GESTIONE DELLA PRODUZIONE
Interventi sulla pianta
La potatura
Si consiglia di ridurre al minimo il numero e l'entità degli interventi
in modo che ogni cultivar possa assumere il proprio "habitus" vegetativo; in tal
modo si anticipa l'entrata in produzione dell'impianto. Sono utili interventi finalizzati
a definire l'impalcatura delle branche principali, che va realizzata a circa 25 cm. dalla
linea d'innesto, a determinare un lieve alleggerimento dei rametti più interni che
tendono ad esaurirsi velocemente a causa della poca illuminazione che ricevono, e ad
asportare i "succhioni" che si sviluppano dal tronco e dalle branche.
In linea di massima, sono sconsigliati interventi troppo drastici, l'asportazione di
branche e/o mutilazione di eccessiva entità in quanto possono compromettre l'equilibrio
vegeto-produttivo della pianta.
Per arancio, mandarino e clementine è un grave errore cimare i rami assurgenti, in quanto
una volta raggiunto il normale sviluppo, perdono di vigore, si ramificano e diventano
fruttiferi. Si consiglia di agevolare la crescita di almeno 3-5 rami con sviluppo
assurgente, sopprimendo anzitempo gli altri in sovrannumero.
Più specificatamente il mandarino e il tangelo "Mapo", a causa di un ambito di
sviluppo affastellato, si avvantaggiano di un leggero diradamento annuale della chioma,
più o meno drastico, da effettuarsi preferibilmente dopo la cascola di giugno. Per il
clementine, è auspicabile effettuare interventi più leggeri, dato l'eccesso di vigoria
che lo contraddistingue. Per questi agrumi la potatura assume una certa importanza anche
in relazione alla possibilità di aumentare la pezzatura del frutto e migliorare la difesa
antiparassitaria.
Per quanto concerne il limone, questa specie abbisogna sin dai primi anni di vita di cure
particolari, in quanto sviluppa con facilità rami assurgenti molto vigorosi che tendono
ad allungarsi eccessivamente. Se lasciata crescere senza alcun intervento di potatura,
assume una forma scapigliata che pur portando alla produzione di un maggior numero di
frutti, rende i rami poco stabili alle sollecitazioni del vento con conseguenti danni alle
branche ed ai frutti. Questi rami, se lasciati sviluppare senza alcun controllo, sia per
l'azione del vento sia per il peso dei frutti portati all'estremità finale del ramo
stesso, si sbrancano facilmente. Si consiglia a questo proposito di intervenire con
operazioni sia di diradamento che di cimatura.
Potature annuali sono comunque auspicabili per ridurre almeno entro certi limiti, il
rischio di infezioni di malsecco.
Un suggerimento relativo a tutti gli agrumi è quello di evitare l'eliminazione dei rami
laterali che tendono a reclinare verso il suolo. Sono proprio queste formazioni a dare i
primi frutti e la loro eliminazione concorre a determinare un'accentuazione dello
squilibrio vegeto-produttivo della pianta.
Per quanto concerne il mantenimento del giusto equilibrio della pianta è auspicabile
intervenire con alleggerimenti della chioma, soprattutto quando le piante entrano in
competizione l'una con l'altra. In questo caso la pratica ordinaria è un intervento di
potatura manuale. Per motivi di economicità è possibile riccorrere alla potatura
agevolata, in cui gli attrezzi ordinari vengono sostituiti da forbici, forbicioni e
seghetti azionati pneumaticamente. Ma la vera riduzione dei tempi di lavoro si ha
praticando la potatura meccanica, che consiste nel taglio della parte laterale delle
chiome lungo gli interfilari ("hedging") o della parte apicale
("topping"). É chiaro che la potatura meccanica attua schemi di lavoro
predeterminati in cui si perde di vista l'individualità delle piante e il relativo
dosaggio dell'intervento. É possibile integrare tale intervento con la potatura manuale
all'interno della chioma. L'epoca migliore per la potatura degli agrumi cade nei periodi
che precedono la ripresa vegetativa primaverile, periodi in cui la pianta è stimolata ad
emettere nuova vegetazione e, naturalmente, passato il periodo del freddo intenso e del
gelo.
Interventi sulla fruttificazione
L'impollinazione
In linea generale molte cultivar di agrumi cono
partenocarpiche e quindi non presentano problemi legati alla impollinazione.
In particolare, per alcune del gruppo mandarini e di alcuni ibridi la presenza di
impollinatori, soprattutto di specie diverse, vicini alla zona di produzione può
rappresentare un problema per l'incremento del numero di semi a causa della fecondazione
incrociata.
É possibile l'impiego di acido gibberellico su clementine nella fase di fioritura per
favorire l'allegagione. Tale pratica deve essere comunque eseguita sotto lo stretto
controllo del tecnico, soprattutto per la scelta dell'epoca d'intervento.
Il diradamento
Il diradamento dei frutti è praticabile solo per alcuni mandarini nelle annate di forte carica produttiva per migliorare la pezzatura e per attenuare i fenomeni di alternanza. Tale intervento va eseguito manualmente.