CORSO di FORMAZIONE

AGENTI DI SVILUPPO

per la PROVINCIA DI BRINDISI

 

 

 


 

 

INDICE

 

1     LA DEFINIZIONE DELLA FIGURA PROFESSIONALE..................................................................................... 3

1.1      IL PROFILO PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO...................................................................................... 3

1.1.1       SCENARIO.................................................................................................................................................. 3

1.1.2       FABBISOGNI DI PROFESSIONALITA’................................................................................................. 4

1.1.3       INDIVIDUAZIONE DELLA FIGURA PROFESSIONALE.................................................................... 5

1.2      COMPITI E COMPETENZE PROFESSIONALI.............................................................................................. 5

1.3      DALLE COMPETENZE PROFESSIONALI AGLI OBIETTIVI FORMATIVI............................................. 7

2     LA PROGETTAZIONE DIDATTICA...................................................................................................................... 8

2.1      DIMENSIONAMENTO DELLE COMPONENTI DEL PERCORSO FORMATIVO.................................... 8

2.2      STRUTTURA DEL PROGETTO DIDATTICO.............................................................................................. 10

2.3      LA SELEZIONE DEGLI ALLIEVI.................................................................................................................... 11

2.4      MODULI ED UNITA’ DIDATTICHE............................................................................................................. 11

3     IL PROCESSO DI VALUTAZIONE...................................................................................................................... 15

3.1      LA VALUTAZIONE DELL’INTERVENTO FORMATIVO......................................................................... 15

4     CRONOGRAMMA CORSO – BRINDISI........................................................................................................... 17

 


 

1                  LA DEFINIZIONE DELLA FIGURA PROFESSIONALE

 

1.1             IL PROFILO PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO

1.1.1      SCENARIO

Il primo asse strategico di sviluppo del Mezzogiorno gestito dal Ministero del Tesoro, Bilancio e Programmazione Economica riguarda la promozione di sistemi locali attraverso la cooperazione di imprese, enti locali, associazioni industriali e del lavoro, banche, fondazioni, per il conseguimento di due obiettivi:

1)    realizzare investimenti produttivi, infrastrutturali e di servizio integrati;

2)    concertare accordi contrattuali - di lavoro, creditizi, di fornitura - e relazioni fiduciarie che favoriscano lo sviluppo.

 

Il rilievo e le potenzialità di questo asse strategico derivano da diversi fattori tra i quali la forte cooperazione con le forze economiche, politiche e sociali delle zone di insediamento insieme alla affermazione delle capacità industriali e di servizio già presenti nel territorio.

L'attuazione dell'asse strategico sistemi locali può oggi avvalersi di diversi strumenti di contrattazione negoziata che presuppongono l’approccio “bottom-up” nello sviluppo sociale ed economico di un territorio.

 

L’avvio e l’evoluzione che hanno avuto, ad esempio, i patti territoriali, i contratti d’area e i contratti di programma sono solo alcune dimostrazioni di una svolta politica che, anche con il decentramento e i federalismo, spinge sempre più nella direzione della programmazione dello sviluppo concepita e progettata dagli attori locali e dalle forze sociali presenti su un determinato territorio.

 

In nuovo Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) 2000-2006 e il Piano di Sviluppo del Mezzogiorno (PSM) hanno sancito l’inderogabilità del ricorso al partenariato e alla partecipazione congiunta delle forze sociali e delle istituzioni per la individuazione degli obiettivi prioritari di sviluppo del territorio e per la predisposizione di programmi integrati di sviluppo.

 

Lo stesso Programma Operativo Regionale (POR) altro non è che un programma integrato di interventi, basato su assi strategici di sviluppo e obiettivi globali e specifici il cui raggiungimento consentirà di “rompere” quei parametri che rallentano la crescita e frenano lo sviluppo. All’interno dei POR delle Regioni dell’Obiettivo 1, i Progetti Integrati Territoriale (PIT) e i Progetti Integrati Settoriali (PIS) costituiscono senza dubbio una evoluzione degli strumenti della programmazione negoziata sanciti con la Legge 662/ 96.

