Patto territoriale per l'agricoltura dell'area
metropolitana di bari


 
 
Comuni: Adelfia, Bari, Bitetto, Bitritto, Capurso, Casamassima, Cellamare, Modugno, Noicattaro, Sannicandro, Triggiano, Valenzano

 
 
 
 

Relazione Finale di
Istruttoria Tecnica


 

Bari, 12 Aprile 2000
 
 

INDICE

1. Informazioni generali * 1.1. Il Patto Territoriale Specializzato per l'Agricoltura dell'Area Metropolitana di Bari: area di intervento e contesto regionale *

1.2. Soggetti Promotori *

1.3. Elenco delle iniziative imprenditoriali ed infrastrutturali *

2. CORRETTO INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO *

2.1. Descrizione sintetica della situazione di riferimento: struttura del comparto agricolo del territorio del patto *

2.2. Individuazione delle finalità generali del Patto e relazione con la programmazione regionale e comunitaria *

2.3. compatibilità complessiva del Patto con lo sviluppo ecosostenibile *

3. Validità ed efficacia delle singole iniziative in relazione agli obiettivi di sviluppo locale *

3.1. Individuazione dei fabbisogni e degli obiettivi di intervento *

3.2. Quantificazione degli obiettivi di sviluppo locale in agricoltura *

3.3. Descrizione delle linee di intervento previste e presumibili impatti sul conseguimento degli obiettivi *

3.4. Individuazione e selezione delle iniziative *

4. Coerenza e integrazione tra le diverse iniziative e validità complessiva del Patto *

6. Completezza, concretezza e coerenza dell'insieme degli impegni dei soggetti coinvolti *

ALLEGATI *


 
 
 
 

1. Informazioni generali

1.1. Il Patto Territoriale Specializzato per l'Agricoltura dell'Area Metropolitana di Bari: area di intervento e contesto regionale
 
 
Il Patto Territoriale per l'Agricoltura dell'Area Metropolitana di Bari è il risultato della concertazione tra tutte le forze economiche e sociali finalizzata a promuovere lo sviluppo del settore agricolo nel territorio del Patto.

L'area di riferimento è parte del sistema urbano identificato come area metropolitana di Bari, che ha, nel tempo, assunto una propria identità sia per il partenariato che sostiene le politiche di sviluppo, sia per l'imprenditoria che partecipa e risponde con elevata capacità progettuale e di investimento.

Il territorio si sviluppa dal mare sino a Sud di Bari e comprende le Amministrazioni comunali sotto elencate.
 
Comune
Superficie totale kmq
Popolazione residente ‘91
Densità demografica Ab/kmq
% sul totale popolazione
ADELFIA
29,73
14.779
497
3%
BARI
116,20
342.309
2.946
70%
BITETTO
33,57
9.730
279
2%
BITRITTO
17,65
8.689
492
2%
CAPURSO
14,88
14.377
966
3%
CASAMASSIMA
77,41
14.054
182
3%
CELLAMARE
12,74
10,14
800
2%
MODUGNO
31,90
37.056
1.162
8%
NOICATTARO
20,25
16,45
543
3%
SANNICANDRO
56,00
8.722
156
2%
TRIGGIANO
20,00
24.698
1.235
5%
VALENZANO
15,79
15.628
990
3%
TOTALE
413,13
490.042
890
100%

Su una superficie di oltre 400 kmq insiste una popolazione complessiva di 490 mila abitanti, corrispondenti ad una media di 890 abitanti per kmq, di cui il 70% circa concentrata nel solo Comune di Bari. I territori di questi Comuni sono legati da forti omogeneità sia sul piano economico, sia su quello sociale.
 
 

1.2. Soggetti Promotori Al primo nucleo di sottoscrittori del Patto Territoriale dell'Area Metropolitana di Bari si sono aggiunti altri soggetti che hanno attivamente partecipato nella fase di concertazione del patto per l'agricoltura, portando il proprio contributo di idee e di progetti e assumendo gli impegni e gli obblighi indicati nel Protocollo d'Intesa.

La compagine dei promotori del Patto per l'Agricoltura è composta da:

Le Amministrazioni:

Comuni di:

Adelfia,

Bari,

Bitetto,

Bitritto,

Capurso,

Casamassima,

Cellamare,

Modugno,

Noicattaro,

Sannicandro,

Triggiano,

Valenzano.

Amministrazione Provinciale di Bari,

Altri Enti Pubblici e Strutture di Ricerca:

Patto Territoriale dell'Area Metropolitana di Bari S.p.A.

Consorzio ASI,

Università degli Studi di Bari,

Politecnico di Bari,

Ente Autonomo Fiera del Levante,

Camera di Commercio di Bari,

Autorità Portuale,

Tecnopolis Scrl

ENEL S.p.A.

Gli Ordini professionali:

Ordine dei commercialisti,

Le Organizzazioni Sindacali confederali e provinciali:

CGIL,

CISL,

UIL,

UGL,

Le Associazioni di categoria:

Associazione degli Industriali della Provincia di Bari,

Federcommercio,

API-Puglia,

CNA,

Upsa-Confartigianato,

Confesercenti,

Raccomar,

Confederazione Italiana Agricoltori,

Comitato regionale Lega Cooperative,

Confcooperative

Associazione Imprese 44

Gli Istituti di Credito:

Banca Popolare di Bari,

Carime spa,

Artigiancassa

Banco di Napoli,

Banca del Salento

BNL

Banca Popolare di Puglia e Basilicata,

Mediosud,

Monte dei Pasci di Siena

Ai 10 Comuni promotori iniziali si sono aggiunti i Comuni di Cellamare e Noicattaro, confinanti con l'area d'intervento, potenziando ulteriormente la compagine delle amministrazioni locali che sostengono i programmi di sviluppo posti alla base del Patto.

L'iniziativa di un patto specializzato per l'agricoltura è stata considerata positivamente dai promotori, per gli effetti che potrà determinare sulla situazione economica e sociale soprattutto nelle aree rurali del territorio, accelerandone lo sviluppo e sostenendo nuovi processi d'integrazione tra il settore produttivo agricolo e il settore agroindustriale.

La società "Patto Territoriale dell'Area Metropolitana di Bari S.p.A.", Soggetto Responsabile del Patto di Bari, ha ricevuto dai Promotori del Patto Specializzato per l'Agricoltura la delega a predisporre il patto. Il Soggetto Responsabile del Patto di Bari: ha attivamente partecipato alla fase di concertazione e ha condiviso gli obiettivi e le finalità indicate dai promotori del patto per l'agricoltura. La sottoscrizione del Protocollo d'Intesa per l'Agricoltura, da parte del Soggetto Responsabile del Patto di Bari, conferma l'avvenuta concertazione tra i promotori del patto specializzato per dell'Agricoltura e il Soggetto Responsabile del Patto non specializzato, che insiste sullo stesso territorio, come disposto dalla delibera CIPE del 15 febbraio 2000.

Gli interventi programmati nel Patto Territoriale non specializzato di Bari, specie per quanto riguarda il settore dell'agro-industria, si collegano in modo armonico con gli obiettivi e gli interventi del Patto per l’Agricoltura. Quest'ultimo è orientato principalmente a sostenere iniziative nel settore della produzione primaria miranti al miglioramento delle condizioni igienico sanitarie degli allevamenti, al miglioramento e al riordino fondiario, alla protezione dell’ambiente e alla diversificazione delle attività delle aziende agricole.

Su tali interventi s'innesta anche il potenziamento dell’intera filiera produzione - trasformazione -commercializzazione, in particolare con azioni a favore di associazioni di produttori.

Le iniziative programmate nel settore agricolo ed agro-alimentare sono senza dubbio di integrazione e di completamento a quelle già in fase di attuazione all'interno del Patto Territoriale di Bari.

Gi investimenti che verranno realizzati con il Patto per l'Agricoltura produrranno sicuramente effetti benefici attivando le necessarie sinergie tra le imprese e sostenendo lo sviluppo economico ed occupazionale.

Il processo di concertazione sugli assi prioritari di sviluppo per l'agricoltura, svolto attraverso l'accurata analisi dello stato e dei bisogni, dei punti di forza e di debolezza, si è concluso con la sottoscrizione del Protocollo d'Intesa in cui sono state stabilite, in coerenza con la programmazione regionale, le priorità da assegnare alle diverse tipologie di intervento.

Copia del Protocollo d'Intesa è stata già inoltrata alla Regione Puglia secondo le disposizioni normative attuali, allo scopo di verificarne la congruità e la convergenza con la programmazione regionale.

I sottoscrittori hanno individuato, per il coordinamento e l’attuazione degli interventi previsti nel Patto Specializzato per l'Agricoltura, la società Patto Territoriale dell'Area Metropolitana di Bari S.p.A. quale soggetto responsabile, ai sensi della delibera CIPE del 21-03-97. Il delegato dai promotori a rappresentare il Patto per l'Agricoltura in queste fasi iniziali è la medesima società.

I Sottoscrittori del Patto per l'Agricoltura che hanno firmato il Protocollo d'Intesa, al momento attuale, sono:

Le Amministrazioni:

dei Comuni di:

Adelfia

Bari

Bitetto

Bitritto

Capurso

Casamassima

Cellamare

Modugno

Noicattaro

Sannicandro

Triggiano

Valenzano

Amministrazione Provinciale di Bari

Patto Territoriale dell'Area Metropolitana di Bari S.p.A.

Le Organizzazioni Sindacali confederali e provinciali:

CGIL

CISL

UIL

UGL

Le Associazioni di categoria:

Federcommercio - Agecom

Confesercenti Provinciale

Confederazione Italiana Agricoltori

Confcooperative

Confagricoltura

Federazione Provinciale CC DD

Gli Istituti di Credito:

Banco di Napoli

BNL

Mediosud

Monte dei Pasci di Siena
 
 

1.3. Elenco delle iniziative imprenditoriali ed infrastrutturali I promotori hanno stabilito di ammettere, al patto per l'Agricoltura, proposte progettuali entro determinati limiti di investimento, a seconda dei settori di intervento.

In particolare, le iniziative imprenditoriali ammesse e coerenti con gli obiettivi del Patto Territoriale, prevedono interventi nei seguenti comparti, fissati in sede di concertazione: Olio di Oliva, Olive da mensa, Ortofrutticoli freschi e trasformati, Uva da tavola, Vitivinicoltura.

Inoltre, ferme restando le limitazioni previste dal Decreto Interministeriale del 1° dicembre 1999, è stato stabilito che:

Sono state, infine, escluse le spese per l'acquisto di terreni, salvo nel caso di investimenti per la realizzazione, ristrutturazione, ammodernamento ed acquisizione di impianti di lavorazione e di stoccaggio di prodotti freschi e trasformati.

Le domande di agevolazione sono state predisposte dalle imprese secondo lo standard indicato dal Ministero del Tesoro a Marzo 2000, e sono state corredate dalla seguente documentazione:

  1. Business plan, composto di due parti:
  1. Titolo di proprietà o di possesso dei terreni (nel caso di possesso, specifica autorizzazione del proprietario ad eseguire gli investimenti e ad estendere la cessione del terreno fino ad almeno cinque anni successivi alla data di entrata in funzione).
  2. Corografia 1:25.000, con indicazione dei terreni oggetto dell’investimento.
  3. Planimetria dei terreni in scala 1:2.000 o 1:4.000, con attestazione, da parte di tecnico abilitato, di rispondenza alle planimetrie aggiornate depositate presso l’U.T.E., e con l’indicazione specifica dei dati catastali.
  4. Visura catastale dei terreni aziendali.
  5. Progetto tecnico composto da:

  6. 6.1 Relazione tecnica.

    6.2 Planimetria generale, in adeguata scala, dalla quale risultino la dimensione e configurazione del suolo aziendale, delle superfici coperte, (distinguendo le superfici destinate a serre da quelle destinate ai fabbricati), di quelle destinate a viabilità interna, a verde, disponibili, ecc. Tale planimetria deve essere corredata di opportuna legenda e sintetica tabella riepilogativa relativa alle singole superfici. Nel caso di ampliamento, le nuove superfici devono essere opportunamente evidenziate rispetto a quelle preesistenti sia sulla planimetria che sulle tabelle riepilogative.

    6.3 Principali elaborati grafici relativi a ciascun fabbricato, serra o terreno del programma, in adeguata scala e debitamente quotati, firmati, a norma di legge, dal progettista e controfirmati dall'imprenditore o dal legale rappresentante dell'impresa o suo procuratore speciale.

