Il divario nello sviluppo economico dipende ormai più dalla
capacità dell'apparato produttivo di utilizzare le tecnologie ed
i servizi in grado di elaborare e trasmettere le informazioni (voci, dati,
video) piuttosto che dalla disponibilità di materia prima o dalla
vicinanza ai mercati di acquisizione o di sbocco. Il passaggio dal trattamento
manuale a quello automatico, da quello materiale a quello virtuale, una
volta superata la fase di alfabetizzazione e di formazione, richiede una
particolare cura, visti i costi di "start up".
L'accesso ad INTERNET, il collegamento da parte dell'utenza ai servizi
disponibili per via telematica (dal commercio elettronico, alla telebanca,
all'home-office), rappresentano un elemento "di massa", che richiede una
dotazione di attrezzature (il personal computer collegato alla rete telefonica
o, in futuro, al televisore in grado di supportare le funzioni analoghe)
ed una riduzione dei costi di collegamento alle reti per utilizzi molto
prolungati nel tempo (la durata media di una connessione ad INTERNET è
incomparabilmente più lunga di una telefonata).
Le leggi, i regolamenti, le disposizioni di attuazione sono spesso
figlie di una amministrazione, ma ancora più spesso sono "uguali
per tutti": rilevazione delle presenze, ruoli del personale, procedure
di appalto sono i casi tipici di routine che occorre standardizzare, come
gli output anagrafici, della toponomastica, in formati interoperabili.
Occorre che ogni nuova disposizione sia tradotta in "passi di programma
su di una procedura tutta già informatizzata. Così nei diversi
settori (come alcune Regioni ad esempio nel settore sanitario), iniziative
di informatizzazione sia a livello di gestione sia a livello di espansione
del servizio possono essere "clonate" con costi bassissimi.
La piena interoperabilità delle diverse piattaforme è
una condizione essenziale. Le istituzioni che hanno sviluppato le soluzioni
più adeguate potrebbero essere incaricate di sviluppare "per tutti"
una serie di prodotti/servizi, aggiornandoli e mantenendoli continuamente.
La realizzazione della "Società dell'Informazione" costituisce
una scelta primaria.
Un paese che rimanesse estraneo o poco integrato nella Società
dell'Informazione verrebbe necessariamente a trovarsi in una situazione
di profondo svantaggio nel sistema economico-sociale globalizzato del duemila,
che sarà basato in misura determinante sulle tecnologie dell'informazione
e della comunicazione.
L'obiettivo prioritario per l'Italia è , pertanto, quello di
creare le condizioni per una diffusa utilizzazione delle nuove tecnologie,
valorizzando gli aspetti socio-economici della propria identità
culturale ed avviando tutte le azioni e iniziative necessarie che le consentano
non solo di rimanere al passo con gli altri paesi, in particolare con quelli
europei, ma anche e soprattutto di rafforzare la propria competitività
di sistema-paese.
Nel nostro sistema-paese il mercato dell'Information and Comunication
Tecnology, (ICT) eccezion fatta per alcune aree, è nel suo complesso
in una condizione di arretratezza rispetto alla situazione degli altri
paesi industrializzati. A ciò si aggiunga che l'alfabetizzazione
dei cittadini è a livelli inferiori rispetto a quelli europei e
che l'istruzione nelle scuole superiori ed a livello universitario non
produce - in termini sia quantitativi sia qualitativi - un sufficiente
numero di diplomati e laureati nelle discipline informatiche e delle telecomunicazioni
pronti ad essere utilmente impiegati in tal campi.
Ciò non di meno, la combinazione delle intrinseche caratteristiche
delle reti di comunicazioni le rende, per così dire, la "infrastruttura
delle infrastrutture". Tali caratteristiche possono sinteticamente essere
definite quali:
La Società dell'Informazione, così connotata, si realizza quale "villaggio globale" in cui le distanze si riducono fino a scomparire, le differenze si integrano ed anche le periferie e le aree collocate ai margini dello sviluppo del paese e dei processi produttivi, viaggiando sulle reti immateriali delle autostrade telematiche o digitali, tendono a colmare il loro ritardo. Risulta, dunque, difficilmente immaginabile che, nella elaborazione di un disegno strategico complessivo per la formazione del Quadro Comunitario di Sostegno 2000/2006, non siano necessariamente contenuti gli elementi per un significativo programma di sviluppo delle telecomunicazioni sia nelle aree già ricomprese nell'obiettivo 1 del QCS 1994/99 (regioni meridionali ed insulari), sia per quelle inserite negli Obiettivi 2 e 5b (rispettivamente: aree colpite da declino industriale e zone rurali in via di sviluppo).La "rapidità " dei flussi informativi (si pensi alla drastica riduzione del rapporto spazio/tempo ed alla conseguente positiva ricaduta sui costi di produzione); la "trasversalità " rispetto ad ogni altro settore di attività dell'intero sistema-paese (si pensi a tutte le possibili applicazioni e telematizzazioni, già realizzate o soltanto potenziali); la "pervasività " in ogni contesto sociale tanto nel "macro" quanto nel "micro" (si consideri l'impatto socio-culturale di realtà rapidamente consolidatesi come Internet per fornitori ed utenti nel settore informatico ed il telefono cellulare nel settore delle comunicazioni mobili).
