ASSISTENZA ALLA
PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA
CORSO
AGENTE DI SOSTEGNO ALLA
PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA
INDICE
1 LA DEFINIZIONE DELLA FIGURA PROFESSIONALE
*1.1 IL PROFILO PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO
*1.1.1 SCENARIO
*1.1.2 FABBISOGNI DI PROFESSIONALITA’
*1.1.3 INDIVIDUAZIONE DELLA FIGURA PROFESSIONALE
*1.2 COMPITI E COMPETENZE PROFESSIONALI
*1.3 DALLE COMPETENZE PROFESSIONALI AGLI OBIETTIVI FORMATIVI
*2 LA PROGETTAZIONE DIDATTICA
*2.1 DIMENSIONAMENTO DELLE COMPONENTI DEL PERCORSO FORMATIVO
*2.2 STRUTTURA DEL PROGETTO DIDATTICO
*2.2.1 NOTE METODOLOGICHE
*2.3 GRUPPO DEI FORMATORI
*2.3.1 FORMATORI CON FUNZIONI DI RACCORDO
*2.3.2 FORMATORI CON FUNZIONI DI DOCENZA
*2.4 LA SELEZIONE DEGLI ALLIEVI
*MODULI ED UNITA’ DIDATTICHE
*3 IL PROCESSO DI VALUTAZIONE
*3.1 LA VALUTAZIONE DELL’INTERVENTO FORMATIVO
*
LA DEFINIZIONE DELLA FIGURA PROFESSIONALE
IL PROFILO PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO SCENARIO
Il primo asse strategico di sviluppo del Mezzogiorno gestito dal Ministero del Tesoro, Bilancio e Programmazione Economica riguarda la promozione di sistemi locali attraverso la cooperazione di imprese, enti locali, associazioni industriali e del lavoro, banche, fondazioni, per il conseguimento di due obiettivi:
1) realizzare investimenti produttivi, infrastrutturali e di servizio integrati;
2) concertare accordi contrattuali - di lavoro, creditizi, di fornitura - e relazioni fiduciarie che favoriscano lo sviluppo.
Il rilievo e le potenzialità di questo asse strategico derivano da diversi fattori tra i quali la forte cooperazione con le forze economiche, politiche e sociali delle zone di insediamento insieme alla affermazione delle capacità industriali e di servizio già presenti nel territorio.
L'attuazione dell'asse strategico sistemi locali può oggi avvalersi di tre strumenti di programmazione negoziata:
La programmazione negoziata: è la forma di concertazione e di regolazione concordata tra soggetti pubblici ai vari livelli istituzionali o tra uno o più soggetti pubblici competenti e le parti interessate all'attuazione di predefinite misure. Queste devono comprendere interventi diversi riferibili ad uno specifico obiettivo prioritario di sviluppo.
E' attuata attraverso una varietà di strumenti differenziati per soggetti coinvolti, obiettivi perseguiti, livelli istituzionali di controllo e di regolazione.
Contratto di programma
Il contratto di programma è uno strumento di grande potenza con cui l'Amministrazione centrale può promuovere, attraverso l'erogazione di capitali a fondo perduto, l'investimento diretto nel Mezzogiorno da parte di grandi imprese, di consorzi di medie e piccole imprese, di distretti industriali.
Patto Territoriale
Il Patto Territoriale è l’accordo, promosso da enti locali, parti sociali, o da altri soggetti pubblici o privati, relativo all’attuazione di un programma di interventi caratterizzato da specifici obiettivi di promozione dello sviluppo locale.
Contratto d'area
Il contratto d'area è lo strumento operativo, concordato tra amministrazioni, anche locali, rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro, nonché eventuali altri soggetti interessati, per la realizzazione delle azioni finalizzate ad accelerare lo sviluppo e la creazione di una nuova occupazione in territori circoscritti, nell’ambito delle aree di crisi, delle aree di sviluppo industriale e dei nuclei di industrializzazione situati nei territori di cui all’obiettivo 1 del Regolamento CEE n. 2052/88, nonché delle aree industrializzate, che presentino requisiti di più rapida attivazione di investimenti di disponibilità di aree attrezzate e di risorse private o derivanti da interventi normativi.