    6.4 Computo metrico estimativo (prezziario di riferimento..).

    6.5 Preventivi delle ditte fornitrici di macchinari, impianti e attrezzature.

  7. Concessione/Autorizzazione edilizia o perizia giurata di tecnico abilitato attestante la fattibilità tecnica e amministrativa dell’intervento proposto (attestante che nulla osta al rilascio dell’autorizzazione alla costruzione).
  8. Bilanci, relativi ai due esercizi precedenti la data di sottoscrizione del modulo di domanda delle agevolazioni, corredati di allegati esplicativi; per le imprese che non sono tenute alla redazione degli stessi, dichiarazione dei redditi relativa agli stessi due esercizi; qualora l'ultimo bilancio non fosse stato ancora approvato può essere trasmessa la bozza sottoscritta dai legali rappresentanti dell'impresa e corredata dagli allegati esplicativi delle varie poste; le imprese che non dispongono ancora di tali due bilanci devono allegare alla domanda quello/i disponibile/i e la situazione patrimoniale dei soci riferita agli ultimi due anni (per le società di capitale, i bilanci).
  9. Certificato di vigenza ovvero, per le ditte individuali, di iscrizione, rilasciato dalla competente CCIAA.
  10. Certificato I.N.P.S. attestante la qualifica di Imprenditore Agricolo a Titolo Principale.
  11. Le cooperative e le associazioni di produttori che presentano iniziative imprenditoriali devono allegare, inoltre, copia autentica del verbale relativo alla seduta del competente Organo sociale, nella quale:
Tutte le precedenti indicazioni sono state riportate nel bando per la presentazione delle richieste di agevolazione agli investimenti delle imprese, riportato, per completezza, in appendice alla presente relazione finale di istruttoria tecnico amministrativa.

Il bando è stato pubblicato il 16 Marzo 2000 con scadenza il 10 aprile 2000.

La fase di istruttoria è stata svolta con l'assistenza della società Tecnopolis, inserita nell'elenco delle società convenzionate con il Ministero del Bilancio, del Tesoro e della P.E..

L'istruttoria è stata condotta nel rispetto delle indicazioni riportate nel Comunicato del Ministero del Tesoro del 29 luglio 1998, valutando precisamente i seguenti aspetti:

  1. corretto inquadramento programmatico del Patto Territoriale, come tale intendendosi la coerenza complessiva del Patto stesso e delle singole iniziative in esso contenute con le linee ed i metodi, anche finanziari, di attuazione della programmazione regionale;
  2. validità ed efficacia delle singole iniziative contenute nel Patto Territoriale in relazione agli obiettivi di sviluppo locale stabiliti dai promotori, anche in termini di incremento complessivo dell’occupazione;
  3. coerenza ed integrazione, sia sul piano funzionale che su quello temporale, tra le diverse iniziative contenute nel Patto Territoriale;
  4. fattibilità giuridica ed amministrativa del Patto Territoriale, anche attraverso l’inventario di tutti gli atti e le procedure occorrenti ai fini dell’avvio, della realizzazione e della fruizione delle singole iniziative;
  5. completezza, concretezza e coerenza dell’insieme degli impegni ed obblighi di ciascuno dei soggetti chiamati a sottoscrivere il Patto Territoriale una volta approvato;
  6. compatibilità del Patto territoriale con lo sviluppo ecosostenibile, in termini sia di salvaguardia che di valorizzazione delle risorse ambientali.
I progetti imprenditoriali proposti per essere inseriti nel patto territoriale sono stati 67. Su questi è stata svolta l'analisi di ammissibilità al finanziamento, applicando le condizioni e gli indicatori stabiliti dai promotori in fase di concertazione.

Le iniziative risultate ammissibili e complete della documentazione necessaria per la valutazione della fattibilità tecnica, economica e finanziaria, sono state inserite nel Patto Territoriale per la successiva fase di istruttoria bancaria.

L'entità del contributo totale richiesto dalle iniziative imprenditoriali validamente proposte ed inserite nel Patto è risultata inferiore al massimo consentito dalla vigente normativa sulla programmazione negoziata.

Infatti, un patto specializzato per l'Agricoltura può al massimo richiedere contributi per 50 miliardi di lire (salvo il caso di aree con oltre 140.000 ettari di SAU) di cui almeno il 70% (pari quindi a 35MLD) possono essere utilizzati per i programmi di investimento delle imprese.

Avendo ottenuto, come si evince dalla seguente tabella, una richiesta complessiva di contributi da parte delle imprese pari a 29,968 miliardi di lire, non è stato necessario predisporre una lista delle iniziative secondo un ordine di preferenza, come indicato al punto 1.10 del comunicato del Ministero del Bilancio del 29-7-98.

Non è stato necessario, pertanto, applicare i criteri di selezione dei progetti che erano stati stabiliti dai promotori durante la concertazione e indicati nel bando pubblico.

Al paragrafo 3.4 è riportato un ulteriore approfondimento dell'insieme delle iniziative imprenditoriali proposte, illustrando gli impatti più importanti determinati dagli investimenti proposti.

La seguente Tabella 1.1 riassume, per le iniziative imprenditoriali, gli investimenti totali, gli investimenti agevolabili e i relativi oneri per lo Stato.
 


Tabella 1.1

INIZIATIVE PRODUTTIVE

N.
Tipologia intervento
Investimento totale

(Milioni di lire)

Investimento 
agevolabile

(Milioni di lire)

Onere per lo Stato

(Milioni di lire)

1
2
560
560 
364 
2
1
231
231 
131 
3
2
181
181 
112 
4
1
295
295 
171 
5
1
374
374 
211 
6
1
796
796 
461 
7
1
230
230 
126 
8
1
566
566 
339 
9
1
716
716 
501 
10
1
360
360 
190 
11
1
257
257 
128 
12
1
242
242 
121 
13
1
107
107 
48 
14
1
1.196
1.196 
418 
15
1
930
930 
558 
16
1
456
456 
273 
17
1
422
422 
189 
18
1
76
76 
53 
19
1
1.522
1.522 
989 
20
2
2.500
2.500 
1.750 
21
2
2.500
2.500 
1.875 
22
1
2.074
2.074 
1.016 
23
2
2.446
2.446 
1.834 
24
1
1.484
1.484 
1.038 
25
1
572
572 
314 
26
2
2.450
2.450 
1.470 
27
2
2.049
2.049 
1.229 
28
2
2.053
2.053 
1.129 
29
1
1.225
1.225 
490 
30
1
1.609
1.609 
643 
31
1
664
664 
265 
32
1
444
444 
177 
33
1
616
616 
246 
34
1
893
893 
401 
35
1
3.510
3.510 
1.579 
36
1
1.007
1.007 
402 
37
1
875
875 
352 
38
2
1.338
1.338 
867 
39
2
717
717 
286 
40
2
1.374
1.374 
604 
41
1
338
338 
147 
42
1
917
917 
320 
43
2
993
993 
397 
44
2
856
856 
342 
45
2
1.150
1.150 
460 
46
1
133
133 
88 
47
2
399
399 
199 
48
1
993
993 
595 
49
1
197
197 
118 
50
1
415
415 
249 
51
4
393
393 
211 
52
2
1.164
1.164 
698 
53
1
950
950 
570 
54
1
648
648 
486 
55
1
385
385 
231 
56
2
523
523 
366 
57
1
139
139 
93 
58
1
471
471 
303 
59
1
182
182 
63 
60
4
1.075
1.075 
526 
61
1
445
445 
156 
TOT
54.683
54.683
29.968

 

In appendice è riportato un elenco più dettagliato delle iniziative che hanno superato l'istruttoria tecnica e amministrativa, e sono state inserite nel pacchetto del Patto Territoriale per l'Agricoltura dell'Area Metropolitana di Bari.

I settori d'intervento riportati nella seconda colonna della precedente tabella, sono alcuni di quelli stabiliti dal Decreto del Ministro del Tesoro, Bilancio e della programmazione economica, di concerto con il Ministro delle politiche agricole, del 1° dicembre 1999.

I promotori, nell'ambito della concertazione, hanno voluto indirizzare gli interventi da ammettere al Patto per l'Agricoltura su quattro dei settori previsti dal citato decreto:

  1. Investimenti strutturali nel settore agricolo relativi alla produzione primaria
  2. Investimenti destinati al miglioramento delle condizioni di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti agricoli
  3. Aiuti alle associazioni di produttori relativamente alla promozione dei prodotti agricoli
  4. Aiuti a favore della pubblicità dei prodotti agricoli
La distribuzione dei progetti per settore d'intervento è risultata la seguente:
 
Settore di intervento
Cod
N.ro imprese ammesse
Investimenti strutturali nel settore agricolo relativi alla produzione primaria
1
42
Investimenti destinati al miglioramento delle condizioni di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti agricoli
2
17
Aiuti alle associazioni di produttori relativamente alla promozione dei prodotti agricoli
3
0
Aiuti a favore della pubblicità dei prodotti agricoli
4
2

Si può constatare come quasi il 70% delle iniziative proposte si riferiscano al settore della produzione primaria, con particolare riferimento alla viticoltura, all'olivicoltura e all'ortofrutta, con forte prevalenza della viticoltura. Il contributo richiesto per questo settore ammonta a 15,249 miliardi di lire e rappresenta oltre il 50% dell'intero programma.

Questo risultato, peraltro atteso dagli stessi promotori, è perfettamente allineato con le vocazioni tipiche del sistema produttivo agricolo del territorio, tendendo, anzi, a potenziarle con il completamento della filiera produttiva, mediante interventi di trasformazione e commercializzaizone.

Non a caso, il 28% dei progetti propone appunto investimenti in attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli (tipologia di intervento 2). Il numero di iniziative proposte in questo settore è risultato anche sufficientemente elevato, con un contributo richiesto pari al 47% del totale.

L'attenzione degli operatori rispetto alla necessità di completare le filiere produttive, assorbendo in loco l'elevato valore aggiunto sui prodotti dalla trasformazione e commercializzazione, è stata sancita dagli stessi imprenditori che hanno inteso investire in queste attività. Gli stessi promotori hanno sostenuto e promosso questo collegamento tra produzione e trasformazione, in tutte le fasi della concertazione, lasciandone traccia evidente nel Protocollo d'Intesa.

Gli interventi nel settore del primario e della trasformazione dei prodotti agricoli rappresentano oltre il 97% delle iniziative e propongono immobilizzi per più di 50 miliardi di lire, assorbendo il 98% del totale dei contributi richiesti per il patto.

La mancanza di iniziative nel settore di intervento 3 (aiuti alle Associazioni di produttori) è imputabile all'elevata frammentazione del sistema produttivo locale e alla modesta capacità di cooperazione tra le imprese.

Le due sole iniziative relative al settore 4 (aiuti a favore della pubblicità dei prodotti agricoli) mostrano, per un verso l'attenzione degli operatori alle attività di promozione dei prodotti tipici, ma, per altro verso, denotano un'impreparazione di fondo, di carattere organizzativo, che deve necessariamente essere superata nel tempo.

La distribuzione dei contributi richiesti per le 4 classi di intervento citate è la seguente:
 
Settore di intervento
Cod.
Contributi (ML) 
imprese ammesse
Investimenti strutturali nel settore agricolo relativi alla produzione primaria
1
15.249
Investimenti destinati al miglioramento delle condizioni di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti agricoli
2
13.982
Aiuti alle associazioni di produttori relativamente alla promozione dei prodotti agricoli
3
0
Aiuti a favore della pubblicità dei prodotti agricoli
4
737

Solo 61, delle 67 richieste di contributo pervenute, sono state giudicate tecnicamente valide ed ammesse al patto territoriale avendo superato l'istruttoria tecnica e amministrativa. La completezza della documentazione, l'ammissibilità del proponente e delle attività previste, la congruità rispetto alle finalità del patto, sono stati gli elementi discriminanti nella selezione.

Le proposte di interventi infrastrutturali pervenute al patto sono state in totale 12 per complesso di investimenti pari a 19,592 miliardi di lire.

Non potendo, in base alla vigente normativa, i progetti infrastrutturali assorbire risorse eccedenti il 30% del totale degli investimenti (oltre un 50% aggiuntivo che è possibile trasmettere in istruttoria bancaria), si è provveduto redigere una graduatoria delle iniziative infrastrutturali pervenute.

La successiva Tabella 1.2, riporta l'elenco degli interventi infrastrutturali proposti da parte degli enti pubblici, in un ordine di preferenza ottenuto mediante alcuni semplici indicatori.
 
 



Tabella 1.2

INTERVENTI INFRASTRUTTURALI

N.
Proponente 
Progetto 

Infrastrutture

Descrizione progetto 
infrastrutture
Investimento totale

(ML)

Investimento 
agevolabile

(ML)

Onere per lo Stato

(ML)

Onere per lo Stato
cuml.

