,95

241.345

269

L'agricoltura in Puglia riveste un ruolo importante per la sua caratteristica topografica e pedologica ed è, pertanto, una delle prime regioni italiane come produzione vendibile. Essa mostra attualmente tendenze di grande interesse nel più ampio contesto nazionale e meridionale. Con oltre 1.900.000 ettari (cioè il 6,4% della superficie del territorio italiano) la Puglia si caratterizza per la prevalenza di pianura con il 53,2% dell'intero territorio, e per l'1,5% di montagna e il 45,3% di collina.

Significativo è il peso del valore aggiunto in agricoltura su quello complessivo e la percentuale di unità di lavoro in agricoltura rispetto alle unità di lavoro totali, se posti a confronto con quelli relativi alle regioni del Centro-Nord.

I dati percentuali sul valore aggiunto indicano, infatti, che mediamente l'agricoltura in Puglia vale di più rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno e dell'intera nazione. Se in Italia l'incidenza dell'agricoltura è del 3,5%, nel Sud è del 6,3% e in Puglia del 7,5% (dati ISTAT 1996). La produttività del settore agricolo in Puglia è cresciuta del 94% contro la crescita del 66,9% in Italia (ISTAT 1996).

Circa il 25% delle giornate lavorative di tutta Italia sono effettuate in Puglia e, nonostante un calo degli ultimi due anni, sono circa 12,5 milioni le giornate di lavoro svolte da circa 150.000 operatori agricoli ogni anno. Ciò dipende anche dalla specificità degli ordinamenti colturali più diffusi nella regione che necessitano di un maggiore apporto di manodopera, incidendo fortemente sul costo del lavoro. Occorre fermare il calo occupazionale che, dal 1991 al 1996, ha portato in Puglia le giornate lavorative in agricoltura a ridursi di circa 2,5 milioni, portandole da 16.238.760 a 13.673.065. A fronte della produttività del settore agricolo sarebbero, invece, necessarie circa 40 milioni di giornate di lavoro.

I rilevamenti censuri dell'occupazione italiana (1971-96) evidenziano una crescente terzializzazione del tessuto produttivo a fronte di una riduzione del numero degli addetti nell'agricoltura e nell'industria. Tuttavia, questo processo di terzializzazione è insufficiente se comparato con quello delle altre economie più avanzate.

Il ritardo del tasso di occupazione (occupazione totale in percentuale della popolazione in età lavorativa) coincide infatti con il ritardo nel settore dei servizi. In Italia, nel 1997, la percentuale complessiva delle persone in età lavorativa non occupate risultava di 9 punti percentuali superiore a quella della media dell'Unione Europea, mentre il nostro ritardo nel solo settore dei servizi era di 8 punti percentuali.

I settori italiani dell'industria e dell'agricoltura occupano, invece, una percentuale della popolazione in età lavorativa simile a quella degli altri paesi dell'Unione Europea e degli Stati Uniti.

L'occupazione percentuale per settore (vedi tabella seguente) mostra che il settore dell'agricoltura presenta, in Puglia, oltre 2 punti percentuali in più del Mezzogiorno e il doppio dell'occupazione media nazionale. Questo dato fornisce precise connotazioni vocazionali al settore agricolo nella regione, e rafforza l'esigenza di operare per migliorarne la competitività soprattutto sui mercati internazionali.

Composizione percentuale per settore dell’occupazione

Agricoltura – Ind. Manufatt. – Ind. Totale - Terziario totale

PUGLIA 15,4 14,9 25,6 59,0 100

MEZZOG. 13,6 12,3 24,2 62,2 100

ITALIA 7,8 23,3 32,7 59,4 100

Fonte: Elaborazione centro studi Confindustria su dati Istat

Negli ultimi anni, però, si registra un forte calo degli occupati dovuto essenzialmente alla trasformazione in atto nelle aziende agricole: per ristrutturazione ad elevato livello tecnologico nelle grandi aziende o per disimpegno a causa di perdita di competitività nelle piccole. Entrambe le situazioni determinano trend negativi sull’occupazione.

C'è da evidenziare che l'intermediazione illecita di manodopera, comunemente definita "caporalato" e le altre forme di lavoro comunque irregolari che si configurano come una violazione delle leggi che regolano il collocamento, alterano il regime della libera concorrenza, alimentano l'evasione fiscale e, soprattutto, frenano se non impediscono lo sviluppo socio-economico equilibrato di un territorio. Le posizioni di lavoro irregolare stimate dall'ISTAT nel 1996 sono circa 10 milioni, pari al 37% del totale delle posizioni lavorative (comprendono però: i cassaintegrati, i dipendenti pubblici a part time, gli extracomunitari e i lavoratori in nero puri). Dei 150.000 addetti all'agricoltura pugliese, una percentuale prossima al 50% svolge lavoro irregolare in agricoltura (CENSIS, ottobre 96) e di questi il 90 % circa è costituito da donne. Nella sola Puglia si calcola che almeno 10.000 addetti sono immigrati non comunitari. E' la stessa Regione Puglia, con la relazione di esecuzione 1996 del POP '94-'99, a riconoscere che ad un buon andamento complessivo della produzione non corrisponde un adeguato andamento dell'occupazione ed individua fra le cause, oltre che l'investimento in tecnologie sostitutive di forza lavoro, la spinta che induce le imprese ad affrontare i problemi di competitività con le produzioni dei paesi mediterranei abbattendo i costi attraverso il ricorso al lavoro nero ed illegale.

Le OO.SS. sono particolarmente preoccupate per questi fenomeni e ritengono che il Patto Territoriale per l'Agricoltura costituisca un valido strumento su cui far leva per incentivare l'emersione da parte delle imprese e ridurre drasticamente tutte le forme di lavoro illecito ed irregolare in agricoltura.

Da un punto di vista strutturale l'economia agricola pugliese presenta caratteristiche simili alla media meridionale e nazionale. Nella tabella che segue si pongono a confronto i dati più significativi nel periodo '82-'90.

 

1990

Variazione % 1990/82

Superficie agricola totale (SAT)

1.593.711

-0,55

Superficie agricola utilizzata (SAU)

1.453.864

-0,60

Aziende totali

350.604

-0,13

Incidenza az. Fino a 5ha di SAU

84%

-0,07

Incidenza az. Fino a 50 ha di SAU

1%

-1,31

La superficie agricola utilizzata (S.A.U.) è stimata in circa 1.400.000 ettari, pari al 90% circa della superficie agricola totale (S.A.T.) che ammonta a circa 1.600.000 ettari.

Riguardo alla produzione lorda vendibile, dai dati disponibili in Puglia e riportati nella seguente tabella, sono evidenti le vocazioni produttive.

Produzione vendibile a prezzi costanti, per gruppi di prodotti (1996)

 

Puglia

%

Pug./Sud

Pug./Ita

Sud

Italia

Erbacee

2.680.750

50%

34%

13%

7.955.545

20.838.614

Arboree

2.196.259

40%

30%

14%

7.234.796

15.176.254

Allevamenti

531.240

10%

12%

2%

4.336.055

22.699.272

Totale

5.408.249

 

28%

9%

19.526.396

58.714.140

Se si esclude la PLV derivante dagli allevamenti, che in Italia costituisce la voce più consistente, in Puglia tra coltivazioni erbacee e arboree si produce il 27% del totale nazionale, corrispondente al 64% del Mezzogiorno.

L’utilizzazione dei terreni agricoli vede al primo posto i seminativi e le colture legnose agrarie che da sole impegnano oltre il 50% (370.000 ha) della superficie agraria regionale. Oliveto e vigneto sono, insieme ai seminatativi, dominanti in termini di utilizzazione di superfici agrarie (20% e 11% rispettivamente) che producono mediamente oltre 2 milioni di quintali di olio di oliva e oltre 7 milioni di quintali di uva da tavola portando la produzione agricola pugliese per questi prodotti al primo posto in Italia insieme alla produzione di pomodori, patate primaticce, carciofi, insalate e al secondo posto per il vino (oltre 8 milioni di quintali prodotto per anno), mandorle (500 tonnellate/anno), frumento duro (9 milioni di tonnellate/anno), peperoni, ecc.

I prodotti sui quali la Puglia detiene, quindi, un primato in termini di quantità prodotte rispetto alla produzione nazionale sono: l'uva da tavola (65,4%), il grano duro (21,6%), il vino (17%), le ciliege (34,3%), l'olio d'oliva (43%) e i pomodori (39%).

Analizzando le capacità produttive nei vari comparti su citati riscontriamo come la coltivazione dell'olivo in termini di superficie sia la più estesa del territorio regionale essendo presente in quasi tutti gli agri comunali con una minima diffusione in quelli di altitudine superiore ai 400 metri. Essa contribuisce a valorizzare molte aree a scarsa fertilità naturale e a mantenere inalterate le caratteristiche paesaggistiche ed ambientali del territorio, oltre ovviamente a rappresentare una cospicua risorsa non solo per la produzione agricola ma anche per i processi di trasformazione industriale del prodotto.

