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Lunedì 27 Dicembre 1999
In_primo_piano
Utilities, continuità alla prova
Un’emergenza che l’Italia affronterà come fosse una
calamità. A Forte Braschi, a partire dalla mattina del 31,
si insedierà l’unità di gestione del Centro decisionale
nazionale (Cdn) con i rappresentanti dei ministeri, delle
aziende di servizio e il prefetto designato dal ministro
dell’Interno. L’ora X scatterà alle 9 del 31 dicembre ’99:
in quel momento comincerà il presidio, 24 ore su 24, di
tutte le strutture mobilitate per l’emergenza. La parola
d’ordine è "continuità": tutti i responsabili presso il
Comitato anno 2000 interpellati escludono il "day after" e
la dichiarazione comune è che le massicce misure di
sicurezza adottate rispondono a un potenziamento di quelle
ordinarie e che le eventuali soppressioni di corse o di
voli rientrano nelle tradizionali «strategie
festive».
Ferrovie dello Stato. Sono 48 i treni
(tutti a lunga percorrenza) che viaggeranno regolarmente
nella notte di Capodanno e che, a ridosso delle 24, si
fermeranno per un’ora in stazioni predisposte alla bisogna
(disporranno di un "doppione" a 30 minuti di distanza).
Dopo la mezzanotte partiranno le verifiche: ogni stazione
controllerà la funzionalità dei dispositivi nella tratta di
sua competenza, mentre un Eurostar provvisto solo di
macchinisti "saggerà" i binari lungo il percorso
Milano-Bologna, per verificare il corretto funzionamento di
strumentazione, scambi e semafori.
Massiccio il
dispiegamento di forze previsto per la sera del 31: due
sale operative lavoreranno senza sosta, mentre le risorse
umane saranno potenziate del 25% (circa 4mila operatori in
più). Lo stesso varrà per Capodanno. Il 3 gennaio la
situazione tornerà alla normalità, dopo un aumento
progressivo della circolazione: il 1° e il 2 gennaio,
infatti, viaggeranno rispettivamente il 70 e il 90% dei
treni previsti normalmente.
Le Fs, per bocca di
Leonardo Gorra, definiscono «un investimento per il futuro»
i 55 miliardi spesi per il programma 2000 (50 per il
processo di adeguamento e 5 per il parco pullman e gli
straordinari del personale) e assicurano, nel caso in cui
le previsioni si rivelassero troppo ottimistiche, che
«l’Italia è disseminata di locomotori diesel pronti a
intervenire in caso di black-out; l’intero percorso è
presidiato anche da una serie di pullman a disposizione dei
passeggeri».
Enel. «Piani completati anche nelle
parti più minimali»: lo assicura Gianluigi Di Francesco. La
massima allerta inizierà alle ore 16 del 31 dicembre e
terminerà alle ore 4 del 1° gennaio. Per l’area informatica
è previsto un ulteriore periodo, con presidio rinforzato,
fino al 2 gennaio. Tra il 31 dicembre e il 3 gennaio, 6mila
persone saranno pronte a intervenire in caso di emergenza,
coadiuvate da apparecchiature di supporto: Intranet
aziendale fra le varie sedi sparse sul territorio e 250
telefoni satellitari.
La notte di Capodanno
l’attuale comitato di coordinamento sarà presente in sede a
Roma e da lì monitorerà la rete dell’alta tensione. «Saremo
interconnessi per scambi di energia con Austria, Svizzera,
Francia, Slovenia e con Forte Braschi, per supervisionare
un milione di chilometri di rete», spiega Di Francesco.
Fittissimi saranno i collegamenti con Bruxelles e con
l’osservatorio privilegiato su Nuova Zelanda e Australia.
Il costo dell’operazione: 70 miliardi di
lire.