(ML)

1
COMUNE DI NOICATTARO COSTRUZIONE ED AMMODERNAMENTO DI STRADE COMUNALI EXTRAURBANE
2.900
2.900
2.900
2.900
2
ENTE AUTONOMO DELLA FIERA DEL LEVANTE RIFACIMENTO A NORMA DELL'IMPIANTO ELETTRICO DI ILLUMINAZIONE GENERALE E DI DISTRIBUZIONE LUCE E F.M. DEI PADIGLIONI 34,35,36
2.500
2.500
2.500
5.400
3
COMUNE DI BITETTO AMMODERNAMENTO DELLA RETE VIARIA RURALE
2.050
2.050
2.050
7.450
4
COMUNE DI BITRITTO IMPIANTO PER LA IRRIGAZIONE DELL'AREA MERIDIONALE DEL COMUNE DI BITRITTO
1.500
1.500
1.500
8.950
5
COMUNE DI CELLAMARE CENTRO SERVIZI TELEMATICI PER L'AGROALIMENTARE
2.945
2.945
2.945
11.895
6
COMUNE DI MODUGNO COMPLETAMENTO E MIGLIORAMENTO RETE IRRIGUA DEI POZZI ARTESIANI SITI NELLE CONTRADE LA FRATTA E LAMARISOTTA
825
825
825
12.720
TOTALE
12.720
12.720
12.720

Per la banca concessionaria incaricata dell'istruttoria, a puro titolo informativo, si porta l'indicazione di ulteriori n.3 progetti infrastrutturali che seguono nell'ordine di preferenza riportato nella precedente tabella.
 
N.
Proponente 
Progetto 

Infrastrutture

Descrizione progetto 
infrastrutture
Investimento totale

(ML)

Investimento 
agevolabile

(ML)

Onere per lo Stato

(ML)

Onere per lo Stato
cuml.

(ML)

7
COMUNE DI SANNICANDRO RISTRUTTURAZIONE POZZO ARTESIANO
2.710
2.710
2.710
15.430
8
COMUNE DI SANNICANDRO SISTEMAZIONE ED AMMODERNAMENTO DI ALCUNE STRADE RURALI
2.000
2.000
2.000
17.430
9
COMUNE DI MODUGNO SISTEMAZIONE ED AMMODERNAMENTO DELLE STRADE RURALI
507
507
507
17.937
TOTALE
5.217
5.217
5.217

 

Gli indicatori utilizzati per la valutazione delle infrastrutture sono stati i seguenti:

  1. Finanziamento richiesto/numero di imprese localizzate nel territorio dell'amministrazione proponente: questo indicatore gradua la maggiore o minore relazione tra infrastrutture proposte e le imprese che potenzialmente possono avvalersene sul territorio. Ovviamente il suo valore viene ad esser indeterminato nel caso non vi sia alcuna impresa localizzata all'interno del territorio dell'amministrazione proponente il progetto.
  2. Completezza della documentazione progettuale: questo indicatore valuta la reale cantierabilità del programma di investimento infrastrutturale che è legata appunto alla completa redazione degli elaborati progettuali secondo la legge 109/94.
  3. Impatto dell'intervento: questo indicatore assegna una premialità nel caso di iniziative caratterizzate da una orizzontalità della fruibilità rispetto al sistema delle imprese, a differenza di un intervento molto localizzato e puntuale che "serve" solo una limitata porzione di territorio (come ad esempio il caso di un depuratore o di un centro di servizi reali alle imprese, rispetto alla realizzazione di una infrastruttura viaria rurale localizzata).
  4. Cofinanziamento (Totale delle fonti necessarie/autofinanziamento): questo indicatore premia le amministrazioni che contribuiscono con fondi propri a coprire parte dei finanziamenti necessari alla realizzazione del programma.
Sulla base di questi 4 indicatori è stata redatta la graduatoria che determina la priorità di istruttoria dei progetti presentati, rispetto alle risorse rese disponibili sul patto territoriale.

Le iniziative infrastrutturali ammesse per la successiva fase di istruttoria bancaria sono state 6, per un investimento complessivo di 12,720 miliardi di lire, tutti a carico dello Stato.
 
 
 
 

2. CORRETTO INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO

2.1. Descrizione sintetica della situazione di riferimento: struttura del comparto agricolo del territorio del patto L'agricoltura in Puglia riveste un ruolo importante per la sua caratteristica topografica e pedologica ed è, pertanto, una delle prime regioni italiane come produzione vendibile. Essa mostra attualmente tendenze di grande interesse nel più ampio contesto nazionale e meridionale.

Con oltre 1.900.000 ettari (il 6,4% della superficie del territorio italiano) la Puglia si caratterizza per la prevalenza di pianura con il 53,2% dell'intero territorio, e per l'1,5% di montagna e il 45,3% di collina.

Significativo è il peso del valore aggiunto in agricoltura su quello complessivo e la percentuale di unità di lavoro in agricoltura rispetto alle unità di lavoro totali, se posti a confronto con quelli relativi alle regioni del Centro-Nord.

I dati percentuali sul valore aggiunto indicano, infatti, che mediamente l'agricoltura in Puglia vale di più rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno e dell'intera nazione. Se in Italia l'incidenza dell'agricoltura è del 3,5%, nel Sud è del 6,3% e in Puglia del 7,5% (dati ISTAT 1996). La produttività del settore agricolo in Puglia è cresciuta del 94% contro la crescita del 66,9% in Italia (ISTAT 1996).

Circa il 25% delle giornate lavorative di tutta Italia sono effettuate in Puglia e, nonostante un calo degli ultimi due anni, sono circa 12.5 milioni le giornate di lavoro svolte da circa 150.000 operatori agricoli ogni anno. Occorre, tuttavia, fermare il calo occupazionale che, dal 1991 al 1996, ha portato in Puglia le giornate lavorative in agricoltura a ridursi di circa 2,5 milioni, portandole da 16.238760 a 13.673.065. A fronte della produttività del settore agricolo sarebbero, invece, necessarie circa 40 milioni di giornate di lavoro.

I rilevamenti censuri dell'occupazione italiana (1971-96) evidenziano una crescente terzializzazione del tessuto produttivo a fronte di una riduzione del numero degli addetti nell'agricoltura e nell'industria. Questo processo di terzializzazione è insufficiente se comparato con quello delle economie più avanzate.

Il ritardo del tasso di occupazione, evidenziato nella seguente tabella, coincide con il ritardo nel settore dei servizi. In Italia, nel 1997, la percentuale complessiva delle persone in età lavorativa non occupate risultava di 9 punti percentuali superiore a quella della media dell'Unione Europea, mentre il nostro ritardo, nel solo settore dei servizi, era di 8 punti percentuali.
 


Occupati su popolazione lavorativa 1997


 


I settori italiani dell'industria e dell'agricoltura occupano, invece, una percentuale della popolazione in età lavorativa simile a quella degli altri paesi dell'Unione Europea e degli Stati Uniti.
 
 

Se si guarda all'occupazione percentuale per settore (vedi tabella seguente), confrontando i dati della Puglia con il Mezzogiorno e i valori nazionali, ci si accorge che il settore dell'agricoltura presenta, in Puglia, oltre 2 punti percentuali in più del Mezzogiorno e il doppio dell'occupazione media nazionale. Questo dato fornisce precise connotazioni vocazionali al settore agricolo nella regione, e rafforza l'esigenza di operare per migliorarne la competitività soprattutto sui mercati internazionali.
 


Composizione percentuale per settore dell’occupazione


 


Agricoltura – Ind. Manufatt. – Ind. Totale - Terziario totale

PUGLIA 15,4 14,9 25,6 59,0 100

MEZZOG. 13,6 12,3 24,2 62,2 100

ITALIA 7,8 23,3 32,7 59,4 100

Fonte: Elaborazione centro studi Confindustria su dati Istat

Negli ultimi anni, però, si registra un forte calo degli occupati dovuto essenzialmente alla trasformazione in atto nelle aziende agricole: per ristrutturazione ad elevato livello tecnologico nelle grandi aziende o per disimpegno a causa di perdita di competitività nelle piccole. Entrambe le situazioni determinano trend negativi sull’occupazione.

Da un punto di vista strutturale l'economia agricola pugliese presenta caratteristiche simili alla media meridionale e nazionale. Nella tabella che segue si pongono a confronto i dati più significativi nel periodo '82-'90.
 
 
1990
Variazione % 1990/82
Superficie agricola totale (SAT)
1.593.711
-0,55
Superficie agricola utilizzata (SAU)
1.453.864
-0,60
Aziende totali
350.604
-0,13
Incidenza az. Fino a 5ha di SAU
84%
-0,07
Incidenza az. Fino a 50 ha di SAU
1%
-1,31

La superficie agricola utilizzata (S.A.U.) è stimata in circa 1.400.000 ettari, pari al 90% circa della superficie agricola totale (S.A.T.) che ammonta a circa 1.600.000 ettari.

Riguardo alla produzione lorda vendibile, dai dati disponibili in Puglia e riportati nella seguente tabella, sono evidenti le vocazioni produttive.
 


Produzione vendibile a prezzi costanti, per gruppi di prodotti (1996)


 
 
Puglia
%
Pug./Sud
Pug./Ita
Sud
Italia
Erbacee 2.680.750 50% 34% 13% 7.955.545 20.838.614
Arboree 2.196.259 40% 30% 14% 7.234.796 15.176.254
Allevamenti 531.240 10% 12% 2% 4.336.055 22.699.272
Totale 5.408.249   28% 9% 19.526.396 58.714.140

Se si esclude la PLV derivante dagli allevamenti, che in Italia costituisce la voce più consistente, in Puglia tra coltivazioni erbacee e arboree si produce il 27% del totale nazionale, corrispondente al 64% del Mezzogiorno.

L’utilizzazione dei terreni agricoli vede al primo posto i seminativi e le colture legnose agrarie che da sole impegnano oltre il 50% (370.000 ha) della superficie agraria regionale. Oliveto e vigneto sono, insieme ai seminatativi, dominanti in termini di utilizzazione di superfici agrarie (20% e 11% rispettivamente) che producono mediamente oltre 2 milioni di quintali di olio di oliva e oltre 7 milioni di quintali di uva da tavola, portando la produzione agricola pugliese per questi prodotti al primo posto in Italia insieme alla produzione di pomodori, patate primaticce, carciofi, insalate e al secondo posto per il vino (oltre 8 milioni di quintali prodotto per anno), mandorle (500 tonnellate/anno), frumento duro (9 milioni di tonnellate/anno), peperoni, ecc.

I prodotti sui quali la Puglia detiene, quindi, un primato in termini di quantità prodotte rispetto alla produzione nazionale sono: l'uva da tavola (65,4%), il grano duro (21,6%), il vino (17%), le ciliege (34,3%), l'olio d'oliva (43%) e i pomodori (39%).

Analizzando le capacità produttive nei vari comparti citati si nota come la coltivazione dell'olivo in termini di superficie sia la più estesa del territorio regionale, essendo presente in quasi tutti gli agri comunali con una minima diffusione in quelli di altitudine superiore ai 400 metri. Essa contribuisce a valorizzare molte aree a scarsa fertilità naturale e a mantenere inalterate le caratteristiche paesaggistiche ed ambientali del territorio, oltre ovviamente a rappresentare una cospicua risorsa, non solo per la produzione agricola, ma anche per i processi di trasformazione industriale del prodotto.

Le olive destinate alla oleificazione vengono trasformate in Puglia dall'industria molitoria, e la regione è, fra quelle italiane, quella che rappresenta il più alto numero di oleifici sociali. Un valido contributo al miglioramento della produzione e alla valorizzazione si attende, a seguito del riconoscimento ricevuto dall'U.E. (DOP), per l'olio di oliva denominata "TERRA DI BARI".

La superficie interessata alla coltivazione della vite è di circa 120 mila ettari, di cui 16 mila ettari circa investita in vitigni per la produzione di vino DOC. La Puglia, infatti, mantiene una posizione di preminenza nell'ambito della produzione vinicola italiana anche perchè in questi ultimi anni è stata intrapresa una strada difficile, quella basata sulla qualificazione della produzione, conseguenza dell'affinamento delle tecnologie enologiche, e non più sulle materie prime (i vitigni).

Attualmente nella lista dei vini "DOC pugliesi" ci sono 24 vini, con 68 diverse tipologie, che rappresentano una percentuale ancora molto bassa rispetto alla produzione vinicola regionale.

Il comparto ortofrutticolo in Puglia interessa oltre 170.000 ettari pari al 16% circa della superficie ortofrutticola nazionale. L'orticoltura in Puglia è ampiamente diffusa in tutte le Provincie, ovviamente nelle aree irrigue. Fra le coltivazioni frutticole, l'uva da tavola assume una particolare preminenza, con la maggiore superficie ubicata in Provincia di Bari. Particolare importanza assumono le mandorle, le ciliege, le pesche e gli agrumi.