Le olive destinate alla oleificazione vengono trasformate in Puglia dall'industria molitoria, e la regione è, fra quelle italiane, quella che rappresenta il più alto numero di oleifici sociali.

La superficie interessata alla coltivazione della vite è di circa 120 mila ettari, di cui 16 mila ettari circa investita in vitigni per la produzione di vino DOC. La Puglia, infatti, mantiene una posizione di preminenza nell'ambito della produzione vinicola italiana anche perchè in questi ultimi anni è stata intrapresa una strada difficile, quella basata sulla qualificazione della produzione, conseguenza dell'affinamento delle tecnologie enologiche, e non più sulle materie prime (i vitigni).

Attualmente nella lista dei vini "DOC pugliesi" ci sono 24 vini, con 68 diverse tipologie, che rappresentano una percentuale ancora molto bassa rispetto alla produzione vinicola regionale.

Il comparto ortofrutticolo in Puglia interessa oltre 170.000 ettari pari al 16% circa della superficie ortofrutticola nazionale. L'orticoltura in Puglia è ampiamente diffusa in tutte le Provincie, ovviamente nelle aree irrigue. Fra le coltivazioni frutticole, l'uva da tavola assume una particolare preminenza, con la maggiore superficie ubicata in Provincia di Bari. Particolare importanza assumono le mandorle, le ciliege, le pesche e gli agrumi.

Il florovivaismo ha avuto un'impennata notevole all'inizio degli anni ottanta, e sta attualmente acquisendo notevoli nicchie di mercato che prima erano proprie del Nord Europa e precisamente dell'Olanda. Attualmente operano nel settore un migliaio di aziende su un'estensione di circa 1.500 ettari di terreno in buona parte coperte da serre.

La parcellizzazione fondiaria è un punto di debolezza congenito, un dato strutturale che, come è noto, è presente in tutta Italia: l'incidenza delle aziende fino a 5 ettari di SAU è dell'84%, mentre oltre i 50 ettari è solo dell'1%. La superficie media delle aziende agricole in Puglia è di circa 4,5 ettari con un reddito lordo degli addetti agricoli pari circa al 60% di quello medio europeo e di poco inferiore alla media nazionale.

Le piccole dimensioni limitano fortemente la competitività delle aziende, sia perché aumentano i costi, sia perché la produzione poco concentrata è difficile da commercializzare.

C’è da rilevare l’esistenza di alcuni nodi strutturali nel sistema produttivo agroalimentare regionale soprattutto riscontrabili nella scarsa integrazione tra le diverse fasi produttive, nei servizi e nella ricerca, nonché nella modesta presenza delle fasi extragricole a più alto valore aggiunto (commercializzazione, export, servizi, marchi di qualità, ricerca).

L’indotto agroalimentare non è ancora adeguatamente sviluppato considerate le sue potenzialità. La maggioranza delle industrie alimentari dei comuni del Patto si occupa prevalentemente della prima trasformazione su un numero ridotto di prodotti, con scarso impiego di tecnologie avanzate. Conseguentemente si ottengono produzioni a basso valore aggiunto e con limitati contenuti di servizio. Di positivo c’è da segnalare, però, che molte imprese artigianali realizzano prodotti di "nicchia" caratterizzati da un’elevata qualità e tipicità che sempre di più vengono apprezzate dai mercati anche extracomunitari.

A livello di trasformazione alcune difficoltà si registrano nella inadeguatezza delle strutture (in particolare, cantine e frantoi), nella maggior parte dei casi sovradimensionate - e conseguentemente sottoutilizzate - e soprattutto, limitate dall'utilizzo di tecnologie non idonee alla realizzazione di trasformati di qualità. A ciò si aggiunge la ormai massiccia presenza sui mercati nazionali "a seguito della globalizzazione" di prodotti di provenienza estera, concorrenziali rispetto a quelli tipici pugliesi, sia pure solo in termini di prezzo.

 

 

1.2. Soggetti Promotori e Soggetto Responsabile

Al primo nucleo di sottoscrittori del Patto Territoriale POLIS si aggiungono altri promotori che hanno attivamente partecipato durante la fase di concertazione portando il proprio contributo di idee e di progetti nel settore agricolo e assumendo, per parte loro, gli impegni ed obblighi già sottoscritti nel Patto Polis.

La compagine dei promotori del Patto per l'Agricoltura diventa quindi composta da:

I Comuni di:

Alberobello

Castellana Grotte

Conversano

Locorotondo

Mola di Bari

Monopoli

Noci

Polignano a Mare

Putignano

Sammichele di Bari

Rutigliano

Turi

Camera di Commercio di Bari

Provincia di Bari

Le Organizzazioni sindacali:

CGIL

CISL

UIL

UGL

Le Confederazioni Provinciali di categoria:

CNA e CNA Assoedili

CONFARTIGIANATO

COAP scrl

CIA

Ass. Prov. Produttori Patate

ENAIP

CNCD

Associazione import-export

Associazione Sviluppo POLIS

CONFAGRICOLTURA

FED. PROV. COLDIRETTI

Confcooperative

Ordini Professionali:

Ordine dei geologi di Puglia

Collegio Ragionieri e Periti Comm.

Enti di Ricerca, Formazione e Trasferimento tecnologico

Università di Bari

Politecnico di Bari

Tecnopolis

Gli Istituti di Credito:

Banca Puglia e Basilicata

Monte dei Paschi di Siena

Banca Popolare di Bari

Istituto S. Paolo di Torino

Banco di Roma

Banco di Napoli

Cassa Rurale ed artigiana

Istituto di Credito Artigiancassa

Finpuglia

BNL spa

Caripuglia

Banca del Salento

 

I soggetti che hanno sottoscritto il Protocollo d'Intesa per il Patto Polis specializzato per l'Agricoltura e la Pesca sono:

I Comuni di:

Alberobello

Castellana Grotte

Conversano

Locorotondo

Mola di Bari

Monopoli

Noci

Polignano a Mare

Putignano

Sammichele di Bari

Rutigliano

Turi

Camera di Commercio di Bari

 

Le Organizzazioni sindacali:

CGIL

CISL

UIL

UGL

Le Confederazioni Provinciali di categoria:

Associazione Sviluppo POLIS

CONFAGRICOLTURA

FED. PROV. COLDIRETTI

Enti di Ricerca, Formazione e Trasferimento tecnologico

Tecnopolis

Gli Istituti di Credito:

Monte dei Paschi di Siena

Banca Popolare di Bari

Istituto S. Paolo di Torino

Banco di Napoli

Cassa Rurale ed artigiana

Banca del Salento

 

 

1.3. Elenco delle iniziative imprenditoriali ed infrastrutturali ordinate secondo graduatoria di priorità

Le domande di finanziamento per il patto territoriale sono state presentate utilizzando la modulistica fornita dal Ministero del Tesoro a dicembre 99. Successivamente sono state richieste, ai proponenti i progetti di investimento, alcune integrazioni alla scheda tecnica per adeguarla alla nuova scheda tecnica resa disponibile dallo stesso Ministero a marzo del 2000.

I progetti di investimento sono stati presentati da imprese, anche nella forma di cooperative e di associazioni, operanti nel settore dell'agricoltura e della pesca.

I promotori hanno stabilito di ammettere al patto proposte progettuali entro determinati limiti di investimento agevolabile, a seconda dei settori di intervento.

Le domande di agevolazione sono state predisposte dalle imprese secondo lo standard indicato dal Ministero del Tesoro a Marzo del 2000, e sono state corredate dalla seguente documentazione:

  1. Business plan, composto di due parti:

  1. Titolo di proprietà o di possesso dei terreni (nel caso di possesso, specifica autorizzazione del proprietario ad eseguire gli investimenti e ad estendere la cessione del terreno fino ad almeno cinque anni successivi alla data di entrata in funzione).
  2. Corografia 1:25.000, con indicazione dei terreni oggetto dell’investimento.
  3. Planimetria dei terreni in scala 1:2.000 o 1:4.000, con attestazione, da parte di tecnico abilitato, di rispondenza alle planimetrie aggiornate depositate presso l’U.T.E., e con l’indicazione specifica dei dati catastali.
  4. Visura catastale dei terreni aziendali.
  5. Progetto tecnico composto da:
  6. 6.1 Relazione tecnica.

    6.2 Planimetria generale, in adeguata scala, dalla quale risultino la dimensione e configurazione del suolo aziendale, delle superfici coperte, (distinguendo le superfici destinate a serre da quelle destinate ai fabbricati), di quelle destinate a viabilità interna, a verde, disponibili, ecc. Tale planimetria deve essere corredata di opportuna legenda e sintetica tabella riepilogativa relativa alle singole superfici. Nel caso di ampliamento, le nuove superfici devono essere opportunamente evidenziate rispetto a quelle preesistenti sia sulla planimetria che sulle tabelle riepilogative.

