INTERVENTO
FORMATIVO
LINEA C) MISURA 5.3 - POP PUGLIA ‘94-‘99
“INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA”
CORSO
FIGURE PROFESSIONALI
OPERANTI PRESSO AGENZIE LOCALI DI SVILUPPO
INDICE
1 LA DEFINIZIONE DELLA FIGURA PROFESSIONALE 3
1.1 IL
PROFILO PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO 3
1.1.1 SCENARIO 3
1.1.2 FABBISOGNI DI PROFESSIONALITA’ 5
1.1.3 INDIVIDUAZIONE DELLA FIGURA PROFESSIONALE 6
1.2 COMPITI
E COMPETENZE PROFESSIONALI 6
1.3 DALLE
COMPETENZE PROFESSIONALI AGLI OBIETTIVI FORMATIVI 8
2 LA PROGETTAZIONE DIDATTICA 9
2.1 DIMENSIONAMENTO
DELLE COMPONENTI DEL PERCORSO FORMATIVO 9
2.2 STRUTTURA
DEL PROGETTO DIDATTICO 11
2.3 LA
SELEZIONE DEGLI ALLIEVI..... 12
2.4 MODULI
ED UNITA’ DIDATTICHE 13
3 IL PROCESSO DI VALUTAZIONE 16
3.1 LA
VALUTAZIONE DELL’INTERVENTO FORMATIVO 16
4 CRONOGRAMMA CORSO – BARI E FOGGIA........ 18
Il primo asse strategico di sviluppo del Mezzogiorno
gestito dal Ministero del Tesoro, Bilancio e Programmazione Economica riguarda
la promozione di sistemi locali attraverso la cooperazione di imprese, enti
locali, associazioni industriali e del lavoro, banche, fondazioni, per il
conseguimento di due obiettivi:
1) realizzare investimenti produttivi,
infrastrutturali e di servizio integrati;
2) concertare accordi contrattuali - di lavoro,
creditizi, di fornitura - e relazioni fiduciarie che favoriscano lo sviluppo.
Il rilievo e le potenzialità di questo asse
strategico derivano da diversi fattori tra i quali la forte cooperazione con le
forze economiche, politiche e sociali delle zone di insediamento insieme alla
affermazione delle capacità industriali e di servizio già presenti nel
territorio.
L'attuazione dell'asse strategico sistemi locali può
oggi avvalersi di diversi strumenti di contrattazione negoziata che
presuppongono l’approccio “bottom-up” nello sviluppo sociale ed economico di un
territorio.
In
generale la programmazione negoziata è la forma di concertazione e di regolazione
concordata tra soggetti pubblici ai vari livelli istituzionali o tra uno o più
soggetti pubblici competenti e le parti interessate all'attuazione di
predefinite misure. Queste devono comprendere interventi diversi riferibili ad
uno specifico obiettivo prioritario di sviluppo.
E' attuata attraverso una varietà di strumenti
differenziati per soggetti coinvolti, obiettivi perseguiti, livelli
istituzionali di controllo e di regolazione.
L’avvio e l’evoluzione che hanno avuto i patti
territoriali, i contratti d’area e i contratti di programma sono solo esempi di
una politica che, anche con il decentramento e i federalismo, spinge sempre più
nella direzione della programmazione dello sviluppo concepita e progettata
dagli attori locali e dalle forze sociali presenti su un determinato
territorio. Sebbene simili tra loro, questi strumenti presentano profonde
diversità e perseguono obiettivi differenziati[1].
La diffusione degli strumenti della Programmazione
Negoziata è quindi divenuta un fenomeno di grande rilievo e di fondamentale
interesse per lo sviluppo sociale ed economico del territorio. Il ricorso
sempre più ampio a questi strumenti di sostegno allo sviluppo locale che
coinvolgono responsabilmente un largo partenariato trova sempre più riscontro
sia negli orientamenti nazionali del Governo e delle Parti Sociali, sia nella
programmazione regionale.
In nuovo Quadro Comunitario di Sostegno (QCS)
2000-2006 e il Piano di Sviluppo del Mezzogiorno (PSM) hanno sancito
l’inderogabilità del ricorso al partenariato e alla partecipazione congiunta
delle forze sociali e delle istituzioni per la individuazione degli obiettivi
prioritari di sviluppo del territorio e per la predisposizione di programmi
integrati di sviluppo.
