Il Patto Territoriale POLIS e l'area di intervento

Il Patto Territoriale Polis nasce dalla volontà di tutte le forze sociali economiche e produttive dell'area del Sud-Est barese di dare impulso e sostegno allo sviluppo integrato e coordinato ai settori economici più trainanti per l'economia locale migliorando, al tempo stesso, le condizioni sociali della popolazione e la vivibilità del territorio.
La concertazione tra le parti protagoniste del Patto Territoriale POLIS ha proficuamente esaltato il ruolo propulsivo delle amministrazioni e si è sviluppata in una logica di confronto e di collaborazione tesa a creare le premesse per il successo della iniziativa.

L'area di intervento del Patto Territoriale POLIS è delimitata dai confini amministrativi dei Comuni aderenti al Patto Territoriale e corrisponde al sistema urbano identificato come territorio del Sud-Est barese. Il territorio interessato, integrato con l’appendice dell’arco salentino ha ormai assunto la configurazione di un vero e proprio sistema città, destinato ad avere rilevanze centrali nei processi di assetto territoriale e di trasformazione produttiva delle relazioni tra Puglia e resto delle regioni italiane.

Entro questa area geografica sono stati proposti i progetti di investimento e quelli infrastrutturali funzionali alle iniziative imprenditoriali al termine di una proficua ed efficace fase di concertazione tra le amministrazioni pubbliche e le forze sociali che si è conclusa con la predisposizione di un Protocollo di Intesa sottoscritto dalle parti sociali e trasmesso al Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica.

La concertazione sugli assi prirotari di sviluppo locale e sugli impegni ed obblighi di ciascun sottoscrittore si è sviluppata attraverso una serie di incontri e consultazioni tra le autorità pubbliche, le forze sociali ed economiche e le istituzioni culturali che hanno indicato i bisogni, le opportunità e le idee forza da perseguire nel Patto. E' stata effettuata una analisi approfondita della realtà socio-economica della territorio del Patto da cui sono scaturiti gli obiettivi e le finalità da porre alla base del Patto Territoriale.

Il sistema urbano è un areale policentrico caratterizzato da una elevata concentrazione demografica, da un tessuto di servizi primari e secondari connessi, da un’imprenditoria articolata e da ben definiti caratteri fisico-ambientali In tale accezione lo sviluppo socio-economico e l’equilibrio fisico di un ‘sistema urbano’ devono armonizzarsi. Le fasi pianificatorie del suo sviluppo devono essere accompagnate da continua osmosi tra parametri fisico-ambientali e progettazione delle sovrastrutture urbanistiche e produttive.
L’area di  riferimento, con uno sviluppo pari a circa 900 kmq, è localizzata sul bordo adriatico della Murgia centrale, in una zona caratterizzata da condizioni fisico-territoriali fragili.

Popolazione e territorio


 

l'area del Patto

La popolazione complessivamente interessata è pari a 220.000 abitanti circa (dati ISTAT 1996)  che risiedono in 11 comuni, legati da forti omogeneità sul piano economico e sociale. L’integrazione tra i comuni del patto trova conferma nella stretta relazione che lega quasi tutti i comuni al capoluogo di provincia e nel fatto che essi fanno parte (tranne Putignano e Castellana) di un solo Sistema Locale di Lavoro.
Gli undici comuni del Patto POLIS occupano una posizione strategica nel territorio della provincia di Bari, proprio in ragione della loro distribuzione nelle diverse fasce di legame con Bari, configurandosi come un’area essenziale di raccordo tra la costa e le zone interne, a evidenziare ancora una volta l’importanza che a latere degli interventi di potenziamento del tessuto produttivo promossi con il Patto, siano pianificati validi interventi sul piano delle infrastrutture.
L’adeguamento degli strumenti urbanistici alle nuove esigenze infrastrutturali e produttive legate alle iniziative del Patto produrrà sicuramente una maggiore vivibilità territoriale dell’area del patto e contribuirà a mitigare l’attuale divario di sviluppo economico ed infrastrutturale esistente tra le aree costiere e le aree interne. Questa dicotomia che incide profondamente nel tessuto sociale come in quello economico deve trovare la giusta soluzione in un equilibrio e valorizzazione nell’utilizzo integrato del territorio dell’area del patto.