    6.3 Principali elaborati grafici relativi a ciascun fabbricato, serra o terreno del programma, in adeguata scala e debitamente quotati, firmati, a norma di legge, dal progettista e controfirmati dall'imprenditore o dal legale rappresentante dell'impresa o suo procuratore speciale.

    6.4 Computo metrico estimativo (prezziario di riferimento..).

    6.5 Preventivi delle ditte fornitrici di macchinari, impianti e attrezzature.

  7. Concessione/Autorizzazione edilizia o perizia giurata di tecnico abilitato attestante la fattibilità tecnico-amministrativa dell’intervento proposto (attestante che nulla-osta al rilascio dell’autorizazione alla costruzione).
  8. Bilanci, relativi ai due esercizi precedenti la data di sottoscrizione del modulo di domanda delle agevolazioni, corredati di allegati esplicativi; per le imprese che non sono tenute alla redazione degli stessi, dichiarazione dei redditi relativa agli stessi due esercizi; qualora l'ultimo bilancio non fosse stato ancora approvato può essere trasmessa la bozza sottoscritta dai legali rappresentanti dell'impresa e corredata dagli allegati esplicativi delle varie poste; le imprese che non dispongono ancora di tali due bilanci devono allegare alla domanda quello/i disponibile/i e la situazione patrimoniale dei soci riferita agli ultimi due anni (per le società di capitale, i bilanci).
  9. Certificato di vigenza ovvero, per le ditte individuali, di iscrizione, rilasciato dalla competente CCIAA.
  10. Certificato I.N.P.S. attestante la qualifica di Imprenditore Agricolo a Titolo Principale.
  11. Le cooperative e le associazioni di produttori che presentano iniziative imprenditoriali devono allegare, inoltre, copia autentica del verbale relativo alla seduta del competente Organo sociale, nella quale:

Tutte le precedenti indicazioni sono state riportate nel bando per la presentazione delle richieste di agevolazione agli investimenti delle imprese, per completezza riportato in appendice alla presente relazione finale di istruttoria tecnico amministrativa.

Il bando è stato pubblicato tra agosto e settembre 1999 onde poter partecipare al bando ministeriale in scadenza il 10 ottobre 1999.

Il mancato completamento del quadro normativo non ha poi consentito la partecipazione a detto bando. Successivamente alla pubblicazione del decreto interministeriale del 1 dicembre 1999 si è potuto riprendere con le attività di predisposizione del patto per l'agricoltura essendo il quadro di riferimento normativo ormai definito.

I promotori hanno stabilito di circoscrivere la progettualità del patto territoriale dell'agricoltura e della pesca alle proposte di progetto che intanto erano pervenute numerose nel settembre precedente, invitando le imprese ad apportare le necessarie integrazioni sia rispetto alla modulistica che rispetto alla documentazione richiesta.

La fase di istruttoria è stata svolta tra febbraio e marzo 2000, con l'assistenza della società Tecnopolis, inserita, in ATI con Finpuglia, nell'elenco delle società convenzionate con il Ministero del Bilancio, del Tesoro e della P.E..

L'istruttoria è stata condotta nel rispetto delle indicazioni riportate nel Comunicato del Ministero del Tesoro del 29 luglio 1998, valutando precisamente i seguenti aspetti:

  1. corretto inquadramento programmatico del Patto Territoriale, come tale intendendosi la coerenza complessiva del Patto stesso e delle singole iniziative in esso contenute con le linee ed i metodi, anche finanziari, di attuazione della programmazione regionale;
  2. validità ed efficacia delle singole iniziative contenute nel Patto Territoriale in relazione agli obiettivi di sviluppo locale stabiliti dai promotori, anche in termini di incremento complessivo dell’occupazione;
  3. coerenza ed integrazione, sia sul piano funzionale che su quello temporale, tra le diverse iniziative contenute nel Patto Territoriale;
  4. fattibilità giuridica ed amministrativa del Patto Territoriale, anche attraverso l’inventario di tutti gli atti e le procedure occorrenti ai fini dell’avvio, della realizzazione e della fruizione delle singole iniziative;
  5. completezza, concretezza e coerenza dell’insieme degli impegni ed obblighi di ciascuno dei soggetti chiamati a sottoscrivere il Patto Territoriale una volta approvato;
  6. compatibilità del Patto territoriale con lo sviluppo ecosostenibile, in termini sia di salvaguardia che di valorizzazione delle risorse ambientali.

I progetti imprenditoriali proposti per essere inseriti nel patto territoriale sono stati 129 e su questi si è svolta l'analisi di ammissibilità e si è provveduto ad applicare la griglia di indicatori stabilita dai promotori e riportata nel bando. Le iniziative risultate ammissibili e complete della documentazione necessaria per la valutazione della fattibilità tecnica, economica e finanziaria, sono state inserite nella graduatoria.

L'applicazione dei criteri di selezione ha consentito di definire una lista delle iniziative secondo un ordine di preferenza come disposto al punto 1.10 del comunicato del Ministero del Bilancio del 29-7-98.

In un successivo paragrafo viene dettagliato l'insieme degli indicatori utilizzati dai promotori per la valutazione delle iniziative imprenditoriali e per la costituzione dell'ordine di preferenza delle iniziative proposte.

Le iniziative imprenditoriali utilmente collocate in graduatoria in base alle risorse diponibili, incrementate sino ad un massimo del 20% come stabilito al punto 1.10 dello stesso comunicato ministeriale del 29-7-98, sono state inviate per la successiva fase di istruttoria bancaria, unitamente alla richiesta di istruttoria da parte del legale rappresentante del soggetto delegato dai promotori unitamente a tutta documentazione indicata al punto 2.1 del già citato comunicato del Ministero del Tesoro del 29-7-98.

La seguente Tabella 1.1 riassume gli investimenti totali, agevolabili e i relativi oneri per lo Stato secondo l'ordine di preferenza in precedenza descritto.

 

 

Tabella 1.1

INIZIATIVE PRODUTTIVE

Ordine di

preferenza

Tipologia

Investimento totale

(Milioni di lire)

Investimento agevolabile

(Milioni di lire)

Onere per lo Stato

(Milioni di lire)

1

3

964

964

356

2

3

291

291

115

3

1

2.447

2447

783

4

1

403

403

141

5

1

751

751

337

6

3

125

125

61

7

1

483

483

169

8

1

735

735

257

9

3

521

521

255

10

3

152

152

68

11

3

2.159

2159

1165

12

1

286

286

100

13

1

998

998

740

14

1

0

657

299

15

1

2.466

2466

1205

16

1

283

283

126

17

1

1.180

1180

750

18

1

373

373

177

19

1

657

657

281

20

1

3.000

2500

1500

21

1

2.329

2329

1048

22

1

2.499

2499

1193

23

1

2.497

2497

1409

24

3

635

635

317

25

1

908

908

306

26

3

936

936

421

27

1

2.490

2490

1245

28

1

844

844

380

29

3

110

110

55

30

3

362

362

181

31

1

561

561

280

32

3

409

409

257

33

3

387

387

174

34

1

894

894

402

35

3

613

613

270

36

3

552

552

303

37

3

353

352,98504

176,49252

38

1

1.455

1455

655

39

1

2.490

2490

1245

40

3

159

159

71

41

3

156

156

85

42

3

348

348

226

43

1

2.474

2474

1237

44

1

795

795

596

45

3

352

348

157

46

1

2.459

2459,2

1229

47

3

280

280

130

48

1

1.627

1627

650

49

1

2.487

2487

1243

50

1

2.488

2488

1244

51

3

138

138

80

52

1

1.262

1262

631

53

1

560

560

364

54

3

563

563

327

55

3

118

118

65

56

1

2.495

2495

1123

57

1

698

698

348

58

1

2.771

2496

1498

59

3

283

283

169

60

3

440

440

146

61

3

118

118

77

62

3

187

187

72

63

1

2.497

2497

1323

64

3

295

295

133

65

3

308

308

194

66

3

276

276

179

67

2

250

250

125

68

1

2.498

2498

1074

69

3

363

363

186

70

3

158

158

99

71

3

414

414

269

72

3

2.484

2484

1366

73

3

456

456

228

74

1

615

615

338

75

1

978

978

488

76

1

2.498

2498

1124

77

3

210

210

105

78

3

271

271

176

79

1

2.470

2470

1852

80

4

4.191

4191

1886

81

1

992

992

677

82

3

980

980

735

83

3

544

544

323

84

3

632

632

363

85

3

710

710

408

TOTALE

87.946

87.824

44.621

 

 

In appendice è riportato un elenco più dettagliato delle iniziative che hanno superato l'istruttoria tecnico amministrativa e sono state inserite nella apposita graduatoria secondo la lista di preferenze espressa dagli indicatori fissati per la valutazione dei progetti.

