CORSO di
FORMAZIONE
AGENTI DI
SVILUPPO
per la
PROVINCIA DI BRINDISI
INDICE
1 LA DEFINIZIONE DELLA FIGURA PROFESSIONALE..................................................................................... 3
1.1 IL
PROFILO PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO...................................................................................... 3
1.1.1 SCENARIO.................................................................................................................................................. 3
1.1.2 FABBISOGNI DI PROFESSIONALITA’................................................................................................. 4
1.1.3 INDIVIDUAZIONE DELLA FIGURA PROFESSIONALE.................................................................... 5
1.2 COMPITI
E COMPETENZE PROFESSIONALI.............................................................................................. 5
1.3 DALLE
COMPETENZE PROFESSIONALI AGLI OBIETTIVI FORMATIVI............................................. 7
2 LA PROGETTAZIONE DIDATTICA...................................................................................................................... 8
2.1 DIMENSIONAMENTO
DELLE COMPONENTI DEL PERCORSO FORMATIVO.................................... 8
2.2 STRUTTURA
DEL PROGETTO DIDATTICO.............................................................................................. 10
2.3 LA
SELEZIONE DEGLI ALLIEVI.................................................................................................................... 11
2.4 MODULI
ED UNITA’ DIDATTICHE............................................................................................................. 11
3 IL PROCESSO DI VALUTAZIONE...................................................................................................................... 15
3.1 LA
VALUTAZIONE DELL’INTERVENTO FORMATIVO......................................................................... 15
4 CRONOGRAMMA CORSO – BRINDISI........................................................................................................... 17
Il primo asse strategico di sviluppo del Mezzogiorno
gestito dal Ministero del Tesoro, Bilancio e Programmazione Economica riguarda
la promozione di sistemi locali attraverso la cooperazione di imprese, enti
locali, associazioni industriali e del lavoro, banche, fondazioni, per il
conseguimento di due obiettivi:
1) realizzare investimenti produttivi,
infrastrutturali e di servizio integrati;
2) concertare accordi contrattuali - di lavoro,
creditizi, di fornitura - e relazioni fiduciarie che favoriscano lo sviluppo.
Il rilievo e le potenzialità di questo asse
strategico derivano da diversi fattori tra i quali la forte cooperazione con le
forze economiche, politiche e sociali delle zone di insediamento insieme alla
affermazione delle capacità industriali e di servizio già presenti nel
territorio.
L'attuazione dell'asse strategico sistemi locali può
oggi avvalersi di diversi strumenti di contrattazione negoziata che
presuppongono l’approccio “bottom-up” nello sviluppo sociale ed economico di un
territorio.
L’avvio e l’evoluzione che hanno avuto, ad esempio,
i patti territoriali, i contratti d’area e i contratti di programma sono solo
alcune dimostrazioni di una svolta politica che, anche con il decentramento e i
federalismo, spinge sempre più nella direzione della programmazione dello
sviluppo concepita e progettata dagli attori locali e dalle forze sociali
presenti su un determinato territorio.
In nuovo Quadro Comunitario di Sostegno (QCS)
2000-2006 e il Piano di Sviluppo del Mezzogiorno (PSM) hanno sancito l’inderogabilità
del ricorso al partenariato e alla partecipazione congiunta delle forze sociali
e delle istituzioni per la individuazione degli obiettivi prioritari di
sviluppo del territorio e per la predisposizione di programmi integrati di
sviluppo.
Lo stesso Programma Operativo Regionale (POR) altro
non è che un programma integrato di interventi, basato su assi strategici di
sviluppo e obiettivi globali e specifici il cui raggiungimento consentirà di
“rompere” quei parametri che rallentano la crescita e frenano lo sviluppo.
All’interno dei POR delle Regioni dell’Obiettivo 1, i Progetti Integrati
Territoriale (PIT) e i Progetti Integrati Settoriali (PIS) costituiscono senza
dubbio una evoluzione degli strumenti della programmazione negoziata sanciti
con la Legge 662/ 96.
