LE PRIORITA' DELLA REGIONE PUGLIA PER I FONDI STRUTTURALI 2000 - 2006

(DAL DOCUMENTO DEL MINISTERO DEL BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE ECONOMICA SU '100 IDEE PER LO SVILUPPO' - CATANIA , 2-3-4 DICEMBRE 1998)




REGIONE PUGLIA

1. I fabbisogni

La caratteristica frontaliera della Puglia, fonte di gravi problemi migratori e di ordine pubblico conseguente, rappresenta anche una opportunità   sul piano economico, commerciale, turistico, culturale e sociale.
Le aree esterne di riferimento, oltre a quelle 'naturali' rappresentate dal resto del Paese e dell'Unione Europea in considerazione del tessuto produttivo caratterizzato principalmente dai comparti dell'agricoltura, dell'agroalimentare, del manifatturiero e del turismo, sono quelle del Mediterraneo orientale, che comprende il Montenegro, l'Albania, la Macedonia, la Grecia, la Bulgaria, la Romania fino alla Turchia.
L'eventuale riconoscimento dello status di 'Regione di frontiera' da parte del Governo nazionale, rappresenta per il Governo regionale una più  forte partecipazione alla definizione di quelle politiche di intervento, nazionali ed europee, che siano in grado di incidere sullo sviluppo socio-economico dei Balcani e del Mediterraneo.
Alla Puglia proiettata verso l'esterno si contrappone una Regione che ha, al suo interno, problematiche da risolvere e potenzialità   da sviluppare. Le tensioni e le opportunità   più  evidenti del 'modello pugliese' di sviluppo possono essere riassunte in:

1. piccole e medie imprese che si evolvono e si internazionalizzano ma non sempre generano nuova occupazione significativa;
2. un'agricoltura vincente sul piano della qualità  ma non ancora sufficientemente innovativa ed integrata con le filiere dell'agroindustria;
3. un turismo che genera profitto ma non incide sul reddito complessivo del sistema in rapporto alle sue potenzialità  ;
4. una ricerca scientifica di buon livello ma non integrata con il sistema produttivo regionale.

Sono principalmente queste le motivazioni che inducono a scegliere strategie di intervento finalizzate a sostenere uno sviluppo in grado di portare nel circuito di attivazione economica fattori che potrebbero rimanere altrimenti solo allo stato di potenzialità  .

2. Gli obiettivi prioritari

In tale contesto la programmazione regionale, da definirsi in dettaglio solo a seguito dell'individuazione dei flussi finanziari certi a disposizione, si è  orientata sui seguenti obiettivi prioritari:

1. riduzione delle diseconomie che incidono sul rendimento del 'sistema Puglia', da perseguire in base alle seguenti azioni strategiche:

1a- promozione e riqualificazione delle capacità   tecniche e gestionali dell'Amministrazione regionale e del sistema delle autonomie locali;
1b- attivazione di nuove forme di mobilitazione finanziaria degli investimenti con la partecipazione di risorse di soggetti privati;
1c- completamento selettivo delle opere già  avviate, con l'attivazione di investimenti a valenza plurisettoriale e occupazionale.

Le azioni strategiche vengono perseguite, secondo un approccio intersettoriale, nelle seguenti aree di intervento:
 

  • risorse naturali e ambientali (acqua, ambiente, energia);
  • qualità   della vita associata (armatura urbana, recupero dei beni storici, culturali e archeologici).
  • collegamento fisico e immateriale (trasporti e comunicazioni).

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    In particolare, con riferimento agli assi strategici di intervento previsti a livello di Governo centrale, la prima azione strategica è  riconducibile all'Asse a), la seconda all'Asse c), la terza all'Asse e).

    2. Ampliamento e rafforzamento delle aree con base produttiva e occupazionale, da perseguire in base alle seguenti azioni strategiche:

    2a- aumento della produttività  delle imprese preesistenti;
    2b- diffusione dell'innovazione sia per i processi di ristrutturazione e riconversione produttiva, sia per l'avvio di nuove iniziative imprenditoriali;
    2c- razionalizzazione della rete di commercializzazione di prodotti pugliesi con particolare riferimento all'export;
    2d- riqualificazione e sviluppo dell'attività  di formazione, sperimentazione e ricerca per l'acquisizione di maggiori livelli di produttività   da parte del sistema delle piccole e medie imprese.

    Le azioni strategiche indicate, riconducibili tutte all'Asse d), vengono perseguite con riferimento alle seguenti 'filiere':
     

  • agroalimentare;
  • piccole e medie imprese industriali e artigianali;
  • turismo;
  • servizi pubblici di mercato.

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    Sotto tale aspetto un approfondimento di riflessione va dedicato alle problematiche relative alle incentivazioni per le imprese.