Il florovivaismo ha avuto un'impennata notevole all'inizio degli anni ottanta, e sta attualmente acquisendo notevoli nicchie di mercato che prima erano proprie del Nord Europa e precisamente dell'Olanda. Attualmente operano nel settore un migliaio di aziende su un'estensione di circa 1.500 ettari di terreno in buona parte coperte da serre.

La parcellizzazione fondiaria è un punto di debolezza congenito, un dato strutturale che, come è noto, è presente in tutta Italia: l'incidenza delle aziende fino a 5 ettari di SAU è dell'84%, mentre oltre i 50 ettari è solo dell'1%. La superficie media delle aziende agricole in Puglia è di circa 4,5 ettari con un reddito lordo degli addetti agricoli pari circa al 60% di quello medio europeo e di poco inferiore alla media nazionale.

Le piccole dimensioni limitano fortemente la competitività delle aziende, sia perché aumentano i costi, sia perché la produzione poco concentrata è difficile da commercializzare.

C’è da rilevare l’esistenza di alcuni nodi strutturali nel sistema produttivo agroalimentare regionale soprattutto riscontrabili nella scarsa integrazione tra le diverse fasi produttive, nei servizi e nella ricerca, nonché nella modesta presenza delle fasi extragricole a più alto valore aggiunto (commercializzazione, export, servizi, marchi di qualità, ricerca).

L’indotto agroalimentare non è ancora adeguatamente sviluppato se si considerano le sue potenzialità. La maggioranza delle industrie alimentari dei comuni del Patto si occupa prevalentemente della prima trasformazione su un numero ridotto di prodotti, con scarso impiego di tecnologie avanzate. Conseguentemente si ottengono produzioni a basso valore aggiunto e con limitati contenuti di servizio. Di positivo c’è da segnalare, però, che molte imprese artigianali realizzano prodotti di "nicchia" caratterizzati da un’elevata qualità e tipicità che sempre di più vengono apprezzate sui mercati anche extracomunitari.

A livello di trasformazione alcune difficoltà si registrano nell'inadeguatezza delle strutture (in particolare: cantine e frantoi), che sono, nella maggior parte dei casi, sovradimensionate - e conseguentemente sottoutilizzate - e soprattutto, limitate dall'utilizzo di tecnologie non idonee alla realizzazione di trasformati di qualità. A ciò si aggiunga la ormai massiccia presenza sui mercati nazionali di prodotti di provenienza estera, concorrenziali rispetto a quelli tipici pugliesi, sia pure solo in termini di prezzo.

L’agricoltura del territorio interessato dal Patto Territoriale dell'Area Metropolitana di Bari, mostra performance del settore agricolo di grande interesse.

Pur confermando il ruolo sostenuto da ciascun comparto nel tessuto economico dell'area del Patto, i cui comuni interessati sono Bari, Adelfia, Bitritto, Bitetto, Casamassima, Capurso, Cellamare, Noicattaro, Modugno, Sannicandro, Triggiano e Valenzano, il territorio in esame, ha bisogno di una politica agricola più attenta allo sviluppo attraverso misure verticali indirizzate ai comparti produttivi tradizionali (viticoltura, olivicoltura, ortofrutticoltura).

La seguente tabella fornisce alcune indicazioni sull'occupazione nel settore dell'agricoltura nell'ambito del patto.
 
 
 
 

Prov. di BARI
Attivi
Tasso di
Comune
agricoltura
Disoccupazione
ADELFIA
17,25
24,94
BARI
1,93
25,13
BITETTO
13,12
26,35
BITRITTO
7,54
21,94
CAPURSO
6,56
27,24
CASAMASSIMA
18,48
25,43
CELLAMARE
6,67
18,50
MODUGNO
3,04
25,50
NOICATTARO
24,32
18,79
SANNICANDRO 
25,31
28,24
TRIGGIANO
5,83
29,16
VALENZANO
4,02
22,77

Si può notare che la popolazione attiva in agricoltura è maggiore nei Comuni di Adelfia, Bitetto, Casamassima, Noicattaro e Sannicandro. Difatti, è proprio da alcuni questi Comuni che è pervenuto il maggior numero di proposte progettuali.

Considerando i risultati emersi dall'analisi di carattere socioeconomica dell'area del Patto si evidenzia:

Il quadro economico del settore agricolo innanzi descritto, se da un lato fa risaltare il forte valore economico del settore nell’economia regionale, dall'altro pone inderogabili esigenze di ammodernamento e d'innovazione delle imprese agricole, al fine di aumentare la competitività a livello nazionale ed internazionale. E' necessario: Sono, inoltre, da promuovere iniziative di carattere infrastrutturali tese al potenziamento e all'ammodernamento delle fonti idriche attraverso: E’ essenziale, infine, che proprio all’interno delle attività del Patto territoriale trovino la giusta collocazione ed offrano il proprio contributo, enti territoriali qualificati di ricerca e di innovazione nel settore agricolo, imprenditoriale e tecnologico, come l’Università di Bari (e in particolare la Facoltà di Agraria), il Politecnico, lo IAM, l'INEA e Tecnopolis.
 
  2.2. Individuazione delle finalità generali del Patto e relazione con la programmazione regionale e comunitaria Per attuare un’efficace politica di sviluppo integrato nel contesto territoriale del patto, risulta di fondamentale importanza verificare la coerenza degli obiettivi del presente protocollo d’intesa con la nuova programmazione per la definizione del Q.C.S. 2000-2006, nonché il rispetto delle linee guida definite in sede comunitaria e delle priorità d’intervento regionali.

Il QCS 2000/2006 pone particolare attenzione ad una programmazione degli interventi capace di incidere sulle economie locali. L’Orientamento per il Piano di Sviluppo del Mezzogiorno 2000/2006, predisposto sulla base della Delibera CIPE 22.12.1998, dal "Comitato nazionale per i fondi strutturali comunitari 2000/2006", a partire dai rapporti interinali redatti dalle Amministrazioni centrali e dalle Regioni, conferma la necessità di intervenire nel Mezzogiorno con programmi focalizzati su Sistemi Locali di Sviluppo.

Lo Sviluppo dei Sistemi Locali, pertanto, rappresenta uno degli obiettivi specifici da perseguire con maggiore intensità attivando strumenti di "project financing", tra i quali, nell’ambito delle direttive previste dagli Orientamenti suddetti, il Patto Territoriale rappresenta uno degli strumenti preferenziali per le possibilità operative che lo stesso offre in termini di valorizzazione delle risorse locali.

In particolare, l’Orientamento per il P.S.M. identifica il profilo "Agricoltura e sviluppo rurale" attribuendogli un ruolo multifunzionale dell’attività agricola. Da esso si evince la necessità di una strategia di rafforzamento della struttura organizzativa sia a livello produttivo che di commercializzazione dei prodotti, alla quale deve essere affiancato un miglioramento della valorizzazione delle produzioni di qualità e tipiche, legate a specifici contesti territoriali.

In occasione della stesura del P.O.R., la Regione Puglia ha ribadito, in conformità agli indirizzi del P.S.M. 2000–2006, gli obiettivi specifici che stanno alla base dello sviluppo del territorio, con particolare riferimento all'Asse "Agricoltura e Pesca" e all'Asse "Risorse Naturali".

Gli obiettivi del Patto Territoriale per l’Agricoltura dell'Area Metropolitana di Bari, rispondono pienamente agli indirizzi comunitari e nazionali in materia di sviluppo locale integrato e di programmazione dal basso verso l’alto.

Nell’ambito della programmazione regionale il Patto rispecchia sia gli orientamenti programmatici del precedente POP 1994/99, sia le priorità espresse nel nuovo Programma Operativo Regionale 2000-2006.
 
 

2.3. compatibilità complessiva del Patto con lo sviluppo ecosostenibile Particolare attenzione è stata riposta dai promotori del Patto per l'Agricoltura nel promuovere, insieme allo sviluppo dell'imprenditoria, la tutela dell'ambiente e il risparmio energetico.

Già nel corso della concertazione più volte è stata affrontata la problematica di uno sviluppo sostenibile, in grado, cioè, di coniugare la crescita del sistema produttivo agricolo con la tutela delle risorse ambientali di cui il territorio è particolarmente ricco nelle zone rurali.

Dalla analisi delle iniziative imprenditoriali inserite nel patto si rileva che la maggior parte delle imprese hanno indicato, nell'apposita sezione C2 della scheda tecnica, la volontà di realizzare, entro l'entrata a regime, azioni volte alla salvaguardia ambientale e al risparmio energetico
 
 

3. Validità ed efficacia delle singole iniziative in relazione agli obiettivi di sviluppo locale
 
 

3.1. Individuazione dei fabbisogni e degli obiettivi di intervento La delibera CIPE dell'11 novembre 1998, nell’estendere al settore agricolo, della pesca e dell'acquacoltura gli strumenti di programmazione negoziata, individua le seguenti finalità prioritarie:
  1. Garantire una partecipazione adeguata e duratura dei produttori dei prodotti di base ai vantaggi economici che da essi derivano;
  2. La partecipazione del settore agricolo e della pesca al processo di sviluppo economico locale;
  3. Favorire l'integrazione economica di filiera e l'organizzazione dell'offerta;
  4. Accrescere l'orientamento competitivo e le capacità concorrenziali del sistema agroalimentare, anche attraverso la valorizzazione delle produzioni tipiche di qualità, al fine di produrre miglioramenti nella bilancia commerciale;
  5. Incentivare e salvaguardare l'occupazione ed il lavoro nella filiera agroalimentare e della pesca, con particolare riferimento al ricambio generazionale;
  6. Favorire la tutela delle risorse naturali e forestali, della biodiversità ed il mantenimento del paesaggio;
  7. Favorire l'offerta di servizi collettivi a beneficio di tutti gli utenti nello spazio rurale;
  8. Incentivare l'utilizzo ai benefici energetici delle produzioni agricole.
Gli obiettivi generali di sviluppo già fissati dal Patto dell'Area Metropolitana di Bari nel Protocollo d'Intesa sottoscritto dai promotori in data 12.01.98, sono:
  1. valorizzare le iniziative che presentano caratteri autopropulsivi di ulteriore sviluppo;
  2. realizzare le maggiori ricadute possibili sul piano occupazionale;
  3. favorire la nascita di nuove attività economiche e l’ampliamento di quelle esistenti;
  4. promuovere la ristrutturazione, la riorganizzazione e la riqualificazione delle imprese;
  5. migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione;
  6. potenziare e razionalizzare l’offerta di servizi alle piccole e medie imprese;
  7. migliorare le condizioni di accesso al credito delle imprese a breve e medio termine nella realizzazione delle iniziative del Patto, anche attraverso soluzioni innovative e di organizzazione della domanda;
  8. qualificare e migliorare le relazioni industriali tra le parti interessate secondo le regole di concertazione del Patto e con l’utilizzo di forme di flessibilità sui vari temi contrattuali, per nuove iniziative ed ampliamenti di quella esistente e per tempi definiti;
  9. qualificare le risorse umane con progetti mirati di formazione;
  10. promuovere azioni per ridurre l’area del sommerso e del lavoro irregolare;
  11. attrezzare il sistema territoriale in modo che possa cogliere le opportunità di agevolazioni e finanziamenti regionali, nazionali ed europei destinati a interventi pubblici e privati di sostegno all’economia;
  12. favorire la diffusione di imprese e altre iniziative no-profit nel sociale.
Con l'obiettivo trasversale di orientare le Amministrazioni e le imprese a percorrere con rapidità ed efficacia i nuovi scenari aperti dall'evoluzione della normativa, in termini di: Alla luce di quanto riportato in merito alle vocazioni produttive e ai fattori limitanti nel settore agricolo per l'area territoriale del Patto, gli obiettivi specifici che si intendono perseguire per il patto specializzato per l'Agricoltura sono i seguenti:
  1. Promuovere l'innovazione produttiva e la valorizzazione dei prodotti agricoli, mirando al completamento delle filiere di produzione - trasformazione - commercializzazione, con:
  1. Valorizzare le produzioni locali tipiche attraverso: il miglioramento degli standard qualitativi dei prodotti e dell’efficienza dei processi produttivi, la riduzione dei costi di produzione;
  2. Stimolare l’attivazione di strategie di marketing per la valorizzazione dei prodotti agricoli e agro-industriali dell’area, specie delle produzioni tipiche, attraverso attività integrate di promozione e commercializzazione delle produzioni DOP e IGP e DOC e IGT.
  3. Favorire l’insediamento di nuove imprese agricole e il miglioramento di quelle gestite da agricoltori anche associati;
  4. Contribuire a ripristinare l’equilibrio tra produzione e capacità di mercato, al miglioramento dell’efficienza delle aziende agricole mediante il rafforzamento e la riorganizzazione delle loro strutture e la promozione di attività e servizi complementari;
  5. Contribuire allo sviluppo del tessuto sociale delle zone rurali, assicurando un equo tenore di vita per gli agricoltori, incrementando l’occupazione e riducendo il fenomeno del lavoro irregolare;
  6. Contribuire alla tutela dell’ambiente e alla conservazione dello spazio naturale, compresa la salvaguardia durevole delle risorse naturali in agricoltura;
  7. Promuovere ed attuare processi di innovazione nei sistemi integrati agricoli ed agro-industriali, al fine di mantenere un elevato grado di competitività sui mercati internazionali;
  8. Favorire processi di riconversione produttiva, di ammodernamento e di diversificazione economica nei sistemi locali agricoli e rurali a bassi sviluppo, al fine di mantenere e/o accrescere il tessuto economico-produttivo locale, frenando i processi di esodo e di degrado ambientale tuttora in corso;
  9. Promuovere azioni orizzontali di sostegno dell'adattamento alla riforma della PAC da parte delle imprese agricole operanti nelle aree del patto.
3.2. Quantificazione degli obiettivi di sviluppo locale in agricoltura Il Patto Area Metropolitana di Bari copre un territorio dalle notevoli potenzialità di sviluppo, non solo per l'agricoltura, ma anche per il settore agroindustriale. Tali potenzialità concorrono all'integrazione (ed allo sviluppo) di altri settori produttivi e dei servizi collegati.