Come si evince dalla tabella precedente, la distribuzione dei progetti per settore di intervento è riportata nella seguente tabella:

Settore di intervento

Codice

N.ro imprese ammesse

Interventi destinati al miglioramento delle condizioni di trasformazione e di commercializzazione

1

42

Aiuti a favore della pubblicità dei prodotti agricoli

2

1

Investimenti strutturali nella produzione primaria

3

41

Infrastrutture di supporto e trasformazione per la pesca

4

1

La quasi totalità delle iniziative ha riguardato, pertanto, nella stessa proporzione iniziative strutturali nel primario ed iniziative di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.

La distribuzione dei contributi richiesti per le due principali classi di intervento è la seguente:

Settore di intervento

Codice

Contributi (ML) imprese ammesse

Inteventi destinati al miglioramento delle condizioni di trasformazione e di commercializzazione

1

32.067

Investimenti strutturali nella produzione primaria

3

10.543

Come ci si poteva aspettare, i contributi richiesti a fronte di interventi nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli sono circa tre volte superiori a quelli richiesti per gli interventi strutturali nella produzione primaria. Questo è anche dovuto ai maggiori investimenti necessari per l'avvio di attività di tipo industriale rispetto a quelli di miglioramento fondiario. Inoltre, per quest'ultima classe di interventi era escluso nel bando la possibilità di acquisire i terreni.

 

 

 

 

 

 

 

 

L'ammontare dei contributi richiesti per il patto territoriale specializzato non può essere superiore a 50 miliardi di lire, secondo quanto disposto dalla delibera CIPE del 9 giugno 99 e riconfermato dalla delibera CIPE del 15 febbraio 2000, per i patti con un territorio di riferimento inferiore a 140.000 ettari di SAU, come è appunto il caso del Patto Polis.

In totale, delle 129 richieste pervenute, 116 sono state ammesse alla graduatoria avendo superato l'istruttoria tecnico-amministrativa. La completezza della documentazione, l'ammissibilità del proponente e delle attività previste, la congruità rispetto alle finalità del patto sono stati gli elementi discriminanti nella selezione delle iniziative.

Di tutte le iniziative imprenditoriali ammesse alla graduatoria, solo 85 si sono collocate in posizione utile rispetto al limite di 60 miliardi di lire di contributo massimo (oneri per infrastrutture comprese) da inoltrare alla società convenzionata per la successiva per l'istruttoria bancaria.

La successiva Tabella 1.2, riporta l'elenco degli interventi proposti in ordine di preferenza per le infrastrutture funzionali alle iniziative imprenditoriali proposte dagli Enti pubblici promotori del Patto Territoriale Polis Specializzato per l'Agricoltura.

 

 

Tabella 1.2

INTERVENTI INFRASTRUTTURALI

N.

Proponente
Progetto

Infrastrutture

Descrizione progetto
infrastrutture

Investimento totale

(Milioni di lire)

Investimento
agevolabile

(Milioni di lire)

Onere per lo Stato

(Milioni di lire)

1

COMUNE DI RUTIGLIANO

CENTRO SVILUPPO AGROALIMENTARE

5.200

5.200

2.000

2

COMUNE DI MONOPOLI

PROGETTO DEFINITIVO RELATIVO AL POTENZIAMENTO DEL SISTEMA INFRASTRUTTURALE VIARIO, MEDIANTE REALIZZAZIONE DI VIABILITA' INTERNA ED ANNESSA SISTEMAZIONE A PARGHEGGI, DI AREE LIMITROFE

4.726

4.726

2.000

3

COMUNE DI CASTELLANA

ACQUEDOTTO RURALE DEL COMPRENSORIO SUD DI CASTELLANA GROTTE

3.500

3.500

1.250

4

COMUNE DI S.MICHELE

RISTRUTTURAZIONE E COMPLETAMENTO MERCATO ORTOFRUTTICOLO ALL'INGROSSO

300

300

300

5

COMUNE DI POLIGNANO A MARE

PROGETTO P.O.P PER SISTEMAZIONE STRADE COMUNALI RURALI EXTRAURBANE

1.250

1.250

1.250

6

COMUNE DI PUTIGNANO

OPERE DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA E SISTEMAZIONE DELLE STRADE COMUNALI ESTERNE

1.200

1.200

1.200

7

COMUNE DI CONVERSANO

AMMODERNAMENTO RETE VIARIA RURALE

1.998

1.998

1.500

8

COMUNE DI NOCI

LAVORI DI AMMODERNAMENTO DI STRADE RURALI

980

980

640

9

COMUNE DI ALBEROBELLO

SISTEMAZIONE DELLA VIABILITA' RURALE

1.430

1.430

1.250

10

COMUNE DI LOCOROTONDO

COSTRUZIONE POZZI ARTESIANI E ACQUEDOTTI RURALI

900

900

900

11

COMUNE DI NOCI

UTILIZZO ACQUE DI FALDA E RECUPERO AREE DISMESSE

630

630

410

12

COMUNE DI TURI

LAVORI DI SISTEMAZIONE STRADE RURALI

998

998

998

13

COMUNE DI MOLA

AMMODERNAMENTO DELLA RETE VIARIA RURALE

1.387

1.387

1.250

TOTALE

24.499

24.499

14.948

 

 

2. CORRETTO INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO

2.1. Descrizione sintetica della situazione di riferimento: l'agricoltura del territorio del Patto POLIS

L’agricoltura del territorio interessato dal Patto POLIS, mostra performance del settore agricolo di grande interesse.

Pur confermando il ruolo sostenuto da ciascun comparto nel tessuto economico dell'area del Patto, i cui comuni interessati sono Alberobello, Conversano, Castellana Grotte, Locorotondo, Mola di Bari, Monopoli, Noci, Polignano a Mare, Putignano, Rutigliano, Sammichele di Bari, Turi, il territorio in esame ha bisogno di una politica agricola più attenta allo sviluppo attraverso misure verticali indirizzate ai comparti produttivi tradizionali (viticoltura, olivicoltura, ortofrutticoltura).

La concentrazione delle produzioni tipiche è abbastanza elevata ma si ha difficoltà a proporsi adeguatamente sul mercato per la dimensione estremamente ridotta e parcellizzata delle strutture. E' necessario puntare sugli investimenti sulle colture protette, per le quali il patto potrebbe fungere da sostegno e promozione, qualificando la produzione per superare la concorrenza sui costi di produzione rispetto agli altri paesi mediterranei. Salvaguardare le biodiversità e l'occupazione si pone come un obiettivo inderogabile per il territorio del Sud-Est barese e si può perseguire limitando o coordinando l'acceso alle risorse del Patto, evitando che una o poche iniziative possano assorbirle tutte, vanificando le premesse politiche poste alla base del patto stesso. Si deve operare per la valorizzazione dei prodotti e la loro commercializzazione, specie per quelli più a rischio (ciliegio, mandorlo, olio, ecc.).

Pur se non ci sono margini per grossi interventi strutturali e infrastrutturali da effettuarsi con le limitate risorse rese disponibili dai patti, si possono promuovere piccoli interventi mirati nel settore dell'agro-industria e della promozione e valorizzazione delle produzioni, in modo da ottenere elevati margini di miglioramento del settore. E' importante che la concertazione tra le forze sociali ed imprenditoriali dell'area del Patto POLIS sposi le recenti indicazioni della programmazione regionale in materia di agricoltura, per garantire un equilibrato sviluppo del territorio nel quadro regionale.

Le OO.SS. dal canto loro ritengono che si debba concentrare l'attenzione su quattro punti:

  1. Mercato del lavoro nel settore, dove c'è grande frammentazione e sacche di lavoro irregolare, che devono trovare nel patto la opportunità di emersione e di regolarizzazione, riducendo il lavoro illegale e migliorando la competitività dei prodotti agricoli;
  2. Nuova occupazione: gli effetti del patto territoriale specializzato per l'agricoltura devono potersi constatare attraverso lo sviluppo dell'occupazione e soprattutto di quella giovanile in agricoltura. Il soggetto responsabile del patto deve portare particolare attenzione al rispetto dei livelli occupazionali previsti e dichiarati nei progetti imprenditoriali;
  3. Gli operatori agricoli (imprenditori, aziende, ..) devono proporre progetti di investimento che garantiscano una ricaduta positiva in termini di redditività degli investimenti per ottenere i risultati di sviluppo locale da tutti attesi nell'ambito del patto. Inoltre, le infrastrutture da sviluppare da parte delle amministrazioni pubbliche, dovrebbero essere orientate a favorire la commercializzazione, lo stoccaggio, la conservazione, ecc.;
  4. E' necessario puntare con alta priorità sulla valorizzazione dei prodotti tipici locali che mostrano elevato gradimento da parte dei mercati anche internazionale, e che garantiscono un buon reddito e mantengono inalterate le tradizioni agricole locali.