In questo scenario articolato, in cui anche la
Puglia ha mostrato grande capacità progettuale, ampio partenariato locale e
determinata volontà all'investimento da parte del sistema delle imprese, emerge
l'esigenza di figure professionali in grado di accompagnare questi processi di
sviluppo locale, con competenze specifiche sia sulle tematiche, sia sulla
normativa regionale, nazionale ed europea, sia, infine, sugli strumenti da
utilizzare per promuove, progettare ed attuare programmi si sviluppo locale.
La programmazione concertata dello sviluppo locale
ha una storia abbastanza recente in quanto a definizione della materia
specifica degli interventi, della strumentazione e regolamentazione adottata
che risale alla legge 104/95 che, tra l'altro individuava e definiva gli
strumenti per una più efficace attuazione delle politiche di intervento nelle
aree depresse. Il patto territoriale sancito dapprima nel decreto legge n.123
del 24.4.95, viene successivamente definito nell'art.8 della legge 341/95,
avviando un processo che prosegue, con ancora scarsa determinazione e
insufficiente assetto procedurale, e viene più recentemente consolidato con la
legge 662/96 e con la delibera CIPE del 21.3.97.
Molti sono gli aspetti positivi del nuovo approccio
di sviluppo locale “bottom-up”. La concertazione sui programmi di sviluppo
gioca un ruolo determinante e contribuisce ai seguenti fattori:
· Passaggio da una logica del chiedere ad una logica del fare
· Fanno emergere e rafforzano una classe dirigente locale
· Producono e diffondono una cultura della responsabilità e della progettualità
· Mobilitano le risorse locali
· Sviluppano la coesione sociale
· Fanno emergere il lavoro sommerso
· Sono uno strumento riconosciuto valido ed efficace dall'Unione Europea
Non pochi, tuttavia, sono stati i problemi incontrati soprattutto nelle fasi iniziali di attuazione di questi strumenti, dovuti principalmente a:
· difficoltà nella composizione di un partenariato locale capace di convergere su precisi assi prioritari di sviluppo;
· concorrenza tra enti locali e forze sociali, e tra “grandi” e “piccoli” soggetti delle rappresentanze delle forze sociali;
· diversità di politiche locali, di vocazioni e di struttura produttiva locale;
· mancanza di adeguato coordinamento nelle procedure di sviluppo di un patto Territoriale e/o Contratto d'Area;
· indisponibilità di un quadro normativo chiaro soprattutto in merito alle procedure di attuazione degli strumenti della programmazione negoziata;
· carenza di professionalità specifiche (agente di sviluppo) in grado di supportare adeguatamente, per un verso, gli attori locali nella predisposizione dei relativi piani di sviluppo, e, per altro verso, le imprese nella messa a punto di progetti di investimento, affidabili, cantierabili e concreti secondo lo spirito della normativa.
Questa carenza di figure professionali ha sicuramente determinato un ritardo, per certi versi ancora recuperabile, nel ricorso a questi nuovi strumenti di promozione ed incentivazione dello sviluppo locale.
Diventa essenziale, pertanto, determinare le condizioni di crescita culturale, professionale e di competenze, innanzitutto nell’ambito della pubblica amministrazione, che consentano di procedere più speditamente all'attuazione di questa nuova strumentazione normativa.
L’analisi dello scenario normativo di riferimento,
delle aree funzionali di attività non ancora adeguatamente coperte, dei
fabbisogni di professionalità riscontrati nelle esperienze della programmazione
concertata, permette di individuare le caratteristiche della figura
professionale oggetto di questo intervento formativo.
L'Agente di
sviluppo sarà
un operatore specializzato in grado di gestire l’intero processo evolutivo
legato alla programmazione dello sviluppo territoriale, interagendo con la
compagine del partenariato, rapportandosi alle istituzioni e interfacciando
adeguatamente il sistema produttivo locale.
Il processo lavorativo in cui si inserirà è di tipo
integrato. Parte dalla assistenza allo sviluppo di iniziative progettuali in
seno alle amministrazioni pubbliche e si sviluppa sino al sostegno alle imprese
nel fornire indirizzi programmatici e procedurali per accedere agli strumenti
della finanza agevolata.