Lo stesso Programma Operativo Regionale (POR) altro
non è che un programma integrato di interventi, basato su assi strategici di
sviluppo e obiettivi globali e specifici il cui raggiungimento consentirà di
“rompere” quei parametri che rallentano la crescita e frenano lo sviluppo.
All’interno dei POR delle Regioni dell’Obiettivo 1, i Progetti Integrati Territoriale
(PIT) e i Progetti Integrati Settoriali (PIS) costituiscono senza dubbio una
evoluzione degli strumenti della programmazione negoziata sanciti con la Legge
662/ 96.
In Puglia, oltre ai 10 Patti Territoriali tuttora in
corso di attuazione, altrettanti ne stanno per essere avviati nel settore del
turismo e dell’agricoltura.
La Regione Puglia, consapevole del nuovo approccio
alla programmazione dal basso, ha nel ’99 provveduto a rimodulare alcune misure
previste nel precedente POP ’94-’99, avviando la Misura 5.3 dedicata ad
“Interventi di sostegno alla programmazione negoziata” che è accompagnata da
interventi formativi sullo sviluppo locale promossi e finanziati dal FORMEZ
nell’ambito del RAP100.
In questo scenario articolato, in cui anche la
Puglia ha mostrato grande capacità progettuale, ampio partenariato locale e
determinata volontà all'investimento da parte del sistema delle imprese, emerge
l'esigenza di figure professionali nell’ambito della amministrazione pubblica
in grado di accompagnare questi processi di sviluppo locale, con competenze
specifiche sia sulle tematiche, sia sulla normativa regionale, nazionale ed
europea, sia, infine, sugli strumenti da utilizzare per promuove, progettare ed
attuare programmi si sviluppo locale.
La Programmazione Negoziata ha una storia abbastanza
recente in quanto a definizione della materia specifica degli interventi, della
strumentazione e regolamentazione adottata che risale alla legge 104/95 che,
tra l'altro individuava e definiva gli strumenti per una più efficace
attuazione delle politiche di intervento nelle aree depresse. Il patto
territoriale sancito dapprima nel decreto legge n.123 del 24.4.95, viene
successivamente definito nell'art.8 della legge 341/95, avviando un processo
che prosegue, con ancora scarsa determinazione e insufficiente assetto
procedurale, e viene più recentemente consolidato con la legge 662/96 e con la
delibera CIPE del 21.3.97.
Questo iter, in sé abbastanza veloce in relazione
alla portata economica e sociale degli strumenti che andava a perfezionare,
determinava alcuni fondamentali aspetti positivi nel nuovo approccio allo
sviluppo del basso:
· Passaggio da una logica del chiedere ad una logica del fare
· Fanno emergere e rafforzano una classe dirigente locale
· Producono e diffondono una cultura della responsabilità e della progettualità
· Mobilitano le risorse locali
· Sviluppano la coesione sociale
· Fanno emergere il lavoro sommerso
· Sono uno strumento riconosciuto valido ed efficace dall'Unione Europea
Non pochi, tuttavia, sono stati i problemi incontrati soprattutto nelle fasi iniziali di attuazione di questi strumenti, dovuti principalmente a:
· difficoltà nella composizione di un partenariato locale capace di convergere su precisi assi prioritari di sviluppo;
· concorrenza tra enti locali e forze sociali, e tra “grandi” e “piccoli” soggetti delle rappresentanze delle forze sociali;
· diversità di politiche locali, di vocazioni e di struttura produttiva locale;
· mancanza di adeguato coordinamento nelle procedure di sviluppo di un patto Territoriale e/o Contratto d'Area;
· indisponibilità di un quadro normativo chiaro soprattutto in merito alle procedure di attuazione degli strumenti della programmazione negoziata;
· carenza di professionalità specifiche in grado di supportare adeguatamente, per un verso, gli attori locali nella predisposizione dei relativi piani di sviluppo, e, per altro verso, le imprese nella messa a punto di progetti di investimento, affidabili, cantierabili e concreti secondo lo spirito della normativa.
Questa carenza di figure professionali ha sicuramente determinato un ritardo, per certi versi ancora recuperabile, nel ricorso a questi nuovi strumenti di promozione ed incentivazione dello sviluppo locale.