Il territorio agricolo del comprensorio del patto POLIS è caratterizzato da diverse tipologie di colture, che si differenziano per fasce territoriali spostandosi dalla costa verso l'entroterra.

In particolare, sulla costa si trovano impianti di colture protette, ortaggi in pieno campo e uliveti; spostandosi di qualche chilometro dalla costa verso l'interno si trovano, tra le colture prevalenti, quelle del mandorlo, del ciliegio e ancora l'ulivo; nella fascia di territorio più interna si trova ancora il ciliegio e il mandorlo, molto meno uliveto, che cede il posto a pascolo, bosco e prato. Il territorio è molto eterogeneo, ma è necessario conservare le peculiarità agricole delle diverse zone delle quali è composto.

In linea generale, le esigenze che si intravedono da parte degli operatori del settore per il territorio del Sud-Est barese sono riconducibili a:

 

 

 

2.2. Individuazione delle finalità generali del Patto e relazione con la programmazione regionale

La deliberazione CIPE dell'11 novembre 1998 indica che l'estensione al settore agricolo, della pesca e dell'acquacoltura degli strumenti di programmazione negoziata deve essere particolarmente finalizzata a:

Gli obiettivi già fissati in seno al partenariato nella concertazione per il Patto Territoriale POLIS sono di seguito riportati:

  1. Rilanciare l’occupazione affrontando con particolare determinazione i significativi fenomeni di disoccupazione giovanile.
  2. Qualificare e ampliare il tessuto della piccola e media impresa locale, che attualmente appare particolarmente fragile, innalzando gli standard produttivi, tecnologici, organizzativi e finanziari delle aziende.
  3. Implementare e qualificare l’offerta dei servizi alle imprese che attualmente risulta particolarmente carente.
  4. Valorizzare le potenzialità insite nella risorse natura, in particolare strutturando il ciclo dell’offerta turistica.
  5. Utilizzare pienamente gli investimenti già realizzati in strutture ed attrezzature turistiche. E’ necessario, infatti, assicurare qualificate modalità gestionali, la messa in rete delle stesse ed un’efficace strategia di marketing.
  6. Potenziare e valorizzare la filiera agroalimentare già esistente che in alcuni casi presenta ancora forti carenze di risorse imprenditoriali e manageriali.
  7. Migliorare la qualità della vita diffondendo e strutturando l’offerta di servizi alle persone e alle comunità locali, integrando l’azione dei gruppi di volontariato e dell’impresa no profit.
  8. Preservare l’ambiente naturale e urbano dai fattori inquinanti e valorizzare il patrimonio culturale e storico-artistico locale, attraverso attività significative in termini economici e occupazionali.
  9. Attivare interventi e strumenti per la difesa degli attuali livelli occupazionali, la lotta a tutte le forme di sfruttamento del lavoro e al lavoro nero, la crescita della attuale base occupazionale, la flessibilità nell’impiego del fattore lavoro all’interno di tutti i processi produttivi, con particolare riguardo ai settori innovativi.

Come si può notare l'obiettivo 6 è direttamente collegato all'agricoltura ponendo in evidenza uno degli obiettivi prioritari che consiste nella integrazione della filiera produzione, trasformazione, commercializzazione nel settore dell'agricoltura per l'area del patto. Questo obiettivo fu posto dai promotori alla base del Patto POLIS prima di avviare questa iniziativa di patto specializzato per l'Agricoltura.

Alla luce di quanto riportato in merito alle vocazioni produttive e ai fattori limitanti nel settore agricolo per l'area territoriale del Patto, gli obiettivi specifici che s'intendono perseguire per il patto specializzato POLIS per l'Agricoltura e la Pesca sono i seguenti:

  1. Promuovere l'innovazione produttiva e la valorizzazione dei prodotti agricoli, mirando al completamento delle filiere di produzione - trasformazione - commercializzazione, con:

  1. Valorizzare le produzioni locali tipiche attraverso: il miglioramento degli standard qualitativi dei prodotti e dell’efficienza dei processi produttivi, la riduzione dei costi di produzione;
  2. Stimolare l’attivazione di strategie di marketing per la valorizzazione dei prodotti agricoli e agro-industriali dell’area, specie delle produzioni tipiche, attraverso attività integrate di promozione e commercializzazione delle produzioni DOP e IGP e DOC e IGT.
  3. Favorire l’insediamento di nuove imprese agricole e il miglioramento di quelle gestite da agricoltori anche associati;
  4. Contribuire a ripristinare l’equilibrio tra produzione e capacità di mercato, al miglioramento dell’efficienza delle aziende agricole mediante il rafforzamento e la riorganizzazione delle loro strutture e la promozione di attività e servizi complementari;
  5. Contribuire allo sviluppo del tessuto sociale delle zone rurali, assicurando un equo tenore di vita per gli agricoltori, incrementando l’occupazione e la formazione, e riducendo il fenomeno del lavoro irregolare;
  6. Contribuire alla tutela dell’ambiente e alla conservazione dello spazio naturale, compresa la salvaguardia durevole delle risorse naturali in agricoltura;
  7. Promuovere ed attuare processi di innovazione nei sistemi integrati agricoli ed agro-industriali, al fine di mantenere un elevato grado di competitività sui mercati internazionali;
  8. Favorire processi di riconversione produttiva, di ammodernamento e di diversificazione economica nei sistemi locali agricoli e rurali a basso sviluppo, al fine di mantenere e/o accrescere il tessuto economico-produttivo locale, frenando i processi di esodo e di degrado ambientale tuttora in corso;
  9. Promuovere azioni orizzontali di sostegno dell'adattamento alla riforma della PAC da parte delle imprese agricole operanti nelle aree del patto.

 

2.3. compatibilità complessiva del Patto con lo sviluppo ecosostenibile

Particolare attenzione è stata riposta dai promotori del Patto Specializzato per l'Agricoltura e la Pesca nel promuovere, insieme allo sviluppo della imprenditoria, la tutela dell'ambiente e il risparmio energetico. Infatti, tra gli indicatori utilizzati per l'ammissione dei progetti di investimento al Patto Territoriale, i promotori hanno inserito anche l'indicatore ambientale riportatto alla sezione C2 della scheda tecnica.

Dalla analisi delle iniziative imprenditoriali utilmente inserite in graduatoria si evince che la maggior parte delle imprese ammesse al patto territoriale hanno indicato azioni mirate alla salvaguardia dell'ambiente e al risparmio energetico, compilando le relative parti della sezione C2 della scheda tecnica.

Il 94% degli imprenditori hanno indicato nella sezione C2 della scheda tecnica azioni rivolte alla tutela ambientale e al risparmio energetico (segnando almeno una delle scelte possibili). Il 30% degli imprenditori ha segnato almeno 5 delle azioni indicate nella sezione C2 della scheda tecnica, intendendo attuare entro l'entrata a regime del programma di investimento miglioramenti ambientali o energetici, ovvero adeguandosi alla certificazione ISO14001.

 

 

 

 

3. Validità ed efficacia delle singole iniziative in relazione agli obiettivi di sviluppo locale

 

3.1. Individuazione dei fabbisogni e degli obiettivi di intervento

I fabbisogni specifici di miglioramento e le direzioni specifiche di intervento sono riportati nel protocollo d'intesa e di seguito riassunti con riferimento alle peculiarità dell'area del patto.

L’area del patto si caratterizza per la presenza di un'agricoltura intensiva principalmente contraddistinta da:

Gli obiettivi del Patto sono coerenti con quelli indicati dal MIPA nella programmazione dei fondi strutturali 2000-2006, che si riferiscono alla:

  1. Innovazione dei sistemi integrati agricoli ed agro-industriali;
  2. Riconversione produttiva, ammodernamento o diversificazione economica dei sistemi locali agricoli;
  3. Azioni orizzontali a sostegno dell'adattamento della riforma della PAC.

Questi obiettivi costituiscono la strategia di base per far fare all'agricoltura del territorio del patto quel salto di qualità necessario per conquistare e far rimanere nel nostro territorio maggiori quote di valore aggiunto che ora prende altre destinazioni. E’ oggi acclarato che nel mercato globale gli interventi di innovazione sono gli unici che possono garantire la competitività delle aziende.