Entrambi questi strumenti mirano a realizzare un’azione coordinata da parte di gruppi di soggetti locali. Il Patto Territoriale pone l'enfasi sulla realizzazione di investimenti industriali e infrastrutturali fra loro integrati, mentre il Contratto d'Area si basa sull'accordo per condizioni particolari nei contratti di lavoro e di credito e nelle garanzie di sicurezza per aree interessate da gravi crisi occupazionali.
Intesa Istituzionale di Programma:
Già prevista dalla legge 142/90, è un accordo tra amministrazione centrale, regionale o delle provincie autonome con cui tali soggetti si impegnano a collaborare sulla base di una ricognizione programmatica delle risorse finanziarie disponibili, dei soggetti interessati e delle procedure amministrative occorrenti, per la realizzazione di un piano pluriennale di interventi d'interesse comune o funzionalmente collegati.
Definisce lo strumento di accordo tra i soggetti istituzionali a vari livelli territoriali, competenti ad intervenire in un determinato settore per definire l'impegno a collaborare mediante il cofinanziamento di una serie di azioni e di interventi, collegati funzionalmente ed inquadrati in un piano pluriennale, ancorchè non definiti globalmente in termini di fattibilità.
Accordo di programma quadro
E’ un accordo con enti locali ed altri soggetti pubblici e privati promosso da amministrazione centrale, regionale o delle provincie autonome, in attuazione di un'intesa istituzionale di programma per la definizione di un programma esecutivo di interventi di interesse comune o funzionalmente collegati.
La fase di avvio di questi strumenti è stata lunga e non priva di difficoltà legate alla negoziazione fra le parti sociali per convergere verso comuni obiettivi di sviluppo, alla insufficiente attenzione destinata alla valutazione dei programmi, al modo inadeguato con cui l'amministrazione centrale ha corrisposto alle necessità di questi nuovi strumenti di programmazione.
La diffusione degli strumenti della Programmazione Negoziata è quindi divenuta un fenomeno di grande rilievo e di fondamentale interesse per lo sviluppo sociale ed economico del territorio. Il ricorso sempre più ampio a questi strumenti di sostegno allo sviluppo locale che coinvolgono responsabilmente un largo partenariato trova sempre più riscontro sia negli orientamenti nazionali del Governo e delle Parti Sociali (riconfermata anche nel Patto Sociale del dicembre '98), sia nelle iniziative che sono sorte e si vanno moltiplicando nei sistemi locali.
Una breve descrizione della situazione relativamente solo ai patti territoriali permette di meglio comprendere la portata che questi strumenti hanno e sempre più avranno nel sostegno allo sviluppo locale.
I 12 Patti avviati con la "vecchia" procedura vedono avviate e finanziate già 111 iniziative imprenditoriali che corrispondono a circa il 50% delle agevolazioni. Solo le anticipazioni, mediamente pari al 30% dell'intero finanziamento, ammontano a circa 100 miliardi; altre 50 iniziative saranno finanziate a breve; 22 iniziative attendono il perfezionamento di alcuni atti; altre 101 iniziative sono dirittura finale dell'iter istruttorio.
10 sono i Patti per l'Occupazione approvati e sostenuti finanziariamente dalla UE in Italia.
24 Patti territoriali sono stati istruiti ed approvati a febbraio del '99, per i quali sono disponibili 1.514 miliardi non appena saranno stati nominati Soggetti Responsabili per l'attuazione dei programmi a livello locale.
Altri 7 Patti Territoriali nelle aree del Mezzogiorno sono stati recentemente approvati (giugno 99) dal Ministero.