Diventa essenziale, pertanto, determinare le condizioni di crescita culturale, professionale e di competenze nell’ambito della pubblica amministrazione che consentano di procedere più speditamente all'attuazione di questa nuova strumentazione normativa.
L’analisi dello scenario normativo di riferimento,
delle aree funzionali di attività non ancora adeguatamente coperte, dei
fabbisogni di professionalità riscontrati nelle esperienze della programmazione
negoziata permette di individuare le caratteristiche della figura professionale
oggetto di questo intervento formativo.
L'Agente di
sviluppo operante presso le Agenzie Locali di Sviluppo sarà un operatore
specializzato in grado di gestire l’intero processo evolutivo legato alla
programmazione dello sviluppo territoriale, interagendo con la compagine del
partenariato, rapportandosi alle istituzioni e interfacciando adeguatamente il
sistema produttivo locale.
Il processo lavorativo in cui si inserirà è di tipo
integrato. Parte dalla assistenza allo sviluppo di iniziative di programmazione
negoziata in seno alle amministrazioni pubbliche, e si sviluppa sino al
sostegno alle imprese nel fornire indirizzi programmatici e procedurali per
accedere agli strumenti della finanza agevolata.
I compiti di riferimento per la figura professionale
in oggetto si collocheranno all’interno delle diverse fasi del processo
lavorativo delineato nel paragrafo precedente, in alcuni passi con attività di
tipo operativo, in altri con attività anche decisionali o di mediazione.
La figura professionale potrà quindi essere
scomposta in una serie di competenze in relazione allo svolgimento dei compiti
tracciati.
La figura di Agente che
si vuole formare è quella di un
soggetto che in termini generali:
·
è
consapevole del significato dello sviluppo locale (occasione per modelli di
sviluppo nuovi, differenziati, originali, autosostenuti, territorializzati);
·
conosce
il contesto territoriale dato (il territorio non è inteso soltanto come luogo
fisico ma soprattutto come contesto in cui si esprimono le potenzialità per lo
sviluppo);
·
è orientato all'innovazione ed ha un’elevata
reattività al cambiamento;
·
ha
uno spirito imprenditoriale (non è “attendista” bensì è orientato alla ricerca,
alla organizzazione, all’apprendimento continuo);
·
è
attento alle diverse dimensioni (economiche e non) che incidono sui processi di
sviluppo;
·
è
ricco di capacità relazionali, ossia è capace di mediare tra interessi diversi
e di mettere in rete risorse e
soggetti.
In particolare, l'Agente
di sviluppo è dotato di:
conoscenze territoriali
·
conosce
e condivide (nel senso che gli è propria) l'identità del territorio di
appartenenza;
·
conosce
le principali risorse territoriali "immobili" e "mobili"
attivabili per lo sviluppo;
·
conosce
lo stato di utilizzo e di valorizzazione di tali risorse;
·
conosce
gli attori locali (istituzionali, economici, sociali) e le relazioni che tra
essi intercorrono;
conoscenze rispetto ai processi di sviluppo
·
è
consapevole delle trasformazioni indotte dal “post fordismo” (fabbrica diffusa,
territorio come insieme di relazioni produttive e sociali, sviluppo come
processo complesso e differenziato, non deterministico);
·
conosce
le trasformazioni legate all'evoluzione dell'assetto dei poteri e delle
competenze tra i diversi livelli di governo (integrazione e sussidiarietà
europea, leggi Bassanini, federalismo,
decentramento, nuova centralità dei poteri locali);
·
conosce
le politiche, gli strumenti e le opportunità a sostegno dello sviluppo.
Le conoscenze
Essere operatori di
sviluppo locale significa sempre più conoscere e utilizzare approcci di diversa
natura disciplinare e riferiti ad un insieme di aree tematiche che
costituiscono la base della formazione comune, quali:
-
modelli
dello sviluppo locale (evoluzione storica,
nuovo paradigma economico);
-
evoluzione
delle politiche pubbliche per lo sviluppo locale;
-
evoluzione
del quadro istituzionale, giuridico e normativo;
-
strumenti, risorse e soggetti dello sviluppo locale;
-
"nuova
programmazione" e progetti di
sviluppo.
Le competenze
·
Sollecitare
e sostenere idee progettuali e progetti coerenti con i presupposti e gli
obiettivi dello sviluppo locale;
·
operare
per rafforzare la capacità d'intervento e le relazioni cooperative dell'insieme
dei soggetti locali;
·
individuare
e inquadrare gli strumenti e le risorse disponibili, con modalità di utilizzo coerenti con gli obiettivi di sviluppo.
