Alcune considerazioni sulla programmazione delle risorse dei fondi strutturali 2000-2006 nel settore della ricerca scientifica e tecnologica
Una nuova architettura per il sistema della ricerca nel nostro Paese
Con il decreto legislativo 30 aprile 1998 n. 204 la ricerca scientifica e tecnologica viene considerata per la prima volta in maniera organica, quale fattore strategico per lo sviluppo del Paese. Linee di fondo per rendere maggiormente efficiente e produttivo il sistema di ricerca nazionale, anche in riferimento ai più avanzati modelli europei ed internazionali, sono la programmazione ed il coordinamento a livello governativo (in sostanza una sorta di ' cervello del sistema ' inteso come motore di tutta la ricerca del Paesee l'estensione a tutti i livelli della valutazione dei risultati per rendere più efficace e trasparente l'investimento pubblico.
Attraverso il Programma Nazionale di Ricerca, approvato dal CIPE in armonia con il Documento di Programmazione Economico Finanziaria, verranno individuati gli obiettivi e le modalità di attuazione degli interventi, alla cui realizzazione concorrono le pubbliche amministrazioni, le università e gli enti di ricerca con un particolare accento alla valorizzazione delle realtà di ricerca a livello locale. La programmazione generale assicurata dal CIPE, si avvarrà di un'apposita segreteria tecnica istituita presso il Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica che, attraverso una serie di organi consultivi (che vanno dal Comitato di Esperti per la politica della ricerca al Comitato di indirizzo per la valutazione della ricercadiviene la sede di indirizzo e coordinamento del sistema nazionale della ricerca.
L'idea-forte per la nuova fase di programmazione
La politica della ricerca scientifica
e dell'innovazione inserita in un quadro strategico di modernizzazione
della struttura sociale ed economica del Mezzogiorno Per ottemperare alle
indicazioni del nuovo Regolamento generale sui fondi struttura li di cui
al COM (1998131 def, (le azioni da intraprendere devono mirare a obiettivi
di sviluppo strutturale); per mettere a frutto l'esperienza pregressa dei
programmi 1989-'93 e 1994-'99 (dare adeguata prosecuzione di sviluppo strategico
alle esperienze di eccellenza sperimentate nel P.O. in attuazione, nonche¨dare
maggiore attenzione al fabbisogno di innovazione espresso dai soggetti
meridionali); per agire in coerenza con le priorità che la Commissione
ha individuato con il COM (1998275 (promuovere l'innovazione, migliorare
le reti e la cooperazione industriale, sviluppare le risorse umane), è
di tutta evidenza che la strategia da definire per il periodo 2000-2006
debba fare perno sull'idea che la ricerca, l'alta formazione, l'innovazione
e il trasferimento tecnologico promossi con i fondi strutturali debbano
ricercare un ' effetto-sistema ' , volto a rafforzare il sistema economico
meridionale e a modernizzare le istituzioni del sud, a innalzare la propensione
alla innovazione delle piccole e medie imprese, a creare una maggiore attrattività
del territorio meridionale per insediamenti produttivi.
In tale contesto si colloca il miglioramento
della capacità d'offerta del sistema universitario del Mezzogiorno
da perseguire mediamente riequilibrio degli indirizzi disciplinari esistenti
verso specializzazioni a contenuto scientifico-tecnologico e miglioramentodella
dotazione interna di strutture e servizi. Se - come indicano i rapporti
Delors, Cresson e Santer - la formazione è vista come fattore di
impulso per le politiche occupazionali e della coesione economica e sociale,
è evidente il ruolo strategico che la rete universitaria può
assumere nello sviluppo meridionale. Al riguardo, la sfida dell'autonomia,
attivata con l'approvazione delle leggi n 59/97 e 127/97, può divenire
stimolo all'innovazione e al perseguimento di standard europei, se le Università
meridionali saranno messe nelle condizioni di cogliere tale opportunità
.
Trasversalmente ai cinque ambiti
di riferimento che il Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione
Economica ha proposto:
1. risorse naturali e ambientali;va pertanto collocata l'idea-forte dell'effetto-sistema sviluppato dalla ricerca scientifica, dall'alta formazione, dall'innovazione e dal trasferimento tecnologico. Coniugando le indicazioni dei COM sopra richiamati, il Ministero intende pertanto perseguire una politica volta allo sviluppo locale, attraverso il raggiungimento dei seguenti obiettivi prioritari.