A ciò va aggiunto che la costruzione della Società dell'Informazione
potrà avvenire solo garantendo a tutti la possibilità reale
di partecipare in modo interattivo a quella che è definita la realtà
virtuale. Premesse affinche¨ciò avvenga sono la diffusione del
personal computer, l'alfabetizzazione elettronica nelle famiglie e l'estensione
graduale dell'utenza on-line. Le tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni
e lo sviluppo delle infrastrutture necessarie possono portare notevoli
benefici a livello territoriale. Gli investimenti nella Società
dell'Informazione hanno una valenza positiva per il Mezzogiorno in quanto
consentono il recupero di ritardi infrastrutturali e danno la possibilità
di avviare nuove attività imprenditoriali anche in aree delocalizzate.
Lo sviluppo della Società dell'Informazione rappresenta un'opportunità
di crescita per il Paese e comporta l'emergere di nuovi profili professionali,
prodotti e servizi, soprattutto nell'area dei servizi interattivi. Dalla
liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni derivano molteplici
benefici per i consumatori dei servizi di telecomunicazioni, in termini
di ampiezza dell'offerta, riduzione delle tariffe, miglioramento della
qualità dei servizi, incentivo agli investimenti ed all'innovazione,
anche per il mercato del lavoro, dando vita a nuove opportunità
di occupazione. Il settore ICT deve formare oggetto di politica industriale
e costituire un tema centrale della futura politica economica e sociale.
In tale ambito si pone l'azione del Ministero delle Comunicazioni, il quale
intende intraprendere una collaborazione con i soggetti coinvolti al fine
di individuare e realizzare iniziative concrete condivise con tutti gli
operatori del settore.
Si tratta di essere presenti, sia come produttori sia come consumatori,
in un mercato virtuale unico: l'ampliamento della scelta per il consumatore,
la possibilità di offrire i propri prodotti/servizi da parte delle
imprese che non sono costrette ad aumentare la propria struttura distributiva
e logistica costituiscono fattori di eccezionale aumento della concorrenza.
In particolare nel settore business to business le imprese si collegano
sempre più tra di loro, con le proprie sedi, con i fornitori, con
i centri di servizi (banche, istituti previdenziali, uffici delle imposte)
con un sistema di transazioni che "taglia" tempi e costi produttivi in
modo esponenziale.
Si vuole supportare in modo organico, per area o distretti di volta
in volta delimitati, le infrastrutture fisiche adatte a dare sostegno alla
distribuzione dei nuovi servizi (dalla ISDN a banda stretta alla larga
banda) che hanno caratteristiche di elevata concentrazione territoriale
e stabilità di flussi di traffico. Parimenti infrastrutture via
radio (terrestri e satellitare) costituiscono il migliore strumento di
trasmissione nel caso di operatori singoli di elevata capacità ma
dislocati in aree poco infrastrutturate.
Una mostra delle applicazioni informatiche e di telecomunicazioni Non
si tratta di vendere i prodotti standard, di largo consumo (dai PC ai programmi
relativi, da quelli office ai videogiochi), ma di presentare e vendere
prodotti specifici: piattaforma per il commercio elettronico per presentare
le proprie imprese ed i relativi prodotti su INTERNET, per automatizzare
le attività di impresa (computo dei costi, CAD, attività
specifiche dei diversi stadi professionali), per le pubbliche amministrazioni.
Le politiche di decentramento e attenzione per le realtà
territoriali, soprattutto quelle disagiate, già trovano il substrato
ideale nel settore dell'ICT. Le tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni
si presentano, a motivo della loro flessibilità e pervasività
, particolarmente idonee per arricchire le aree territoriali attraverso
processi di riqualificazione di aree industriali e di edifici dismessi
a seguito di chiusura di poli produttivi. Inoltre i processi di integrazioni
tra reti e piattaforme aperte a livello globale e specificità locali
dei servizi e contenuti aprono straordinarie prospettive occupazionali
per un paese come l'Italia ricco di cultura e di un settore turistico in
grande crescita. In Italia sono state assunte importanti iniziative tese
alla riqualificazione mediante la creazione di parchi tecnologici ed incubatori.