Dinamiche demografiche e sociali

I Comuni dell’area POLIS non si distinguono particolarmente per dinamica demografica all’interno della provincia, con una crescita demografica molto rallentata, che porterà anche i nostri comuni, come quelli di tutta l’Italia meridionale intorno alla crescita zero nel primo decennio del 2000.
La popolazione del nostro comprensorio è mediamente più vecchia (incidenza della popolazione con 65 anni e oltre sul totale) e meno giovane (incidenza della popolazione fino ai 14 anni) della popolazione della provincia, con differenziazioni talvolta significative tra i comuni della fascia adriatica e i comuni interni: Sammichele e Alberobello i comuni più ‘vecchi’, mentre Rutigliano, Polignano e Monopoli sono quelli più ‘giovani.
 
 

Lievemente superiore alla media provinciale è la % di popolazione in età lavorativa, tra i 15 e i 64 anni.
Il profilo culturale della popolazione dei comuni POLIS può essere misurato con l’incidenza dei diversi titolo di studio sul totale: l’area è abbastanza omogenea, non molto lontana dalla media provinciale.
Le seguenti tabelle forniscono delle indicazioni sintetiche su alcuni indicatori caratterizzanti il quadro socio-economico del territorio del Patto.
 
 

Mercato del lavoro, economia locale e dinamiche imprenditoriali

Il tasso di disoccupazione dell’area, calcolato come rapporto tra disoccupati e popolazione attiva risultava nel 1991 (unico anno per cui si dispone di dati per tutti i comuni della provincia) identico a quello medio provinciale, con situazioni particolarmente positive a Castellana e Putignano e molto negative a Mola e Monopoli.
 
 
 
 

I comuni del patto sono omogenei per vocazioni economiche prevalenti, perché accomunati da una terziarizzazione elevata del sistema produttivo, a cui oppongono resistenza una radicata tradizione agricola e un tessuto fitto di imprese industriali legate ai prodotti dell’agricoltura locale o alla manifattura.
Emerge chiaramente una vocazione prevalentemente agricola per i comuni di Rutigliano, Turi, Polignano a Mare e Conversano, per il peso degli attivi in agricoltura sulla popolazione attiva totale, per il numero di aziende agricole rispetto agli abitanti; si tratta di produzioni agricole differenti, più orientate agli ortaggi a Polignano, alle coltivazioni permanenti (ciliegie, mandorle, olive, uva) a Conversano, Monopoli, Rutigliano e Turi.
Putignano ha una netta vocazione industriale (costituisce un sistema locale di lavoro insieme a Castellana, proprio in ragione di questa vocazione), tutta dedicata alla trasformazione manifatturiera, soprattutto nel settore tessile: si caratterizza per la capacità di attrazione di risorse umane anche dai comuni limitrofi e per la presenza di aziende non proprio piccolissime (6,5 addetti in media per unità locale).
L’economia legata al commercio è rilevante per Polignano, Casamassima, Alberobello, di natura comunque molto diversa: un commercio più orientato al turismo quello di Polignano e di Alberobello, un commercio più  legato alla presenza di centri commerciali quello di Casamassima.
Una vocazione marcatamente terziaria è quella del sistema economico di Noci, che ha una alta percentuale (11,2%) di unità locali che erogano servizi alle imprese, rispetto al totale delle unità locali, ed ha anche le imprese di servizi di più grandi dimensioni (19 addetti in media).
Se si guarda alle altre attività nel complesso  si vede che i comuni di Conversano, Mola e Monopoli hanno elevate percentuali di attivi che si collocano nel settore ‘altre attività’ (servizi pubblici e servizi privati alle imprese e alla persona): se Monopoli prevale per servizi alle imprese, per gli altri due comuni si deve ritenere che le elevate percentuali di attivi nel settore sia legata ai servizi pubblici. Per Mola, in particolare, questo fenomeno si spiega con la contiguità al capoluogo barese e gli ottimi collegamenti; per Conversano si spiega invece con l’elevato livello di scolarizzazione che per molti anni ha orientato naturalmente gli abitanti alla carriera impiegatizia o all’insegnamento.

L'industria manifatturiera pugliese si presenta distribuita territorialmente in maniera disomogenea: in soli 15 comuni si concentra il 57% dell'occupazione di settore. I trenta comuni più industrializzati (in termini assoluti) della Puglia appartengono in quattro casi all'area del Patto e risultano in termini crescenti i seguenti:
 
 

Comune Addetti all'industria manifatturiera nel comune
Conversano 1415
Castellana Grotte 1479
Monopoli  2171
Putignano 3204

Alla classifica dei comuni con maggiore numero di addetti all'industria manifatturiera appartiene Putignano che è tra i primi 15 comuni più industrializzati ma non tra i 15 più popolosi. Ciò si riflette sul tasso di industrializzazione.
 