2. risorse culturali e storiche;
3. miglioramento della qualità della vita;
4. sviluppo produttivo locale;
5. reti materiali e immateriali
Obiettivi, motivazioni, interventi
Obiettivo 1: Soddisfare il fabbisogno di innovazione dei soggetti economici meridionali (trasversale ai cinque ambiti di riferimento)
Motivazione
Le piccole e medie imprese del Mezzogiorno, pur vivendo spesso gravi ritardi sul piano tecnologico produttivo e organizzativo rispetto alla concorrenza, difficilmente riescono ad esplicitare una compiuta domanda di ricerca e di innovazione che possa orientare le scelte delle istituzioni, degli Enti e degli organismi di mercato. Nello stesso tempo, le scelte innovative che autonomamente le imprese compiono per effetto della stimolazione dei soggetti di offerta o per effetti imitativi dei comportamenti di altre imprese talvolta hanno esiti negativi perche¨non sempre le risorse interne disponibili, la scala dimensionale in cui operano e il vigente orientamento al mercato ne consentono una valorizzazione.
Interventi da porre in essere
Obiettivo 2: Stimolare l'apertura del sistema di alta formazione, ricerca ed innovazione del Mezzogiorno alle esigenze della collettività (trasversale ai cinque ambiti di riferimento)individuare, anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni imprenditoriali e delle amministrazioni regionali, promuovere e sostenere iniziative di innovazione (sia tecnologica che organizzativa e produttivaa favore delle piccole e medie imprese. L'approccio integrato e plurifunzionale all'innovazione delle piccole e medie imprese costituisce la peculiarità di programmi che, in altri paesi, hanno avuto un elevato tasso di successo. Un caso che potrebbe sembrare tanto lontano dalle condizioni strutturali e imprenditoriali del Mezzogiorno e che pure può dare notevoli spunti alla politica di promozione dell'innovazione da realizzare è Manufacturing Extension Partnership (MEP) gestito in USA dal National Institute of Standards and Technologies. Attraverso tale programma sono stati promossi servizi, disegnati sul modello dell'agriculture extension service, quindi offerti ' porta a porta ' e mirati a innalzare il sapere manageriale degli imprenditori e a migliorare le pratiche gestionali e tecnologiche delle piccole e medie imprese;
promuovere l'utilizzo di tecnologie a maggiore capacità diffusiva nel tessuto economico meridionale (micro-elettronica, informatica, automazione, nuovi materiali, ecc.), idoneo ad ammodernare grazie a fenomeni di cross fertilization anche i settori ' maturi ' che caratterizzano l'economia meridionale;
selezionare i ' centri di competenza ' , specializzati sia per settore che per tecnologia (es. Centro Ricerca Tessile di Biella, il CATAS di Manzano, l'RTM di Vico Canavese, il CITER di Carpi, ecc.), promuovendo l'accesso ai relativi servizi da parte delle imprese meridionali;
promuovere strutture e progetti di ricerca consortile, onde agevolare le iniziative innovative di gruppi di imprese che, attraverso tale modalità , possono minimizzare i rischi e i costi e possono ricercare alleanze e integrazioni sovraziendali;
preparare, attraverso interventi di alta formazione (diplomi, dottorati, assegni di ricerca ecc.e formazione continua, quadri tecnici e manager che soddisfino il fabbisogno di imprese che avviano processi di innovazione e di sviluppo organizzativo e il fabbisogno di quadri nei settori di intervento pubblico;
promuovere le imprese di subfornitura meridionali, operanti in settori caratterizzanti la manifattura del Mezzogiorno, creando collegamenti e rapporti stabili con imprese committenti a livello nazionale ed europeo. Tale indirizzo risulta essere tra le azioni suggerite dal COM (1998275 del 27 maggio 1998, a conclusione di una elaborazione di lunga data che la Commissione dell'U.E. ha avviato alla fine degli anni ottanta (DGXXIII e European Association for the Transfer of Technologies, Partnership Between Small and Large Firms, 1988). Gli interventi da porre in essere con la nuova programmazione dovrebbero mirare a innalzare il livello tecnologico delle imprese locali, in modo da certificare la loro offerta e garantire il rispetto degli standard richiesti dai committenti esterni. Una tale linea potrebbe consentire di valorizzare interventi già posti in essere con il cofinanziamento dei fondi strutturali (P.O.M. Industria e Servizi e P.I.C. S.T.R.I.D.E.).