 

 

In questo scenario articolato, in cui anche la Puglia ha mostrato grande capacità progettuale, ampio partenariato locale e determinata volontà all'investimento da parte del sistema delle imprese, emerge l'esigenza di figure professionali in grado di accompagnare questi processi di sviluppo locale, con competenze specifiche sia sulle tematiche, sia sulla normativa regionale, nazionale ed europea, sia, infine, sugli strumenti da utilizzare per promuove, progettare ed attuare programmi si sviluppo locale.

 

1.1.2      FABBISOGNI DI PROFESSIONALITA’

 

La programmazione concertata dello sviluppo locale ha una storia abbastanza recente in quanto a definizione della materia specifica degli interventi, della strumentazione e regolamentazione adottata che risale alla legge 104/95 che, tra l'altro individuava e definiva gli strumenti per una più efficace attuazione delle politiche di intervento nelle aree depresse. Il patto territoriale sancito dapprima nel decreto legge n.123 del 24.4.95, viene successivamente definito nell'art.8 della legge 341/95, avviando un processo che prosegue, con ancora scarsa determinazione e insufficiente assetto procedurale, e viene più recentemente consolidato con la legge 662/96 e con la delibera CIPE del 21.3.97.

 

Molti sono gli aspetti positivi del nuovo approccio di sviluppo locale “bottom-up”. La concertazione sui programmi di sviluppo gioca un ruolo determinante e contribuisce ai seguenti fattori:

·          Passaggio da una logica del chiedere ad una logica del fare

·          Fanno emergere e rafforzano una classe dirigente locale

·          Producono e diffondono una cultura della responsabilità e della progettualità

·          Mobilitano le risorse locali

·          Sviluppano la coesione sociale

·          Fanno emergere il lavoro sommerso

·          Sono uno strumento riconosciuto valido ed efficace dall'Unione Europea

 

Non pochi, tuttavia, sono stati i problemi incontrati soprattutto nelle fasi iniziali di attuazione di questi strumenti, dovuti principalmente a:

 

·        difficoltà nella composizione di un partenariato locale capace di convergere su precisi assi prioritari di sviluppo;

·        concorrenza tra enti locali e forze sociali, e tra “grandi” e “piccoli” soggetti delle rappresentanze delle forze sociali;

·        diversità di politiche locali, di vocazioni e di struttura produttiva locale;

·        mancanza di adeguato coordinamento nelle procedure di sviluppo di un patto Territoriale e/o Contratto d'Area;

·        indisponibilità di un quadro normativo chiaro soprattutto in merito alle procedure di attuazione degli strumenti della programmazione negoziata;

·        carenza di professionalità specifiche (agente di sviluppo) in grado di supportare adeguatamente, per un verso, gli attori locali nella predisposizione dei relativi piani di sviluppo, e, per altro verso, le imprese nella messa a punto di progetti di investimento, affidabili, cantierabili e concreti secondo lo spirito della normativa.

 

Questa carenza di figure professionali ha sicuramente determinato un ritardo, per certi versi ancora recuperabile, nel ricorso a questi nuovi strumenti di promozione ed incentivazione dello sviluppo locale.

Diventa essenziale, pertanto, determinare le condizioni di crescita culturale, professionale e di competenze, innanzitutto nell’ambito della pubblica amministrazione, che consentano di procedere più speditamente all'attuazione di questa nuova strumentazione normativa.

 

1.1.3      INDIVIDUAZIONE DELLA FIGURA PROFESSIONALE

 

L’analisi dello scenario normativo di riferimento, delle aree funzionali di attività non ancora adeguatamente coperte, dei fabbisogni di professionalità riscontrati nelle esperienze della programmazione concertata, permette di individuare le caratteristiche della figura professionale oggetto di questo intervento formativo.

 

L'Agente di sviluppo sarà un operatore specializzato in grado di gestire l’intero processo evolutivo legato alla programmazione dello sviluppo territoriale, interagendo con la compagine del partenariato, rapportandosi alle istituzioni e interfacciando adeguatamente il sistema produttivo locale.

 

Il processo lavorativo in cui si inserirà è di tipo integrato. Parte dalla assistenza allo sviluppo di iniziative progettuali in seno alle amministrazioni pubbliche e si sviluppa sino al sostegno alle imprese nel fornire indirizzi programmatici e procedurali per accedere agli strumenti della finanza agevolata.

 

1.2             COMPITI E COMPETENZE PROFESSIONALI

 

I compiti di riferimento per la figura professionale in oggetto si collocheranno all’interno delle diverse fasi del processo lavorativo delineato nel paragrafo precedente, in alcuni passi con attività di tipo operativo, in altri con attività anche decisionali o di mediazione.