Dall'analisi innanzi condotta emergono chiaramente i punti di forza e di debolezza interni del sistema agricolo regionale e provinciale, le opportunità da cogliere e le minacce esterne che si affacciano e che debbono essere opportunamente contrastate.

Punti di Forza

Punti di debolezza Opportunità Minacce L’area del patto si caratterizza per la presenza di un'agricoltura intensiva principalmente contraddistinta da: Gli obiettivi del Patto sono coerenti con quelli indicati dal MIPA nella programmazione dei fondi strutturali 2000-2006, che si riferiscono alla:
  1. innovazione dei sistemi integrati agricoli ed agro-industriali;
  2. riconversione produttiva, ammodernamento o diversificazione economica dei sistemi locali agricoli;
  3. azioni orizzontali a sostegno dell'adattamento della riforma della PAC.
Questi obiettivi costituiscono la strategia di base per far fare all'agricoltura del territorio del patto quel salto di qualità necessario per conquistare e far rimanere nel nostro territorio maggiori quote di valore aggiunto che ora prende altre destinazioni. E’ oggi accertato che nel mercato globale gli interventi d'innovazione sono gli unici che possono garantire la competitività delle aziende.

Le progettualità e le disponibilità ad investire degli imprenditori si possono raggruppare in tre fondamentali direttrici:

  1. l’ortofrutticoltura, dove sono preponderanti le idee di ampliamento della infrastrutturazione tecnica e logistica per la prima lavorazione e trasformazione dei prodotti. Contemporaneamente gli operatori intendono associare interventi volti alla professionalizzazione della fase della commercializzazione, oggi ancora troppo carente, con riguardo al mercato estero e della grande distribuzione;
  2. interventi a monte della filiera olivicola, per la quale si necessitano investimenti in meccanizzazione, irrigazione e ammodernamento degli impianti per il miglioramento degli standard di qualità.
  3. rafforzamento della filiera olivicola negli snodi della trasformazione e commercializzazione dell’olio, così come per l'olivicoltura da mesa. Ci sono, infatti, richieste di interventi sia per il miglioramento delle strutture produttive dei frantoi a favore della qualità, che nello studio di efficaci strumenti di commercializzazione.
A completamento di questo quadro di prioritari ambiti di intervento si deve sottolineare la necessità di promuovere iniziative infrastrutturali per migliorare l'offerta di servizi pubblici o pubblico/privati per il settore agricolo. In particolare, oltre al supporto di consulenza e assistenza tecnica agli operatori del settore, è necessario promuovere lo sviluppo di iniziative di servizi comuni alle imprese come: centri di imbottigliamento, strutture per il trattamento post raccolta dell'uva da tavola e centri di orientamento alla commercializzazione onde ridurre l'intermediazione.
 
 

3.3. Descrizione delle linee di intervento previste e presumibili impatti sul conseguimento degli obiettivi

Dall'analisi delle proposte imprenditoriali ed infrastrutturali presentate al Patto Specializzato per l'Agricoltura, risulta che la maggior parte delle iniziative sono indirizzate al settore primario e della trasformazione e commercializzazione dei prodotti.

Il valore medio del ROI pari al 27,51% produrrà una ricaduta annua sul territorio stimata in oltre 15 miliardi di lire per anno, con una crescita del PIL del settore stimabile intorno al 0,2%.

Non si tratta di un valore particolarmente elevato, ma sicuramente fornisce il necessario stimolo alla crescita produttiva e allo sviluppo della cultura d'impresa, essenziale nell'era della globalizzazione dei mercati.

3.4. Individuazione e selezione delle iniziative Per la selezione dei progetti di investimento delle imprese da includere nel Patto Territoriale è stato pubblicato un bando (riportato in allegato) con l'invito agli imprenditori ad aderire con proprie iniziative di investimento.

Nel medesimo bando sono stati riportati i criteri da adottare per la selezione delle iniziative imprenditoriali nel caso di superamento del limite di finanziamento. In questo caso si sarebbe dovuto procedere alla formulazione di un'apposita graduatoria di merito per definire l'ordine di priorità degli interventi, così come disposto dalla comunicazione del Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica del 29.7.98.

I criteri di selezione delle iniziative imprenditoriali definiti dai Promotori sono ispirati a valutare l'efficacia e l'efficienza della singola iniziativa imprenditoriale sia sotto il profilo produttivo, sia sotto quello occupazionale.

I criteri di valutazione dei progetti imprenditoriali, indicati anche nel bando, sono i seguenti:
 
 

  1. Rapporto tra il capitale proprio immesso nell'iniziativa e l'investimento complessivo.

  2. Ai fini del calcolo del presente indicatore, il capitale proprio da investire nell’iniziativa non può essere superiore alla differenza tra il totale dell’investimento e l’agevolazione richiesta (riportati in D7 della Scheda Tecnica);

  3. Rapporto tra il numero di occupati attivati dall'iniziativa e l'investimento complessivo.

  4. Per occupati attivati dall’iniziativa si intende la differenza tra gli occupati medi annui a regime e gli occupati medi annui relativi all’anno precedente la presentazione della domanda;

  5. Rapporto tra il totale degli immobilizzi agevolabili e l'agevolazione richiesta per il programma di investimento (riportati in D7 della Scheda Tecnica);
  6. Composizione societaria.

  7. E’ attribuito un punteggio pari a 10 alle iniziative presentate da: Cooperative, associazioni dei produttori, costituite in misura non inferiore al 51% da produttori agricoli singoli o associati; Società di capitali le cui quote di partecipazione spettino, in misura non inferiore al 51%, a produttori agricoli a titolo principale e/o coltivatori diretti singoli o associati; Società di persone costituite in misura non inferiore al 51% da produttori agricoli a titolo principale e coltivatori diretti singoli e/o associati. In caso contrario verrà attribuito un punteggio pari a 9;

  8. Indicatore ambientale.

  9. E’ attribuito un punteggio fino a punti 10 ai progetti che prevedono interventi per una organica politica della qualità ambientale dell’impresa e per il riciclo dei sottoprodotti o residui di lavorazione nonché l’eliminazione o la depurazione dei rifiuti. Il punteggio sarà attribuito a seconda delle informazioni tecniche ed economiche che l’impresa fornirà esplicitamente nella Scheda tecnica allegata al modulo di domanda;

  10. Produzioni da agricoltura biologica.
Saranno attribuiti punti 10 ai progetti che prevedono l’impiego di materie prime provenienti da agricoltura biologica ai sensi del Reg. CEE 2092/91. Per le altre iniziative verranno attribuiti 9 punti. Il punteggio per ogni singola iniziativa è ottenuto calcolando i valori degli indicatori normalizzati relativi agli indicatori 1, 2, 3, 4, 5 e 6 suddetti mediante la seguente formula:
 


Ini = (Ii - M) / D


 


Dove: Ini= valore normalizzato per l'iniziativa n dell'indicatore i (i=1,2,3,4,5,6)

Ii = valore da normalizzare del singolo indicatore

M = media degli n valori da normalizzare (pari a quelli delle iniziative)

D = deviazione standard;

La somma algebrica degli indicatori normalizzati fornisce il punteggio finale assegnato all'iniziativa, e determina la sua posizione nella graduatoria dei progetti d'investimento da proporre al finanziamento.

Con la definizione dei sei indicatori precedenti, i promotori hanno inteso assumere alcune premialità relative alle diverse condizioni presenti nei programmi di investimento. In particolare per la nuova occupazione a regime (indicatore 2), per il capitale proprio immesso nell'iniziativa (indicatore 1), per la tutela dell'ambiente (indicatore 5) e per l'agricoltura biologica (indicatore 6)

Per favorire l'associazionismo delle imprese è stato assunto un indicatore di premialità basato sul numero delle imprese associate.

La seguente tabella mostra la distribuzione delle 67 iniziative imprenditoriali proposte, con riferimento a ciascuno degli interventi ammissibili dal decreto interministeriale del 1 dicembre 1999 e previsti nel bando.
 
 
 
PROGETTI PERVENUTI PER TIPOLOGIA DI INTERVENTO
TIPOLOGIA
N. INIZ.
MEZZI PROPRI
AGEV. RICH.
NUOV. OCC
INV. TOTALE
INTERVENTO
1
45
67%
15.998
64%
16.147
52%
182
43%
31.515
55%
INTERVENTO
2
18
27%
8.290
33%
14.428
46%
240
56%
23.940
42%
INTERVENTO
3
1
1%
-
0%
-
0%
-
0%
-
0%
INTERVENTO
4
2
3%
675
3%
737
2%
3
1%
1.468
3%
INTERVENTO
NC
1
1%
-
0%
-
0%
-
0%
-
0%
TOTALE
67
100%
24.963
100%
31.312
100%
425
100%
56.923
100%

NC: Non Classificato

Dove gli interventi previsti nel bando di invito agli imprenditori a presentare proposte di progetti di investimento sono, come già detto in precedenza, i seguenti:

  1. Investimenti strutturali nel settore agricolo relativi alla produzione primaria
  2. Investimenti destinati al miglioramento delle condizioni di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti agricoli
3. Aiuti alle associazioni di produttori relativamente alla promozione dei prodotti agricoli

4. Aiuti a favore della pubblicità dei prodotti agricoli

La quasi totalità delle iniziative (63 pari al 94% del totale) ha proposto programmi di investimento per il 67% nel settore della produzione primaria e per il 27% nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.

Gli interventi nei settori del primario e della trasformazione dei prodotti agricoli propongono immobilizzi per oltre 55 miliardi di lire, per un contributo totale richiesti di circa 22 miliardi di lire.

I mezzi propri previsti dalle imprese per la realizzazione dei programmi d'investimento sono per il 64% concentrati sugli interventi nel primario, per un totale di circa 16 miliardi di lire.

Le agevolazioni sono richieste per il 98% per attività nel primario e nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti. Questo dato è la conferma della convinzione degli imprenditori che il maggior valore aggiunto può essere ottenuto completando localmente la filiera produttiva, e riportando in loco le attività di trasformazione e commercializzazione.

Questa considerazione, peraltro già sottolineata dai promotori come elemento essenziale dello sviluppo economico locale, ha trovato conferma nelle volontà d'investimento delle imprese.

La nuova occupazione prevista a regime, nelle percentuali riportate nella tabella, riporta le difficoltà di sviluppo nel settore primario rispetto a quelle del settore della trasformazione.

Difatti il dato percentuale di nuova occupazione è nel primario pari al 43% contro il 55% degli immobilizzi, mentre e nel settore della trasformazione e pari al 46% contro solo il 42% degli immobilizzi. Il dato occupazionale non segue linearmente il dato percentuale relativo all'agevolazione richiesta, aumentando per le attività agro-industriali rispetto a quelle del primario.

Gli investimenti complessivi ammontano a circa 57 miliardi di lire e si distribuiscono, nei settori del primario e della trasformazione, in percentuali analoghe a quelle delle agevolazioni richieste.

Delle 67 iniziative proposte, solo 61 hanno superato la fase di istruttoria tecnica e sono, pertanto, state inserite nel Patto Territoriale per il successivo inoltro all'istituto bancario, convenzionato con il Ministero, che i promotori hanno prescelto per l'istruttoria bancaria.

La tabella seguente mostra la distribuzione per tipologia d'intervento dei mezzi propri da investire, delle agevolazioni richieste, dell'occupazione prevista a regime e dell'investimento totale, per le 61 iniziative imprenditoriali che sono state selezionate per la successiva fase di istruttoria bancaria, insieme ai progetti infrastrutturali.
 