Motivazione
La separatezza esistente in Italia, e nel Mezzogiorno in particolare, tra sistema scientifico e sistema produttivo concorre a determinare una scarsa capacità delle nostre imprese di rispondere alle sfide del mercato e impedisce che i cospicui investimenti pubblici nella ricerca possano avere una valorizzazione in termini economici. Se, da una parte, vi sono le piccole e medie imprese che non sono in grado di esplicitare la loro domanda di innovazione, dall'altra le università e gli enti di ricerca esprimono un elevato tasso di autoreferenzialità nel definire contenuti e obiettivi dei loro progetti scientifici e, conseguentemente, una scarsa attitudine ad interpretare i bisogni delle imprese, delle istituzioni e della collettività .
Interventi da porre in essere
Obiettivo 3: Rafforzare e diversificare i saperi e le competenze del Mezzogiorno, attraverso l'attrazione di nuovi insediamenti industriali science and technology oriented (trasversale con particolare accento all'ambito di riferimento n.4)promuovere l'istituzione di servizi e strutture per il trasferimento tecnologico all'interno delle università e degli enti di ricerca, sul modello degli Industry University Liason Office, con lo scopo da una parte di stimolare la diffusione e valorizzazione dei risultati scientifici e dall'altra, di analizzare con sistematicità le esigenze di innovazione che promanano dal sistema sociale ed economico circostante nonche¨di potenziare e qualificare il patrimonio strutturale dedicato all'alta formazione; a integrazione o, a seconda dei contesti territoriali di riferimento, in sostituzione all'approccio precedente, istituire Centri Regionali per l'Innovazione che, sul modello disegnato dall'esperienza francese dei CRITT (Centres Regionaux d'Innovation e de Transfer de Technologie), devono fungere da tramite tra la domanda di innovazione delle imprese locali e l'offerta di strutture scientifiche e centri di competenza sia interni che esterni al Mezzogiorno; rafforzare, anche attraverso il coinvolgimento delle istituzioni locali, i programmi di alta formazione e ricerca finalizzata che mirino a soddisfare specifiche esigenze di alcune aree ed alcuni settori; realizzare un programma di orientamento che consenta di ridurre il fenomeno dei drop-outs, che nel Mezzogiorno raggiunge livelli patologici, e favorisca gli sbocchi lavorativi del personale laureato e diplomato che esce dalle Università. Tale programma dovrà riguardare sia la fase d'accesso alle Università che tutto il periodo degli studi, fino all'inserimento negli ambienti di lavoro prevedendo anche attività di promozione di spin-off. Va sottolineato che il MURST già a valere sul P.O. 1994-99 ha avviato un'iniziativa pilota, con il coinvolgimento di alcune università meridionali. L'iniziativa da attivare negli anni 2000-2006 è tesa a valorizzare ed estendere a tutte le Università i risultati raggiunti con il progetto pilota; stimolare l'integrazione tra istituzioni scientifiche ed imprese in progetti di ricerca che prevedano la concomitante mobilitazione di risorse dei diversi organismi; incentivare la mobilità dei ricercatori verso le imprese e stage del personale delle imprese presso laboratori e centri di ricerche; formare agenti di sviluppo e esperti nel trasferimento tecnologico da inserire nell'organizzazione degli enti di ricerca e delle università ; stimolare e sostenere spin-off di imprese che valorizzino i risultati della ricerca svolta nelle università e negli enti di ricerca, co-finanziando le fasi che vanno dal laboratorio al lancio commerciale (tutela dell'invenzione, ricerca di partner, start-up aziendale, ricerca di mercato, ecc.); sostenere la nascita e l'affermarsi di strumenti di venture capital e di altre forme di finanza per l'innovazione, ricercando sinergie tra soggetti pubblici e privati.
Motivazione
Il rafforzamento della struttura economica meridionale non può prescindere da una diversificazione delle presenze industriali esistenti. Occorre creare le condizioni ambientali e definire strumenti di promozione che consentano di attrarre imprese high-tech, che siano in grado di determinare nuove specializzazioni manifatturiere nel sud.
Interventi da porre in essere
- non una gestione ' a sportello ' , che ha portato ad effetti molto contenuti di diversificazione delle presenze produttive nel territorio meridionale, ma un approccio di ' marketing territoriale ' , che è proprio delle più importanti agenzie di sviluppo regionale europee (si vedano i casi della DATAR francese e della Welsh Development Agency in Gran Bretagna e che mira a selezionare gli interlocutori industriali a cui proporre l'insediamento;
- la richiesta ai gruppi non solo di garantire una certa entità di investimenti produttivi e tecnologici e un determinato numero di assunzioni, ma di assicurare la promozione di un indotto locale specializzato, che deve essere portato ad un elevato livello di standardizzazione e certificato attraverso l'assistenza del personale tecnico attivato dalle stesse imprese committenti.