Il saper fare
·
Costruire
reti relazionali e di cooperazione tra
una molteplicità di soggetti (creazione
di capitale sociale);
·
lavorare
al rafforzamento dei partenariati
locali e della concertazione intorno ai progetti di sviluppo nati dal
basso;
·
“piegare”
le strumentazioni esistenti alle esigenze e alla progettualità del territorio;
·
avanzare
proposte per la valorizzazione delle risorse endogene e delle “ricchezze
nascoste” nel rispetto della sostenibilità e autosostenibilità;
·
favorire
l'attrazione territoriale di risorse “mobili” esogene (capitali, competenze
tecnico-manageriali);
·
lavorare
per progetti.
L'obiettivo fondamentale del percorso in esame è quello di formare
tecnici di livello alto, con una visione il più possibile completa delle
problematiche che attengono allo sviluppo locale, alla programmazione
negoziata, agli strumenti normativi, al sistema delle imprese, in grado di
gestire sia la fase preparatoria di un uno strumento di programmazione
negoziata (patto territoriale, contratto d'area,..), sia la fase della
attuazione dei relativi programmi di intervento.
Le competenze necessarie, per operare come Agente presso Agenzie locali di Sviluppo sono molteplici ed
attengono a diverse aree disciplinari che vanno dalla normativa della
programmazione negoziata e della finanza agevolata, alla economia d'impresa,
alle tecniche di progettazione e di management.
Questo forte carattere di multidisciplinarietà rende
complesso l'intervento formativo, chiamando in causa più soggetti che possano
garantire una formazione eterogenea ed a connotazione mista (accademica e non).
La maniera in cui vengono bilanciate le diverse
discipline caratterizzerà il profilo professionale in formazione.
L’intervento si propone di
potenziare le capacità degli enti beneficiari selezionati di progettare,
gestire, monitorare e valutare iniziative finalizzate all’incentivazione di
nuove opportunità di sviluppo e di occupazione. In particolare, il percorso
formativo deve valorizzare il “capitale umano” presente sul territorio e
sviluppare “nuove competenze” indispensabili agli stessi attori locali per elaborare
e gestire progetti di sviluppo territoriale.
Gli obiettivi formativi specifici che si pone
l'intervento sono:
1.
omogeneizzare le conoscenze
di base dei
partecipanti,
2.
sviluppare
le competenze tecniche ed applicative sulla gestire
degli strumenti normativi e disciplinari, tecnici ed economici, europei e
nazionali di supporto allo pianificazione dello sviluppo dal basso,
3.
fornire gli strumenti per interagire
con il sistema produttivo e le istituzioni locali
4.
fornire gli strumenti operativi per
elaborare ed utilizzare la strumentazione nazionale ed europea disponibile per
il supporto allo sviluppo socio-economico-produttivo di un territorio (Fondi
Strutturali),
5.
sviluppare
capacità operative nella gestione delle complesse fasi di predisposizione e
attuazione di complessi ed integrati programmi di sviluppo locale,
6.
sviluppare progettualità in
un contesto operativo reale all'interno dei Soggetti Intermediari Locali,
7.
sviluppare
le competenze di problem-solving e di
project management,
8.
accrescere la capacità di collaborare
con i diversi soggetti operanti nello stesso ambito lavorativo per favorire la
coesione e la concertazione del partenariato locale.
Il corso si rivolgerà ad un gruppo di 20
partecipanti selezionati tra i candidati indicati dai soggetti ammessi all’assistenza
Programma Rap 100 in base alla linea c) della misura 5.3 “Interventi a sostegno
della Programmazione Negoziata”, Pop Puglia ‘94-’99. Qualora il numero dei
partecipanti presentati dai suddetti soggetti dovesse essere inferiore rispetto
ai posti a disposizione si procederà a richiedere le candidature gli altri
soggetti pubblici e della programmazione negoziata del territorio.