 

La figura professionale potrà quindi essere scomposta in una serie di competenze in relazione allo svolgimento dei compiti tracciati.

 

La figura di Agente che si vuole formare  è quella di un soggetto che in termini generali:

·        è consapevole del significato dello sviluppo locale (occasione per modelli di sviluppo nuovi, differenziati, originali, autosostenuti, territorializzati);

·        conosce il contesto territoriale dato (il territorio non è inteso soltanto come luogo fisico ma soprattutto come contesto in cui si esprimono le potenzialità per lo sviluppo);

·        è  orientato all'innovazione ed ha un’elevata reattività al cambiamento;

·        ha uno spirito imprenditoriale (non è “attendista” bensì è orientato alla ricerca, alla organizzazione, all’apprendimento continuo);

·        è attento alle diverse dimensioni (economiche e non) che incidono sui processi di sviluppo;

·        è ricco di capacità relazionali, ossia è capace di mediare tra interessi diversi e di  mettere in rete risorse e soggetti.

 

In particolare, l'Agente di sviluppo è dotato di:

conoscenze territoriali

·        conosce e condivide (nel senso che gli è propria) l'identità del territorio di appartenenza;

·        conosce le principali risorse territoriali "immobili" e "mobili" attivabili per lo sviluppo;

·        conosce lo stato di utilizzo e di valorizzazione di tali risorse;

·        conosce gli attori locali (istituzionali, economici, sociali) e le relazioni che tra essi intercorrono;

conoscenze rispetto ai processi di sviluppo

·        è consapevole delle trasformazioni indotte dal “post fordismo” (fabbrica diffusa, territorio come insieme di relazioni produttive e sociali, sviluppo come processo complesso e differenziato, non deterministico);

·        conosce le trasformazioni legate all'evoluzione dell'assetto dei poteri e delle competenze tra i diversi livelli di governo (integrazione e sussidiarietà europea, leggi Bassanini, federalismo,  decentramento, nuova centralità dei poteri locali);

·        conosce le politiche, gli strumenti e le opportunità a sostegno dello sviluppo.

Le conoscenze

Essere operatori di sviluppo locale significa sempre più conoscere e utilizzare approcci di diversa natura disciplinare e riferiti ad un insieme di aree tematiche che costituiscono la base della formazione comune, quali:

-        modelli dello  sviluppo locale (evoluzione storica, nuovo paradigma economico);

-        evoluzione delle politiche pubbliche per lo sviluppo locale;

-        evoluzione del quadro istituzionale, giuridico e normativo;

-        strumenti,  risorse e soggetti dello sviluppo locale;

-        "nuova programmazione" e  progetti di sviluppo.

Le competenze

·        Sollecitare e sostenere idee progettuali e progetti coerenti con i presupposti e gli obiettivi dello sviluppo locale;

·        operare per rafforzare la capacità d'intervento e le relazioni cooperative dell'insieme dei soggetti locali;

·        individuare e inquadrare gli strumenti e le risorse disponibili,  con modalità di utilizzo coerenti con gli obiettivi di sviluppo.

Il saper fare

·        Costruire reti relazionali  e di cooperazione tra una molteplicità di soggetti  (creazione di capitale sociale);

·        lavorare al rafforzamento dei partenariati  locali e della concertazione intorno ai progetti di sviluppo nati dal basso;

·        “piegare” le strumentazioni esistenti alle esigenze e alla progettualità del territorio;

·        avanzare proposte per la valorizzazione delle risorse endogene e delle “ricchezze nascoste” nel rispetto della sostenibilità e autosostenibilità;

·        favorire l'attrazione territoriale di risorse “mobili” esogene (capitali, competenze tecnico-manageriali);

·        lavorare per progetti.

 

1.3             DALLE COMPETENZE PROFESSIONALI AGLI OBIETTIVI FORMATIVI

 

 

L'obiettivo fondamentale del percorso formativo in esame è quello di formare tecnici di livello alto, con una visione il più possibile completa delle problematiche che attengono allo sviluppo locale, alla programmazione negoziata, agli strumenti normativi, al sistema delle imprese, in grado di gestire sia la fase preparatoria di un uno strumento di programmazione negoziata (patto territoriale, contratto d'area, PIT, PIS,..), sia la fase della attuazione dei relativi programmi di intervento. 