In questo scenario articolato, in cui anche la Puglia ha mostrato grande capacità progettuale, ampio partenariato locale e determinata volontà all'investimento da parte del sistema delle imprese, emerge l'esigenza: sia di figure professionali di alto livello (che normalmente vengono assicurate dal mondo della consulenza e delle banche), sia di figure d'interfaccia tra enti locali, organismi centrali e sistema produttivo, sia, infine, di professionalità intermedie indispensabili per coprire gli aspetti operativi ed i processi di comunicazione tra i diversi attori della programmazione negoziata.
Tali esigenze sono stata avanzate anche in particolare da parte di Sindaci e Assessori in Puglia, per favorire lo sviluppo di nuovi Patti Territoriali e assicurare un'adeguata assistenza nella fase di attuazione di quelli che sono già avviati.
La Programmazione Negoziata ha una storia abbastanza recente in quanto a definizione della materia specifica degli interventi, della strumentazione e regolamentazione adottata che risale alla legge 104/95 che, tra l'altro individuava e definiva gli strumenti per una più efficace attuazione delle politiche di intervento nelle aree depresse. Il patto territoriale sancito dapprima nel decreto legge n.123 del 24.4.95, viene successivamente definito nell'art.8 della legge 341/95, avviando un processo che prosegue, con ancora scarsa determinazione e insufficiente assetto procedurale, e viene più recentemente consolidato con la legge 662/96 e con la delibera CIPE del 21.3.97.
Questo iter, in sé abbastanza veloce in relazione alla portata economica e sociale degli strumenti che andava a perfezionare, determinava alcuni fondamentali aspetti positivi nel nuovo approccio allo sviluppo del basso:
Non pochi, tuttavia, sono stati i problemi incontrati soprattutto nelle fasi iniziali di attuazione di questi strumenti, dovuti principalmente a:
Questa carenza di figure professionali ha sicuramente determinato un ritardo, per certi versi ancora recuperabile, nel ricorso a questi nuovi strumenti di promozione ed incentivazione dello sviluppo locale.
Diventa essenziale, pertanto, determinare le condizioni di crescita culturale, professionale e di competenze che consentano di procedere speditamente all'attuazione di questa strumentazione normativa, operando sulle risorse umane con interventi mirati di formazione finalizzata a creare i presupposti fissati dallo stesso mercato.
Il ricorso, spesso fatto dalle Amministrazioni Locali, a commercialisti o altre figure professionali di carattere tecnico-economico, si è rivelato spesso inconcludente e poco efficace.
L'esperienza ad oggi accumulata in diversi contesti territoriali nei quali alcuni patti territoriale, contratti d'area e contratti di programma sono stati avviati, fa ben sperare nella possibilità di far accrescere rapidamente la disponibilità di "materiale umano" adeguatamente preparato per sostenere questa nuova filosofia dello sviluppo locale.
La stessa Università di Bari ha positivamente contribuito, negli ultimi tempi, allo sviluppo di queste professionalità con lavori di tesi e di orientamento agli studi in giovani neolaureati che oggi offrono sul mercato competenze largamente richieste nei diversi ambiti territoriali della regione.
Mancano, tuttavia, figure intermedie di operatori professionalizzati in particolare nelle fasi di attuazione dei patti territoriali e dei contratti d'area, in quanto questi sono stati avviati solo di recente e non vi sono specifiche esperienze nella conduzione tecnico-amministrativa di questi strumenti.
Si tratta, quindi, di intervenire con specifici interventi formativi in ambiti ben definiti della strumentazione della programmazione negoziata, formando operatori di livello intermedio e con curricula differenziati in grado di sostenere il processo di sviluppo di uno strumento di programmazione negoziata nelle sue diverse e complesse fasi.
Questa linea di lavoro è, pertanto, finalizzata a supportare la crescita di queste figure intermedie, che attualmente sono esigue sul mercato del lavoro, cogliendo la pressante domanda che si è già determinata e che si andrà sempre più consolidando di professionalità in grado di:
L’intervento di formazione per "Agente di sostegno alla Programmazione Negoziata " risponde dunque alle richieste di professionalità del mercato lavorativo, in un settore in continua espansione.