 
 
AMMESSE E TRASMESSE ALL'ISTRUTTORIA PER TIPOLOGIA DI INTERVENTO
TIPOLOGIA
N. INIZIATIVE
MEZZI PROPRI
AGEV. RICHIESTA
NUOV. OCC
INV. TOTALE
INTERVENTO
1
42 
69%
15.343 
63%
15.249 
51%
170 
41%
29.962 
55%
INTERVENTO
2
17 
28%
8.221 
34%
13.982 
47%
239 
58%
23.253 
43%
INTERVENTO
3
0%
0%
0%
0%
0%
INTERVENTO
4
3%
675 
3%
737 
2%
1%
1.468 
3%
TOTALE
61 
100%
24.239 
1
29.968 
100%
412 
100%
54.683 
100%

Come si evince dalla tabella, i 61 progetti imprenditoriali ammissibili prevedono un totale d'investimenti di oltre 54 MLD, di cui circa 30 a carico dello Stato, con un contributo di capitali privati pari a 24 MLD e con la creazione di nuova occupazione per 412 nuove unità mediamente nel periodo 2000-2003.

Il valore medio del ROI sulle 63 iniziative progettuali è pari a 27.51%, ed è senza dubbio un buon risultato per le ricadute attese sull'economia dell'area.

Il rapporto investimento per occupato è pari a 133 milioni di lire, è particolarmente contenuto, ma deve considerarsi che a fronte di maggiori investimenti nel primario, rispetto alle attività di trasformazione, corrisponde una minore intensità di occupazione.

L'incidenza dei costi di investimento per nuovo occupato è pari, infatti, a 97 ML per occupato per gli interventi della tipologia 2 (trasformazione e commercializzazione) ed è pari a 176 ML per occupato per gli interventi della tipologia 1 (primario).

Il valore medio di 133 ML per occupato è in ogni caso abbastanza inferiore a quelli normalmente di riferimento per il settore industriale, dove l'incidenza del costo degli impianti è notevolmente maggiore.

C'è da considerare che il numero delle iniziative nel settore primario (42) è più del doppio di quelle del settore della trasformazione dei prodotti (17). Tuttavia, mentre i mezzi propri previsti continuano ad essere il doppio, le agevolazioni richieste e gli investimenti totali si equivalgono. Ciò significa che le iniziative nel primario sono più contenute in termini d'investimento medio, ma propongono maggiori intensità di capitali propri.

La situazione s'inverte totalmente sull'occupazione, dove, a fronte di un maggiore numero di iniziative nel primario rispetto al settore della trasformazione, e a fronte di un volume di immobilizzi quasi simile, si riscontra invece un'occupazione sensibilmente inferiore. I nuovi occupati nel primario, a parità d'investimento, sono minori di quelli previsti nel settore della trasformazione.
 
 

Il Patto Territoriale per l'Agricoltura dell'Area Metropolitana di Bari presenta, in conclusione, una richiesta complessiva di finanziamento pari a 29,968 MLD per le iniziative imprenditoriali e 12,720 MLD per le infrastrutture, per un complessivo di 42,688 miliardi di lire.

La distribuzione degli investimenti totali, delle agevolazioni, dei capitali propri impegnati e della nuova occupazione attesa, sono distribuiti tra i Comuni che hanno sottoscritto il Patto.

La loro distribuzione è sintetizzata nella seguente tabella.
 
AMMESSE E TRASMESSE ALL'ISTRUTTORIA PER COMUNE
Comune unità produttiva
N. INIZIATIVE
MEZZI PROPRI
AGEV. RICHIESTA
NUOV. OCC
INV. TOTALE
ADELFIA
5
8%
735
3%
1.288
4%
11
3%
1.979
4%
BARI
7
11%
3.470
14%
3.491
12%
52
13%
7.395
14%
BITETTO
6
10%
1.514
6%
2.063
7%
28
7%
3.749
7%
BITRITTO
4
7%
1.619
7%
3.551
12%
22
5%
5.670
10%
CAPURSO
1
2%
372
2%
558
2%
3
1%
930
2%
CASAMASSIMA
11
18%
6.871
28%
8.285
28%
167
40%
14.614
27%
CELLAMARE
1
2%
150
1%
314
1%
2
1%
572
1%
MODUGNO
3
5%
548
2%
495
2%
23
6%
1.280
2%
NOICATTARO
16
26%
6.440
27%
7.932
26%
84
20%
14.148
26%
SANNICANDRO
4
7%
528
2%
711
2%
3
1%
1.174
2%
TRIGGIANO
2
3%
1.800
7%
1.133
4%
16
4%
2.834
5%
VALENZANO
1
2%
192
1%
147
0%
1
0%
338
1%
TOTALE
61
100%
24.239
100%
29.968
100%
412
100%
54.683
100%

 

Come si osserva dalla tabella, il numero di iniziative imprenditoriali percentualmente più alto si riscontra nei Comuni di Casamassima, e Noicattaro, seguiti da Bari e Bitetto, con percentuali comprese tra il 10% e il 25% del totale. Nei due Comuni di Noicattaro e Casamassima si concentra circa il 50% delle iniziative imprenditoriali del patto.

La percentuale dei mezzi propri da impegnare nei progetti di investimento raggiunge livelli prossimi al 25% nei Comuni di Casamassima e Noicattaro che insieme sommano oltre il 50% dei mezzi propri conferiti in tutto il programma.

Analizzando, invece, la distribuzione dei capitali propri per settore, si nota come nel settore 1 del primario ci sia una maggiore immissione di capitali propri rispetto a quella del settore 2 relativo alla trasformazione dei prodotti agricoli. Infatti, nel primo caso il livello di apporto di mezzi propri equivale alla richiesta di contributo, mentre nel secondo caso questo e notevolmente inferiore al contributo richiesto.

Nei grafici che seguono è possibile ottenere una più immediata lettura della situazione complessiva della progettualità delle imprese inserite nel patto territoriale.


 
 


 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 

4. Coerenza e integrazione tra le diverse iniziative e validità complessiva del Patto
 
 
Dall'analisi dei progetti imprenditoriali presentati al Patto per l'Agricoltura dell'Area Metropolitana di Bari si desume che questi risultano in linea con il quadro del settore agricolo tracciato dai promotori nel Protocollo d'Intesa e coerenti con le finalità di sviluppo del territorio che gli stessi promotori hanno definito durante la fase di concertazione e hanno riportato nel Protocollo d'Intesa.

Le vocazioni specifiche nell'ambito del territorio del patto hanno trovato conferma nella progettualità espressa dalle imprese. Si rafforza la convinzione che l'attuazione del patto contribuirà a consolidare in modo organico ed equilibrato lo sviluppo dell'imprenditoria agricola.

L'analisi del sistema produttivo dell'agricoltura esistente e delle potenzialità insite nell'offerta per le diverse aree geografiche del territorio del Patto, già condotta nel Protocollo d'Intesa, si ritrova confermata in termini sia di ampliamento che di nuove iniziative tese a rafforzare la competitività dell'agricoltura del comprensorio e ad aumentare il valore aggiunto riveniente dalla trasformazione e commercializzazione dei prodotti.

Le relazioni esistenti tra la maggior parte delle proposte imprenditoriali e le iniziative infrastrutturali, proposte dalle amministrazioni comunali, garantisce circa la riuscita del programma del patto territoriale e fa intravedere buone opportunità di crescita del settore anche in termini di nuova occupazione.

La coerenza di ciascuna iniziativa proposta con gli obiettivi del Patto è stata valutata caso per caso, verificandone l'efficacia rispetto al sistema agricolo locale.

Non a caso gli stessi imprenditori agricoli hanno proposto investimenti orientati a rafforzare il settore, soprattutto in aree ove la domanda è in forte crescita, in modo speciale per quanto riguarda le produzioni tipiche con connotati di alta competitività sui mercati nazionali ed internazionali.

La numerosità delle iniziative proposte, in rapporto ovviamente alla dimensione del territorio e del sistema delle imprese agricole, dimostra la capacità imprenditoriale ed il livello di maturità imprenditoriale che caratterizza questo settore.

La crescita occupazione prevista a fronte delle iniziative imprenditoriali di 412 nuove unità, rappresenta un dato estremamente significativo per un'area, come quella barese, afflitta da problemi di abbandono del territorio rurale.

Il rapporto tra nuovi occupati ed investimenti previsti è circa di 0,7 occupati per 100 milioni, perfettamente nella media, se si considera che la maggior parte degli investimenti riguarda il settore del primario.

Questo rapporto sta ad indicare la particolare attenzione che gli imprenditori hanno dedicato a questo parametro altamente significativo per le prospettive di sviluppo economico ma soprattutto sociale di tutto il territorio del Patto.
 
 

5. Fattibilità giuridica e amministrativa del Patto

Massima attenzione è stata rivolta sia dai promotori, sia dagli imprenditori, alla rapida cantierabilità di tutte le iniziative che si andavano a proporre all'interno del patto.

Il richiamo costante alla verifica puntuale, progetto per progetto, di tutti gli adempimenti necessari per l'avvio e la realizzazione delle iniziative, ha consentito, in questa fase finale, di poter contare su programmi d'investimento che richiedono solo autorizzazioni amministrative da parte degli Uffici Tecnici dei Comuni, i quali possono garantirne il rilascio in tempi congruenti con quelli avvio e realizzazione dei programmi stessi.

Il contatto costante delle imprese con le amministrazioni comunali e la particolare disponibilità di queste ultime nel fornire tutte le indicazioni necessarie alla predisposizione delle proposte, ha permesso di configurare un insieme di progetti la cui fattibilità giuridica ed amministrativa è coerente con i tempi di sviluppo previsti nel Patto Territoriale, limitata a 48 mesi.

La sottoscrizione del protocollo amministrativo, già vigente nell'area del patto, garantisce in merito agli impegni assunti dalle amministrazioni per avviare modalità comuni di accelerazione burocratica in relazione alle esigenze che emergeranno nel corso dello sviluppo del programma del patto.

Gli imprenditori hanno preferito, nella grande maggioranza dei casi, proporre programmi di miglioramento fondiario e localizzare le iniziative di trasformazione in aree già destinate a questo tipo di attività ovvero nelle quali nulla ostasse l'insediamento proposto.

Dal canto loro le amministrazioni, nel proporre progetti infrastrutturali, hanno puntato sull'ampliamento e sul miglioramento di opere destinate a sostenere lo sviluppo integrato del territorio rurale.
 
 

6. Completezza, concretezza e coerenza dell'insieme degli impegni dei soggetti coinvolti Il quadro delle Amministrazioni e degli Enti che hanno sottoscritto il Patto Territoriale raccoglie tutti i soggetti con poteri di controllo e di autorizzazione che, rispetto alle iniziative imprenditoriali avanzate nel Patto Specializzato per l'Agricoltura, saranno chiamati a diverso titolo a predisporre gli atti amministrativi e le autorizzazioni necessarie per l'avvio e la realizzazione delle iniziative previste.

Questa condizione dà forti garanzie in merito alla rapida cantierabilità di ciascuna delle iniziative ammesse al Patto e al raggiungimento complessivo degli obiettivi che i Sottoscrittori si sono dati per lo sviluppo dell'agricoltura nel territorio.

La completezza delle singole schede di progetti imprenditoriali e infrastrutturali, sia sotto il profilo tecnico sia sotto quello amministrativo, consente di avviare gli ulteriori accertamenti di carattere economico-finanziario.

La concretezza delle iniziative imprenditoriali assicura il raggiungimento di migliori condizioni della struttura economica e produttiva del settore agricolo sia in termini di potenziamento dell'attuale sistema, sia in termini di diversificazione, mirante ad incamerare la maggior parte del valore aggiunto generato dal completamento in locale della filiera produttiva.

Le iniziative infrastrutturali puntualizzano un'azione diretta a sostenere, soprattutto con le necessarie opere di miglioramento della viabilità rurale, le iniziative imprenditoriali proposte, specialmente nelle aree a maggiore concentrazione produttiva.

Particolare attenzione è stata rivolta alla coerenza di ciascuna delle iniziative imprenditoriali proposte nel Patto con gli obiettivi di sviluppo fissati dalle forze sociali coinvolte e alla coerenza complessiva di ciascuna di queste iniziative produttive tra esse stesse nell'ambito del territorio del Patto.

Le infrastrutture previste, inoltre, supportano in modo coerente le iniziative imprenditoriali andando a promuovere principalmente completamenti e/o ampliamenti di opere di sicuro e diretto impatto positivo con la crescita delle attività del settore agricolo.

Dalle schede tecniche analizzate non si rilevano ulteriori necessità negoziali con altre strutture territoriali competenti per concessione ed autorizzazione rispetto agli insediamenti produttivi e alle opere infrastrutturali previste nel Patto Territoriale per l'Agricoltura dell'Area Metropolitana di Bari.
 