Le progettualità e le disponibilità ad investire degli imprenditori si possono raggruppare in tre fondamentali direttrici:

  1. L’ortofrutticoltura, dove sono preponderanti le idee di ampliamento della infrastrutturazione tecnica e logistica per la prima lavorazione e trasformazione dei prodotti. Contemporaneamente gli operatori intendono associare interventi volti alla professionalizzazione della fase della commercializzazione, oggi ancora troppo carente, con riguardo al mercato estero e della grande distribuzione;
  2. Interventi a monte della filiera olivicola, per la quale si necessitano investimenti in meccanizzazione, irrigazione e ammodernamento degli impianti per il miglioramento degli standard di qualità.
  3. Rafforzamento della filiera olivicola negli snodi della trasformazione e commercializzazione dell’olio, così come per l'olivicoltura da mesa. Ci sono, infatti, richieste di interventi sia per il miglioramento delle strutture produttive dei frantoi a favore della qualità, che nello studio di efficaci strumenti di commercializzazione.
  4. Valorizzazione dei prodotti caseari e delle carni prodotte attraverso un progetto di filiera: produttore-commercio-consumatore.
  5. Valorizzare e promuovere efficacemente i prodotti della vitivinicoltura, ottenendo per questi i livelli di redditività che si attendono in confronto alla qualità dei vini prodotti.

A completamento di questo quadro di prioritari ambiti di intervento si deve sottolineare la necessità di promuovere iniziative infrastrutturali per migliorare l'offerta di servizi pubblici o pubblico/privati per il settore agricolo. In particolare, oltre al supporto di consulenza e assistenza tecnica agli operatori del settore, è necessario promuovere lo sviluppo di iniziative di servizi comuni alle imprese come: centri di imbottigliamento, strutture per il trattamento post raccolta dell'uva da tavola e centri di orientamento alla commercializzazione onde ridurre l'intermediazione.

Per quanto riguarda le iniziative di carattere infrastrutturale sono da promuovere quelle tese al potenziamento e all'ammodernamento delle fonti idriche attraverso:

Come si può constatare dalla descrizione delle proposte progettuali sia private che pubbliche, molte di queste sono finalizzate alla realizzazione, all'adeguamento o alla estensione di sistemi di irrigazione, che, in effetti, rappresenta un problema di fondamentale importanza in tutte le aree del Mezzogiorno.

In relazione agli obiettivi di sviluppo locale definiti dai promotori del patto e riportati nel protocollo d'intesa, le iniziative proposte nel patto specializzato per l'agricoltura e la pesca mirano a migliorare la qualità dei prodotti e dei processi produttivi e a completare le filiere verticali con azioni mirate alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti tipici dell'area.

Non a caso i promotori hanno escluso tra le spese ammissibili l'acquisto del terreno per focalizzare gli interventi sul miglioramento della struttura produttiva piuttosto che sull'ampliamento della stessa.

Queste scelte di fondo per il patto territoriale Polis specializzato per l'agricoltura sono indirizzate a qualificare la produzione e ad aumentare il valore aggiunto che, come è noto, è concentrato nei segmenti di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e della pesca.

Considerando i risultati emersi dall'analisi di carattere socioeconomica e dalla concertazione sviluppata nell'ambito dell'area del Patto si evidenzia intanto, come in altre parti della provincia:

Il settore della pesca, pur essendo fortemente radicata nei comuni costieri, risente dalla crisi strutturale del settore e della carenza di strutture in grado di valorizzare adeguatamente le produzioni.

In particolare appare necessario cogliere le opportunità di questo patto specializzato per provvedere alla modernizzazione e al riorientamento delle imprese della pesca, allo sviluppo delle strutture a terra finalizzato a raggiungere parametri di assoluta efficienza nel processo di valorizzazione dei prodotti ittici, in linea con gli indirizzi delle politiche comunitarie di settore, mediante: Sviluppo di Infrastrutture di supporto e trasformazione e nuovi impianti e sperimentazioni in acquacoltura.

Lo scenario generale economico e politico crea contemporaneamente elementi di minaccia e opportunità per il settore agricolo di non poco conto. C’è bisogno, per essere competitivi, di maggiori investimenti per la riduzione dei costi di produzione e, soprattutto, per il miglioramento della qualità, per la creazione di nuovi prodotti più vicini alle esigenze del mercato, nonché di una nuova organizzazione della commercializzazione. Questi mutamenti trovano spesso impreparati la maggioranza degli operatori.

 

3.2. Quantificazione degli obiettivi di sviluppo locale

Il programma di sviluppo nei settori dell'agricoltura e della pesca ha impegnato notevolmente i promotori nell'indicare gli indirizzi più vantaggiosi ed efficaci per uno sviluppo equilibrato del territorio.

Il quadro economico del settore agricolo innanzi descritto, se da un lato fa risaltare il forte valore economico del settore nell’economia regionale, dall'altro pone inderogabili esigenze di ammodernamento e d'innovazione delle imprese agricole e della pesca al fine di aumentare la competitività a livello nazionale ed internazionale.

E' necessario:

Il Patto POLIS, copre un territorio dalle notevoli potenzialità di sviluppo non solo per l'agricoltura e la pesca, ma anche per il settore agroindustriale. Tali potenzialità concorrono all'integrazione (ed allo sviluppo) di altri settori produttivi e dei servizi collegati.

Lo sviluppo di occupazione qualificata, accompagnata da opportune misure di formazione, soprattutto rivolte ai giovani agricoltori, rappresenta un'esigenza trasversale del settore e costituisce elemento di particolare rilevanza nelle le politiche di sviluppo agricolo locale.

 

 

3.3. Descrizione delle linee di intervento previste e presumibili impatti sul conseguimento degli obiettivi

Come risulta dalla analisi delle proposte imprenditoriali ed infrastrutturali proposte al patto specializzato per l'agricoltura e la pesca, la maggior parte delle iniziative, oltre il 50% degli investimenti, sono indirizzati al settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti. Questo indirizzo, peraltro atteso per completare le filiere produttive e avvantaggiarsi del valore aggiunto dalle attività di trasformazione, avrà sicuramente un impatto di rilevante importanza per l'economia del territorio.

Se da un lato la presenza di progetti di investimento nel settore primario mira a garantire miglioramenti nei prodotti e processi della produzione, dall'altro lato, lo sviluppo di iniziative orientate a potenziare il segmento della trasformazione e della commercializzazione assicura una ricaduta economia di rilevante importanza per il settore.

La direzione delle linee di intervento, già indicate in seno al Protocollo d'Intesa, trova conferma nelle proposte di investimento ed infrastrutturali avanzate. In particolare, si possono enucleare alcuni cardini fondamentali attorno ai quali so raggruppano cluster di progetti:

 

 

 

3.4. Individuazione e selezione delle iniziative

Per la selezione dei progetti di investimento delle imprese da includere nel Patto Territoriale è stato pubblicato un bando (riportato in allegato) con l'invito agli imprenditori ad aderire con proprie iniziative di investimento al Patto Territoriale.

Nel medesimo bando sono stati riportati i criteri adottati dai Promotori per la selezione delle iniziative imprenditoriali e la formulazione della graduatoria di merito che costituisce l'ordine di priorità degli interventi secondo quanto stabilito dalla comunicazione del Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica del 29.7.98.

I criteri adottati dai Promotori sono ispirati a valutare l'efficacia ed efficienza della singola iniziativa imprenditoriale sia sotto il profilo produttivo ed occupazionale, sia sotto l'aspetto di ecocompatibilità.

Le iniziative istruite positivamente, saranno oggetto di apposita graduatoria, formulata sulla base dei punteggi attributi ai seguenti indicatori:

  1. Rapporto tra il capitale proprio immesso nell'iniziativa e l'investimento complessivo.
  2. Ai fini del calcolo del presente indicatore, il capitale proprio da investire nell’iniziativa non può essere superiore alla differenza tra il totale dell’investimento e l’agevolazione richiesta (riportati in D7 della Scheda Tecnica);

  3. Rapporto tra il numero di occupati attivati dall'iniziativa e l'investimento complessivo dell’investimento.
  4. Per occupati attivati dall’iniziativa si intende la differenza tra gli occupati medi annui a regime e gli occupati medi annui relativi all’anno precedente la presentazione della domanda;

  5. Rapporto tra il totale degli immobilizzi agevolabili e l'agevolazione richiesta per il programma di investimento (riportati in D7 della Scheda Tecnica);
  6.  

  7. Composizione societaria.
  8. E’ attribuito un punteggio pari a 10 alle iniziative presentate da: Cooperative, associazioni dei produttori, costituite in misura non inferiore al 51% da produttori agricoli singoli o associati; Società di capitali le cui quote di partecipazione spettino, in misura non inferiore al 51%, a produttori agricoli a titolo principale e/o coltivatori diretti singoli o associati; Società di persone costituite in misura non inferiore al 51% da produttori agricoli a titolo principale e coltivatori diretti singoli e/o associatii. Per le iniziative non presentate dalle tipologie precedentemente descritte verrà attribuito un punteggio pari a 9;

  9. Indicatore ambientale.
  10. E’ attribuito un punteggio fino a punti 10 ai progetti che prevedono interventi per una organica politica della qualità ambientale dell’impresa e per il riciclo dei sottoprodotti o residui di lavorazione nonché l’eliminazione o la depurazione dei rifiuti. Il punteggio sarà attribuito a seconda delle informazioni tecniche ed economiche che l’impresa fornirà esplicitamente nella Scheda tecnica allegata al modulo di domanda;

  11. Produzioni da agricoltura biologica.

Saranno attribuiti punti 10 ai progetti che prevedono investimenti che prevedono in modo significativo l’impiego di materie prime provenienti da agricoltura biologica ai sensi del Reg. CEE 2092/91. Per le altre iniziative verranno attribuiti 9 punti);

Il punteggio è ottenuto calcolando i valori degli indicatori normalizzati relativi agli indicatori 1, 2, 3,4,5 e 6 suddetti mediante la seguente formula:

Ini = (Ii - M) / D

Dove: Ini= valore normalizzato per l'iniziativa n dell'indicatore i (i=1,2,3,4,5,6)

Ii = valore da normalizzare del singolo indicatore

M = media degli n valori da normalizzare (pari a quelli delle iniziative)

D = deviazione standard.