Autostrade. Sette miliardi spesi per il
programma di adeguamento. Anche Autostrade si avvale di
strumenti a rischio millennium bug (alta tecnologia
informatica per scambio dati e informazioni, telefonia e
canali tv). «La strategia anti-baco adottata — dichiara la
società — prevede una rete autonoma di telefonia per i
collegamenti interni, ponti radio e generatori elettrici
indipendenti, gruppi di continuità per il funzionamento
delle direzioni di tronco e per il funzionamento di
ciascuna stazione delle rete».
In caso di emergenza,
sarebbero garantiti i contatti con i posti di manutenzione
e il personale di pronto intervento, il black-out delle
colonnine Sos sarebbe bypassato attraverso gli ausiliari
del traffico e il pattugliamento aziendale e persino
"l’informazione in itinere" dei pannelli a messaggio
potrebbe essere soppiantata da messaggi a composizione
manuale. Durante le giornate a ridosso del Capodanno, le
nove direzioni di tronco si coordineranno con le due
strutture centrali di Roma e Firenze, garantendo i
collegamenti. Il personale sarà rafforzato in misura
proporzionale all’intensità di traffico
locali.
Telecom. Piano di adeguamento completato
come da programma. Predisposto un piano di emergenza che
prevede il "set-up" di un team di crisi attivo dal 31
dicembre al 1° gennaio. «Le verifiche in corso
proseguiranno fino all’ultimo giorno dell’anno», commenta
Giancarlo De Jacovo. Tremila le persone convocate per il
periodo compreso tra il 31 dicembre e il 3 gennaio,
disponibili 24 ore su 24. Il rischio congestione è
contemplato, «anche se avrebbe più a che fare con gli
scambi di auguri che con il baco».
Tim. È pronta ad
affrontare eventuali disguidi. L’azienda ha adeguato tutti
i suoi sistemi all’anno 2000 a partire dalle piattaforme
tecnologiche delle reti radiomobili e dalle strutture
informatiche, realizzando un back up completo di tutti i
dati degli oltre 17 milioni di clienti. Sono stati definiti
oltre 50 piani di emergenza, in grado di garantire la
continuità del servizio. Il costo dell’operazione: 38
miliardi.
Omnitel. Il piano di adeguamento è stato
completato a giugno e non ha richiesto sforzi eccessivi,
visto che la società, giovane, dispone di apparecchiature a
prova di baco. Soft anche il potenziamento del personale
per Capodanno: il 10% in più.
Aeroporti di Roma.
Fiumicino è "Y2k compliant". Il ciclo di simulazioni
organizzate dall’Adr, in collaborazione con autorità di
polizia e compagnie aeree, ha verificato l’organizzazione
complessiva dello scalo in condizioni di assoluto disagio
per l’intero processo di handling, ipotizzando l’assenza di
teleindicazioni per il pubblico, la caduta dei sistemi
informativi per le operazioni di check-in e di centraggio
degli aeromobili, il blocco dei nastri di trasporto bagagli
e l’arresto delle macchine a raggi X per i controlli. Il
processo di adeguamento è costato circa 4 miliardi di lire.
Per i giorni a rischio è stata approntata una sala per la
gestione degli eventi anomali, collegata con la sala
situazioni della presidenza del Consiglio, dove un team
congiunto di responsabili Adr ed Enac opererà 24 ore su 24,
dal 28 dicembre al 3 gennaio.
Malpensa e Linate.
Anche per i due aeroporti milanesi la Iata ha confermato la
piena conformità. Dal ’97 tutti i 5.900 sistemi sono stati
testati e modificati per un costo totale pari a 9-10
miliardi. La Sea ha elaborato una serie di piani di
contingency. «In un sistema così complesso e integrato —
spiega Lidia Lago Suardi — possono sopravvivere dei
microchip nascosti e non conformi al baco». Nei giorni a
rischio il personale verrà potenziato del 30%, più 150
volontari in divisa antibug a disposizione dei
passeggeri.
Silvia Marzialetti
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