Obiettivo 4: Valorizzare le
risorse naturali e storico-artistiche del territorio meridionale (trasversale
con particolare accento agli ambiti di riferimento nn.1, 2 e 3)
Motivazione
Le regioni meridionali sono caratterizzate da diffusi fenomeni di degrado ambientale, di uso distorto del territorio, di scarsa tutela del cospicuo patrimonio culturale, storico e artistico ivi esistente. Lo stato di abbandono in cui molta parte delle risorse sono lasciate non solo comporta (o rischia di comportareuna perdita di inestimabile valore per la cultura nazionale e mondiale, ma impedisce lo sviluppo di molteplici attività economiche ed iniziative imprenditoriali che, attraverso la gestione, il restauro, la divulgazione e la diffusione, potrebbe consentire una crescita di opportunità occupazionali, anche ad alto contenuto professionale.
Interventi da porre in essere
Obiettivo 5: Qualificare la capacità programmatoria e gestionale delle Amministrazioni locali, degli Enti di ricerca e delle Università sui temi della R&S e innovazione(trasversale con particolare accento agli ambiti di riferimento nn.4 e 5)promuovere la diffusione di tecnologie e delle best practice che consentano di salvaguardare l'ambiente e la gestione del territorio (soprattutto negli spazi urbani e nelle aree ad alto tasso di degrado), eventualmente valorizzando l'esperienza che è stata accumulata con alcune iniziative europee (LIFE, URBAN ecc.); promuovere progetti di ricerca e la diffusione di tecnologie che consentano di salvaguardare, attraverso investimenti culturalmente corretti e tecnicamente adeguati, il patrimonio storico-artistico del Mezzogiorno. L'attivazione di tali interventi va organizzata in modo da creare opportunità per lo sviluppo di attività economiche innovative per la fornitura di prodotti, strumenti e servizi ad alto contenuto tecnologico. preparare, attraverso iniziative di alta formazione, i quadri tecnici e manageriali che sono richiesti dai diversi settori di intervento; valorizzazione e recupero del patrimonio storico artistico ai fini del potenziamento dei servizi nei settori dell'alta formazione e della ricerca nonche¨della riqualificazione del territorio.
Motivazione
L'attuale fase di realizzazione del c.d. ' federalismo a Costituzione invariata ' trova molta parte del sistema delle Autonomie, soprattutto nel Mezzogiorno, privo di risorse, competenze e know how per espletare in modo adeguato le funzioni trasferite sulla base del disposto della legge n 59 del 1997. Tant'è che molti osservatori, anche sulla base delle esperienze fin qui maturate, paventano il rischio che quanto più ampio sia il processo di diffusione delle competenze per ottemperare al basilare principio della sussidiarietà , tanto più ampie possano divenire le distanze in termini di qualità dei servizi, efficienza della pubblica amministrazione e opportunità di sviluppo tra regioni prospere e regioni svantaggiate.
Vi è una duplice consapevolezza che sollecita a intervenire sulle istituzioni pubbliche nel Mezzogiorno:
Interventi da porre in essere
azioni formative necessarie all'esercizio delle nuove competenze attribuite dal decentramento e dall'esercizio dell'autonomia, sia nelle PP.AA. che in Università ed Enti Pubblici di Ricerca; attività di qualificazione manageriale per i soggetti decisori all'interno delle Università ed Enti locali e di ricerca e della formazione di operatori per lo sviluppo territoriale; task force miste a scala regionale, per l'approntamento di tavoli di coordinamento per la politica della ricerca e dell'alta formazione.
Obiettivo 6: Inserire la comunità
scientifica meridionale in reti di cooperazione internazionale ed in particolare
mediterranea (trasversale con particolare accento agli ambiti di riferimento
nn. 3, 4 e 5)
Motivazione
In una fase storica segnata dall'apertura dell'Unione Europea ai paesi PECO (cinque dei sei nuovi partner individuati dalla Commissione con il documento ' Agenda 2000 ' appartengono all'Europa centro-orientaleè interesse per tutto il Mezzogiorno, non solo italiano ma europeo, che si rafforzino le relazioni con tutti gli Stati presenti nel bacino mediterraneo.