    Dall'analisi del sistema industriale regionale si evince che il primo obiettivo da raggiungere, attraverso il consolidamento del sistema produttivo esistente e l'ampliamento del sistema industriale verso nuove produzioni a contenuto innovativo, è  l'adeguamento dello sviluppo industriale regionale alle potenzialità   che le imprese pugliesi offrono.
    La Puglia registra infatti i più bassi livelli di indici di industrializzazione e di esportazione rispetto alle altre regioni italiane. Interventi prioritari in questa direzione passano sia attraverso il potenziamento, per il territorio pugliese, di leggi quali la 488/92, ovvero attraverso la definizione di diversi sistemi di incentivazione che favoriscano singoli contesti aziendali, sia attraverso la promozione di una nuova politica in favore di aree-sistema e/o distretti industriali.
    Nello stesso tempo va operato un potenziamento e consolidamento dei Consorzi di Sviluppo Industriale in una logica di integrazione con i distretti. Le politiche di intervento vanno, pertanto, differenziate in funzione dei diversi livelli di sviluppo delle singole realtà  .
    Non va, infine, tralasciata la 'creazione di impresa' quale fattore di sviluppo economico-occupazionale tra i più importanti del territorio, soprattutto in aree a declino industriale presenti in Puglia. Esiste, quindi, la pressante esigenza di stimolare la dinamica imprenditoriale e di sviluppare la cultura del 'mettersi in proprio' come modello sociale ed economico premiante per il rilancio delle aree in ritardo o in difficoltà   di sviluppo.

    3. Contenimento degli squilibri territoriali, da perseguire in base alle azioni strategiche seguenti:

    3a- realizzazione degli standard minimi nell'offerta dei servizi pubblici;
    3b- differenziazione della politica regionale di spesa e di incentivazione a favore delle aree a forte squilibrio socio-economico;
    3c- delimitazione e classificazione delle aree territoriali in funzione dei livelli di squilibrio;
    3d- sostegno e valorizzazione dell'impiego delle risorse ambientali nell'ambito delle aree caratterizzate da gravi squilibri socio-economici.

    Con lo specifico sottoprogramma 'Sviluppo locale' va favorita la possibilità  di innescare un'attivazione economica anche nelle aree marginali rispetto a quelle tradizionalmente più  sviluppate attraverso sostegni esterni all'interno e al di fuori della Puglia.
    Come pure vanno favoriti i 'paradigmi' di sviluppo locale prodotti e sostenuti dalle realtà   locali, dalle forze sociali e produttive che dovranno essere esaltati all'interno degli strumenti della programmazione negoziata, nei quali primario e più forte deve essere il ruolo della Regione.

    3. Le azioni di tipo infrastrutturale

    In una economia, come quella contemporanea, in cui lo sviluppo di una regione è affidato principalmente alla possibilità  di essere collegati con i mercati nazionali ed internazionali ed alla velocità  con cui trasferire risorse e beni di consumo, è  possibile comprendere come un efficiente sistema di comunicazioni rivesta un ruolo strategico per la Puglia.
    Nel quadro degli obiettivi strategici della programmazione regionale sopra indicati è  possibile fornire un primo quadro delle iniziative, di tipo infrastrutturale, che si considerano necessarie per poter garantire il completo perseguimento degli obiettivi medesimi.

    3.1 Viabilità

    3.1.a Viabilità  statale (A.N.A.S.)

    Nel marzo del 1997 la Regione Puglia ha individuato esigenze prioritarie che si concretizzano nel:

    a) individuare opere non ancora finanziate inserite nel Protocollo di intesa Stato-Regione Puglia e negli altri protocolli di intesa;
    b) favorire interventi in funzione del progetto del Corridoio Adriatico, a cui la Puglia ha aderito e che riguarda potenziamenti stradali e autostradali, dell'asse ferroviario adriatico, dei porti e degli interporti (con particolare riferimento al collegamento con l'area di Taranto);
    c) opere trasversali che consentano una fruibilità  migliore delle stesse e l'accesso alla rete primaria da parte delle aree interne;
    d) opere di viabilità  che favoriscano miglioramenti in termini infrastrutturali rispetto ad inserimenti industriali e turistici già  operanti sul territorio

    3.1.b Viabilità  regionale

    Il sistema viario regionale è  prioritariamente finalizzato al collegamento e alla valorizzazione delle aree interne. Attualmente sono in corso di realizzazione o parzialmente finanziate tre strade regionali:
     

  • SR 1 pedesubappenninica;
  • SR 6 della Murgia;
  • SR 8 di circuitazione della penisola salentina.

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    3.1.c Ferrovie

    Gli interventi individuati dal Piano Regionale dei Trasporti riguardano:
     

  •  il completamento del raddoppio della Bari-Brindisi-Lecce;
  •  il completamento del raddoppio della Bari-Taranto;
  •  l'elettrificazione della Taranto-Brindisi;
  •  la ristrutturazione del nodo di Bari;
  •  la velocizzazione della tratta Roma-Bari.