I compiti di riferimento per la figura professionale
in oggetto si collocheranno all’interno delle diverse fasi del processo
lavorativo delineato nel paragrafo precedente, in alcuni passi con attività di
tipo operativo, in altri con attività anche decisionali o di mediazione.
La figura professionale potrà quindi essere
scomposta in una serie di competenze in relazione allo svolgimento dei compiti
tracciati.
La figura di Agente che
si vuole formare è quella di un
soggetto che in termini generali:
·
è
consapevole del significato dello sviluppo locale (occasione per modelli di
sviluppo nuovi, differenziati, originali, autosostenuti, territorializzati);
·
conosce
il contesto territoriale dato (il territorio non è inteso soltanto come luogo
fisico ma soprattutto come contesto in cui si esprimono le potenzialità per lo
sviluppo);
·
è orientato all'innovazione ed ha un’elevata
reattività al cambiamento;
·
ha
uno spirito imprenditoriale (non è “attendista” bensì è orientato alla ricerca,
alla organizzazione, all’apprendimento continuo);
·
è
attento alle diverse dimensioni (economiche e non) che incidono sui processi di
sviluppo;
·
è
ricco di capacità relazionali, ossia è capace di mediare tra interessi diversi
e di mettere in rete risorse e
soggetti.
In particolare, l'Agente
di sviluppo è dotato di:
conoscenze territoriali
·
conosce
e condivide (nel senso che gli è propria) l'identità del territorio di
appartenenza;
·
conosce
le principali risorse territoriali "immobili" e "mobili"
attivabili per lo sviluppo;
·
conosce
lo stato di utilizzo e di valorizzazione di tali risorse;
·
conosce
gli attori locali (istituzionali, economici, sociali) e le relazioni che tra
essi intercorrono;
conoscenze rispetto ai processi di sviluppo
·
è
consapevole delle trasformazioni indotte dal “post fordismo” (fabbrica diffusa,
territorio come insieme di relazioni produttive e sociali, sviluppo come
processo complesso e differenziato, non deterministico);
·
conosce
le trasformazioni legate all'evoluzione dell'assetto dei poteri e delle
competenze tra i diversi livelli di governo (integrazione e sussidiarietà
europea, leggi Bassanini, federalismo,
decentramento, nuova centralità dei poteri locali);
·
conosce
le politiche, gli strumenti e le opportunità a sostegno dello sviluppo.
Le conoscenze
Essere operatori di
sviluppo locale significa sempre più conoscere e utilizzare approcci di diversa
natura disciplinare e riferiti ad un insieme di aree tematiche che
costituiscono la base della formazione comune, quali:
-
modelli
dello sviluppo locale (evoluzione
storica, nuovo paradigma economico);
-
evoluzione
delle politiche pubbliche per lo sviluppo locale;
-
evoluzione
del quadro istituzionale, giuridico e normativo;
-
strumenti, risorse e soggetti dello sviluppo locale;
-
"nuova
programmazione" e progetti di
sviluppo.
Le competenze
·
Sollecitare
e sostenere idee progettuali e progetti coerenti con i presupposti e gli
obiettivi dello sviluppo locale;
·
operare
per rafforzare la capacità d'intervento e le relazioni cooperative dell'insieme
dei soggetti locali;
·
individuare
e inquadrare gli strumenti e le risorse disponibili, con modalità di utilizzo coerenti con gli obiettivi di sviluppo.
Il saper fare
·
Costruire
reti relazionali e di cooperazione tra
una molteplicità di soggetti (creazione
di capitale sociale);
·
lavorare
al rafforzamento dei partenariati
locali e della concertazione intorno ai progetti di sviluppo nati dal
basso;
·
“piegare”
le strumentazioni esistenti alle esigenze e alla progettualità del territorio;
·
avanzare
proposte per la valorizzazione delle risorse endogene e delle “ricchezze
nascoste” nel rispetto della sostenibilità e autosostenibilità;
·
favorire
l'attrazione territoriale di risorse “mobili” esogene (capitali, competenze
tecnico-manageriali);
·
lavorare
per progetti.