 

Le competenze necessarie, per operare come Agente di sviluppo sono molteplici ed attengono a diverse aree disciplinari che vanno dalla normativa della programmazione negoziata e della finanza agevolata, alla economia d'impresa, alle tecniche di progettazione e di management.

Questo forte carattere di multidisciplinarietà rende complesso l'intervento formativo, chiamando in causa più soggetti che possano garantire una formazione eterogenea.

La maniera in cui vengono bilanciate le diverse discipline caratterizzerà il profilo professionale in formazione.

 

L’intervento si propone di potenziare le capacità degli enti beneficiari selezionati di progettare, gestire, monitorare e valutare iniziative finalizzate all’incentivazione di nuove opportunità di sviluppo e di occupazione. In particolare, il percorso formativo deve valorizzare il “capitale umano” presente sul territorio e sviluppare “nuove competenze” indispensabili agli stessi attori locali per elaborare e gestire progetti di sviluppo territoriale.

 

Gli obiettivi formativi specifici che si pone l'intervento sono:

1.      omogeneizzare le conoscenze di base dei partecipanti,

2.      sviluppare le competenze tecniche ed applicative sulla gestire degli strumenti normativi e disciplinari, tecnici ed economici, europei e nazionali di supporto allo pianificazione dello sviluppo dal basso,

3.      fornire gli strumenti per interagire con il sistema produttivo e le istituzioni locali

4.      fornire gli strumenti operativi per elaborare ed utilizzare la strumentazione nazionale ed europea disponibile per il supporto allo sviluppo socio-economico-produttivo di un territorio (Fondi Strutturali),

5.      sviluppare capacità operative nella gestione delle complesse fasi di predisposizione e attuazione di complessi ed integrati programmi di sviluppo locale,

6.      sviluppare progettualità in un contesto operativo tipico delle Agenzie di sviluppo locale,

7.      sviluppare le competenze di problem-solving e di project management,

8.      accrescere la capacità di collaborare con i diversi soggetti operanti nello stesso ambito lavorativo per favorire la coesione e la concertazione del partenariato locale.

 

Il corso si rivolgerà ad un gruppo di 25 laureati da selezionare con bando pubblico all’interno e all’esterno dell’Amministrazione provinciale di Brindisi

 

2                  LA PROGETTAZIONE DIDATTICA

 

2.1             DIMENSIONAMENTO DELLE COMPONENTI DEL PERCORSO FORMATIVO

 

 

La figura professionale in esame corrisponde a quella di tecnico di livello alto. Particolare attenzione quindi sarà data al dimensionamento delle componenti del percorso formativo atte ad accrescere le capacità applicative del partecipante al corso.

 

La formazione sarà erogata articolandola, secondo quanto riportato nella seguente tabella, tra:

Ø      lezioni in aula, tendenti a fornire competenze sia di base e trasversali che professionalizzanti sulle tematiche dello sviluppo locale e della programmazione negoziata;

Ø      laboratorio concepito come una Agenzia per lo sviluppo locale, dove si potranno approfondire operativamente attraverso alcuni esempi pilota alcune pratiche degli strumenti necessari al ciclo del progetto (analisi territoriale, SWOT, struttura di un programma di sviluppo,…) contestualizzando le conoscenze acquisite sulla pratica lavorativa;.

 

Il percorso formativo avrà base modulare e sarà strutturato come segue:

 

MODULO 1: LO SVILUPPO LOCALE

 

MODULO 2: LE COMPETENZE ISTITUZIONALI

 

MODULO 3: LE POLITICHE E I PROGRAMMI PER LO SVILUPPO LOCALE

 

MODULO 4: I PROGETTI DI SVILUPPO LOCALE

 

 

MODULO 5: LA GESTIONE DEI PROGETTI DI SVILUPPO NELLE PA LOCALI

 

MODULO 6: IL MARKETING TERRITORIALE

·        Le politiche di attrazione degli investimenti

·        Il marketing territoriale

·        Gli strumenti del marketing territoriale

·        L’analisi della domanda potenziale

·        La costruzione di un sistema di offerta

 

 

 

 

DIMENSIONAMENTO DEL PERCORSO FORMATIVO

PERIODO 280 ORE

 

264 AULA

16 LABORATORIO

7 settimane da 5 giornate di 8 ore = 280 ore

 

76 ore

(9,5 giornate) Propedeutiche di base e trasversali

188 ore

(23,5 giornate)

Professionalizzanti

16 ore

(2 giornate)

Esercitazioni di gruppo

 

 

2.2             STRUTTURA DEL PROGETTO DIDATTICO

 

 

L'intervento formativo è articolato temporalmente in 7 settimane con avvio il 14 Maggio e termine il 29 giugno 2001.