 





































ALLEGATI
 



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

PATTO TERRITORIALE SPECIALIZZATO PER L'AGRICOLTURA

DELL'AREA METROPOLITANA DI BARI

Comuni: Adelfia, Bari, Bitetto, Bitritto, Capurso, Casamassima, Cellamare, Modugno, Noicattaro, Sannicandro, Triggiano, Valenzano
 



 
 
 
 
 
 

Bando per la presentazione delle richieste di agevolazione
agli investimenti delle imprese


 
 



PREMESSA

La delibera CIPE dell'11 novembre 1998 ha esteso gli strumenti della programmazione negoziata ai settori dell'agricoltura e della pesca e il decreto interministeriale del 1 dicembre 1999 ha disciplinato detti settori nell'ambito dei patti territoriali.

Il 15 febbraio 2000 il Cipe ha deliberato lo stanziamento di nuove risorse a favore dei patti specializzati per l'agricoltura e la pesca.

La finalità degli interventi è di innestare processi d’innovazione atti ad orientare lo sviluppo agricolo dell’area, nel quadro degli obiettivi della politica agricola comunitaria, privilegiando segmenti a più alto valore aggiunto e promuovendo interventi di integrazione tra la produzione agricola e la lavorazione, trasformazione e commercializzazione.

In particolare, potranno essere presentati progetti imprenditoriali per:
 
 

1. Investimenti strutturali nella produzione primaria, di cui alla seguente tabella n.1.

2. Interventi destinati al miglioramento delle condizioni di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti agricoli, di cui alla seguente tabella n.2

3. Aiuti a favore delle associazioni di produttori e della pubblicità dei prodotti agricoli, di cui alle seguenti tabelle n.3 e n.4.
 
 

OBIETTIVI DEL PATTO TERRITORIALE

Gli obiettivi del Patto Territoriale specializzato per l'Agricoltura dell'Area Metropolitana di Bari inseriti nel Protocollo di Intesa di concerto con i promotori del Patto Territoriale e i rappresentanti del settore agricolo, sono:

  1. Promuovere l'innovazione produttiva e la valorizzazione dei prodotti agricoli, mirando al completamento delle filiere di produzione - trasformazione - commercializzazione, con:
  1. Valorizzare le produzioni locali tipiche attraverso: il miglioramento degli standard qualitativi dei prodotti e dell’efficienza dei processi produttivi, la riduzione dei costi di produzione;
  2. Stimolare l’attivazione di strategie di marketing per la valorizzazione dei prodotti agricoli e agro-industriali dell’area, specie delle produzioni tipiche, attraverso attività integrate di promozione e commercializzazione delle produzioni DOP e IGP e DOC e IGT.
  3. Favorire l’insediamento di nuove imprese agricole e il miglioramento di quelle gestite da agricoltori anche associati;
  4. Contribuire a ripristinare l’equilibrio tra produzione e capacità di mercato, al miglioramento dell’efficienza delle aziende agricole mediante il rafforzamento e la riorganizzazione delle loro strutture e la promozione di attività e servizi complementari;
  5. Contribuire allo sviluppo del tessuto sociale delle zone rurali, assicurando un equo tenore di vita per gli agricoltori, incrementando l’occupazione e riducendo il fenomeno del lavoro irregolare;
  6. Contribuire alla tutela dell’ambiente e alla conservazione dello spazio naturale, compresa la salvaguardia durevole delle risorse naturali in agricoltura;
  7. Promuovere ed attuare processi di innovazione nei sistemi integrati agricoli ed agro-industriali, al fine di mantenere un elevato grado di competitività sui mercati internazionali;
  8. Favorire processi di riconversione produttiva, di ammodernamento e di diversificazione economica nei sistemi locali agricoli e rurali a bassi sviluppo, al fine di mantenere e/o accrescere il tessuto economico-produttivo locale, frenando i processi di esodo e di degrado ambientale tuttora in corso;
  9. Promuovere azioni orizzontali di sostegno dell'adattamento alla riforma della PAC da parte del-le imprese agricole operanti nelle aree del patto.

Localizzazione

Le unità produttive dovranno essere localizzate nei Comuni di:

Adelfia, Bari, Bitetto, Bitritto, Capurso, Casamassima, Cellamare, Modugno, Noicattaro, Sannicandro, Triggiano, Valenzano.

Soggetti Beneficiari

Possono accedere alle agevolazioni le imprese già costituite alla data di sottoscrizione del modulo di domanda e riconosciute ai sensi del Decreto del Ministro del Tesoro, Bilancio e della programmazione economica, di concerto con il Ministro delle politiche agricole, del 1° dicembre 1999, pubblicato su G.U. del 7 dicembre 1999.
 
 

Iniziative e Spese Ammissibili

Le tipologie di spesa ammissibili, l’intensità massima dell’agevolazione in conto capitale e il volume massimo degli investimenti ammissibili sono quelli fissati dal citato Decreto interministeriale del 1 dicembre 1999, e riportati nelle seguenti tabelle 1,2,3,4.
 


Tabella n. 1

Investimenti strutturali nella produzione primaria (Reg. (CE) 950/97, art.12)

(Comunicato del Ministero del Tesoro del Bilancio e della Programmazione Economica G.U. 21/12/99 n. 298)


 



 
 
Tipologia di aiuto
Intensità massima agevolazione 
in conto capitale
Volume max investimenti
 
Zone svantaggiate direttiva 75/268/CE
Altre zone
Per ULU
Per Azienda
A) Aiuti alle aziende agricole ai sensi dell’art.12, comma 2, Reg. 950/97         
1) Acquisto terreni
75%
35%
-
-
2) Acquisto riproduttori maschi
40%
40%
-
-
3) Protezione e miglioramento dell’ambiente, purché tali investimenti non determinino un aumento della capacità produttiva  

45%

 

35%

 

-

 

-

4) Miglioramento delle condizioni di igiene degli allevamenti, semprechè non determinino un aumento della capacità produttiva  

75%

 

35%

 

-

 

-

5) Per la diversificazione delle attività delle aziende agricole, in particolare tramite attività turistiche artigianali o tramite la fabbricazione e vendita diretta dei prodotti ottenuti in azienda   

75%

 

35%

 

-

 

180.000 Ecu

B) Aiuti alle aziende agricole ai sensi dell’art.12, comma 3, Reg. 950/97 (a)        
1) Costruzione di fabbricati aziendali 
45% (b)
35% (c)
-
-
2) Opere di miglioramento fondiario
45% (b)
35% (c) 
-
-
3) Trasferimento per pubblica utilità
45% (b)
35% (c)
90.000 Ecu
180.000 Ecu (*)
4) Investimenti destinati alla protezione e al miglioramento dell’ambiente
45% (b)
35% (c)
90.000 Ecu
180.000 Ecu (*)
C) Aiuti alle aziende agricole ai sensi dell’art.12, comma 4, lettera a) Reg. 950/97        
1) Opere di miglioramento fondiario
45%
35%
90.000 Ecu
180.000 Ecu (*)
2) Investimenti per risparmi energetici
45%
35%
90.000 Ecu
180.000 Ecu (*)

  1. Solo nelle aziende nelle quali ricorrono le condizioni di ammissibilità di cui agli articoli 5, 6, 7, 8 e 9 del Reg. CE 950/97
  2. l’intensità massima di agevolazioni è elevabile fino all’80%
  3. l’intensità massima di agevolazioni è elevabile fino al 70%
(*) Nel caso di aziende associate il volume max di investimenti per azienda è pari a 720.000 Ecu.
 




Tabella n. 2

Investimenti destinati al miglioramento delle condizioni

di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti agricoli (Decisione 96/C29/03)*

(Comunicato del Ministero del Tesoro del Bilancio e della Programmazione Economica G.U. 21/12/99 n. 298)


 



 
 
 
 
Tipologia di aiuto
 
 
Area Obiettivo 1
Altre aree
Investimenti connessi alla tutela dell’ambiente, con la prevenzione degli inquinamenti e con la eliminazione dei rifiuti. 
75%
55%
Investimenti per la realizzazione, ristrutturazione, ammodernamento ed acquisizione di impianti di lavorazione e di stoccaggio di prodotti freschi e trasformati. (1)
75%
55%
Investimenti per la realizzazione o ristrutturazione di laboratori di analisi finalizzata alla valorizzazione qualitativa ed al miglioramento dello stato sanitario delle produzioni. 
75%
55%
Investimenti per la realizzazione di piattaforme specializzate per la GDO, piattaforme IFCO
75%
55%
Acquisto attrezzature d’ufficio ed attrezzature informatiche finalizzate al progetto d’investimento.
75%
55%
Spese per programmi informatici, telematici e software finalizzati al progetto d’investimento presentato.
75%
55%
Spese di acquisto-noleggio mediante leasing per le attrezzature e i macchinari, senza patto di riservato dominio, con riscatto finale entro 4 anni e comunque entro il termine massimo necessario alla realizzazione del programma.   

75%

 

55%

Spese per la progettazione tecnica per la definizione ed organizzazione delle attività. (2)
75%
55%

(*)L’aiuto è accordato nel rispetto dei limiti settoriali previsti dalla Decisione 94/173/CE, fatte salve eventuali modificazioni.

Si può eccezionalmente prescindere dai richiamati limiti nel rispetto della disciplina comunitaria, per i progetti che rispettino le linee direttrici in materia ambientale di cui alla decisione C/72 del 10/03/1994.

  1. L’aiuto è accordato nel rispetto del punto 4.4 degli orientamenti in materia di aiuti di stato a finalità regionale (98/C74/06).
In particolare, le spese ammissibili riguardano:
  1. costruzione e acquisizione di beni immobili, compreso l’acquisto del terreno di pertinenza dell’impianto;
  2. macchine e attrezzature nuove, compresi i programmi informatici ed il software.
(2)purché finalizzate all’investimento entro il 12% della spesa ammessa per gli investimenti accolti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Tabella n. 3

Aiuti alle associazioni di produttori (*)

documento relativo agli aiuti nazionali a favore delle Organizzazioni dei Produttori – VI/503/88

(Comunicato del Ministero del Tesoro del Bilancio e della Programmazione Economica G.U. 21/12/99 n. 298)

I beneficiari degli aiuti possono essere unicamente soggetti che rispondono a forme giuridiche societarie rappresentative dei produttori agricoli.
Tipologia di aiuto – articolo 5, lettera e)
A)
Avviamento o estensione dell’attività
Il sostegno è rivolto alle spese reali di costituzione e funzionamento amministrativo, comprese le spese per il personale assunto. L’aiuto è concesso per un periodo quinquennale ed in misura decrescente (almeno del 20% annuo), in rapporto alle spese reali sostenute durante l’anno considerato. Per il primo anno l’aiuto può corrispondere al 100% delle spese reali sostenute.
1)
Assistenza tecnico-economica
2)
Assistenza giuridica o commerciale
3)
Assistenza alla implementazione di sistemi di qualità aziendali
4) Assistenza alla predisposizione dei disciplinari di produzione relativi anche alla costituzione di marchi, nel rispetto dell’art.28
5)
Assistenza alla creazione di sistemi di controllo per la certificazione della qualità e della tipicità (1) 
B)
Creazione di sistemi di controllo per la certificazione della qualità e della tipicità (2)  
6) Spese per la realizzazione di controlli della qualità e tipicità obbligatori (3)* Nel caso di controlli obbligatori sono ammessi contributi fino al 100% dei costi di certificazione. 

Nel caso di controlli volontari sono ammessi contributi fino al 70% dei costi di certificazione. 

 

7)

Spese per la realizzazione di controlli di qualità delle produzioni agricole e di qualità ambientale dei processi produttivi
  1. Trattasi di prodotti riconosciuti ai sensi dei regolamenti CE n. 2081/92, 2082/92, 2092/91, 820/97 e di marchi di qualità.
Per i marchi di qualità è garantito il rispetto delle seguenti condizioni:
  1. Si tratta di produzioni riconosciute ai sensi dei regolamenti CE n. 2081/92, 2082/92, 2092/91, 820/97 e di marchi di qualità, per le quali i controlli sono resi obbligatori dalla normativa vigente. Nel caso in cui tali controlli non vengano attuati, l’operatore è soggetto a sanzione amministrativa o penale.
  2. Si tratta di controlli volontari; per le produzioni di qualità è garantito il rispetto delle medesime condizioni previste alla nota 2) per i marchi di qualità.
(*) Tale tipologia di aiuti riguarda anche le associazioni di produttori della pesca.
Tabella n. 4

Aiuti a favore della pubblicità dei prodotti agricoli

Regolamentazione degli aiuti di Stato in materia 87/C302/06 (*)

(Comunicato del Ministero del Tesoro del Bilancio e della Programmazione Economica G.U. 21/12/99 n. 298)
I beneficiari degli aiuti possono essere solo soggetti che rispondono a forme giuridiche associative 
 
Tipologia di aiuto
Intensità max di aiuto in c/capitale
 
Area Obiettivo 1
Altre aree
A)
Pubblicità dei prodotti di qualità e dell’alimentazione sana, nel rispetto dell’art.28 del Trattato. (2)
intensità massima di aiuto fino al 50% delle spese (1)
B)
Promozione delle produzioni tipiche (Reg. 2081/92 e 2082/92)
intensità massima di aiuto fino al 50% delle spese
C)
Promozione dei prodotti biologici (Reg. CEE 2092/91)
intensità massima di aiuto fino al 50% delle spese
(*) Gli aiuti sono concessi anche per la pubblicità dei prodotti ittici
  1. Elevabile al 70% nei casi previsti dagli orientamenti in materia 87/C302/03 (*)
  2. Per i prodotti contrassegnati da marchi di qualità è garantito il rispetto delle seguenti condizioni:
accesso al disciplinare a tutti i produttori comunitari senza limitazione geografica sull’origine dei prodotti;

i controlli di qualità effettuati dalle autorità competenti di altri Stati Membri sono riconosciuti in base all’equivalenza.

