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COMUNICATO 

rupar puglia: l'esperienza della regione puglia a forum pa

Riccardo Sanna, responsabile dei sistemi informativi della Regione Puglia, ha rilasciato un intervista, che riportiamo integralmente, a l'altra P.A., il periodico di Forum PA che indaga sulla realtà dell'innovazione nella pubblica amministrazione italiana.

In occasione del convegno organizzato dal Cnipa sul Sistema Pubblico di Connettività (SPC), in cui è stato affermato che a fine 2007 sarà completata l'infrastruttura di rete del nostro paese per fornire servizi di trasporto di dati, fonia VoIP, collegamento internet, posta elettronica certificata e altro, Forum PA ha fatto il punto sulla situazione italiana. Nel panorama nazionale la Regione Puglia si distingue per lo stato avanzato di progettazione e realizzazione dei sistemi di connettività anche alla luce di quanto rilevato dall'ultima indagine condotta dal World Economic Forum e dalla Insead sul “grado di propensione alla rete” di 122 paesi, in cui l'Italia è posizionata solo al 38° posto. 

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Intervista a Riccardo Sanna - Responsabile Sistemi informativi della Regione Puglia

Dal punto di vista della programmazione strategica sui temi della società dell’Informazione possiamo parlare di una “questione meridionale”?

In linea generale, nelle regioni del Mezzogiorno, si può intendere per “questione meridionale”, il minor livello sia di approccio culturale che di dotazione di infrastrutture e servizi ai cittadini ed imprese rispetto alle altre regioni e l’Europa, con una conseguente maggior presenza del “digital divide”.

Tale situazione ha perso il suo significato iniziale in quanto, gli interventi attuati nel corso degli ultimi anni dalla Regione, Stato e Comunità Europea, hanno di fatto sensibilmente ridotto le problematiche indicate.

Comunque, ancorché ridotto, ancora oggi risulta un ritardo sui temi dell’ICT, per cui lo sviluppo della Società dell’Informazione, questa “nuova frontiera” dell’organiz-zazione della Società individuata dalla Comunità Europea sul finire del XX secolo, presenta tuttora numerosi aspetti problematici. E’ necessario fare un grande sforzo di programmazione per indirizzare le risorse disponibili in modo virtuoso ed ottenere come risultato non un servizio innovativo a fronte di una semplice “spesa”, ma la realizzazione di quel processo di crescita che, mediante la ricerca e l’innovazione, porti le amministrazioni, imprese, professionisti e cittadini verso la Società dell’Informazione e della Conoscenza.

In questo senso quali sono le azioni strategiche adottate a livello regionale e a livello centrale?

Gli interventi messi in atto dalle Amministrazioni sono essenzialmente riconducibili al Programma Operativo Regionale (POR Puglia 2000-2006), agli Accordi di Programma Quadro (APQ) sull’e-government e la Società dell’Informazione ed agli interventi, in ambito CIPE, dei Fondi per le Aree Sottosviluppate (FAS). Dal 2000 ad oggi gli investimenti destinati a tali interventi hanno superato i 600 milioni di euro.

A seguito dell’attivazione dei citati programmi l’azione per lo sviluppo della Società dell’Informazione in generale e dell’eGovernment in particolare, ha conosciuto negli ultimi 3 anni un notevole cambiamento nell’impostazione dell’indirizzamento dei fondi verso le Pubbliche Amministrazioni beneficiarie. Si è infatti passati da una logica “a pioggia”, tipica della prima fase dell’eGovernment - in cui il Governo Centrale per tramite del CNIPA ha finanziato una pletora di progetti presentati direttamente e indistintamente da tutti gli Enti Locali - ad una seconda fase in cui lo strumento utilizzato è stato quello degli APQ per la Società dell’Informazione (SdI) che si avvalgono, per la gestione e coordinamento degli interventi, del Centro Regionale di Competenza - CRC - (struttura costituita di concerto tra CNIPA-Regioni). Questo secondo modello, peraltro perfettamente aderente al vigente ordinamento costituzionale basato sul decentramento amministrativo verso le Regioni, ha permesso alle Regioni Obiettivo 1 (meridionali) di armonizzare le azioni di innovazioni sostenute dal Governo Centrale  con quelle di propria programmazione imperniate sui Fondi Europei.