Una politica a ciò mirata :
può consentire almeno in parte di riequilibrare il peso politico e l'intensità delle relazioni economiche con i nuovi partner che attualmente hanno come perno la Germania; può avviare una politica di sviluppo nei paesi dell'altra sponda del Mediterraneo, onde calmierare i massicci fenomeni migratori che inducono marginalità e degrado sociale in molte regioni e città del sud d'Europa attraverso le opportunità offerte da scienza, cultura e tecnologia, per stabilire e sviluppare rapporti cooperativi, di mutuo scambio e/o mirati su tematiche di rilevanza bilaterale o multilaterale, ivi incluse le modalità e le condizioni di crescita economica che accomunano le realtà dei diversi paesi; può potenziare il ruolo diplomatico e di progettazione cooperativa a medio e lungo termine nelle azioni di ricerca sviluppo tecnologico ed alta formazione; può rafforzare le nostre relazioni economiche e culturali con mercati che diverranno sempre più importanti. Basti considerare che degli attuali 360 milioni di abitanti delle rive del Mediterraneo, 180 sono collocati sulla sponda nord. Nel 2025 il numero degli abitanti complessivi dovrebbe raggiungere i 570 milioni, con una crescita da realizzarsi sostanzialmente sulla sponda sud.
A tali considerazioni va aggiunta
una specifica notazione relativa alla futura stagione dei fondi strutturali.
La Commissione ha già anticipato che due delle tre nuove Iniziative
Comunitarie saranno segnate da un carattere transfrontaliero e interregionale.
Eéopportuno, dunque, che l'elaborazione del nuovo QCS incorpori
detto connotato per interpretare i futuri P.I.C. come integrazione, e non
mera giustapposizione, delle scelte programmatiche delle Amministrazioni
nazionali.
Interventi da porre in essere
Obiettivo 7: Promuovere e soddisfare la domanda di innovazione di soggetti collettivi (trasversale a tutti gli ambiti di riferimento)avviare progetti di ricerca relativi ad ambiti in cui sia riconoscibile una marcata rilevanza mediterranea (ambiente, valorizzazione delle risorse naturali, tutela del patrimonio storico-artistico, trasporti ecc.); promuovere lo scambio di personale scientifico e tecnico con gli altri paesi rivieraschi, nell'ambito dei progetti di ricerca sopra indicati; promuovere la partecipazione dei soggetti meridionali alla ricerca europea ed, in particolare, al V Programma Quadro; finanziamento di progetti ed iniziative di Università ed Enti, finalizzate alla collaborazione scientifica e allo sviluppo della ricerca dell'area mediterranea anche in forma integrata con altri canali di finanziamento; promozione e partecipazione a programmi di ricerca e formazione internazionale nell'area del Mediterraneo; incentivi per la realizzazione di attività formative e di promozione tecnologica, da realizzarsi in centri, università e EPR, rivolti ad utenze dei paesi mediterranei (potenziamento di centri di competenza esistenti), da realizzarsi anche attraverso azioni di consulenza ai progetti.
Motivazioni
Vi è una significativa domanda
di innovazione che può essere espressa da soggetti collettivi (enti
locali, sovraintendenze, consorzi di PMIma che trova difficoltà
ad essere correttamente esplicitata e quindi soddisfatta, per l'assenza
di adeguate competenze interne.
Le esigenze dei soggetti collettivi,
che si fanno carico di interpretare e definire il fabbisogno di innovazione
di un settore o di un territorio, possono costituire lo strumento per veicolare
soluzioni innovative in una molteplicità di ambiti di intervento
sociale e, in concomitanza, creare un mercato captive per imprese stimolate
in questo modo allo sviluppo e all'applicazione di nuove tecnologie.
Interventi da porre in essere
attività di divulgazione di best practice (per esempio attraverso il confronto con l'esperienza di altre amministrazioni che hanno introdotto innovazioni); attività di sollecitazione, raccolta ed organizzazione della domanda; attività di selezione competitiva dei soggetti in grado di proporre soluzioni innovative; avvio di specifici programmi mirati al soddisfacimento di interessi pubblici diffusi. realizzazione di strutture regionali dell'Istituto Nazionale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica sulla Montagna quali centri territoriali di riferimento per tutti i soggetti pubblici interessati al riassetto e alla rivitalizzazione delle zone appenniniche meridionali.