L'obiettivo fondamentale del percorso formativo in esame è quello di
formare tecnici di livello alto, con una visione il più possibile completa
delle problematiche che attengono allo sviluppo locale, alla programmazione
negoziata, agli strumenti normativi, al sistema delle imprese, in grado di
gestire sia la fase preparatoria di un uno strumento di programmazione
negoziata (patto territoriale, contratto d'area, PIT, PIS,..), sia la fase
della attuazione dei relativi programmi di intervento.
Le competenze necessarie, per operare come Agente di sviluppo sono molteplici ed
attengono a diverse aree disciplinari che vanno dalla normativa della
programmazione negoziata e della finanza agevolata, alla economia d'impresa,
alle tecniche di progettazione e di management.
Questo forte carattere di multidisciplinarietà rende
complesso l'intervento formativo, chiamando in causa più soggetti che possano
garantire una formazione eterogenea.
La maniera in cui vengono bilanciate le diverse
discipline caratterizzerà il profilo professionale in formazione.
L’intervento si propone di
potenziare le capacità degli enti beneficiari selezionati di progettare,
gestire, monitorare e valutare iniziative finalizzate all’incentivazione di
nuove opportunità di sviluppo e di occupazione. In particolare, il percorso
formativo deve valorizzare il “capitale umano” presente sul territorio e
sviluppare “nuove competenze” indispensabili agli stessi attori locali per
elaborare e gestire progetti di sviluppo territoriale.
Gli obiettivi formativi specifici che si pone
l'intervento sono:
1.
omogeneizzare le conoscenze
di base dei
partecipanti,
2.
sviluppare
le competenze tecniche ed applicative sulla gestire
degli strumenti normativi e disciplinari, tecnici ed economici, europei e
nazionali di supporto allo pianificazione dello sviluppo dal basso,
3.
fornire gli strumenti per interagire
con il sistema produttivo e le istituzioni locali
4.
fornire gli strumenti operativi per
elaborare ed utilizzare la strumentazione nazionale ed europea disponibile per
il supporto allo sviluppo socio-economico-produttivo di un territorio (Fondi
Strutturali),
5.
sviluppare
capacità operative nella gestione delle complesse fasi di predisposizione e
attuazione di complessi ed integrati programmi di sviluppo locale,
6.
sviluppare progettualità in
un contesto operativo tipico delle Agenzie di sviluppo locale,
7.
sviluppare
le competenze di problem-solving e di
project management,
8.
accrescere la capacità di collaborare
con i diversi soggetti operanti nello stesso ambito lavorativo per favorire la
coesione e la concertazione del partenariato locale.
Il corso si rivolgerà ad un gruppo di 25 laureati da selezionare con bando pubblico all’interno e all’esterno dell’Amministrazione provinciale di Brindisi
La figura professionale in esame corrisponde a quella di tecnico di livello alto. Particolare attenzione quindi sarà data al dimensionamento delle componenti del percorso formativo atte ad accrescere le capacità applicative del partecipante al corso.
La formazione sarà erogata articolandola, secondo
quanto riportato nella seguente tabella, tra:
Ø lezioni in aula,
tendenti a fornire competenze sia di base e trasversali che professionalizzanti
sulle tematiche dello sviluppo locale e della programmazione negoziata;
Ø laboratorio concepito come una Agenzia
per lo sviluppo locale, dove si potranno approfondire operativamente attraverso
alcuni esempi pilota alcune pratiche degli strumenti necessari al ciclo del
progetto (analisi territoriale, SWOT, struttura di un programma di sviluppo,…)
contestualizzando le conoscenze acquisite sulla pratica lavorativa;.
Il percorso formativo avrà base modulare e sarà strutturato come segue:
MODULO
1: LO SVILUPPO LOCALE
MODULO
2: LE COMPETENZE ISTITUZIONALI
MODULO
3: LE POLITICHE E I PROGRAMMI PER LO SVILUPPO LOCALE
MODULO
4: I PROGETTI DI SVILUPPO LOCALE
MODULO 5: LA GESTIONE DEI PROGETTI DI SVILUPPO NELLE
PA LOCALI
MODULO
6: IL MARKETING TERRITORIALE
·
Le politiche di attrazione degli investimenti
·
Il marketing territoriale
·
Gli strumenti del marketing territoriale
·
L’analisi della domanda potenziale
·
La costruzione di un sistema di offerta
DIMENSIONAMENTO DEL
PERCORSO FORMATIVO PERIODO 280 ORE |
|||
|
264 AULA |
16 LABORATORIO |
|
7
settimane da 5 giornate di 8 ore = 280 ore |
76 ore (9,5 giornate) Propedeutiche di base e
trasversali |
188 ore (23,5 giornate) Professionalizzanti |
16 ore (2 giornate) Esercitazioni di gruppo |
L'intervento formativo è articolato temporalmente in
7 settimane con avvio il 14 Maggio e termine il 29 giugno 2001.