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    3.2 Aeroporti

    Vanno potenziati e adeguati gli scali aeroportuali di Bari e Brindisi (con valenza
    nazionale e internazionale) e di Foggia e Grottaglie (con valenza interregionale).

     3.3 Porti

    La Regione Puglia nel 1997 ha definito, nell'ambito del suo Programma Operativo, un sistema integrato di porti turistici costituito da:
     

  • porti di stazionamento:
  • da realizzare nei porti esistenti di Vieste, Mola di Bari, Monopoli, Brindisi, Melendugno, Otranto, Gallipoli e Taranto;
  • porti di transito:
  • da realizzare nei porti esistenti di Peschici, Mattinata, Bisceglie, Polignano a Mare, Giovinazzo, Ostuni-Villanova, Castrignano del Capo, Maruggio, S.Cesarea Terme, Ugento.


    Vi è  comunque anche una domanda per nuovi porti (ad esempio Rodi Garganico) che hanno una indubbia valenza per lo sviluppo turistico dell'area.

    Oltre ai porti turistici necessitano di interventi di potenziamento ed adeguamento anche i seguenti porti commerciali:

    Porti di rilevanza nazionale (Bari, Brindisi, Taranto);
    Porti di rilevanza regionale (Manfredonia, Trani, Molfetta, Monopoli, Otranto, Gallipoli).

    3.4 Interporti

    La programmazione nazionale e/o regionale ha individuato in Puglia tre interporti:

    1. interporto di Bari;
    2. interporto ionico-salentino;
    3. interporto di Cerignola.

    A tali investimenti vanno aggiunti finanziamenti di opere nelle aree interessate dagli effetti economici in coerenza con la esplicitazione della domanda che si andrà  a delineare sin dalla fase di avvio.

    3.5 Metanizzazione

    La completa realizzazione del programma di metanizzazione dei Comuni è  considerata dal Governo regionale di estrema importanza non solo per i risvolti occupazionali connessi alla costruzione ed alla successiva gestione delle reti, ma soprattutto, per le positive ricadute sul sistema produttivo regionale, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese.

    3.6 Telecomunicazioni

    Sviluppo di un sistema di reti telematiche a supporto della produzione. Miglioramento e potenziamento della dotazione in provincia di Foggia.

    3.7 Difesa del suolo

    La Puglia ha rilevanti problemi di assetto idrogeologico, aggravatisi negli ultimi tempi specialmente nel Sub-Appennino Dauno, nel nord barese e nelle Isole Termiti.
    Una nota particolare merita la difesa delle coste pugliesi dove si riscontrano fenomeni di subsidenza ed erosione litorale e di dissesto dei litorali rocciosi.

    3.8 Sistemi idrici

    La Regione Puglia è  interessata da grandi schemi idrici caratterizzati da tre aspetti peculiari:

    1. l'80% circa delle fonti di approvvigionamento è  esterno al territorio regionale e interessa bacini idrogeografici di regioni contermini (Molise, Campania, Basilicata);
    2. la destinazione delle fonti, ad eccezione dell'acquedotto del Sele, che è  ad esclusivo uso potabile, è  di uso plurimo per soddisfare completamente i settori civile, industriale ed agricolo;
    3. gli schemi idrici sono interconnessi e interessano pertanto tutto il territorio regionale.

    La programmazione regionale ha individuato i seguenti interventi necessari a garantire una soddisfacente copertura della domanda attesa:

    A. completare gli schemi idrici esistenti con la costruzione di:
     

  • sbarramento sul fiume Fortore in località  Piano dei Limiti;
  • impianto di potabilizzazione di Conza (Schema Ofanto);
  • risanamento canale principale dell'Acquedotto del Sele;
  • completamento opere necessarie per l'avvio dello Schema Locone;
  • acquedotto Sinni.

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    B. sopperire agli ulteriori fabbisogni attesi con nuove fonti di approvvigionamento quali:
     

  • acquedotto sottomarino Italia-Albania;
  • acquedotto Schema Nord Trigno;
  • acquedotto del Saccione.

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    Infine, per la sua potenzialità  agricola la Puglia necessita del completamento del sistema di irrigazione delle campagne. La progettazione per molti progetti è  assai avanzata e, in molti casi, trattasi di opere cantierabili in pochi mesi.

    Quanto qui evidenziato, suscettibile di una maggior definizione a seguito del confronto sia all'interno dell'Esecutivo regionale e del Consiglio, sia con gli Enti territoriali e le forze economiche e sociali, nonche¨suscettibile di una razionalizzazione per priorità a seguito della definizione dei flussi finanziari certi a disposizione, è  una prima ipotesi di lavoro finalizzata alla definizione sia del PRS, sia dell'IIP, sia del nuovo QCS.