I soggetti ammessi all’assistenza del Programma sono
i seguenti:
a)
Murgia Sviluppo SpA;
b)
Agenzia per l’occupazione e lo sviluppo dell’area nord-barese ofantino
società consortile a r.l.;
c) Patto
territoriale area metropolitana di Bari;
d)
Consorzio Cobrat, Provincia di Brindisi, Comuni di Carovigno,
Mesagne, Provincia di Brindisi, Cisl, Iul e Assindustria di Brindisi;
e)
Consiat (Consorzio per lo sviluppo industriale dell’Alto Tavoliere).
Ciascun soggetto procederà alla consultazione delle Pubbliche Amministrazioni e del partenariato economico e sociale - con esclusione dei soci privati delle suddette agenzie fatto eccezione per gli enti espressione delle parti economiche e sociali - che rappresenta e sottoporrà per loro conto richiesta di ammissione al corso al Formez.
La figura professionale in esame corrisponde a quella di tecnico di livello alto. Particolare attenzione quindi sarà data al dimensionamento delle componenti del percorso formativo atte ad accrescere le capacità applicative del partecipante al corso.
La formazione sarà erogata articolandola, secondo
quanto riportato nella seguente tabella, tra:
Ø lezioni in aula,
tendenti a fornire competenze sia di base e trasversali che professionalizzanti
sulle tematiche dello sviluppo locale e della programmazione negoziata;
Ø laboratorio concepito come una
struttura di Soggetto Intermediario Locale (SIL) dove si potranno approfondire
operativamente attraverso alcuni esempi pilota alcune pratiche degli strumenti
necessari al ciclo del progetto (analisi territoriale, SWOT, struttura di un
programma di sviluppo,…) contestualizzando le conoscenze acquisite sulla
pratica lavorativa;.
Il percorso formativo avrà base modulare e sarà strutturato come segue:
MODULO
1: LO SVILUPPO LOCALE
MODULO
2: LE COMPETENZE ISTITUZIONALI
MODULO
3: LE POLITICHE E I PROGRAMMI PER LO SVILUPPO LOCALE
MODULO
4: I PROGETTI DI SVILUPPO LOCALE
MODULO 5: LA GESTIONE DEI PROGETTI DI SVILUPPO NELLE
PA LOCALI
MODULO
6: IL MARKETING TERRITORIALE
DIMENSIONAMENTO DEL
PERCORSO FORMATIVO PERIODO 150 ORE |
|||
|
142 AULA |
8 LABORATORIO |
|
5
settimane da 3 giornate di 8 ore + 1 settimana da 4 giornate di 8 ore) = 150
ore |
40 ore (5 giornate) Propedeutiche di base e
trasversali |
102 ore (13 giornate) Professionalizzanti |
8 ore (2 mezze giornate) Esercitazioni di gruppo |
L'intervento formativo è articolato temporalmente in
6 settimane con avvio il 22 Maggio e termine il 29 giugno 2001 sia per
l’edizione da svolgere a Bari sia per quella da svolgere a Foggia.
Le 6 settimane sono articolate in: 5 settimane da 3
giorni di 8 ore ciascuno e una settimana da 4 giorni sempre di 8 ore.
Le prime 5 giornate sono finalizzate ad omogeneizzare
le conoscenze dei partecipanti sulle tematiche dello sviluppo locale e sulle
competenze istituzionali.
Le successive 13 giornate sono professionalizzanti
ed affrontano i contenuti didattici fondamentali.
Due mezze giornate per due settimane sono dedicate
alla pratica operatività con sviluppo di lavori individuali e di gruppo sempre
con l’assistenza di un docente, allo scopo di contestualizzare nella pratica
operativa le nozioni assimilate.
Al termine di ogni modulo didattico è prevista una
breve prova di uscita per verificare l’efficacia e la rispondenza dei risultati
formativi agli obiettivi del singolo modulo.
STRUTTURA DEL PERCORSO
FORMATIVO |
|||||
|
|||||
FASI |
MODULI |
Aula |
Lab |
Tot. |
|
base |
profe |
eser. |
|
||
Fondamenti
dello sviluppo Locale Le
politiche, i programmi, i progetti e gli strumenti Marketing
territoriale |
1.
Lo sviluppo locale |
20 |
|
|
20 |
2.
Le competenze istituzionali |
20 |
|
|
20 |
|
3.
Le politiche e i programmi per lo sviluppo locale |
|
28 |
|
28 |
|
4.
I progetti di sviluppo locale |
|
40 |
4 |
44 |
|
5.