Il tasso di industrializzazione (rapporto tra gli addetti all'industria manifatturiera e popolazione), calcolato per i 257 comuni pugliesi evidenzia la graduatoria degli undici comuni del Patto rispetto anche ai tassi nazionali, regionali e provinciali.
Nella tabella precedente si evidenzia che solo i comuni di Putignano e Castellana Grotte posseggono un tasso superiore a 77,7 (media regionale aumentata della metà - quartile superiore).
Sempre al di sopra della media regionale, ma nella fascia medio alta si collocano i comuni di Conversano e Alberobello. I comuni di Rutigliano, Monopoli e Noci si collocano nella fascia di tassi di industrializzazione compresi tra la media regionale e la media del Mezzogiorno. Quattro comuni su undici, e precisamente i comuni di Turi, Sammichele di Bari, Polignano e Mola di Bari si trovano al di sotto del valore medio del Mezzogiorno.

L'area del capoluogo di regione, che conta il 16,7% della popolazione ed il 17,9% dell'occupazione manifatturiera, possiede una quota prossima al 30% in servizi infrastrutturali, professionali e finanziari.
Al di sotto del peso demografico e di quello del manifatturiero è la consistenza della quota dei servizi per i comuni del patto. Questo fatto è plausibile se si pensa alla concentrazione dell'erogazione dei servizi negli agglomerati urbani e metropolitani. Resta tuttavia il problema di un eccessivo squilibrio tra apparato produttivo e servizi, soprattutto nelle aree endogene.
Queste comprendono i sistemi di imprese di piccole e medie dimensioni in cui prevalgono iniziative di origine locale, di fatto non influenzate dalla politica di intervento straordinario e concentrate soprattutto nei comparti manifatturieri della cosiddetta industria leggera.
In queste si localizza il 38% circa delle attività manifatturiere, ma solo il 18% di quelle relative alle infrastrutture di trasporto e comunicazione, il 26% di quelle di informatica, ricerca e di servizi di consulenza e professionali ed il 24% delle banche, assicurazioni e società di leasing.
E' pertanto utile organizzare l'offerta dei servizi a livello territoriale, in particolare di quelli infrastrutturali, formativi, di ricerca e creditizi in modo tale da facilitare i processi di crescita dell'apparato produttivo. Una politica di riequilibrio dell'offerta dei servizi trarrebbero benefici oltre che i sistemi locali di piccola e media impresa, anche i comparti di attività terziarie a questi legati, innestando un circuito virtuoso ed autopropulsivo dello sviluppo locale del territorio del Patto.

L’intero comprensorio dei comuni del Patto POLIS è dotato di risorse paesaggistiche e naturalistiche unite a vestigia storiche ed architettoniche di assoluto valore, che rafforzano l’ipotesi di una vocazione turistica del territorio.
Per avere una idea del potenziale turistico del comprensorio gli unici dati disponibili con carattere di ufficialità sono i dati forniti dal Comune di Castellana, per gli accessi alle grotte, e dal Comune di Alberobello per i visitatori dei trulli: nel 1996 vi sono stati circa 245.000 visitatori per le grotte e circa un milione di persone si è fermato ad Alberobello per visitare le caratteristiche strutture abitative.
Si tratta prevalentemente del turismo ‘fuori porta’ o del turismo di stranieri e arrivano nell’area ma vi restano per un brevissimo periodo prima di transitare verso la penisola salentina o verso la Grecia.
Occorre porre in essere azioni di promozione del territorio orientate a valorizzare percorsi, che inducano i visitatori a una permanenza più lunga di una giornata, e in relazione a ciò va quantitativamente e qualitativamente migliorata la capacità ricettiva dell’area, soprattutto va differenziata.
I dati della tavola seguente mostrano come l’area dei comuni del patto offre circa un terzo della disponibilità di posti letto della provincia, con una concentrazione delle strutture alberghiere nel territorio di Monopoli e una diradazione dell’offerta negli altri comuni. Mancano pressochè totalmente i campeggi, ma anche gli affittacamere e la disponibilità di case per le ferie, che potrebbero attrarre un segmento molto particolare (anche se non ancora quantitativamente rilevante) della domanda turistica di tipo stanziale.
Le azioni da promuovere devono dunque prioritariamente mirare al potenziamento della struttura ricettiva.