 

La somma algebrica degli indicatori normalizzati fornirà il punteggio finale ottenuto dall'iniziativa e determinerà la posizione della stessa nella graduatoria che conterrà i progetti di investimento da proporre al finanziamento.

La seguente tabella mostra la distribuzione delle 116 iniziative imprenditoriali ammesse in graduatoria rispetto alle 129 iniziative imprenditoriali in totale proposte, con riferimento a ciascuno degli interventi ammissibili dal decreto interministeriale del 1 dicembre 1999, con riferimento ai settori previsti nel bando.

 

 

PROGETTI PERVENUTI PER TIPOLOGIA DI INTERVENTO PRESENTATI

TIPOLOGIA

N. INIZ.

MEZZI PROPRI

AGEV. RICH.

NUOV. OCC

INV. TOTALE

INTERVENTO

1

47

41%

30.187

72%

36.229

63%

754

79%

69.672

66%

INTERVENTO

2

2

2%

250

1%

425

1%

15

2%

650

1%

INTERVENTO

3

65

56%

9.772

23%

16.624

29%

167

18%

27.765

26%

INTERVENTO

4

2

2%

1.825

4%

4.156

7%

17

2%

7.291

7%

INTERVENTO

5

-

0%

-

0%

-

0%

-

0%

-

0%

TOTALE

116

100%

42.034

100%

57.434

100%

953

100%

105.378

100%

Dove gli interventi previsti nel bando di invito agli imprenditori a presentare proposte di progetti di investimento sono i seguenti:

 

  1. Interventi destinati al miglioramento delle condizioni di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti agricoli
  2. Aiuti a favore della pubblicità dei prodotti agricoli
  3. Investimenti strutturali nella produzione primaria
  4. Infrastrutture di supporto e trasformazione per la pesca
  5. Nuovi impianti e sperimentazioni in acquacoltura

Come si evince dalla tabella le iniziative sono concentrate quasi totalmente sugli interventi di cui ai numeri 1 e 3 relativi alle attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e agli investimenti strutturali nella produzione primaria.

I mezzi propri previsti dalle imprese per la realizzazione dei programmi di investimento sono per il 72% concentrati sugli interventi di carattere agroindustriale.

Le agevolazioni richieste saranno assorbite per il 63% da attività di trasformazione e commercializzazione e solo per il 29% da investimenti nella produzione agricola. Questo dato è la conferma della convinzione degli imprenditori che il maggior valore aggiunto può essere ottenuto concludendo localmente la filiera produttiva riportando in loco le attività di trasformazione e commercializzazione. Questa considerazione, peraltro già sottolineata dai promotori come elemento essenziale dello sviluppo economico locale, ha trovato conferma nelle volontà di investimento delle imprese.

La nuova occupazione prevista a regime nelle percentuali riportate nella tabella riporta le difficoltà di sviluppo nel settore primario rispetto a quelle del settore della trasformazione. Difatti il dato percentuale di nuova occupazione non segue linearmente il dato percentuale di agevolazione richiesta, aumentando per le attività agro-industriali rispetto a quelle del primario.

Gli investimenti complessivi superano i 100 miliardi di lire e si distribuiscono in percentuali analoghe a quelle delle agevolazioni richieste.

Le 129 iniziative proposte prevedevano investimenti per 113.604 MLD e richiedevano un'agevolazione di 61.765 MLD.

Si tratta senza dubbio di un ambito territoriale nel quale gli imprenditori hanno manifestato l'interesse a investire nel settore dell'agricoltura e della pesca. Il volume delle agevolazioni richieste superiore ai 50MLD disponibili, lascia trasparire il fatto che questo patto specializzato, in questa specifica area, avrebbe potuto assumere dimensioni prossime a quelle di un patto non specializzato, soprattutto aggiungendo alle agevolazioni richieste, le iniziative infrastrutturali che sono state proposte dalle amministrazioni.

Delle 116 iniziative che hanno superato la fase di istruttoria tecnica, seppure non perfettamente e completamente corredate dalla tutta la documentazione richiesta nel bando, solo 85 hanno assunto una posizione nella graduatoria dell'ordine di preferenza tale da consentirne il successivo inoltro all'istituto bancario convenzionato con il Ministero che i promotori hanno prescelto per l'istruttoria bancaria.

La tabella seguente mostra la distribuzione per tipologia e dimensione di intervento dei mezzi propri da investire, delle agevolazioni richieste, dell'occupazione prevista a regime e dell'investimento totale, per le 85 iniziative imprenditoriali che si sono collocate in graduatoria in posizione utile per passare alla successiva fase di istruttoria bancaria insieme ai progetti infrastrutturali. La somma dei contributi richiesti, infatti, dai progetti delle imprese riportati nella seguente tabella e dai progetti infrastrutturali, compone il pacchetto progettuale di 60 miliardi di lire di contributo richiesto.

 

 

AMMESSE E TRASMESSE ALL'ISTRUTTORIA PER TIPOLOGIA DI INTERVENTO PRESENTATI

TIPOLOGIA

N. INIZIATIVE

MEZZI PROPRI

AGEV. RICHIESTA

NUOV. OCC

INV. TOTALE

INTERVENTO

1

42

49%

28.943

78%

32.067

72%

714

82%

63.693

72%

INTERVENTO

2

1

1%

150

0%

125

0%

1

0%

250

0%

INTERVENTO

3

41

48%

7.043

19%

10.543

24%

141

16%

19.812

23%

INTERVENTO

4

1

1%

838

2%

1.886

4%

11

1%

4.191

5%

INTERVENTO

5

-

0%

-

0%

-

0%

-

0%

-

0%

TOTALE

85

100%

36.975

100%

44.621

100%

867

100%

87.946

100%

Come si evince dalla tabella, gli 85 progetti imprenditoriali ammissibili ed utilmente posizionati in graduatoria prevedono un totale di investimenti di circa 88 MLD di cui circa 45 MLD a carico dello Stato, con un contributo di capitali privati pari a 37 MLD e con la creazione di nuova occupazione per 867 nuove unità nel periodo '99-2002.

Oltre il 70% dei mezzi propri, della agevolazione richiesta e dell'investimento totale sono associati a proposte di programmi di investimento nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e della pesca (settore di intervento 1).

Le iniziative selezionate dalla graduatoria da avviare alla successiva istruttoria bancaria prevedono un finanziamento a valere sulle risorse destinate dal CIPE non superiore al 20% del limite massimo di 50 MLD stabiliti dalla Delibera CIPE del 29.6.99. Il Patto Polis specializzato per l'Agricoltura e la Pesca presenta, pertanto, un richiesta complessiva di finanziamento pari a 44.621 MLD per le iniziative imprenditoriali e pari a 14.948 MLD per le infrastrutture, per un complessivo di 59.569 miliardi di lire.

I grafici che seguono consentono una più rapida interpretazione visiva dei dati sopra riportati.

 

 

 

 

La distribuzione degli investimenti totali, delle agevolazioni, dei capitali propri impegnati e della nuova occupazione attesa, con riferimento a ciascuno dei 12 Comuni del Patto è sinteticamente riassunta nella seguente tabella.