La Gestione dei progetti di sviluppo locale |
|
16 |
4 |
20 |
|
7. Il marketing territoriale |
|
18 |
|
18 |
|
Totale ore |
40 |
102 |
8 |
150 |
|
|
|
|
|
|
Per l’ammissione alla selezione i candidati dovranno
essere in possesso preferibilmente dei seguenti requisiti.
·
essere
dipendenti di ente pubblico, ente misto pubblico-privato o di ente
rappresentativo delle parti economiche e sociali (società di gestione patti
territoriali, associazioni di categoria, sindacati, associazioni varie);
·
non
avere età superiore ai 50 anni;
·
essere
laureati ovvero aver maturato 3 anni di esperienza lavorativa in posizioni
inerenti le tematiche di sviluppo locale;
·
svolgere
per grado o funzione attività inerenti le tematiche dello sviluppo locale o
essere stati individuati da ente pubblico o dagli altri soggetti della
programmazione negoziata di cui sopra come soggetto da avviare a posizioni
inerenti le problematiche di sviluppo locale.
La
selezione dei candidati sarà effettuata dal Formez o da sue strutture
incaricate sulla base dei curricula da questi presentati.
MODULO
1: LO SVILUPPO LOCALE
Obiettivi:
Fornire ai partecipanti le nozioni di base sullo sviluppo locale, sui sistemi locali del lavoro e sul ruolo svolto dal partenariato nel contesto territoriale di riferimento. Questo primo intervento ha carattere propedeutico e mira a omogeneizzare i partecipanti rispetto alle tematiche affrontate.
Contenuti:
Durata: 20 ore di aula
Docenze: Tecnopolis
MODULO 2: LE COMPETENZE ISTITUZIONALI
Obiettivi:
Fornire ai partecipanti un quadro sintetico ma
esaustivo dei principali riferimenti istituzionali dal livello locale al
livello europeo, indicando i ruoli, i livelli decisionali e i caratteri di
operatività.
Contenuti:
Durata: 20 ore di aula
Docenze: Tecnopoplis (4ore) +
esterni (16 ore)
MODULO
3: LE POLITICHE E I PROGRAMMI PER LO SVILUPPO LOCALE
Obiettivi:
Fornire ai partecipanti un quadro molto dettagliato del quadro di riferimento della programmazione degli interventi per lo sviluppo locale, a partire dagli strumenti a livello europeo sino a quelli attualmente vigenti per il Mezzogiorno e lo sviluppo delle singole Regioni in obiettivo 1.
Contenuti:
Durata: 28 ore di aula
Docenze: Tecnopolis (16 ore) +
esterni (12 ore)
MODULO 4: I PROGETTI DI SVILUPPO LOCALE
Obiettivi:
Fornire ai partecipanti gli elementi essenziali del ciclo di vita di un progetto di sviluppo locale, con particolare riferimento agli obiettivi, alle procedure e alle metodologie per il monitoraggio e la valutazione ex-ante di un progetto, l’analisi SWOT, le procedure di attuazione di un programma di sviluppo locale e le tecniche per il management di progetto.
Contenuti:
Durata: 44 ore (40 di aula + 4 di
laboratorio)
Docenze: Tecnopolis (28 ore) +
esterni (16 ore)
MODULO 5: LA GESTIONE DEI PROGETTI DI SVILUPPO NELLE
PA LOCALI
Obiettivi:
Fornire ai partecipanti conoscenze specifiche in merito al ruolo svolto dalle PA nella gestione dei progetti di sviluppo locale. Funzioni, competenze e organizzazione necessarie nella PA.
Contenuti:
Durata: 20 ore (16 di aula + 4 di
laboratorio)
Docenze: Tecnopolis (8 ore) +
esterni (12 ore)
MODULO 6: IL
MARKETING TERRITORIALE
Obiettivi:
Fornire
ai partecipanti le conoscenze relative alle tecniche di attrazione di imprese e
di marketing territoriale volte a costruire un articolato ed organico sistema
di offerta del territorio per nuove localizzazioni di imprese.
Contenuti:
·
Le politiche di attrazione degli investimenti
·
Il marketing territoriale
·
Gli strumenti del marketing territoriale
·
L’analisi della domanda potenziale
·
La costruzione di un sistema di offerta
Durata: 18 ore di aula
Docenze: Tecnopolis (10 ore) +
esterni (8 ore)
Notevole importanza riveste il monitoraggio e la valutazione dell’intervento formativo che saranno condotti con strumenti diversificati per livelli e funzioni, e saranno volti a valutare efficacia ed efficienza dell’attività didattica.