L’analisi dello scenario normativo di riferimento, delle aree funzionali di attività non ancora adeguatamente coperte, dei fabbisogni di professionalità riscontrati nelle esperienze dei patti territoriali, dei contratti d'area e dei contratti di programma, ci permette di individuare le caratteristiche della figura professionale oggetto del nostro intervento formativo.
L'Agente di sostegno alla programmazione negoziata sarà un operatore specializzato in grado di gestire l’intero processo lavorativo, interagendo di volta in volta con i più alti livelli decisionali della compagine del partenariato e sostenendo nella progettualità le imprese impegnate a partecipare ai programmi di sviluppo. Si tratterà, pertanto, di un "generalista" sotto il profilo delle competenze specifiche ma esperto nel raccogliere tutti i contributi specialistici finalizzati a dare concretezza alla vicenda progettuale.
Il processo lavorativo in cui si inserirà è di tipo integrato. Parte dalla assistenza allo sviluppo di iniziative di patti territoriali, contratti d'area, contratti di programma, intese istituzionali di programma e accordi di programma quadro, agendo dall'interno della struttura di cui il partenariato locale normalmente si dota per attuare le varie fasi della procedura (come ad esempio la segreteria tecnica per i patti territoriali o i soggetti intermediari, in generale), e termina con il sostegno alle imprese nella formulazione delle schede tecniche e dei business plan.
Costituisce una professionalità intermedia, di supporto alle amministrazioni locali e alle imprese, in grado di svolgere attività di assistenza alla definizione degli obiettivi di sviluppo e dei protocolli di intesa, attività di supporto tecnico-amministrativo nella fase istruttoria delle iniziative imprenditoriali ed infrastrutturali, interfacciandosi efficacemente con le imprese per la predisposizione della documentazione dei progetti di investimento. In ultimo, ma forse più importante, rappresenta una figura essenziale nella fase di attuazione di un patto territoriale, di un contratto d'area e degli altri strumenti della programmazione negoziata in tutti gli adempimenti legati al monitoraggio dello stato d'avanzamento dei progetti, alle rendicontazioni e al relazionamento degli organi del soggetto di gestione del programma con il Ministero.
COMPITI E COMPETENZE PROFESSIONALI
I compiti di riferimento per la figura professionale in oggetto si collocheranno all’interno delle diverse fasi del processo lavorativo delineato nel paragrafo precedente, in alcuni passi con attività di tipo operativo, in altri con attività anche decisionali o di mediazione.
Schematizziamo in tre passi fondamentali il processo lavorativo di riferimento:
Per ognuna di queste fasi si possono identificare i compiti che l'"Agente di sostegno alla programmazione negoziata" sarà chiamato a svolgere.
Assistenza nelle procedure di attivazione di strumenti della programmazione negoziata
Assistenza nella predisposizione di progetti imprenditoriali ed infrastrutturali
Assistenza nella fase di gestione/attuazione di un programma integrato di interventi
Assistere il soggetto intermediario responsabile della gestione/attuazione del programma di interventi approvati in uno strumento di programmazione negoziata in tutti gli adempimenti previsti per il monitoraggio delle attività, per le rendicontazioni e le verifiche sugli stati d'avanzamento, per le relazioni periodiche da approntare in relazione allo svolgimento dei progetti del Programma di interventi.
La figura professionale potrà quindi essere scomposta in una serie di competenze in relazione allo svolgimento dei compiti tracciati.
Competenze che, data la molteplicità di compiti e la loro varietà in termini di livelli lavorativi, saranno legate sia a conoscenze di tipo tecnico-scientifico che a capacità operative e contestuali.
La scomposizione in competenze può seguire il modello ISFOL che distingue tre tipologie:
In relazione ai compiti relativi dell'Agente di sostegno alla programmazione negoziata ed alle tipologie suddette, individuiamo le competenze proprie della figura in esame.