Le iniziative imprenditoriali proposte dovranno essere coerenti con gli obiettivi del Patto Territoriale e dovranno riferirsi ai seguenti comparti di intervento, fissati in sede di concertazione tra le parti sociali: Olio di Oliva, Olive da mensa, Ortofrutticoli freschi e trasformati, Uva da tavola, Vitivinicoltura.

Ferme restando le limitazioni previste dal citato Decreto del 1° dicembre 1999:

Sono escluse le spese per l'acquisto di terreni salvo nel caso di investimenti per la realizzazione, ristrutturazione, ammodernamento ed acquisizione di impianti di lavorazione e di stoccaggio di prodotti freschi e trasformati, di cui alla tabella 2.

Le spese d'investimento dovranno essere sostenute entro il termine di 48 mesi dalla data di inizio dell'istruttoria bancaria del Patto.

Le spese relative ai programmi di investimento, ai sensi della delibera CIPE del 11 novembre 98, saranno ritenute ammissibili qualora sostenute a partire da sei mesi precedenti la data di inizio dell'istruttoria bancaria comunicata dal soggetto istruttore al Ministero del Bilancio, fatta eccezione per le spese relative alla progettazione ed al terreno, ammissibili anche se sostenute nei dodici mesi precedenti la predetta data.

In relazione alla durata del programma di investimento, l'erogazione delle agevolazioni potrà avvenire in 2, 3 ovvero 4 quote annuali di pari importo.

Per ogni iniziativa proposta il livello dell'apporto di mezzi propri investiti dev'essere non inferiore al 20 % del totale dell'investimento proposto.
 
 

Modalità di presentazione della domanda

La richiesta di agevolazione dovrà essere presentata utilizzando esclusivamente l’allegato Modulo di Domanda e la Scheda Tecnica, compilati secondo le istruzioni allegate e sottoscritti dal legale rappresentante dell'impresa o dal suo procuratore speciale che si assume le responsabilità conseguenti al rendere mendaci dichiarazioni.

Unitamente alla domanda e alla scheda tecnica dovrà essere allegata la documentazione prevista dalla normativa vigente e di seguito riportata.

Copia della scheda tecnica e/o del business plan numerico dovrà essere fornita anche su supporto magnetico.

L'intera documentazione va presentata in un originale e una fotocopia.
 
 

Le domande, complete della modulistica, della documentazione prevista dalla normativa vigente, dell'elenco dei documenti prodotti e del supporto magnetico, dovranno pervenire in plico chiuso, entro il termine improrogabile delle ore 12.00 del giorno 10 aprile 2000, alla società "Patto Territoriale dell’Area Metropolitana di Bari Spa", presso Tecnopolis, S.P. per Casamassima Km 3 - 70010 Valenzano (BA)..

Non fa fede il timbro postale di spedizione.

La consegna a mano può essere effettuata entro lo stesso termine indicato.

Il plico chiuso dovrà riportare la dicitura esterna: "Patto Territoriale per l’Agricoltura dell'Area Metropolitana di Bari ".

Non potranno essere prese in considerazione le domande pervenute prima della pubblicazione del presente Bando, né quelle pervenute oltre il termine sopra indicato.

Copia del Bando integrale, del Modulo di Domanda, della Scheda Tecnica, delle istruzioni per la compilazione, del software di compilazione e degli Allegati, sono disponibili presso: le Amministrazioni Comunali aderenti al Patto, le Segreterie Tecniche del patto (CCIAA di Bari e Tecnopolis), nonché sul sito Internet http://www.tno.it/patti.

Per ulteriori chiarimenti tecnici, gli interessati potranno: rivolgersi allo sportello informativo della società Patto Territoriale dell’Area Metropolitana di Bari Spa, presso Tecnopolis, il martedì e il venerdì, dalle ore 9.30 alle ore 12.30 (tel. 080-4670649/368 - Fax 080-4670650), ovvero inviare quesiti in posta elettronica all'indirizzo pattobari@tno.it.
 
 

CRITERI DI SELEZIONE DELLE INIZIATIVE IMPRENDITORIALI E GRADUATORIE DI MERITO

Le iniziative istruite positivamente, saranno oggetto di apposita graduatoria, formulata sulla base dei punteggi attributi ai seguenti indicatori:

  1. Rapporto tra il capitale proprio immesso nell'iniziativa e l'investimento complessivo.

  2. Ai fini del calcolo del presente indicatore, il capitale proprio da investire nell’iniziativa non può essere superiore alla differenza tra il totale dell’investimento e l’agevolazione richiesta (riportati in D7 della Scheda Tecnica);

  3. Rapporto tra il numero di occupati attivati dall'iniziativa e l'investimento complessivo.

  4. Per occupati attivati dall’iniziativa si intende la differenza tra gli occupati medi annui a regime e gli occupati medi annui relativi all’anno precedente la presentazione della domanda;

  5. Rapporto tra il totale degli immobilizzi agevolabili e l'agevolazione richiesta per il programma di investimento (riportati in D7 della Scheda Tecnica);
  6. Composizione societaria.

  7. E’ attribuito un punteggio pari a 10 alle iniziative presentate da: Cooperative, associazioni dei produttori, costituite in misura non inferiore al 51% da produttori agricoli singoli o associati; Società di capitali le cui quote di partecipazione spettino, in misura non inferiore al 51%, a produttori agricoli a titolo principale e/o coltivatori diretti singoli o associati; Società di persone costituite in misura non inferiore al 51% da produttori agricoli a titolo principale e coltivatori diretti singoli e/o associati. In caso contrario verrà attribuito un punteggio pari a 9. A tal proposito risulta necessario allegare apposita dichiarazione sottoscritta dal legale rappresentante resa ai sensi della legge 15/68;

    4

  8. Indicatore ambientale.

  9. E’ attribuito un punteggio fino a punti 10 ai progetti che prevedono interventi per una organica politica della qualità ambientale dell’impresa e per il riciclo dei sottoprodotti o residui di lavorazione nonché l’eliminazione o la depurazione dei rifiuti. Il punteggio sarà attribuito a seconda delle informazioni tecniche ed economiche che l’impresa fornirà esplicitamente nella Scheda tecnica allegata al modulo di domanda;

  10. Produzioni da agricoltura biologica.
Saranno attribuiti punti 10 ai progetti che prevedono l’impiego di materie prime provenienti da agricoltura biologica ai sensi del Reg. CEE 2092/91. Per le altre iniziative verranno attribuiti 9 punti. A tal proposito risulta necessario allegare apposita dichiarazione sottoscritta dal legale rappresentante resa ai sensi della legge 15/68; Il punteggio è ottenuto calcolando i valori degli indicatori normalizzati relativi agli indicatori 1, 2, 3, 4, 5 e 6 suddetti mediante la seguente formula:
 


Ini = (Ii - M) / D


 


Dove: Ini= valore normalizzato per l'iniziativa n dell'indicatore i (i=1,2,3,4,5,6)

Ii = valore da normalizzare del singolo indicatore

M = media degli n valori da normalizzare (pari a quelli delle iniziative)

D = deviazione standard;

La somma algebrica degli indicatori normalizzati fornirà il punteggio finale ottenuto dall'iniziativa e determinerà la posizione della stessa nella graduatoria che conterrà i progetti di investimento da proporre al finanziamento.
 
 

Documentazione da allegare alla domanda

La documentazione indicata di seguito e prescritta dalle vigenti normative deve essere allegata alla domanda di agevolazione:

  1. Business Plan, composto di due parti:
  1. Titolo di proprietà o di possesso dei terreni (nel caso di possesso, specifica autorizzazione del proprietario ad eseguire gli investimenti e ad estendere la cessione del terreno fino ad almeno cinque anni successivi alla data di entrata in funzione) (vedi allegato n.2 e n.3).
  2. Corografia (scala 1:25.000), con indicazione dei terreni oggetto dell’investimento.
  3. Planimetria dei terreni in scala (1:2.000 o 1:4.000), con attestazione, da parte di tecnico abilitato, di rispondenza alle planimetrie aggiornate depositate presso l’UTE, e con l’indicazione specifica dei dati catastali.
  4. Visura catastale dei terreni aziendali.
  5. Progetto tecnico composto da:
  1. Concessione/Autorizzazione edilizia o perizia giurata di tecnico abilitato attestante la fattibilità tecnico-amministrativa dell’intervento proposto (attestante che nulla-osta al rilascio dell’autorizzazione alla costruzione).
  2. Bilanci, relativi ai due esercizi precedenti la data di sottoscrizione del modulo di domanda delle agevolazioni, corredati di allegati esplicativi; per le imprese che non sono tenute alla redazione degli stessi, dichiarazione dei redditi relativa agli stessi due esercizi; qualora l’ultimo bilancio non fosse stato ancora approvato può essere trasmessa la bozza sottoscritta dai legali rappresentanti dell’impresa e corredata dagli allegati esplicativi delle varie poste; le imprese che non dispongono ancora di tali due bilanci devono allegare alla domanda quello/i disponibile/i e la situazione patrimoniale dei soci riferita agli ultimi due anni (per le società di capitale, i bilanci).
  3. Certificato di vigenza ovvero, per le ditte individuali, di iscrizione, rilasciato dalla competente CCIAA.
  4. Certificato di iscrizione all’albo regionale degli imprenditori agricoli a titolo principale o, in assenza, autocertificazione attestante la qualifica di Imprenditore Agricolo a Titolo Principale (vedi allegato n.4).
  5. Le cooperative e le associazioni di produttori che presentano iniziative imprenditoriali devono allegare, inoltre, copia autentica del verbale relativo alla seduta del competente Organo sociale, nella quale:

  6. - è stata decisa l’adozione dell’iniziativa;
    - è stato autorizzato il rappresentante legale ad inoltrare la domanda e a riscuotere il contributo.
  7. Documentazione attestante l'apporto di mezzi propri
  8. Eventuali ulteriori dichiarazioni utili ai fini del calcolo degli indicatori per la selezione delle iniziative.
DISPOSIZIONI FINALI

Il Modulo di domanda, la Scheda Tecnica, la documentazione da allegare e il software per la compilazione devono intendersi parte integrante del presente Bando.

Il trattamento dei dato acquisiti in fase istruttoria avverrà nel rispetto di quanto stabilito dalla Legge 675/96.

Per tutto quanto non espressamente previsto dal presente Bando, valgono le discipline e i Regolamenti CE 950/97, 951/97, 952/97, 2328/91, la Decisione della CE 94/173/CE, 96/C29/03, 87/C302/06 e successive modificazioni e integrazioni; in particolare le disposizioni attuative dei Patti Territoriali con riferimento alla Delibera CIPE del 21/03/1997 e successive modificazioni e integrazioni e le eventuali ulteriori disposizioni integrative che i Ministeri competenti potrebbero emanare successivamente al presente Bando.
 
 

Avvertenza importante


 


Alla data odierna, la Delibera Cipe che ha stanziato risorse finanziarie per 1000 miliardi di Lire, destinate a Patti Territoriali nell’Agricoltura e nella Pesca, non risulta ancora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.

E’ però noto che è stato fissato il termine del 15 maggio 2000 per la presentazione delle richieste di finanziamento al Ministero del Tesoro e che l’istruttoria bancaria per la valutazione tecnica, economica e finanziaria dei progetti dovrà improrogabilmente iniziare entro il 15 aprile.2000.

Si avvertono gli interessati, quindi, che il presente Bando non può tener conto di imprevedibili novità che potranno emergere nel seguito.
 
 

Bari, 16 Marzo 2000
 
 

Patto Territoriale dell'Area Metropolitana di BariS.p.A. Il Pesidente l’amministratoredelegato Dott. Giovanni Gentile Dott. Guido Carabellese