Le 7 settimane sono articolate in 5 giorni di 8 ore ciascuno. Le prime 9 giornate sono finalizzate ad omogeneizzare le conoscenze dei partecipanti sulle tematiche dello sviluppo locale e sulle competenze istituzionali.

Le successive 23 giornate sono professionalizzanti ed affrontano i contenuti didattici fondamentali.

Due giornate saranno dedicate alla pratica operatività con sviluppo di lavori individuali e di gruppo sempre con l’assistenza di un docente, allo scopo di contestualizzare nella pratica operativa le nozioni assimilate.

Al termine di ogni modulo didattico è prevista una breve prova di uscita per verificare l’efficacia e la rispondenza dei risultati formativi agli obiettivi del singolo modulo.

 

 

 

 

 

 

 

STRUTTURA DEL PERCORSO FORMATIVO

 

 

 

FASI

 

MODULI

Aula

Lab

Tot.

 

base

profe

eser.

 

Fondamenti dello sviluppo Locale

 

Le politiche, i programmi, i progetti, gli strumenti

 

Marketing territoriale

 

 

1.      Lo sviluppo locale

40

 

 

48

2.      Le competenze istituzionali

 

36

 

 

24

3.      Le politiche e i programmi per lo sviluppo locale

 

56

 

80

4.      I progetti di sviluppo locale

 

88

8

32

5.      La Gestione dei progetti di sviluppo locale

 

20

8

32

7.   Il marketing territoriale

 

24

 

24

Totale ore

76

188

16

280

 

 

 

 

 

 

2.3             LA SELEZIONE DEGLI ALLIEVI

 

La selezione dei candidati è stata effettuata tramite bando pubblico della Provincia di Brindisi con una commissione mista Provincia di Brindisi - Formez.

 

 

2.4             MODULI ED UNITA’ DIDATTICHE

 

 

MODULO 1: LO SVILUPPO LOCALE

 

Obiettivi:

Fornire ai partecipanti le nozioni di base sullo sviluppo locale, sui sistemi locali del lavoro e sul ruolo svolto dal partenariato nel contesto territoriale di riferimento. Questo primo intervento ha carattere propedeutico e mira a omogeneizzare i partecipanti rispetto alle tematiche affrontate.

 

Contenuti:

 

Durata: 40 ore di aula

Docenze: Tecnopolis

 

 

MODULO 2: LE COMPETENZE ISTITUZIONALI

 

Obiettivi:

Fornire ai partecipanti un quadro sintetico ma esaustivo dei principali riferimenti istituzionali dal livello locale al livello europeo, indicando i ruoli, i livelli decisionali e i caratteri di operatività.

 

Contenuti:

 

Durata: 36 ore di aula

Docenze: Tecnopoplis (8 ore) + esterni (28 ore)

 

 

MODULO 3: LE POLITICHE E I PROGRAMMI PER LO SVILUPPO LOCALE

 

Obiettivi:

Fornire ai partecipanti un quadro molto dettagliato del quadro di riferimento della programmazione degli interventi per lo sviluppo locale, a partire dagli strumenti a livello europeo sino a quelli attualmente vigenti per il Mezzogiorno e lo sviluppo delle singole Regioni in obiettivo 1.

 

Contenuti:

 

Durata: 56 ore di aula

Docenze: Tecnopolis (32 ore) + esterni (24 ore)

 

 

MODULO 4: I PROGETTI DI SVILUPPO LOCALE

 

Obiettivi:

Fornire ai partecipanti gli elementi essenziali del ciclo di vita di un progetto di sviluppo locale, con particolare riferimento agli obiettivi, alle procedure e alle metodologie per il monitoraggio e la valutazione ex-ante di un progetto, l’analisi SWOT, le procedure di attuazione di un programma di sviluppo locale e le tecniche per il management del progetto.