Le competenze di base riguarderanno:
Le competenze tecnico professionali (sia propedeutiche che specialistiche) saranno finalizzate a:
Per quanto riguarda le competenze trasversali, si farà riferimento a tematiche di:
L'obiettivo fondamentale del percorso in esame è quello di formare dei tecnici, di livello medio-alto, con una visione il più possibile completa delle problematiche che attengono allo sviluppo locale, alla programmazione negoziata, agli strumenti normativi, al sistema delle imprese, in grado di gestire sia la fase preparatoria di un uno strumento di programmazione negoziata (patto territoriale, contratto d'area,..), sia la fase della attuazione dei relativi programmi di intervento.
Lo scopo è di porre sul mercato figure professionali oggi carenti in modo da facilitare e sostenere il ricorso a questi strumenti da parte delle amministrazioni e delle imprese, favorendo lo sviluppo economico del territorio.
Le competenze necessarie, per operare come Agente di sostegno alla programmazione negoziata sono molteplici ed attengono a diverse aree disciplinari che vanno dalla normativa della programmazione negoziata e della finanza agevolata, alla economia d'impresa, alle tecniche di progettazione e di management.
Questo forte carattere di multidisciplinarietà rende complesso l'intervento formativo, chiamando in causa più soggetti che possano garantire una formazione eterogenea ed a connotazione mista (accademica e non).
La maniera in cui vengono bilanciate le diverse discipline caratterizzerà il profilo professionale in formazione.
Inoltre gli obiettivi dell'intervento formativo sono sia di tipo conoscitivo che operativo e comportamentale.
L'acquisizione delle competenze definite avviene durante l'intero processo formativo erogato, ma non si esaurisce all'interno di esso.
Di rilievo, al fine della completezza e specializzazione della figura professionale, sono anche i prerequisiti di ingresso degli allievi. Data la connotazione di "generalista" del profilo professionale che si intende costituire, i candidati possono possedere un qualsiasi diploma di scuola media superiore ma è necessario che abbiano una buona conoscenza di almeno una lingua straniera.
L'insieme di competenze tracciate descrive quindi la specifica figura professionale mentre i risultati attesi alla fine dell'intervento di formazione definiscono gli obiettivi formativi del corso.
Gli obiettivi formativi specifici che si pone l'intervento sono:
DIMENSIONAMENTO DELLE COMPONENTI DEL PERCORSO FORMATIVO
La figura professionale in esame corrisponde a quella di tecnico di livello medio-alto. Particolare attenzione quindi sarà data al dimensionamento delle componenti del percorso formativo atte ad accrescere le capacità pratico-applicative del partecipante al corso.
Essendo, inoltre, gli interventi IFTS parte integrante del sistema di Formazione tecnico-professionale Superiore Integrata (FIS), non sarà trascurata la componente teorico-concettuale del percorso formativo né quella inerente ai comportamenti socio-organizzativi.
Se queste fossero sottodimensionate, infatti, si delinierebbe una figura professionale esclusivamente tecnica o con difficoltà di analisi e adattamento verso contesti lavorativi complessi ed in evoluzione.
La formazione sarà erogata articolandola, secondo quanto riportato nella seguente tabella, tra:
DIMENSIONAMENTO DEL PERCORSO FORMATIVO PERIODO 1800 ORE |
||||
600 AULA |
600 LABORATORIO |
|||
1° Semestre 600 ore (15 Settimane da 40 ore) |
320 ore (8 settimane) Propedeutiche (di base e trasversali) |
280 ore (7 settimane.) Professionalizzanti |
440 ore (11 settimane) Esercitazioni |
160 ore (4 settimane) Progetto |
2° Semestre 600 ore (15 Settimane da 40 ore) |
||||
600 TIROCINIO |
||||
3° Semestre 600 ore (15 Settimane da 40 ore) |
120 (3 Settimane)Supporto allo Stage
|
480 (12 settimane)Stage |
STRUTTURA DEL PROGETTO DIDATTICO
L'intervento formativo è articolato temporalmente in tre semestri da 600 ore ciascuno: i primi due sono caratterizzati da lezioni in aula ed attività di laboratorio; l'ultimo prevede un'esperienza di tirocinio presso un soggetto intermediario per l'attuazione di programmi di sviluppo locale (come ad esempio una società di gestione di un patto territoriale).