La diversificazione degli strumenti di valutazione e monitoraggio si rende necessaria in corrispondenza dei diversi obiettivi formativi, a ciascuno dei quali corrispondono altrettanti differenti risultati.
A fine di valutare questi fattori, sono stati previsti i seguenti passi:
· verifica di inizio corso (con un questionario di entrata)
· verifiche in itinere dei livelli di apprendimento (questionario di uscita modulo)
· verifica dei risultati finali dell’apprendimento (relazione tecnica)
La verifica di inizio corso, mirerà a valutare le disponibilità, i bisogni formativi ed i requisiti di ingresso dei partecipanti anche in rapporto:
· al livello di percezione del fabbisogno formativo;
· alle aspettative;
· al livello di conoscenza e condivisione degli obiettivi formativi;
· al livello di motivazione,
· al livello di apertura al cambiamento;
I risultati di questa indagine permetteranno di tarare al meglio l’intervento dei docenti sulle conoscenze ed atteggiamenti dei partecipanti.
Le verifiche in itinere dei livelli di apprendimento riguarderanno l’accertamento delle competenze professionali maturate dai partecipanti.
Le verifiche saranno effettuate al temine di ogni modulo.
Il metodo utilizzato per la rilevazione dei livelli di apprendimento in itinere sarà quello del questionario.
All’interno di ciascuna unità didattica, i docenti saranno chiamati a monitorare l’andamento dei progressi dell’apprendimento dei partecipanti mediante:
· la valutazione delle prestazioni individuali e del grado di autonomia durante lo svolgimento delle esercitazioni;
· il coinvolgimento diretto dei partecipanti anche attraverso domande periodiche;
· la discussione degli argomenti trattati durante le lezioni;
· la valutazione della capacità di applicazione ai casi di studio delle conoscenze acquisite.
La verifica dei risultati finali dell’apprendimento si identifica con la verifica della efficacia del programma di formazione in riferimento alla sua capacità sia di modificazione del soggetto, sia di trasformazione del rapporti tra i vari sistemi (formazione, individuo, ambiente organizzativo).
Il metodo utilizzato per la rilevazione dei livelli finali di apprendimento sarà invece quello della “relazione tecnica”.
Attraverso tali attività sarà quindi possibile garantire l’efficacia del processo di formazione individuando anche in itinere le modalità didattiche ed organizzative ottimali per il rinforzo dell’apprendimento e per il raggiungimento degli obiettivi formativi dell’intervento.
[1]
Contratto di programma: è uno strumento di grande
potenza con cui l'Amministrazione centrale e le Regioni possono promuovere e
finanziare l'investimento diretto nel Mezzogiorno da parte di grandi imprese,
di consorzi di medie e piccole imprese, di distretti industriali.
Patto Territoriale: è l’accordo, promosso da enti
locali, parti sociali, o da altri soggetti pubblici o privati, relativo
all’attuazione di un programma di interventi caratterizzato da specifici
obiettivi di promozione dello sviluppo locale.
Contratto
d'area: è lo
strumento operativo, concordato tra amministrazioni, anche locali,
rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro, nonché eventuali altri
soggetti interessati, per la realizzazione delle azioni finalizzate ad
accelerare lo sviluppo e la creazione di una nuova occupazione in territori
circoscritti, nell’ambito delle aree di crisi, delle aree di sviluppo
industriale e dei nuclei di industrializzazione situati nei territori dell’obiettivo
1.
Intesa
Istituzionale di Programma: già prevista dalla legge 142/90, è un accordo tra
amministrazione centrale, regionale o delle province autonome con cui tali
soggetti si impegnano a collaborare sulla base di una ricognizione programmatica
delle risorse finanziarie disponibili, dei soggetti interessati e delle
procedure amministrative occorrenti, per la realizzazione di un piano
pluriennale di interventi d'interesse comune o funzionalmente collegati.
Accordo di programma quadro: è un accordo con enti locali ed altri soggetti pubblici e privati promosso da amministrazione centrale, regionale o delle province autonome, in attuazione di un'intesa istituzionale di programma per la definizione di un programma esecutivo di interventi di interesse comune o funzionalmente collegati.