 

AMMESSE E TRASMESSE ALL'ISTRUTTORIA PER COMUNE

Comune unità produttiva

N. INIZIATIVE

MEZZI PROPRI

AGEV. RICHIESTA

NUOV. OCC

INV. TOTALE

ALBEROBELLO

4

5%

1.052

3%

1.826

4%

17

2%

3.063

3%

CASTELLANA

8

9%

3.355

9%

6.105

14%

103

12%

12.826

15%

CONVERSANO

9

11%

2.388

6%

4.108

9%

59

7%

7.029

8%

MOLA DI BARI

2

2%

1.188

3%

2.234

5%

16

2%

4.889

6%

MONOPOLI

17

20%

8.135

22%

7.806

17%

129

15%

15.666

18%

NOCI

4

5%

336

1%

399

1%

2

0%

852

1%

POLIGNANO

12

14%

7.601

21%

8.203

18%

349

40%

16.699

19%

PUTIGNANO

11

13%

1.165

3%

1.980

4%

26

3%

3.712

4%

RUTIGLIANO

10

12%

6.141

17%

6.557

15%

97

11%

12.714

14%

SAMMICHELE

2

2%

177

0%

281

1%

6

1%

458

1%

LOCOROTONDO

3

4%

3.167

9%

3.487

8%

43

5%

6.654

8%

TUTTI I COMUNI

1

1%

150

0%

125

0%

1

0%

250

0%

TURI

2

2%

2.118

6%

1.510

3%

21

2%

3.134

4%

TOTALE

85

100%

36.975

100%

44.621

100%

867

100%

87.946

100%

 

Come si osserva dalla tabella il numero di iniziative imprenditoriali percentualmente più alto si riscontra nei comuni di Castellana, Monopoli, Polignano, Putignano e Rutigliano, con percentuali variabili dal 10% al 20% massimo per le localizzazioni di Monopoli.

La percentuale dei mezzi propri da impegnare nei progetti di investimento raggiunge livelli compresi tra il 10% e il 22% del totale solo nei comuni di Monopoli, Polignano e Rutigliano.

Negli stessi comuni si osserva il massimo dell'agevolazione richiesta compresa tra il 10 e il 20 percento con l'aggiunta del Comune di Castellana.

Nei soli quattro comuni di Monopoli, Polignano, Rutigliano e Castellana si concentra oltre il 65% del totale dei contributi richiesti dalle imprese.

Nei seguenti grafici è possibile avere una più immediata lettura della situazione complessiva della progettualità delle imprese inserite nel patto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4. Coerenza e integrazione tra le diverse iniziative e validità complessiva del Patto

 

L'analisi dei progetti imprenditoriali presentati al Patto Polis Specializzato per l'Agricoltura e la Pesca risultano in linea con il quadro del settore tracciato dai promotori nel protocollo di intesa e risulta, inoltre, in linea con le finalità di sviluppo del territorio che i promotori hanno programmato durante la fase di concertazione e hanno definite sempre nel protocollo di intesa.

Le vocazioni specifiche nell'ambito del territorio e dei comuni a maggiore vocazione agricola trovano conferma e si rafforzano nelle iniziative proposte dagli imprenditori.

L'analisi del sistema produttivo dell'agricoltura esistente e delle potenzialità insite nell'offerta per le diverse aree geografiche del territorio del Patto già condotta nel protocollo di intesa si ritrova confermata in termini sia di ampliamento che di nuove iniziative tese a rafforzare la competitività dell'agricoltura del comprensorio aumentando il valore aggiunto riveniente dalla trasformazione e commercializzazione dei prodotti.

La connessione esistente tra la maggior parte delle proposte imprenditoriali e le iniziative infrastrutturali avanzate dalle amministrazioni comunali getta i presupposti di una buona riuscita del progetto integrato del patto territoriale e fa intravedere buone opportunità di crescita del settore e dell'occupazione soprattutto giovanile.

La coerenza di ciascuna iniziativa proposta con gli obiettivi del Patto è stata valutata caso per caso verificandone l'efficacia rispetto al sistema agricolo locale.

Non a caso gli stessi imprenditori agricoli e della pesca hanno proposto investimenti orientati a rafforzare il settore soprattutto in aree ove la domanda è in fase di crescita in quanto si tratta di produzioni tipiche ad alta competitività sui mercati nazionali ed internazionali.

La numerosità delle iniziative proposte dimostra, tra l'altro, una capacità imprenditoriale ed un livello di maturità nella cultura dell'impresa agricola del tutto inattesa per un settore che risente fortemente delle tradizioni produttive e costituiscono il carattere di essenzialità della proposta del Patto Specializzato per l'Agricoltura e la Pesca di POLIS.

La crescita occupazione prevista a fronte delle iniziative imprenditoriali di oltre 800 nuove unità e rappresenta un dato estremamente significativo per un'area, come quella del Patto, afflitta da livelli di disoccupazione eccessivamente alti e da problemi di spopolamento delle aree rurali.

Il rapporto tra nuovi occupati ed investimenti previsti è circa di 1 occupato per 100 milioni, perfettamente nella media se si considera che la maggior parte degli investimenti riguarda il settore della trasformazione e quindi dell'agro-industria, assimilabile al settore del manifatturiero quanto ad intensità di capitali necessari per la produzione.

Questo rapporto sta ad indicare la particolare attenzione che gli imprenditori hanno dedicato a questo parametro altamente significativo per le prospettive di sviluppo economico ma soprattutto sociale di tutto il territorio del Patto.

 

5. Fattibilità giuridica e amministrativa del Patto

Massima attenzione è stata rivolta sia dai promotori che dagli imprenditori alla rapida cantierabilità di tutte le iniziative che si andavano a proporre all'interno del patto.

Il richiamo costante alla verifica puntuale, progetto per progetto, di tutti gli adempimenti necessari per l'avvio e la realizzazione dei progetti di investimento, ha consentito in questa fase finale di poter contare su iniziative per le quali gli atti e le autorizzazioni amministrative non ancora prodotte sono limitate a quelle per le quali gli stessi Uffici Tecnici dei Comuni garantiscono la coerenza dei tempi del rilascio con i tempi di avvio e realizzazione delle iniziative proposte.

Il contatto costante delle imprese con le amministrazioni comunali e la particolare disponibilità di queste ultime ha permesso di configurare un insieme di progetti la cui fattibilità giuridica ed amministrativa è coerente con i tempi di sviluppo previsti nei Patti territoriale e limitata a soli 48 mesi.

La sottoscrizione del protocollo amministrativo già attivo nell'area del Patto, conferma, inoltre, gli impegni delle amministrazioni ad avviare modalità comuni di accelerazione della struttura amministrativa in relazione alle esigenze che emergeranno nel corso dello sviluppo del programma del patto.

Gli imprenditori hanno preferito, nella grande maggioranza dei casi, proporre programmi di miglioramento fondiario e localizzare le iniziative di trasformazione in aree già destinate a questo tipo di attività ovvero nelle quali nulla ostasse l'insediamento proposto.

Dal canto loro le amministrazioni, nel proporre progetti infrastrutturali, hanno puntato sull'ampliamneto e il miglioramento di opere destinate a sostenere lo sviluppo integrato del territorio rurale.

 

6. Completezza, concretezza e coerenza dell'insieme degli impegni dei soggetti coinvolti

Il quadro delle Amministrazioni e degli Enti che hanno sottoscritto il Patto raccoglie in pratica tutti gli enti con poteri di controllo e di autorizzazione che, rispetto alle iniziative imprenditoriali avanzate nel Patto POLIS Specializzato per l'Agricoltura e la Pesca, saranno chiamati a diverso titolo a predisporre gli atti amministrativi e le autorizzazioni necessarie per l'avvio e la realizzazione delle iniziative previste.

Questa condizione dà forti garanzie in merito alla rapida cantierabilità di ciascuna iniziativa ammessa al Patto e al raggiungimento complessivo degli obiettivi che i Sottoscrittori si sono dati per lo sviluppo locale nel settore agricolo.

La completezza delle singole schede di iniziative imprenditoriali e infrastrutturali sia sotto il profilo tecnico sia sotto quello amministrativo consente di avviare gli ulteriori accertamenti di carattere economico-finanziario e di integrare la documentazione prodotta, laddove necessario, per offrire maggiori garanzie di concreta praticabilità tecnica, economica e finanziaria delle iniziative.

La concretezza delle iniziative imprenditoriali assicura il raggiungimento di migliori condizioni della struttura economica e produttiva del settore agricolo sia in termini di potenziamento dell'attuale sistema sia in termini di diversificazione mirante ad incamerare la maggior parte del valore aggiunto riveniente dalla chiusura in locale della filiera.

Le iniziative infrastrutturali puntualizzano un'azione diretta a sostenere, soprattutto con le necessarie opere di miglioramento della viabilità rurale, le nuove iniziative imprenditoriali, concentrandosi in aree a maggiore concentrazione produttiva.

Particolare attenzione è stata rivolta alla coerenza di ciascuna delle iniziative imprenditoriali proposte nel Patto con gli obiettivi di sviluppo fissati dalle forze sociali coinvolte e la coerenza complessiva di ciascuna di queste iniziative produttive tra esse nel territorio del Patto.

Le infrastrutture previste, inoltre, supportano in modo coerente le iniziative imprenditoriali andando a promuovere principalmente completamenti e/o ampliamenti di opere di sicuro e diretto impatto positivo con la crescita delle attività del settore agricolo.

Dalle schede tecniche analizzate non si rilevano ulteriori necessità negoziali con altre strutture territoriali competenti per concessione ed autorizzazione rispetto agli insediamenti produttivi e alle opere infrastrutturali previste nel Patto Specializzato POLIS per l'Agricoltura e la Pesca.