Due sono i principali obiettivi che contraddistinguono il primo semestre:
Il secondo semestre si pone come obiettivi specifici:
L'ultimo semestre avrà come obiettivi principali:
STRUTTURA DEL PERCORSO FORMATIVO |
||||||
SEMESTRE |
MODULI |
Aula |
Laboratorio |
Tot. |
||
base |
profe |
eser. |
prog |
|||
Europa e sviluppo Strumentaz. Operativa/ comunicazione Cultura d'impresa |
|
20 |
- |
- |
- |
20 |
|
30 |
- |
40 |
- |
70 |
|
|
- |
40 |
30 |
- |
70 |
|
|
50 |
- |
20 |
- |
70 |
|
|
50 |
- |
30 |
- |
80 |
|
|
50 |
- |
40 |
- |
90 |
|
7. Organizzazione d'impresa |
- |
40 |
60 |
- |
100 |
|
8. Fattori produttivi e qualità |
- |
40 |
60 |
- |
100 |
|
Totale ore primo semestre |
200 |
120 |
280 |
- |
600 |
|
Sviluppo locale Programmaz. Negoziata
Analisi socio-economica |
9. Aspetti economici dello sviluppo locale |
90 |
- |
40 |
- |
130 |
10. Strumentazione della Program. Negoz. |
- |
80 |
- |
80 |
160 |
|
11. Ruolo degli attori dello Sviluppo Loc. |
30 |
- |
- |
- |
30 |
|
12. Sportello unico per le imprese |
- |
20 |
40 |
- |
60 |
|
13. Principi di economia industriale |
- |
40 |
40 |
- |
80 |
|
14. Analisi socio-economica settoriale |
- |
20 |
40 |
80 |
140 |
|
Totale ore secondo semestre |
120 |
160 |
160 |
160 |
600 |
|
Primo e Secondo Semestre: Totale ore in aula ed in laboratorio |
320 |
280 |
440 |
160 |
1200 |
|
600 |
600 |
|||||
3° Semestre |
15. Tirocinio |
Supporto allo stage |
Stage |
|||
120 |
480 |
|||||
Totale ore terzo semestre 600 |
||||||
TOTALE DELLE ORE DEL CORSO 1800 |
NOTE METODOLOGICHE
Si fa presente che la programmazione didattica giornaliera delle attività formative sarà realizzata alternando lezioni mattutine ad attività pratiche e di laboratorio il pomeriggio. Inoltre, le visite guidate, e le testimonianze provenienti dal mondo produttivo si alterneranno a giornate teorico-pratiche.
La sequenza con la quale si sono indicati i moduli non è, quindi, legata ad una loro propedeuticità.