La coerenza tra l’APQ-SdI e la programmazione  regionale dei Programmi Operativi, si sta rivelando la carta vincente per raggiungere risultati importanti. Infatti si sta affermando il principio che la dimensione regionale è quella più adatta per governare lo sviluppo del territorio, principio in realtà ben consolidato a livello comunitario, ma che ancora stentava ad imporsi a livello nazionale.

L’Amministrazione regionale – consapevole, comunque, che alle enormi opportunità offerte dalla tecnologia dell’informazione e della comunicazione (ICT) si accompagnano, tuttavia, gravi minacce rappresentate dal manifestarsi ed accentuarsi del digital divide tra aree sviluppate ed aree povere con conseguente rischio, di queste ultime, ad essere sempre più ridotte ad un ruolo passivo di mero consumo e condannate alla definitiva emarginazione in una economia globalizzata - ha proceduto ad avviare, in coerenza con le strategie nazionali ed europee, tutta una serie di azioni sistematiche che potessero ridurre al minimo il verificarsi delle distorsioni indicate provvedendo, pertanto, alla valorizzazione degli enti territoriali, alla cooperazione tra i fondamentali protagonisti della Società dell’Informazione.

In particolare gli interventi realizzati da Regione Puglia che possiamo suddividere nelle due macroaree delle infrastrutture e dei servizi sono riassunte nella tabella allegata.

Il caso della Puglia si configura come una realtà avanzata dal punto di vista infrastrutturale, rispetto ad esempio a regioni come Veneto e il Piemonte, ma qual è la capacità del territorio di sfruttare le potenzialità della rete?

La Puglia mostra un notevole interesse allo sviluppo delle ICT, e con la piena realizzazione e la disponibilità dei servizi finalizzati a sostenere la promozione diffusiva ed inclusiva della Società dell’Informazione ed a garantire la massima accessibilità ed uso delle tecnologie ICT, in particolare nelle Imprese e Cittadini, includendo le categorie sociali a più alto rischio di esclusione (anziani e diversamente abili) si può ritenere che nel prossimo futuro in Puglia si verificherà una notevole espansione all’uso di tecnologie che porteranno all’auspicata riduzione del “digital divide”.

In questo senso si sta ponendo una costante attenzione per far sì che le azioni di innovazione della Pubblica Amministrazione (eGovernment) si traducano anche in opportunità di crescita del territorio. Questo è già accaduto con il progetto della RUPAR Puglia, avviato nel 2001, e si sta ottenendo con la sinergia tra le varie iniziative descritte in tabella.

Un elemento cardine di questo processo è rappresentato dal ruolo di Tecnopolis CSATA (Società partecipata e controllata dalla Regione Puglia), l’istituzione scientifica e tecnologica pugliese che in questi ultimi cinque anni ha assunto sempre più il ruolo di strumento per l’innovazione del territorio per conto della Regione Puglia. La competenza più che decennale di Tecnopolis sia nell’area tecnologica dell’ICT e delle reti (ha partecipato, tra l’altro, nella seconda metà degli anni ’80 all’avvio del primo nucleo della rete Internet italiana), che nell’area dell’innovazione delle Amministrazioni e delle Imprese, l’ha resa il candidato ideale per svolgere questo ruolo quando nel 2000, all’inizio del POR 2000-2006, la Regione Puglia , priva allora come oggi di una adeguata struttura interna per l’Innovazione Tecnologica, si è posta il problema di come attuare quanto previsto a livello comunitario.

Qual è lo stato di avanzamento della Rupar e dei servizi applicativi?