Le 7 settimane sono articolate in 5 giorni di 8 ore
ciascuno. Le prime 9 giornate sono finalizzate ad omogeneizzare le conoscenze
dei partecipanti sulle tematiche dello sviluppo locale e sulle competenze
istituzionali.
Le successive 23 giornate sono professionalizzanti
ed affrontano i contenuti didattici fondamentali.
Due giornate saranno dedicate alla pratica
operatività con sviluppo di lavori individuali e di gruppo sempre con
l’assistenza di un docente, allo scopo di contestualizzare nella pratica
operativa le nozioni assimilate.
Al termine di ogni modulo didattico è prevista una
breve prova di uscita per verificare l’efficacia e la rispondenza dei risultati
formativi agli obiettivi del singolo modulo.
STRUTTURA DEL
PERCORSO FORMATIVO |
|||||
|
|||||
FASI |
MODULI |
Aula |
Lab |
Tot. |
|
base |
profe |
eser. |
|
||
Fondamenti dello sviluppo Locale Le politiche, i programmi, i progetti, gli
strumenti Marketing territoriale |
1.
Lo sviluppo locale |
40 |
|
|
48 |
2.
Le competenze istituzionali |
36 |
|
|
24 |
|
3.
Le politiche e i programmi per lo sviluppo locale |
|
56 |
|
80 |
|
4.
I progetti di sviluppo locale |
|
88 |
8 |
32 |
|
5.
La Gestione dei progetti di sviluppo locale |
|
20 |
8 |
32 |
|
7. Il marketing territoriale |
|
24 |
|
24 |
|
Totale ore |
76 |
188 |
16 |
280 |
|
|
|
|
|
|
La selezione dei candidati è stata effettuata tramite bando pubblico della Provincia di Brindisi con una commissione mista Provincia di Brindisi - Formez.
MODULO
1: LO SVILUPPO LOCALE
Obiettivi:
Fornire ai partecipanti le nozioni di base sullo sviluppo locale, sui sistemi locali del lavoro e sul ruolo svolto dal partenariato nel contesto territoriale di riferimento. Questo primo intervento ha carattere propedeutico e mira a omogeneizzare i partecipanti rispetto alle tematiche affrontate.
Contenuti:
Durata: 40 ore di aula
Docenze: Tecnopolis
MODULO 2: LE COMPETENZE ISTITUZIONALI
Obiettivi:
Fornire ai partecipanti un quadro sintetico ma
esaustivo dei principali riferimenti istituzionali dal livello locale al
livello europeo, indicando i ruoli, i livelli decisionali e i caratteri di
operatività.
Contenuti:
Durata: 36 ore di aula
Docenze: Tecnopoplis (8 ore) +
esterni (28 ore)
MODULO
3: LE POLITICHE E I PROGRAMMI PER LO SVILUPPO LOCALE
Obiettivi:
Fornire ai partecipanti un quadro molto dettagliato del quadro di riferimento della programmazione degli interventi per lo sviluppo locale, a partire dagli strumenti a livello europeo sino a quelli attualmente vigenti per il Mezzogiorno e lo sviluppo delle singole Regioni in obiettivo 1.
Contenuti:
Durata: 56 ore di aula
Docenze: Tecnopolis (32 ore) +
esterni (24 ore)
MODULO 4: I PROGETTI DI SVILUPPO LOCALE
Obiettivi:
Fornire ai partecipanti gli elementi essenziali del ciclo di vita di un progetto di sviluppo locale, con particolare riferimento agli obiettivi, alle procedure e alle metodologie per il monitoraggio e la valutazione ex-ante di un progetto, l’analisi SWOT, le procedure di attuazione di un programma di sviluppo locale e le tecniche per il management del progetto.