Formatori con funzioni di raccordo |
Incarichi |
Prof. G. Valente |
Direttore del corso |
Coordinatori Prof. F. Botta
Prof. Ing. Plantamura
Ing. N. Sciacovelli
Dott. Daluiso |
Coordinamento moduli: 7-Organizzazione d'impresa, 8-Fattori produttivi e qualità, 13-Principi di economia industriale, 14-analisi socio-economica settoriale 3-La società dell'innovazione, 4-Comunicazione, 6-Strumenti per la produttività individuale, 5-Approfondimenti specialistici lingua inglese, 1-Le istituzioni e il sistema Europa, 2-Strumenti di intervento, 9-Fattori di competitività nello sviluppo locale, 10-Strumentazione della Programmazione negoziata 11-Ruolo degli attori dello sviluppo locale, 12-sportello unico per le imprese |
Tutor Incaricato dalla Regione |
Tutoraggio allievi: Affiancamento in aula , laboratori e tirocinio, lungo tutta la durata del corso. |
Formatori con funzioni di docenza |
Incarichi |
Docenti Negli ambiti disciplinari legati agli aspetti istituzionali e normativi in campo nazionale ed europeo Esperti Laureati in discipline Economiche e giuridiche con esperienza nel campo dei programmi europei di sostegno allo sviluppo delle imprese |
Docenza moduli: 1-Le istituzioni e il sistema Europa 2-Strumenti di intervento 3-La società dell'innovazione |
Docenti Nell’ambito disciplinare tecnico e informatico Esperti Laureati in discipline scientifiche, con particolare riferimento alla laurea in Informatica, con esperienza professionale e/o formativa su sistemi di lavoro individuale, in rete, web e basi di dati. |
Docenza moduli: 6-Strumenti di produttività individuale |
Docenti Nell’ambito disciplinare di economico-finanziario e bancario Esperti Laureati in discipline economiche e giuridiche con esperienza di consulenza alle imprese. |
Docenza moduli: 7-Organizzazione d'impresa 8-Fattori produttivi e qualità |
Docenti Nell’ambito disciplinare economico-finanziario e della gestione del territorio Esperti Laureati in Economia o Architettura e Ingegneria, con abilitazione professionale, con esperienza progettuale/professionale e/o formativa sulla analisi strutturale del sistema delle imprese |
Docenza moduli: 9-Fattori di competitività nello sviluppo locale
|
Docenti Negli ambiti disciplinari della legislazione nazionale e comunitaria, economia e pubblica amministrazione Esperti Laureati in giurisprudenza e ingegneria, con abilitazione professionale, con esperienza professionale legata ai corsi di formazione professionale sugli strumenti della finanza agevolata e sullo sviluppo locale |
Docenza moduli: 10-Strumentazione della Programmazione Negoziata 11-Ruolo degli attori dello sviluppo locale 12-Sportello unico per le imprese |
Docenti Negli ambiti della sociologia e comunicazione Esperti Laureati in discipline umanistiche, con particolare riferimento alla laurea in Sociologia, con esperienza professionale e/o formativa in tecniche di comunicazione scritta |
Docenza moduli: 4 – Comunicazione
|
Docenti Di lingua Inglese Esperti Laureati in lingue con indirizzo in lingua inglese, esperienza professionale e/o formativa in inglese tecnico |
Docenza moduli: 5 - Approfondimenti specialistici di lingua inglese
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Docenti Nell’ambito della economia e statistica socio-economica Esperti Laureati in Economia, Statistica, Ingegneria con abilitazione professionale e con esperienza professionale e/o formativa.
|
Docenza moduli: 13-Principi di economia industriale 14-Analisi socio-economica settoriale |
L’individuazione degli obiettivi formativi dell’intervento ed il dimensionamento delle conoscenze, competenze e comportamenti, quali componenti del curricolo, sono stati alla base dell’individuazione dei prerequisiti di accesso al corso.
Per la valutazione di tali prerequisiti, e quindi per la selezione dei partecipanti al corso, è prevista la costituzione di una apposita commissione composta da:
I prerequisiti necessari per accedere alla prova di selezione saranno: età non superiore a 28 anni, conoscenza di una lingua straniera della UE, possesso di diploma scuola media superiore, residenza nel territorio della regione Puglia.
La selezione sarà organizzata in due fasi:
Questa analisi è finalizzata sia alla corretta individuazione degli allievi idonei a frequentare il corso, sia alla conoscenza approfondita delle condizioni e delle conoscenze del gruppo di allievi selezionati, in quanto tale conoscenza costituisce un primo elemento di feed-back che permette di calibrare al meglio l’intervento formativo.
La selezione avrà quindi inizio con la valutazione dei titoli dei candidati, effettuata in base a criteri quantitativi (es.: voto di diploma, ecc.) e qualitativi (idoneità dei titoli e degli eventuali ulteriori corsi frequentati rispetto alle materie oggetto del corso).
Terminata la fase di valutazione dei titoli da parte della commissione, i candidati sosterranno un colloquio individuale dal quale si evinceranno indicazioni su:
adattabilità capacità di adeguarsi con immediatezza e presenza di spirito a diverse situazioni;
motivazione al lavoro capacità di armonizzare i propri bisogni con quelli "lavorativi" condividendone scopi ed obiettivi.