 

Contenuti:

 

Durata: 96 ore (88 di aula + 8 di laboratorio)

Docenze: Tecnopolis (48 ore) + esterni (48 ore)

 

 

MODULO 5: LA GESTIONE DEI PROGETTI DI SVILUPPO NELLE PA LOCALI

 

Obiettivi:

Fornire ai partecipanti conoscenze specifiche in merito al ruolo svolto dalle PA nella gestione dei progetti di sviluppo locale. Funzioni, competenze e organizzazione necessarie nella PA.

 

Contenuti:

 

Durata: 28 ore (20 di aula + 8 di laboratorio)

Docenze: Tecnopolis (12 ore) + esterni (16 ore)

 

MODULO 6: IL MARKETING TERRITORIALE

 

Obiettivi:

Fornire ai partecipanti le conoscenze relative alle tecniche di attrazione di imprese e di marketing territoriale volte a costruire un articolato ed organico sistema di offerta del territorio per nuove localizzazioni di imprese.

 

Contenuti:

·        Le politiche di attrazione degli investimenti

·        Il marketing territoriale

·        Gli strumenti del marketing territoriale

·        L’analisi della domanda potenziale

·        La costruzione di un sistema di offerta

 

Durata: 24 ore di aula

Docenze: Tecnopolis (16 ore) + esterni (8 ore)


 

3                  IL PROCESSO DI VALUTAZIONE

3.1             LA VALUTAZIONE DELL’INTERVENTO FORMATIVO

 

Notevole importanza riveste il monitoraggio e la valutazione dell’intervento formativo che saranno condotti con strumenti diversificati per livelli e funzioni, e saranno volti a valutare efficacia ed efficienza dell’attività didattica.

La diversificazione degli strumenti di valutazione e monitoraggio si rende necessaria in corrispondenza dei diversi obiettivi formativi, a ciascuno dei quali corrispondono altrettanti differenti risultati.

 

A fine di valutare questi fattori, sono stati previsti i seguenti passi:

·        verifica di inizio corso (con un questionario di entrata)

·        verifiche in itinere dei livelli di apprendimento (questionario di uscita modulo)

·        verifica dei risultati finali dell’apprendimento (relazione tecnica)

 

La verifica di inizio corso, mirerà a valutare le disponibilità, i bisogni formativi ed i requisiti di ingresso dei partecipanti anche in rapporto:

·        al livello di percezione del fabbisogno formativo;

·        alle aspettative;

·        al livello di conoscenza e condivisione degli obiettivi formativi;

·        al livello di motivazione,

·        al livello di apertura al cambiamento;

I risultati di questa indagine permetteranno di tarare al meglio l’intervento dei docenti sulle conoscenze ed atteggiamenti dei partecipanti.

 

Le verifiche in itinere dei livelli di apprendimento riguarderanno l’accertamento delle competenze professionali maturate dai partecipanti.

Le verifiche saranno effettuate al temine di ogni modulo.

Il metodo utilizzato per la rilevazione dei livelli di apprendimento in itinere sarà quello del questionario.

All’interno di ciascuna unità didattica, i docenti saranno chiamati a monitorare l’andamento dei progressi dell’apprendimento dei partecipanti mediante:

·        la valutazione delle prestazioni individuali e del grado di autonomia durante lo svolgimento delle esercitazioni;

·        il coinvolgimento diretto dei partecipanti anche attraverso domande periodiche;

·        la discussione degli argomenti trattati durante le lezioni;

·        la valutazione della capacità di applicazione ai casi di studio delle conoscenze acquisite.

 

La verifica dei risultati finali dell’apprendimento si identifica con la verifica della efficacia del programma di formazione in riferimento alla sua capacità sia di modificazione del soggetto, sia di trasformazione del rapporti tra i vari sistemi (formazione, individuo, ambiente organizzativo).

Il metodo utilizzato per la rilevazione dei livelli finali di apprendimento sarà invece quello della “relazione tecnica”.

 

Attraverso tali attività sarà quindi possibile garantire l’efficacia del processo di formazione individuando anche in itinere le modalità didattiche ed organizzative ottimali per il rinforzo dell’apprendimento e per il raggiungimento degli obiettivi formativi dell’intervento.

 


4                  CRONOGRAMMA CORSO – BRINDISI