La RUPAR Puglia , progettata e controllata da Tecnopolis che svolge le funzioni di Centro Tecnico Regionale, ha rappresentato senza dubbio il primo sviluppo in questo senso e, come si diceva, ha cercato di attuare fin dall’inizio quei principi di supporto allo sviluppo del territorio. Infatti la progettazione dell’infrastruttura proposta da Tecnopolis ed approvata dalla Giunta Regionale nell’agosto del 2002,  prevedeva l’attuazione, prima rete delle Pubbliche Amministrazioni in Italia a farlo, di un modello multifornitore che potesse rappresentare un’opportunità di crescita anche per gli Internet Service Provider pugliesi.  Ad oggi la RUPAR Puglia collega circa 300 Enti Locali (tutti i 258 comuni pugliesi, le cinque province, le sei Comunità Montane, le ASL etc.) e rappresenta l’ossatura di trasporto su cui si svilupperanno sempre di più i servizi applicativi degli Enti Locali. A questo proposito si sottolinea che lo sforzo fatto da Tecnopolis, mediante l’attuazione del progetto SCATEL (Servizi di Cooperazione ed Applicazioni Trasversali per gli Enti Locali)  di rendere disponibili sulla rete anche servizi infrastrutturali di cooperazione e di gestione automatica dei flussi inter-amministrativi (Porta di Dominio, Gestione veti, Protocollo Informatico, Posta Elettronica Certificata, etc) ha permesso che lo sviluppo delle applicazioni propriamente dette si realizzasse fin dall’inizio in piena conformità ai nuovi standard dettati dal CNIPA e sintetizzati nell’architettura SPCoop. Ad oggi sono in avvio i servizi del progetto Apulie (www.apulie.it) che concernono circa 150 Comuni e di altri 17 progetti di aggregazioni più piccole di Comuni, cofinanziati dalla Misura 6.2 del POR 2000-2006 e tutti realizzati sulla base dei servizi infrastrutturali della RUPAR Puglia. Analogamente si può dire dei servizi applicativi di competenza regionale in corso di realizzazione nell’ambito del citato APQ-SdI: Nuovo Servizio Sanitario Regionale con l’integrazione in rete dei Medici di Medicina Generale e di Continuità Assistenziale e delle farmacie (circa 6000 soggetti), il Sistema Informativo Territoriale (SIT), il Centro di Acquisti Territoriali (CAT) etc.

In sintesi si può dire che la realizzazione dell’infrastruttura RUPAR è opportunamente avvenuta prima dell’avvio dei progetti applicativi che adesso sono nella fase di realizzazione ed avvio dei servizi ai cittadini.

Qual è lo scenario emerso dal confronto con le altre regioni sullo stato di avanzamento della migrazione dalle Rupar all’SPC? Come regione Puglia  pensate di rispettare la data di scadenza?

Non parlerei propriamente di “migrazione” dalle RUPAR all’SPC, quanto piuttosto di “integrazione” delle RUPAR in SPC. Infatti è emerso dalla “Visione Condivisa” tra CNIPA e Regioni, e come peraltro previsto dallo stesso Codice dell’Amministrazione Digitale, che le Regioni sono titolari dell’organizzazione del SPC nel proprio territorio e questa titolarità si esplica proprio con la realizzazione di reti regionali (RUPAR) che si integrano tra loro e con le Pubbliche Amministrazioni Centrali (PAC) per mezzo dell’SPC. La Regione Puglia si trova, casualmente e per fortuna, in prossimità della scadenza dei Contratti Quadro della gara effettuata nel 2002 e quindi avvierà il nuovo processo di qualificazione dei fornitori regionali entro giugno 2007 per poter avviare i nuovi servizi della RUPAR Puglia alla data del 1/1/2008. Si può quindi ritenere che per quella data la RUPAR Puglia sarà certamente parte integrante del SPC, non si esclude però di poter raggiungere questo risultato anche in una data anteriore con la configurazione attuale della rete.

Quali sono le strategie regionali per colmare il digital divide dei dipendenti pubblici?

 Consci del problema del Digital Divide culturale che affligge i dipendenti pubblici, la Regione Puglia ha già sviluppato, nell’ambito del citato progetto SCATEL negli anni 2004 e 2005, un piano di formazione ed informazione sulle nuove tematiche dell’eGovernment rivolto al personale degli Enti Locali. Questo piano è stato realizzato mediante decine di workshop realizzati presso vari Comuni, dal Salento alla Daunia, che hanno coinvolto centinai di dipendenti pubblici. Unitamente a questa azione frontale è stato avviato un servizio di Formazione a Distanza (FAD), anch’esso accessibile dal Portale della RUPAR, per supportare un necessario approccio di “continuing learning” che permettesse di sostenere, ampliare ed approfondire i temi formativi. La risposta a questa iniziativa è stata incoraggiante dal punto di vista dell’interesse, ma ha anche evidenziato uno dei punti più critici di questo problema: la necessità di una condivisione “verticale” nelle organizzazioni degli Enti Locali della necessità di investire tempo (lavorativo) nell’apprendimento. La mancanza di una chiara approvazione da parte dei vertici degli uffici rispetto alla frequenza di attività formative ha molto spesso frenato la partecipazione dei dipendenti e, in special modo, l’utilizzo della piattaforma di eLearning, spesso vista, all’interno dell’ufficio, come una delle tante “perdite di tempo” offerte dal Web.