Durante questa fase, ponendo i partecipanti in rapporto diretto con i selezionatori, sarà possibile analizzare, approfondire e verificare gli aspetti personali e professionali dei candidati, anche in termini di esperienze pregresse, per completarne il profilo delineato in precedenza.
Al termine delle due fasi di selezione la commissione selezionatrice procederà a stilare la valutazione finale dei candidati e, di conseguenza, la graduatoria per l’ammissione al corso.
IL PROCESSO DI VALUTAZIONE LA VALUTAZIONE DELL’INTERVENTO FORMATIVO
Notevole importanza riveste il monitoraggio e la valutazione dell’intervento formativo che saranno condotti con strumenti diversificati per livelli e funzioni, e saranno volti a valutare efficacia ed efficienza dell’attività didattica.
La diversificazione degli strumenti di valutazione e monitoraggio si rende necessaria in corrispondenza dei diversi obiettivi formativi, a ciascuno dei quali corrispondono altrettanti differenti risultati.
Si ritiene, inoltre, necessario valutare la formazione anche attraverso l’esame del cambiamento dei formandi in relazione a quanto viene da loro trasferito nell’ambiente organizzativo/lavorativo, piuttosto che soltanto in termini di aumento delle loro conoscenze.
A fine di valutare questi fattori, sono stati previsti i seguenti passi:
La verifica di inizio corso, mirerà a valutare le disponibilità, i bisogni formativi ed i requisiti di ingresso dei partecipanti anche in rapporto:
I risultati di questa indagine permetteranno di tarare al meglio l’intervento dei docenti sulle conoscenze ed atteggiamenti dei partecipanti.
Le verifiche in itinere e finali dei livelli di apprendimento riguarderanno l’accertamento delle competenze professionali maturate dagli allievi.
Le verifiche saranno effettuate sia al temine di ogni modulo, sia al termine dell’intero corso.
Il metodo utilizzato per la rilevazione dei livelli di apprendimento in itinere sarà quello della "prova pratica", intesa come questionari ed esercitazioni. Tale prova sarà integrata da momenti di discussione durante le lezioni e da un attento monitoraggio da parte dei docenti e del turor.
E’ importante infatti sottolineare che, all’interno di ciascuna unità didattica, i docenti saranno chiamati a monitorare l’andamento dei progressi dell’apprendimento dei partecipanti mediante:
Il metodo utilizzato per la rilevazione dei livelli finali di apprendimento sarà invece quello della "relazione tecnica", integrata da un "colloquio individuale" durante il quale saranno analizzati i "nodi critici" emersi dalla "relazione tecnica".
la verifica e valutazione delle condizioni per l’apprendimento mira al monitoraggio, e conseguente intervento di miglioramento, del processo formativo assumendo una funzione di feed-back sul processo stesso.
Tali Verifiche saranno effettuate al termine di ogni modulo mediante la somministrazione ai partecipanti di un questionario.
La valutazione riguarderà le seguenti aree di osservazione:
La verifica dei risultati finali dell’apprendimento si identifica con la verifica della efficacia del programma di formazione in riferimento alla sua capacità sia di modificazione del soggetto, sia di trasformazione del rapporti tra i vari sistemi (formazione, individuo, ambiente organizzativo).
La valutazione sarà effettuata mediante la somministrazione di un questionario ai partecipanti ad una certa distanza dalla fine del corso.
Il questionario mirerà ad accertare i risultati conclusivi dell’efficacia dell’intervento formativo in termini di modificazione del soggetto, di trasformazione del rapporti tra i il soggetto ed il contesto organizzativo/lavorativo e degli esiti occupazionali.
Attraverso tali attività sarà quindi possibile garantire l’efficacia del processo di formazione individuando anche in itinere le modalità didattiche ed organizzative ottimali per il rinforzo l’apprendimento e per il raggiungimento degli obiettivi formativi dell’intervento.