Contenuti:
Durata: 96 ore (88 di aula + 8 di
laboratorio)
Docenze: Tecnopolis (48 ore) +
esterni (48 ore)
MODULO 5: LA GESTIONE DEI PROGETTI DI SVILUPPO NELLE
PA LOCALI
Obiettivi:
Fornire ai partecipanti conoscenze specifiche in merito al ruolo svolto dalle PA nella gestione dei progetti di sviluppo locale. Funzioni, competenze e organizzazione necessarie nella PA.
Contenuti:
Durata: 28 ore (20 di aula + 8 di
laboratorio)
Docenze: Tecnopolis (12 ore) +
esterni (16 ore)
MODULO 6: IL
MARKETING TERRITORIALE
Obiettivi:
Fornire
ai partecipanti le conoscenze relative alle tecniche di attrazione di imprese e
di marketing territoriale volte a costruire un articolato ed organico sistema
di offerta del territorio per nuove localizzazioni di imprese.
Contenuti:
·
Le politiche di attrazione degli investimenti
·
Il marketing territoriale
·
Gli strumenti del marketing territoriale
·
L’analisi della domanda potenziale
·
La costruzione di un sistema di offerta
Durata: 24 ore di aula
Docenze: Tecnopolis (16 ore) +
esterni (8 ore)
Notevole importanza riveste il monitoraggio e la valutazione dell’intervento formativo che saranno condotti con strumenti diversificati per livelli e funzioni, e saranno volti a valutare efficacia ed efficienza dell’attività didattica.
La diversificazione degli strumenti di valutazione e monitoraggio si rende necessaria in corrispondenza dei diversi obiettivi formativi, a ciascuno dei quali corrispondono altrettanti differenti risultati.
A fine di valutare questi fattori, sono stati previsti i seguenti passi:
· verifica di inizio corso (con un questionario di entrata)
· verifiche in itinere dei livelli di apprendimento (questionario di uscita modulo)
· verifica dei risultati finali dell’apprendimento (relazione tecnica)
La verifica di inizio corso, mirerà a valutare le disponibilità, i bisogni formativi ed i requisiti di ingresso dei partecipanti anche in rapporto:
· al livello di percezione del fabbisogno formativo;
· alle aspettative;
· al livello di conoscenza e condivisione degli obiettivi formativi;
· al livello di motivazione,
· al livello di apertura al cambiamento;
I risultati di questa indagine permetteranno di tarare al meglio l’intervento dei docenti sulle conoscenze ed atteggiamenti dei partecipanti.
Le verifiche in itinere dei livelli di apprendimento riguarderanno l’accertamento delle competenze professionali maturate dai partecipanti.
Le verifiche saranno effettuate al temine di ogni modulo.
Il metodo utilizzato per la rilevazione dei livelli di apprendimento in itinere sarà quello del questionario.
All’interno di ciascuna unità didattica, i docenti saranno chiamati a monitorare l’andamento dei progressi dell’apprendimento dei partecipanti mediante:
· la valutazione delle prestazioni individuali e del grado di autonomia durante lo svolgimento delle esercitazioni;
· il coinvolgimento diretto dei partecipanti anche attraverso domande periodiche;
· la discussione degli argomenti trattati durante le lezioni;
· la valutazione della capacità di applicazione ai casi di studio delle conoscenze acquisite.
La verifica dei risultati finali dell’apprendimento si identifica con la verifica della efficacia del programma di formazione in riferimento alla sua capacità sia di modificazione del soggetto, sia di trasformazione del rapporti tra i vari sistemi (formazione, individuo, ambiente organizzativo).
Il metodo utilizzato per la rilevazione dei livelli finali di apprendimento sarà invece quello della “relazione tecnica”.
Attraverso tali attività sarà quindi possibile garantire l’efficacia del processo di formazione individuando anche in itinere le modalità didattiche ed organizzative ottimali per il rinforzo dell’apprendimento e per il raggiungimento degli obiettivi formativi dell’intervento.