La Regione Puglia comunque sta continuando ad investire in questa direzione sia con l’avvio nell’ambito del POR 2000-2006 di un Progetto specifico a largo raggio di Formazione a Distanza dei dipendenti Pubblici sia con una adeguato sostegno e successive azioni previste nel PO 2007-2013.

Si può quindi dire che con le progettualità attivate si è raggiunto nelle P.A. locali un buon livello di dotazione infrastrutturale. Molto è stato anche fatto in tema di formazione dei dipendenti sul fronte dell’utilizzo della strumentazione e delle nuove tecniche, adesso è necessario sensibilizzare i dipendenti rendendoli partecipi nel processo di sviluppo del territorio come previsto nel nuovo programma regionale.

E’ su tale ultimo punto che è necessario improntare una efficace strategia regionale al fine di poter superare la scarsa sensibilità all’innovazione nella Pubblica Amministrazione, facendo emergere i vantaggi di tipo economico e sociale, oltre quelli legati all’efficienza amministrativa.

La dimostrazione che, a fronte di investimenti pubblici, si può ottenere una riduzione dei costi di gestione ed una migliore qualità dei servizi, sia erogati che fruiti, può essere un incisivo fattore di motivazione al cambiamento.

E’ opportuno quindi alimentare, presso gli enti pubblici, la consapevolezza  del proprio ruolo di leva per lo sviluppo complessivo del territorio, la percezione dell’importanza di basare le proprie scelte sulla soddisfazione del cittadino, visto come soggetto centrale  della azione politica e amministrativa.

Tale obiettivo presume un’evoluzione della cultura politica in modo da ricondurre e qualificare le funzioni di governo verso la capacità di conoscere e di interpretare i fabbisogni e le potenzialità territoriali nonché la capacità di tradurli in obiettivi e strategie.

Dal vostro punto di vista quali sono i vantaggi e gli svantaggi della migrazione al Sistema Pubblico di Connettività?

Sicuramente l’SPC è un interessante passo in avanti che supera le rigidità della vecchia RUPA ed apre una serie di possibilità per una reale ed efficace integrazione della PA a livello nazionale. Gli svantaggi sono più che altro dei rischi, soprattutto quello di una gestione non sufficientemente partecipativa ed “aperta” alla collaborazione con le Regioni da parte non tanto del CNIPA quanto anche e soprattutto dei fornitori nazionali selezionati e della neonata Società di Gestione della QXN. Sarà cruciale al riguardo l’interpretazione del proprio ruolo che darà la Commissione di Coordinamento dell’SPC. Certo la sua composizione ed un calendario previsto di circa quattro riunioni l’anno non sono proprie di un organo di “governo operativo”, ma appunto di coordinamento. Ed allora resta il dubbio: chi governerà giorno per giorno l’interazione tra fornitori nazionali e reti regionali? Tenendo conto che ovviamente le due categorie di soggetti sono profondamente diverse.

Come giudica il lavoro di studio e programmazione realizzato a livello centrale dal Cnipa?

Molto importante e positivo, sicuramente da preservare, a patto di migliorare sempre più quel processo di collaborazione con le Regioni che è iniziato ma sembra ancora lontano dall’aver raggiunto una stabile regolamentazione. Un esempio importante è dato dal progetto ICAR (Interoperabilità e Cooperazione Applicativa tra le Regioni) che, finanziato dal CNIPA, è sviluppato dalle Regioni per attuare in modo operativo per la prima volta il modello SPCoop su scala nazionale. Questo progetto può rappresentare un modello di lavoro tra più soggetti (CNIPA e Regioni e Province Autonome) che dovrebbe essere il modello ideale ed un importante test sia nella fase di elaborazione dei futuri standard e modelli che nella fase di governance delle realizzazioni.

TABELLA DEGLI interventi realizzati 

Vai al sito di Forum P.A.

(i.cam)

Valenzano, 6 aprile 2007       

Redazione
Maria Luigia Campaniello
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