In quest'ottica, gli enti territoriali ed economici che gestiscono e occupano
queste realtà dovranno favorire il più possibile l'ingresso
di imprese ed enti di ricerca nel mercato. In Italia si sono inoltre sviluppate
iniziative di avanguardia per la costituzione di reti civiche mentre ancora
insufficienti sono le iniziative destinate a dotare le comunità
locali di centri multimediali, ovvero centri in grado di fornire servizi
di comunicazione e servizi on-line, alfabetizzazione informatica e formazione
ai cittadini, agli studenti ed alle imprese. Gli enti locali dovranno essere
incentivati a costituire società miste, in grado anche di realizzare
progetti miranti alla valorizzazione di specificità territoriali.
Per ciò che riguarda infine i contratti di area, occorre incentivare
tutti gli attori ad inserire la questione dello sviluppo della società
dell'informazione nelle nuove iniziative.
La necessità di coniugare la qualità e l'alto grado
di sviluppo delle conoscenze universitarie nel settore delle tecnologie
ICT, con la loro concreta utilizzazione in campo imprenditoriale, pone
come programma la realizzazione di un centro di conversione operativa sul
mercato delle potenzialità applicative della tecnologia ICT. Si
tratta di costituire nel Mezzogiorno un riferimento affidabile ad alto
livello quale trade-union tra le componenti delle conoscenze innovative
nei vari indirizzi professionali del settore dell'informazione e comunicazioni
e le loro ricadute sulla creazione di mirati orientamenti specialistici,
con possibilità di sbocco e di nuove aperture imprenditoriali autopropulsive.
Il favore rivolto alla ricerca scientifica contribuirà alla
creazione del predetto, nuovo quadro di collaborazione tra imprese ed università
. L'obiettivo primario è di orientare la ricerca nei settori di
forte impulso innovativo, razionalizzando gli interventi pubblici di R&S
e mirando, tramite la concentrazione delle sinergie tra università
ed aziende alla realizzazione di importanti infrastrutture per la ricerca
anche con il supporto ed il potenziamento dei centri già esistenti.
L'attuale mercato contempla una molteplicità di attori, a volte
cooperanti, a volte in competizione, che potranno così essere orientati
alla fornitura di servizi che si potranno sostituire od integrare l'un
l'altro. A tal fine è fortemente auspicabile la creazione di un
centro di coordinamento regionale per la ricerca nel settore ICT. Tale
centro "super partes" dovrebbe studiare, attuare e gestire un piano nazionale
di ricerca applicata. Di ciò si avvarrebbero principalmente le piccole
e medie imprese, finora penalizzate a causa della forte competitività
nel settore e degli alti costi di ricerca, le quali contribuirebbero ai
costi di attuazione del piano solo nella misura in cui si servissero dei
risultati.
INTERNET sta progressivamente permeando tutti i settori delle comunicazioni,
su tutte le fasce di mercato. Fra i temi più attuali nella crescita
e nell'evoluzione di INTERNET c'è lo sviluppo di sistemi di accesso
che coprono adeguatamente le diverse esigenze di maggiore capacità
, di disponibilità capillare e di accessibilità globale.
INTERNET presenta infatti attualmente tassi di crescita molto elevati nell'ambito
dei servizi di comunicazioni con possibilità di sinergie e di integrazioni
molto importanti. A questo riguardo tecnologie didattiche del Ministero
della Pubblica Istruzione, creando nelle scuole italiane di ogni ordine
e grado reti locali, elementi di rilevante importanza strategica. Ciò
consentirebbe "prese dati" in ogni aula, oltre che nelle strutture comuni
(segreteria, biblioteca, laboratori, ecc.) creando le premesse per uno
sviluppo rapido e guidato delle realtà locali.
Si vuole il definitivo decollo del processo di informatizzazione
della Pubblica Amministrazione con in parallelo la necessaria formazione
per il relativo personale. Si propone di accelerare e potenziare, con riferimento
ai piani triennali AIPA, la spesa su alcuni segmenti, quali lavoro e previdenza,
trasporti, grazia e giustizia beni culturali. Favorire, in particolare,
la realizzazione dello sportello territoriale integrato, dando priorità
agli investimenti riguardanti il Mezzogiorno e le zone interessate a patti
territoriali e contratti d'area, con particolare accento sulla realizzazione
della RUPA ed i progetti di cooperazione amministrativa, con la sperimentazione
e successiva diffusione delle ricadute a partire dalle aree del Mezzogiorno.